21 mila punti: Piazza Affari alle stelle, il Paese alle stalle…
Persino Padoan deve ammettere che la situazione macro è anche peggiore di quella che ci si aspettava, proprio lui cui è delegato il compito di propagandare le misure (?) prese da governo per riuscire a combattere il pantano nel quale si trova il paese.
Rossana Prezioso 24 luglio 14:16
4
7
1
Oknotizie
Sua la dichiarazione secondo cui "il quadro macroeconomico e' deludente e i dati recenti sulla Germania fanno suonare il campanello d’allarme" non aiuta certo la situazione, tantomeno sulle prospettive future.
I numeri
Pantano che ormai non è più una semplice opinione dei disfattisti, ma anche una conferma dei dati Istat i quali, dopo una vendita al dettaglio che a maggio ha registrato un -0,7% e su base annua a -0,5%,adesso deve fare i conti anche con la fiducia dei consumatori, crollata su luglio in tutte le sue voci, da un precedente 105,6 a un attuale 104,6. Fiducia che non arriva nemmeno sulle prospettive per l’occupazione con forti nubi all’orizzonte.
Una riprova di quanto forte sia la crisi arriva da un dato apparentemente secondario ma estremamente positivo: la produzione di rifiuti è in forte calo. Infatti l’anno scorso la penisola ha letteralmente prodotto quasi 3 milioni di tonnellate di rifiuti in meno sul 2010, con un aumento anche della raccolta differenziata al Sud.
Piazza Affari
Intanto, dall’altra parte, quella della finanza, Piazza Affari supera la soglia dei 21 mila punti per merito più che altro dei bancari e dei dati Pmi dell’eurozona che registrano 54 punti contro la precedente rilevazione di 52,8. Il momento di festeggiare? Forse si, ma non è detto che i festeggiamenti possano durare a lungo: le paure restano visto che solo un dato non può combattere contro il trend. Non solo, ma lo stesso dato già in passato, aveva diffuso ottimismo per il secondo trimestre, salvo poi cambiare rotta in corso d’opera. E ancora: una frattura nel Vecchio Continente si sta delineando sempre con maggiore forza e adesso dall’altra parte della barricata sembra essersi collocata in pianta stabile anche Parigi, l’altra grande colonna di sostentamento dell’eurozona. Cosa significa questo? Semplice, che Berlino è sempre più isolata nella sua opera di rimorchio dell’economia europea.
- See more at:
http://www.trend-online.com/prp/piazza- ... 0mjhe.dpuf
Confindustria
E l’Italia in tutto questo? Pericolosamente arretrata se si pensa che l’export è in crollo e la nazione dipende in gran parte dalla forza esogena degli altri, proprio perchè il motore intero è ormai senza benzina. Confindustria se n’è accorta e ha ben pensato di confermare quanto in molti sospettano da tempo e cioè che l’Italia era in crisi già prima dello scoppio di quella ufficiale del 2008: competitività distrutta da oltre 30 anni di immobilismo, 30 anni durante il quale il sistema economico, produttivo, geografico e finanziario è completamente mutato. Oggi si potrebbe fare a meno di Internet? Eppure molte piccole e medie aziende italiane, dedite all’export, non sfruttano il bacino di utenza che la Rete offre. Restando indietro con l’Europa, la quale, a sua volta sembra essere sempre più un accozzaglia di realtà disordinate che non riescono a trarre vantaggio da un’unione che fa contenta (e nemmeno più tanto, ormai) solo la Germania che però, in un quadro di rallentamento generale, non riuscirà a sfruttare a lungo la sua situazione.
- See more at:
http://www.trend-online.com/prp/piazza- ... Kdp6W.dpuf