Idee e grafici. - Cap. 2

Urka, me ne son accorto ora.

Siete superstiziosi ????????
Sapete che questa settimana il venerdi........
capita propio il 17 ???

:eek::eek::eek::eek:
 
Commenti 2
Come sarà questo 2014?
Occorre essere prudenti sull'ottimismo delle previsioni soprattutto sulla ripresa dell'economia statunitense


Questo 2014 è cominciato con grandi iniezioni di ottimismo che riguardano soprattutto l’economia statunitense. Molti prevedono che la crescita potrebbe quest’anno superare il 3% e, quindi, consolidare la ripresa americana. Per Eurolandia si stima invece una crescita molto più modesta che dovrebbe aggirarsi – secondo i più ottimisti – attorno all’1%. Evidentemente c’è da sperare che queste previsioni si rivelino azzeccate, anche se non mancano i motivi per nutrire qualche dubbio.

Innanzitutto, occorre ricordare che anche all’inizio dell’anno scorso e di quello precedente vennero formulate previsioni che si rivelarono errate per eccesso di ottimismo. Quindi, la prudenza è d’obbligo, anche perché molto (forse tutto) dipenderà dalle scelte della Federal Reserve. Per essere più chiari, la ripresa americana è il prodotto di una politica monetaria non sana e alla lunga insostenibile. Infatti la banca centrale americana sta mantenendo da anni i tassi di interesse a un livello di poco superiore allo zero e sta inondando il sistema di liquidità con gli acquisti massicci di obbligazioni.

Questa politica monetaria sta mettendo in moto fenomeni molto pericolosi. In primo luogo, è all’origine del forte rialzo di Wall Street con un indice S&P 500 che, secondo alcuni parametri, ha raggiunto livelli simili a quelli che precedettero la crisi del 2008. In secondo luogo, sta favorendo un aumento dell’indebitamento soprattutto degli operatori finanziari. La Fed, almeno finora, non è invece riuscita a mettere in moto un aumento degli investimenti produttivi, che sarebbero il vero segnale di “guarigione” dell’economia americana. Quindi, quello cui stiamo assistendo è una ripresa drogata che non ha ancora innescato quei meccanismi virtuosi indispensabili perché sia sostenibile nel tempo. Anzi, quello che si nota è la grande paura sia delle autorità monetarie sia degli operatori finanziari delle conseguenze di un aumento dei tassi di interesse. Non dei tassi direttamente controllati dalla Fed, che ha promesso di mantenerli a questo livello per tutto l’anno in corso, ma di quelli di mercato.

Vi è infatti la consapevolezza che un forte rialzo del decennale statunitense potrebbe innescare un aumento dei tassi ipotecari e frenare la ripresa del mercato immobiliare ed incidere anche sul livello dei consumi. In proposito è significativo che il leggero rialzo subito dai T-bond decennali all’indomani dell’annuncio della riduzione a 75 miliardi il mese della quantità di titoli che la Fed acquista ha provocato immediatamente un calo delle vendite di automobili nel mese di dicembre. Anche se non si può escludere che questo fenomeno sia dovuto ad altri fattori, è molto probabile che invece stia a testimoniare la forte sensibilità degli americani ai movimenti del costo del denaro. Tutto ciò induce a ritenere che la ripresa rischi di rivelarsi un fuoco di paglia, anche perché altrimenti ci troveremmo ben presto ad una replica della crisi finanziaria dell’autunno del 2008, ossia con livelli di indebitamento insostenibili e con bolle dei mercati finanziari a rischio di scoppio.

Non bisogna infatti dimenticare che l’origine della crisi risiede in una sempre maggiore crescita delle diseguaglianze e in una drastica riduzione delle capacità di spesa dei redditi medi e bassi. La carenza degli investimenti produttivi delle corporations statunitensi non è infatti dovuta alla mancanza di mezzi finanziari (anzi, detengono più di 1'000 miliardi di mezzi liquidi). Non è nemmeno dovuta ad un alto livello del costo del denaro (i tassi di interesse sono attualmente addirittura negativi). Essa è dovuta ad una carenza della domanda finale, che sono poi i consumi. Questi ultimi dipendono dal reddito delle famiglie, che da tempo continua ad essere intaccato, a meno che si ritenti (come si è fatto prima del 2008) a spingere le famiglie americane ad indebitarsi nuovamente a livelli insostenibili. Ed è quanto la Federal Reserve sta paradossalmente cercando di fare: ossia di rimettere in moto un’economia su basi insostenibili.

