Dalle comunicazione giornaliere di Consob si apprende che Marshall Wace ha aperto una short position su UnipolSai pari allo 0,51%. La segnalazione è datata 9 gennaio.
Dalle comunicazioni di Consob si apprende che Marshall Wace ha aumentato la sua posizione corta su Mediaset, portandola dallo 0,8% allo 0,97%. La segnalazione di Consob è datata 9 gennaio.
Mps: Cgil, serve ruolo forte governo, situazione rischia di precipitare
Roma, 10 gennaio – “In relazione alla difficile situazione di crisi in cui versa Monte Paschi di Siena, anche alla luce delle contrapposizioni emerse tra la fondazione e il top manager e, sopratutto, del rischio di precipitazione della situazione, le segreterie nazionali di Cgil e Fisac ritengono che il governo non posso più sottrarsi ad un ruolo forte e attivo, fin qui mancato, per rimettere al centro il rilancio della banca, dando continuità e prospettiva ai percorsi di risanamento”. E’ quanto si legge in una nota congiunta Cgil e Fisac, la categoria dei lavoratori del credito di corso d’Italia.
Comunicato Stampa 10 gennaio 2014
CRISI: AUMENTA IL DISAGIO DELLE FAMIGLIE E PEGGIORANO LE PROSPETTIVE ECONOMICHE DEL PAESE.
I dati odierni di Confcommercio sul disagio sociale nel nostro Paese confermano, ancora una volta, una situazione di estremo allarme in cui si trovano le famiglie.
Un andamento che, come denunciamo da tempo, non si limita ad intaccare lo stile di vita, le abitudini ed i consumi dei cittadini, ma continua a produrre effetti deleteri per l’intero sistema economico, che ormai da anni deve fare i conti con una forte crisi della domanda di mercato.
Gli indicatori economici non lasciano spazio ad alcun dubbio:
- Il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli record, attestandosi al 12,7% (addirittura al 41,6% quella giovanile).
- Il PIL nel III trimestre 2013 registra un calo del -1,8% su base annua.
- I consumi nel 2012-2013 hanno conosciuto un calo del -8,1%, pari ad una contrazione complessiva della spesa di circa 60 miliardi di Euro.
- Sono oltre 10mila le aziende fallite solo nei primi nove mesi del 2013.
“Un vero e proprio bollettino di guerra, che potrebbe continuare ancora elencando una miriade di dati, tutti concordi nel dimostrare come il Paese necessiti di un intervento deciso e concreto in direzione della ripresa.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Il 2014, infatti, si prospetta come un nuovo anno horribilis per le famiglie e per l’intero sistema economico, basti pensare alla stangata per l’aumento di prezzi e tariffe a cui dovranno far fronte i cittadini, pari a 1.384 Euro a famiglia.
Con la caduta del governo Berlusconi nel novembre del 2011, l’Italia è entrata nella nuova dimensione politica della gestione dell’emergenza finanziaria ed economica. A 26 mesi da quella svolta, vale la pena fare un bilancio su dove siamo e se abbiamo o meno fatto passi in avanti.
Pil Italia: le previsioni sul 2013
Partiamo dal
pil. Non abbiamo ancora dati definitivi sul 2013, ma ad occhio e croce, l’anno appena trascorso si è chiuso con un calo del prodotto interno lordo dell’1,8%, dopo il -2,5% del 2012. Quest’anno, se ogni cosa andrà per il verso giusto, il pil potrebbe crescere di un mezzo punto percentuale. Resta il fatto che oggi siamo ancora a nove punti sotto i livelli del 2007, ultimo anno pre-crisi
Consumi. A novembre risultavano ancora in calo annuo del 2%, secondo Confcommercio, che stima nell’1,5% la riduzione del potere di acquisto delle famiglie italiane nei primi 9 mesi del 2013 e del 2,5% il calo annuo della spesa delle famiglie . E i consumi elettrici, indicatori dello stato di salute dell’economia, sono scesi del 3,4% nel 2013 su base annua, una percentuale doppia di quella del 2012. A Natale, i consumi sono crollati dell’8% rispetto all’anno precedente. E la bassa domanda ha travolto le imprese: un’impresa storica (+50 anni) su quattro ha chiuso in Italia nel 2013.
Investimenti fissi lordi. In calo del 5,4% su base annua nel 2013, dopo il già pessimo -8,3% del 2012. Rispetto al 2007, essi si attestano al 24,4% in meno. Cosa peggiore, se la tendenza dovesse proseguire nei prossimi mesi, si rischia un livello di investimenti più basso del capitale logorato, cioè che vi sia un tasso di sostituzione inferiore al 100% o detto in altri termini, che in Italia si “distrugga” capitale per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, come avviene durante un evento bellico.
