Idee e grafici. - Cap. 2

UCG andrà a 7,50 € poi ritorna a casa
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11/03/2014 16:49
Restare ancora sull'azionario...ma con un occhio all'Ucraina
Rossana Prezioso
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Se si vuole guadagnare, l'unico modo è quello di andare oltre i timori per la situazione in Ucraina, cosa che, per il momento i mercati stanno facendo. Intanto, però, tra tapering e tensioni geopolitiche, i mercati del reddito fisso sono in subbuglio con il rendimento sui decennali Usa saliti dal 2,65 % al 2,79%. Le paure della settimana scorsa, per quanto superate, restano striscianti e in seconda fila, presenti più a livello oggettivo che emotivo, con un recupero praticamente immediato dopo il crollo di lunedì. Eppure, per la serie fidarsi è bene non fidarsi è meglio, gli investitori hanno iniziato a muoversi verso asset sicuri (anche se non c'è stato il panico che ha fatto scappare tutti verso l'oro, sebbene ci sia stato un rialzo facilmente prevedibile in questi casi). Un movimento che, stando agli esperti di BlackRock, è dovuto più che altro all'allentamento delle tensioni: in altre parole, le dichiarazioni di Putin circa un abbandono dei propositi, temuti, di conquista, avrebbe aiutata a sgonfiare la pressione. Anche se non l'ha spazzata via del tutto e d è ben lontana dal risolversi, soprattutto considerando che per domenica è previsto in referendum per l'annessione della Crimea alla Russsia. Referendum che, con ogni probabilità potrebbe decretare, oltre alla probabilissima vittoria di Mosca, anche l'escalation della situazione in loco, con le varie etnie filorusse pronte alla secessione. Intanto, dall'altra parte dell'oceano, a Washington si parla di una serie di dati macro ancora misti, troppo variegati per riuscire a decretare una direzione univoca del mercato, il tutto a ridosso del quinto anniversario del mercato bullish che, oltre tutto, fa insospettire gli investitori su una sua possibile continuazione. Difficile che prosegua ancora a lungo, ma non impossibile il fatto che ciò accada. Purtroppo non si tratta solo di durata, ma anche di caratteristiche precise e cioè di capacità di rendere e crescere. Il che non è affatto scontato. Le azioni non sono a buon mercato, come sottolineano da BlackRock e per riuscire a reggere questi ritmi sarà necessario contare su crescita e utili poderosi, cosa che non ci sarà. Ma a favore dell'azionario gioca il fattore liquidità e soprattutto i rendimenti bassi ovunque e su tutto. Partendo da queste basi, gli esperti di BlackRock consigliano perciò proprio questo settore come il migliore per chi volesse tentare ancora l'azzardo sulle prospettive per una maggiore volatilità futura. Fonte: News Trend Online
 
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11/03/2014 16:41
Unicredit, cosa cambia dopo il rialzo odierno?
