Idee e grafici. - Cap. 2

L'analisi
Lettera finanziaria: volumi in netto aumento

di Fabrizio Brasili 1 ora faCerto, ci voleva poco, visto l'anoressia cronica dei mercati nostrani e la stagionalita', far apparire improvvisamente un netto aumento dei volumi.
L'analisi del mattino
L'analisi tecnica sui principali listini europei: 25 luglio

di Prodotti di Borsa 1 ora faPur con una chiusura rialzista, l’indice Dax non è riuscito a essere completamente convincente ieri, dopo una seduta caratterizzata da forti oscillazioni.
Il punto sul forex
Tutti a cercare di svalutare cambio, ma contro cosa?

di Bruno Chastonay 1 ora faIeri una giornata molto densa di dati economici. Partenza sprint con il settore manifatturiero in Cina, in ripresa oltre le attese.
Operatività Intraday
DAX: un nuovo tentativo di attacco a quota 9.800

di Forexlibero.com 1 ora faGiornata positiva per il future che ha intrapreso la via del rialzo segnando un massimo intraday a 9.819 per poi chiudere in serata a 9.783.
Consigli per investire
Un anno di equity crowdfunding

di Professione Finanza 24 luglio 17:00A un anno dal debutto della normativa sono cinque i portali autorizzati nella sezione ordinaria di Consob. Solo Unicasim con Unicasee invece figura tra i cosiddetti gestori di diritto.
Consigli per investire
Banche di nuovo sugli scudi. Ma su quale puntare in particolare?

di Finanzaoperativa.com 24 luglio 17:30Le banche tornano sugli scudi a Piazza Affari: l’indice settoriale Ftse Italia Banche segna oggi un rialzo superiore al 3,5% (contro un rialzo limitato all’1,5% circa dell’indice di riferimento Ftse Mib).
 
21 mila punti: Piazza Affari alle stelle, il Paese alle stalle…

Persino Padoan deve ammettere che la situazione macro è anche peggiore di quella che ci si aspettava, proprio lui cui è delegato il compito di propagandare le misure (?) prese da governo per riuscire a combattere il pantano nel quale si trova il paese.

Rossana Prezioso 24 luglio 14:16
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Oknotizie

Sua la dichiarazione secondo cui "il quadro macroeconomico e' deludente e i dati recenti sulla Germania fanno suonare il campanello d’allarme" non aiuta certo la situazione, tantomeno sulle prospettive future.
I numeri

Pantano che ormai non è più una semplice opinione dei disfattisti, ma anche una conferma dei dati Istat i quali, dopo una vendita al dettaglio che a maggio ha registrato un -0,7% e su base annua a -0,5%,adesso deve fare i conti anche con la fiducia dei consumatori, crollata su luglio in tutte le sue voci, da un precedente 105,6 a un attuale 104,6. Fiducia che non arriva nemmeno sulle prospettive per l’occupazione con forti nubi all’orizzonte.

Una riprova di quanto forte sia la crisi arriva da un dato apparentemente secondario ma estremamente positivo: la produzione di rifiuti è in forte calo. Infatti l’anno scorso la penisola ha letteralmente prodotto quasi 3 milioni di tonnellate di rifiuti in meno sul 2010, con un aumento anche della raccolta differenziata al Sud.
Piazza Affari

Intanto, dall’altra parte, quella della finanza, Piazza Affari supera la soglia dei 21 mila punti per merito più che altro dei bancari e dei dati Pmi dell’eurozona che registrano 54 punti contro la precedente rilevazione di 52,8. Il momento di festeggiare? Forse si, ma non è detto che i festeggiamenti possano durare a lungo: le paure restano visto che solo un dato non può combattere contro il trend. Non solo, ma lo stesso dato già in passato, aveva diffuso ottimismo per il secondo trimestre, salvo poi cambiare rotta in corso d’opera. E ancora: una frattura nel Vecchio Continente si sta delineando sempre con maggiore forza e adesso dall’altra parte della barricata sembra essersi collocata in pianta stabile anche Parigi, l’altra grande colonna di sostentamento dell’eurozona. Cosa significa questo? Semplice, che Berlino è sempre più isolata nella sua opera di rimorchio dell’economia europea.
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Confindustria