Disoccupazione. Era sotto il 10% nel 2011, per salire al 12,7% nel dicembre del 2013, il dato più alto mai rilevato dall’Istat. Quasi 3,3 milioni i disoccupati, mentre il numero degli occupati si pone al 55,4% contro il 57% di due anni prima. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita. nel frattempo, al 41,6%.
Produzione industriale. In recupero negli ultimissimi mesi, ma resta del 20% più bassa che nel 2007.
Deficit/pil. Al 3,9% nel 2011, nel 2013 si sarà attestato al 3%, anche se i magheggi contabili hanno evitato di chiudere l’anno in corso con un disavanzo stimato in termini effettivi intorno al 3,5% del pil. E questo nonostante finanziarie “lacrime e sangue”. Dal 2009 ad oggi, esse hanno ammontato a 109 miliardi in tutto, pari al 7% del pil, di cui tre punti di maggiori tasse e imposte e 2,9 punti del pil di tagli.
Debito pubblico italiano. E’ il “capolavoro” delle larghe intese. Inferiore al 120% del pil nel 2011, esso è salito al 129,8% (al netto dei sostegni europei) nel 2013 e dovrebbe salire anche quest’anno. E nonostante la pressione fiscale sia salita al record di sempre del 44,3% del pil e si attesterà al 44,2% nel 2014. Il “total tax rate”, ossia l’ammontare totale di imposte sugli utili delle imprese è al 65,8%, il tasso più alto per le economie avanzate.
Esportazioni. Sono l’unico dato positivo, risultando in crescita del 2% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013, con la previsione di un aumento anche nel 2014 del 4,1%. Tuttavia, in questo caso è stato e sarà determinante il fattore tasso di cambio euro/dollaro, con il biglietto verde a rafforzarsi sulla moneta unica, in seguito al “tapering” della Federal Reserve. L’andamento negativo, invece, delle importazioni ha contribuito al miglioramento del saldo commerciale.
Sono solo alcuni tra gli innumerevoli dati che indicano un peggioramento dell’economia italiana negli ultimi anni.
Durissimo colpo alla credibilità internazionale dell’Italia, dopo che anche la stampa estera inizia a prendere le distanze dal governo Letta, che pure aveva visto di buonissimo occhio nei suoi primi mesi di vita, in contrapposizione agli anni di presunta scarsa credibilità dei governi a guida Silvio Berlusconi. Il quotidiano economico britannico
“Financial Times” ha definito “ridicole” le parole del ministro italiano dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, il quale ha parlato di un 2014 all’insegna della ripresa per il nostro paese, promettendo che i contribuenti pagheranno meno tasse, grazie ai tagli alle spese del suo governo del valore di 32 miliardi (2% del pil) entro il 2016.
Il debito pubblico italiano segna un nuovo record assoluto e nel mese di ottobre si è attestato a 2.085, 321 miliardi di euro, in netta crescita dai 2.068,722 miliardi di settembre e ben 9 miliardi in più del precedente record stabilito a giugno di quest’anno. Lo conferma il supplemento statistico al Bollettino della Banca d’Italia, dedicato alla finanza pubblica. Dall’inizio dell’anno vi è stata una crescita di 95 miliardi di euro (1.989,431 al 31 dicembre 2012). In calo, invece, l’indebitamento delle amministrazioni locali, che scende dai 115,306 miliardi di inizio anno ai 109,35 miliardi di ottobre. In particolare, il debito dei Comuni scende da 48,736 a 48 miliardi, quello delle Regioni da 40,995 a 37,458 miliardi e quello delle Province da 8,903 a 8,592 miliardi.
Nello stesso bollettino si legge che l’Italia ha avuto la percentuale maggiore di spesa per interessi nell’Eurozona, pari al 5,5% del pil, rispetto a una media del 3,1%, che scende al 2,6% senza l’Italia.
Nei primi dieci mesi dell’anno, poi, le entrate fiscali sono diminuite di 1,442 miliardi, visto che nel periodo gennaio-ottobre 2012 si erano attestate a 309,301 miliardi, mentre quest’anno a 307,859 miliardi (-0,46%).
In calo anche le entrate del mese di ottobre, pari a 29,266 miliardi, contro i 29,6 miliardi dello stesso mese dell’anno precedente.