Ovviamente le previsioni sull’economia americana incidono anche sulle stime per l’economia europea. La tregua della crisi di Eurolandia è stata un effetto secondario della politica monetaria statunitense. La liquidità iniettata dalla Fed ha infatti contribuito a ridurre i tassi di interesse dei Paesi in difficoltà e a dare la sensazione di un ritorno alla normalità. Quest’anno per l’economia del Vecchio Continente le incognite saranno probabilmente di ordine politico. Ciò non riguarda tanto l’esito delle elezioni europee di maggio con il prevedibile successo dei partiti anti-euro, quanto alla sostenibilità politica delle politiche di austerità. Ad esempio, si possono nutrire fieri dubbi sulla capacità politica dell’Italia di proseguire sulla strada del rigore. E’ quindi certo che si continuerà ad assistere nei Paesi del Mediterraneo a crisi di gruppi industriali e alla vendita dei gioielli di famiglia da parte degli Stati con l’obiettivo di fare cassa, mentre l’economia dovrebbe sostanzialmente stagnare anche grazie a nuovi interventi straordinari da parte della Banca centrale europea.

Le previsioni vengono di solito smentite dai fatti, ma sembra eccessivo l’attuale ottimismo.
 
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Piazza Affari a metà strada tra nuovi rialzi e rischi al ribasso
News alert: Torcolacci Pasquale, Scudeletti Roberto

Il Ftse Mib ha chiuso sopra i precedenti massimi di 19500 e quindi ci potremmo attendere una accelerazione verso 20mila-20500 e 21mila-21200 circa, considerato che tutti i grafici di medio termine sono impostati al rialzo. L’intervista a P.Torcolacci e R.Scudeletti.

Davide Pantaleo 8 ore fa
Per info visita il sito: iltraderinborsa.it
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Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Roberto Scudeletti, titolare del sito www.prtrading.it e a Pasquale Torcolacci, trader privato e titolare del sito: iltraderinborsa.it.

L’indice Ftse Mib ha continuato a salire nelle ultime sedute, spingendosi anche oltre i massimi del 2013 in area 19.500. Ci sono le condizioni per assistere ad ulteriori progressi nel breve? Quali i livelli da tenere sott’occhio ora?
Analisi e previsioni per il Ftse Mib

Sembra una ovvietà, ma questa è una di quelle volte in cui possiamo proprio dire che siamo ad un guado, nel quale la borsa si trova a cavallo tra salita e correzione. Vediamo perché. Da un lato il Ftse Mib ha chiuso sopra i precedenti massimi di 19500 e quindi ci potremmo attendere una accelerazione verso 20mila-20500 e 21mila-21200 circa, considerato che tutti i grafici di medio termine sono impostati al rialzo, seppure il settimanale ha un macd che sta accennando solo ora a riposizionarsi long. Ecco possiamo partire da qua, in quanto per non confermare tale segnale c’è solo una possibilità e cioè la discesa. Se osserviamo nel breve i grafici da 4-2 ore sino ad orario, osserviamo infatti che il macd è short su tutti e tre. Ecco perché riteniamo possibile una correzione alla rottura proprio dei 19500 punti, con obiettivi i supporti sottostanti tra 19200 e 19075 e possibile accelerazione sulla media a 12 periodi settimanale a 18800 che dovrebbe contenerla.