Financial Trend Analysis
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Unicredit, cosa cambia dopo il rialzo odierno? Unicredit ha messo il turbo oggi dopo la presentazione del piano industriale al 2018, che prevede un utile netto di circa 2 miliardi di euro nel 2014. Il cda ha anche deciso la quotazione in borsa di Fineco e valuterà la cessione di UniCredit Credit Management Bank (UCCMB) la più grande piattaforma di riscossione di crediti in Italia, a un operatore specializzato. Notizie che mettono in ombra la perdita "monstre" di 15 miliardi di euro archiviata nell'ultimo trimestre del 2013 a causa di 9,3 miliardi di rettifiche e 7,2 miliardi di accantonamenti. Il titolo ha toccato un massimo a 6,54 euro dopo aver terminato la seduta di ieri a 6,04. I prezzi si sono lasciati alle spalle il picco di gennaio, posto a 6,17, collocato sul lato alto del canale crescente disegnato dai minimi di luglio 2012. La rottura del limite superiore di un canale rialzista viene considerato un notevole segnale di forza in quanto implica una accelerazione nel tasso di crescita che il mercato ha seguito fino a quel momento. L'ampiezza del canale diventa spesso un buon metro con il quale calcolare il potenziale di movimento che diventa disponibile alla rottura del canale stesso, in questo caso il target successivo al superamento di 6,17 si colloca a 8,25 euro circa. Resistenze intermedie a 7,00 ed a 7,45 euro. Solo discese al di sotto dei 6 euro, dove transita la linea che unisce il top di gennaio con quello di febbraio, negherebbero il segnale rialzista appena inviato. Al contrario un "return move" tra 6 e 6,20 sarebbe da considerare una buona opportunita' per avviare posizioni al rialzo (da proteggere quindi con uno stop loss subito al di sotto di area 5,90). (AM) Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 
Domani un giro a 20,600 di Mib lo deve fare ,cosi mi pare dopo questa salita sollo di certi titoli ,tanti non sonno saliti
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questo mi fa pensare a una correzione da questo massimo occhio
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11/03/2014 17:00
Tanto denaro dal nulla
Pasquale Marinelli
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Sul suo blog, Beppe Grillo parla di creazione di denaro dal nulla, spiegando correttamente e a grandi linee il meccanismo della riserva frazionaria. Ovviamente, per chi segue il mio blog sa già che quello della riserva frazionaria è una delle più grandi truffe dell'umanità. Il lettore del mio blog saprà anche che quello della riserva frazionaria non è l'unico modo con cui il denaro viene creato; esiste anche la politica monetaria stabilita dalla banca centrale, attraverso la quale essa acquista principalmente debito pubblico a fronte di denaro fresco di stampa. Comunque sia, è un bene che, un personaggio il quale goda di tanta luce mediatica, denunci un grandissimo male del sistema monetario mondiale come lo è quello della riserva frazionaria. Ma come troppo spesso accade, quando Grillo e suoi seguaci dicono una cosa giusta, è sempre una questione di fortuna. A dimostrazione di ciò, cito di seguito quanto riportato nello stesso post in cui si parla di riserva frazionaria: "Per uscirne si potrebbe sostituire il denaro creato dalle banche con denaro stampato dagli Stati e con l'obbligo di prestiti interamente coperti da capitali." Per quanto io possa essere relativamente d'accordo circa il fatto che il denaro debba essere prestato dalle banche con copertura totale da capitali (laddove con "capitali" si intenda il denaro raccolto da risparmiatori intenzionati ad effettuare, con il versamento dei propri risparmi, investimenti per il tramite della banca), non posso dire altrettanto circa il fatto di sostituire il denaro esistente con quello stampato dagli stati. Ma perché, il denaro già esistente sarebbe stampato con il beneplacito di chi? Col beneplacito di mia nonna? Certo che mia nonna non c'entra nulla! Il beneplacito, invece, è proprio quello dello stato. Vorreste mica dirmi che voi accettate euro o dollari per il solo motivo secondo cui a stamparlo sia la BCE (o la FED in America, la BOJ in Giappone e così via)? Non è così. Voi lo accettate perché è lo stato che impone per legge di eseguire le nostre transazioni, di pagare le tasse con quella specifica valuta, non consentendo ai cittadini di abbandonarla, laddove fosse necessario e di usare altre valute in grado di mantenere maggiori garanzie sul loro valore. Quindi, se a stampare il denaro fosse direttamente lo stato e non una banca centrale, nulla cambierebbe, perché così facendo: * non si restituirebbe la sovranità monetaria al popolo così come si sottintenderebbe, bensì la sovranità si restituirebbe allo stato; che non siamo noi. Lo stato