E l’Italia in tutto questo? Pericolosamente arretrata se si pensa che l’export è in crollo e la nazione dipende in gran parte dalla forza esogena degli altri, proprio perchè il motore intero è ormai senza benzina. Confindustria se n’è accorta e ha ben pensato di confermare quanto in molti sospettano da tempo e cioè che l’Italia era in crisi già prima dello scoppio di quella ufficiale del 2008: competitività distrutta da oltre 30 anni di immobilismo, 30 anni durante il quale il sistema economico, produttivo, geografico e finanziario è completamente mutato. Oggi si potrebbe fare a meno di Internet? Eppure molte piccole e medie aziende italiane, dedite all’export, non sfruttano il bacino di utenza che la Rete offre. Restando indietro con l’Europa, la quale, a sua volta sembra essere sempre più un accozzaglia di realtà disordinate che non riescono a trarre vantaggio da un’unione che fa contenta (e nemmeno più tanto, ormai) solo la Germania che però, in un quadro di rallentamento generale, non riuscirà a sfruttare a lungo la sua situazione.
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Focus sui mercati
Germania, anche le imprese lanciano segnali di incertezza

Lo scetticismo sul recupero della locomotiva d’Europa sembra essere condiviso anche dalle aziende tedesche, non solo dagli investitori.

IG 12 minuti fa
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Oknotizie

Ennesimo dato deludente arrivato dalla Germania. L’indice IFO sulla fiducia delle imprese tedesche a luglio è sceso ben oltre le attese, arrivando a 108 punti (109,4 il consenso) dai 109,7 di giugno. Contribuiti negativi sono arrivati sia della parte corrente (a 112,9 punti da 114,8) che da quella prospettica (a 103,4 punti da 104,8).
Lo scetticismo sul recupero della locomotiva d’Europa sembra essere condiviso anche dalle aziende tedesche, non solo dagli investitori. La delusione arrivata dall’indice Zew la scorsa settimana non lasciava molto spazio all’ottimismo. Anche la prima economia d’Europa quindi sembra incapace di dare avvio a una ripresa sostenibile nel medio lungo termine. Il modello economico tedesco è troppo “export-centrico” e questo lo rende particolarmente vulnerabile alle prospettive di crescita globali. E i segnali prospettici non sono incoraggianti. Proprio ieri il Fondo Monetario Internazionale è intervenuto rivedendo al ribasso le stime di crescita per il 2014 a un +3,4% (da +3,7%), complice un rallentamento degli Usa e dei Paesi Emergenti.
La fragilità delle economie della periferia dell’eurozona, verso cui sono dirette circa il 40% dell’esportazioni di Berlino, pesa come un macigno. Le recenti figure deludenti arrivati su più fronti dall’area euro, in qualche modo, confermano che i segnali di ripresa visti a fine 2013 siano inquadrabili come un semplice recupero dopo tanti trimestri di recessione, nulla di più. Per dare continuità al recupero dell’economia occorrerebbe che la Bce proceda ad attivare il piano di acquisto asset, come già fatto da altre Banche centrali. In questo momento, la differenza di crescita con altri Paesi, come gli Usa, il Giappone, o anche la vicina Gran Bretagna, altro non è che il prezzo che stiamo pagando per il ritardo di una vera politica monetaria espansiva.
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Dopo i dati, l’euro ha perso terreno verso le principali valute. Il cambio Eur/Usd si è avvicinato ai minimi di ieri a 1,3440, al di sotto del quale andrebbe ad aggiornare i minimi da novembre scorso. Rimangono sostenute le borse, che leggono queste figure come una maggiore probabilità di azione della Bce verso il tanto atteso QE in salsa mediterranea.

VINCENZO LONGO
Market Strategist
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