Unicredit ha perso terreno dopo aver raggiunto la soglia dei 6 euro, ma le vendite hanno interessato anche Intesa Sanpaolo che ha cercato di avvicinare l’area dei 2 euro. Quali consigli operativi ci può fornire per questi due titoli?
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Strategie su due bancari

Unicredit ha effettuato una discesa libera da incubo degli ultimi 5 anni che aveva portato il titolo abbondantemente sotto l’euro e gli azionisti a perdere la maggior parte dei soldini. Dopo l’accorpamento di dieci azioni in una, sul doppio minimo crescente 2.20-2.254 del 2012 ha intrapreso un lungo e ampio movimento laterale rialzista, con rimbalzi al raddoppio sino all’attuale mancata conferma sopra i 6 euro. Entrare con una quota sopra 6.025 da accumulare a 5.70 e 5.56 con stop sotto 5.30 e profitto a 7-7.50 euro.

Intesa Sanpaolo è un altro titolo del settore bancario da profondo rosso, con la formazione di una base ed attuale tentativo di ripresa, percentualmente interessante rispetto ai minimi, ma ancora insufficiente per gli investitori cassettisti. Sulla tenuta di 0.86-0.87 ha intrapreso infatti una risalita con con attuale massimo relativo a 1.98-1.90 circa. Entrare con una quota sopra 1.98 da accumulare a 1.85 e 1.77 con stop sotto 1.70 euro e profitto a 2.45-2.75 euro.

In chiusura della scorsa settimana Mediolanum e Azimut hanno catalizzato gli acquisti sulla scia dei positivi dati relativi alla raccolta di dicembre. Consiglierebbe di acquistare questi due titoli sui livelli attuali?
Focus sul risparmio gestito

Mediolanum dopo una fase di forte ribasso comune a quasi tutto il listino è stato uno dei titoli che per primo ha effettuato una forte ripresa, con perfetto andamento rialzista. Sulla rottura dei 5 euro sta formando un pericoloso doppio massimo tra 6.615 e 6.67 con rottura da monitorare attentamente e con prudenza. Entrare con una quota sopra 6.70 euro da accumulare a 6.30-6.15 euro, con stop sotto 6-5.70 euro e profitto tra 8.25 e 9 euro.
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Azimut aspira ad entrare nel manuale delle Giovani Marmotte del Trading, grazie ad un trend perfettamente rialzista, con minimi e massimi assolutamente crescenti. Ad ogni analisi ci sorprende perché prima o poi la ritroviamo su un nuovo massimo storico! Questa volta la correzione in area 17.50-18 è durata più del solito, ma poi ha visto l’ennesima rottura del massimo precedente di 19.33 per formare l’ennesimo a 20.97 in attesa di conferma. Entrare con una piccola quota sopra 21 euro, da accumulare a 20 e 19 euro, con stop sotto 18-17.40 euro e profit a 25-27 euro verso vette inesplorate.

Venerdì scorso Snam si è messo in evidenza tra le blue chips, mentre ha chiuso in controtendenza A2A. Come valuta l’impostazione di questi due titoli e quali sono i livelli di prezzo da seguire ora?
Due utilities sotto la lente

Snam è ancora più di Terna un titolo che in giornate di borsa negativa causa bancari può rimanere anche addirittura positiva, come lo è da lungo termine, quindi da annoverare nel famoso portafoglio difensivo. Dopo un lungo periodo tra 3.60 e 3.35 ha recentemente accelerato al rialzo con attuale doppio massimo in formazione in zona 4.08-3.98 euro. Entrare con una tranche sopra 4.10 da accumulare a 4-3.91 euro, con stop sotto 3.85-3.75 euro e profit a 4.75-5 euro.

Anche A2A è uno dei titoli da manuale delle Giovani Marmotte del trading per il perfetto trend ribassista degli ultimi anni, con accelerazione sotto 1 euro sino al tragico minimo a 0.2861 del 2012. Sta ora effettuando una inversione rialzista respinta da quota 0.92 con recente correzione sopra il supporto della media giornaliera a 100 periodi in area 0.76 ed attuale ripresa verso 0.855-0.84 circa. Entrare sopra 0.86 e 0.92 euro con una quota, accumulare a 0.8225-.0.80 con stop sotto 0.78 e profit a 1.10-1.20 euro.
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don e questo il campanello d'allarme, da domani ci sono i dati delle banche americane potrebbero recuperare,questi sono paraculi a manovrare
 

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