Fiat, recesso mancato per "soli" 36 mln di euro. Ora la palla passa ai creditori
Gli azionisti della casa auto hanno depositato 60 milioni di azioni, altre 5 e sarebbe stata raggiunta la soglia oltre la quale la fusione con Chrysler e il trasloco della sede legale in Olanda si sarebbe stoppata. Entro il 5 ottobre i creditori del Lingotto possono chiedere il rimborso
di PAOLO GRISERI
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Fiat, recesso mancato per "soli" 36 mln di euro. Ora la palla passa ai creditori Sergio Marchionne, ad Fiat, al recente meeting di Rimini
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TORINO - Per 36 milioni di euro il livello dei recessi non ha raggiunto il tetto dei 500 milioni oltre il quale si sarebbe bloccata la fusione Fiat-Chrysler. È quanto ha comunicato questa mattina il Lingotto annunciando che ora ci sono 30 giorni di tempo per ricollocare le azioni recedenti ad altri soci. Dunque il numero delle azioni depositate per ottenere il rimborso è stato di 60 milioni (per un controvalore di 463 milioni) contro i 65 necessari a superare il tetto. In teoria, ma solo in teoria, l'operazione potrebbe ancora essere messa in discussione se entro il 5 ottobre una parte degli attuali creditori di Fiat chiedesse la restituzione dei propri crediti in misura superiore ai 36 milioni di euro.
Anche in questo caso però il Lingotto potrebbe evitare lo stallo ricollocando una parte delle azioni del recesso e facendo così scendere sotto il tetto dei 500 milioni la somma tra il valore delle azioni rimborsate e quello dei crediti restituiti. Molto dipenderà dunque dall'andamento del titolo nelle prossime settimane. Se, come avviene oggi, le azioni Fiat rimarranno intorno ai 7,4 euro, sotto il valore della liquidazione del recesso (che è a 7,7 euro), allora la ricollocazione tra i soci sarà più difficile (anche se non certo impossibile). Se, al contrario, il valore del titolo sul mercato supererà i 7,7 euro, allora la ricollocazione sarà più agevole. In ogni caso le possibilità di successo dell'operazione appaiono molto alte.