sono gli eletti e gli amici di essi che, una volta seduti sulle poltrone del potere, fanno come gli pare e ciò non è garanzia di un sistema monetario privo dei vizi che quello marcio di oggi ha; * non si affronterebbe il vero nodo della questione, ossia la nocività per l'economia di un denaro emesso illimitatamente, senza che vi sia una reale riserva la quale garantisca la stabilità del valore di quel denaro stampato. E' bene puntualizzare in che senso oggi il denaro è rappresentativo di un bel nulla. Il denaro di oggi rappresenta perlopiù debito pubblico, ovvero promesse dei governi di restituire il denaro stampato per essi (direttamente o indirettamente) dalla banca centrale. Tutto ciò, forti del fatto che i governi possono tassare quanto e come desiderano il lavoro dei loro cittadini. Insomma, oggi il reddito dei cittadini è la garanzia per cui i governi ottengono soldi freschi di stampa dalle banche centrali. Capito perché si è schiavi oggi? Perché i cittadini lavorano per garantire l'indebitamento dello stato che essi stessi stupidamente continuano a legittimare andando ogni volta a votare. Ecco perché oggi il denaro si può stampare illimitatamente. Perché ci si basa non su un bene scarso presente in natura, comunemente ritenuto di valore (per esempio, sull'oro), bensì su quante possano essere le promesse che i governi sono in grado fare alle banche centrali: ovvero, illimitate volte. Se a stampare denaro fosse direttamente lo stato, anziché affidarne "l'appalto" ad una banca centrale, il denaro verrebbe emesso sempre alla stessa maniera; con biglietti di carta senza un riferimento reale di valore. Forse non si parlerebbe più di denaro in cambio di promesse, bensì di denaro in cambio della costruzione di infrastrutture per la nazione (forse anche di dubbia utilità per i cittadini), ma la sostanza non cambierebbe. Il denaro continuerebbe ad essere stampato illimitate volte. E in economia, beni presenti in natura in maniera illimitata non hanno valore di scambio (come ad esempio lo è l'aria che respiriamo) e ci ritroveremmo ancora con un'economia viziata da denaro che non vale nulla perché stampato dal nulla. Cambierebbe solo la circostanza secondo la quale il governo non sarebbe più dipendente da qualcun altro, circa le decisioni di politica monetaria (una banca centrale); in merito, nessuno più lo contrasterebbe. Ma l'esperienza italiana con la lira, l'abbiamo già vista come è andata a finire: ci si siamo venduti quote di sovranità pur di adottare una valuta che sembrasse più credibile della lira (l'euro, appunto). Ma senza andare a scomodare una valuta morta più di dieci anni fa, guardiamo alle vicende che riguardano l'attuale moneta argentina, ossia il Peso argentino: dopo dieci anni di denaro stampato direttamente dal governo, l'Argentina è nuovamente in default tecnico, con pesos estremamente svalutati. Per concludere, nel post del suo blog, Grillo (o chi per lui) dapprima riconosce l'importanza di prestare denaro purché esso sia presente nelle sue casse, poi però, dimentica questo principio e propone di concedere allo stato la possibilità di fare ciò che già fanno le banche centrali e che prima, lui stesso, ha affermato essere un male: cioè emettere denaro senza copertura di valore. Come volevasi dimostrare, Grillo e seguaci, quando dicono cose giuste è solo questione di fortuna. Quindi, quale sarebbero le vere soluzioni su cui discutere ed approfondire gli studi circa la questione del denaro emesso dal nulla? In primis, l'abolizione della riserva frazionaria. Le banche devono svolgere la propria missione di intermediari del credito operando con riserva frazionaria pari al 100% (già ve ne parlai io in quest'altro post). Le banche devono semplicemente custodire i soldi versati dai correntisti, senza poterne disporre a loro piacimento. Se le banche devono prestare denaro, esse devono prestare solo ciò che è di loro proprietà, non ciò che è di proprietà dei loro correntisti. Separatamente all'attività di custodia del denaro, le banche devono tornare a svolgere la semplice attività di intermediari del credito, fra chi non vuole semplicemente custodire le proprie disponibilità di denaro (i risparmiatori) e chi ha bisogno di finanziamenti per effettuare investimenti (le imprese). In secundis, divieto di emettere denaro senza che vi sia un bene reale che ne garantisca il valore così come purtroppo viene ancora fatto da un secolo a questa parte, in modo tale che a sostenere il valore del denaro non sia più una politica monetaria (per nulla parziale) della banca centrale o direttamente dello stato, bensì la solo legge della domanda e dell'offerta del danaro usato come mezzo di scambio. Autore: Pasquale Marinelli Fonte: News Trend Online
 

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