Idee e grafici. - Cap. 2

don io dico che quando eni e enel si accorgeranno che tutti scendono allora probabile atterraggio in zona 21100 che ne dici? può andare?:lol::lol::rasta:
 
che compressione .....Ve la ricordate MAYA ?:bow:
 

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News

07/05/2014 09:47
La profezia di Shiller
Borsaprof Gerbino
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Dopo gli incoraggianti segnali di tenuta da parte dei mercati azionari, pervenuti lunedì, ieri è arrivato un nuovo dietro-front su tutte le borse principali, che nel pomeriggio si sono decisamente appesantite fino a chiudere in negativo. L'indice USA SP500, il faro più considerato da tutti gli investitori, ha chiuso la giornata con una perdita di quasi un punto percentuale, proprio nei pressi dei minimi su cui lunedì era vistosamente rimbalzato. E' l'ennesima conferma che l'unico dato certo di queste ultime settimane è la volatilità, in assenza di direzionalità precisa. A condizionare ieri i mercati, rendendoli nuovamente cupi, è stato l'aggravarsi della situazione in Ucraina, che sta assumendo sempre più i connotati canonici della guerra civile e alimentando timori di nuove sanzioni contro la Russia e di effetti recessivi più marcati per l'aggravamento della guerra fredda tra Russia ed Occidente. Ma soprattutto ha impressionato gli operatori l'effetto che ha avuto su Twitter e sull'intero mercato tecnologico Nasdaq la fine del periodo di lock-up da parte dei maggiori azionisti di questa società che è entrata da soli 6 mesi tra le "star" del listino tecnologico USA. Quando, sei mesi fa, fu quotata Twitter con la ben nota IPO, i principali azionisti assunsero l'obbligo, come si fa di solito, di non vendere i loro titoli per almeno sei mesi. E' sempre molto interessante verificare che cosa succede quando il periodo di lock-up termina. Proprio ieri era il primo giorno in cui si potevano vendere liberamente le azioni da parte di tutti gli azionisti. Ebbene, l'effetto è stato devastante. Sono passate di mano più di 10 volte le azioni mediamente scambiate nei 50 giorni precedenti, grazie a copiose vendite, che hanno fatto precipitare il titolo del 18% in un solo giorno e chiudere la giornata sotto i 32 dollari contro i 37 del prezzo dell'IPO ed il massimo assoluto di quasi 75 dollari del 26 dicembre scorso. La vicenda di Twitter è sintomatica di quanto sia cambiato il vento sul Nasdaq, o per lo meno su alcuni importanti campioni di questo mercato, che ha trainato anche le altre borse al rialzo fino a qualche settimana fa. Ci dà anche una chiara evidenza di quanto sia difficile scampare ai crolli di un mercato che sia stato gonfiato per molto tempo ed abbia raggiunto le tipiche sembianze della bolla speculativa. Ad incupire il clima e gufare contro gli entusiasti dei rialzisti ad oltranza è anche arrivata ieri un'intervista al New York Times del premio Nobel Shiller, famoso per i suoi studi sulla corretta valutazione dei mercati. Il famoso guru ha dichiarato senza mezze misure che i suoi indicatori stanno evidenziando una decisa sopravvalutazione per l'azionario americano, dove, a suo parere, le azioni sono generalmente care o molto care. Situazioni più eccessive di quelle che ha misurato in questi giorni si sono verificate solo altre 3 volte in precedenza, negli ultimi 100 anni. Si tratta dei periodi che anticiparono le 3 peggiori crisi di borsa di tutti i tempi (1929, 1999, 2007). In tutti questi casi i cinque anni seguenti segnarono rendimenti negativi sul mercato azionario USA. A fronte di questi segnali di allarme possiamo essere quasi soddisfatti che gli indici abbiano ceduto generalmente meno di un punto percentuale. Tecnicamente SP500 non ha ancora inviato segnali di inversione, ma solo di indebolimento. Aspetterei lo sfondamento di 1.840 prima di prendere in considerazione l'ipotesi di correzione significativa e la caduta sotto 1.814 prima di parlare di inversione di medio periodo. Ragionamenti simili vengono suscitati dall'analisi degli indici europei, dove il Dax tedesco col calo di ieri ha aggiunto un altro massimo discendente alla sfilza dei 4 precedenti inanellati a partire dal massimo storico del 21 gennaio scorso. Tuttavia il Dax è ancora all'interno di un'area di congestione triangolare che si risolverebbe al ribasso solo sotto 9.166, che è ancora un livello non certo vicino all'ultima misurazione di ieri di 9.467. Il nostro FIB, che ieri ha chiuso a 21.265 è anch'esso in congestione tra 21.715 e 21.055 e potrebbe ancora avvalersi del sostegno della trendline ascendente che ha appoggiato il movimento rialzista partito da 17.750 a metà dicembre dello scorso anno. La trendline oggi passa da 20.930. La giornata odierna dovrebbe iniziare in sofferenza, dal momento che il grosso del calo americano ieri è avvenuto a mercati europei chiusi e che dall'Asia non provengono segnali incoraggianti, ma diffusi ripiegamenti e un vero e proprio crollo da parte dell'indice giapponese Nikkei, che ha lasciato sul terreno il -2,5%. Vedremo se fin da oggi i mercati si avvicineranno ai supporti indicati. L'unica cosa certa è la volatilità. Autore: Borsaprof Gerbino Fonte: News Trend Online
 

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