Idee e grafici. - Cap. 2

Il default argentino fa bene alle azioni di Baires: +85% da inizio anno
Gli investitori cercano di difendersi dalla svalutazione del peso e dall'inflazione galoppante. Ma anche di aggirare i blocchi all'acquisto di dollari, comprando asset locali per poi rivenderli all'estero in cambio di biglietti verdi
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TAG argentina, default argentina, tango bond, Buenos Aires
MILANO - Il defautl tecnico che l'Argentina ha raggiunto alla fine di luglio, il secondo nell'arco di 13 anni, ha rigettato i titoli di Stato del Paese sudamericano nel caos, mobilitato fondi e avvocati da mezzo mondo, ma anche innescato un rally delle azioni da capogiro. L'indice di riferimento Merval ha registrato un roboante +85% da inizio anno, in peso, visto che gli investitori locali cercano rifugio tra le azioni per proteggersi dalla svalutazione della moneta, dai bond e dall'inflazione galoppante. Se l'indice si legge infatti in dollari, il progresso risulta dimezzato al +43%, con il tasso di cambio ufficiale, o del 27% se si guarda al parametro del mercato non ufficiale, utilizzato per sfuggire ai controlli valutari imposti da Baires.

Il mercato domestico argentino sta dunque una mano dal fatto che il peso stia andando verso il suo anno peggiore da oltre un decennio, mentre la corsa dei prezzi è sfrenata (inflazione al 38%). Le azioni offrono proprio un'opportunità agli investitori per proteggersi da questi elementi, oltre che permettono di aggirare i limiti governativi sull'acquisto di dollari. Si comprano, cioè, asset argentini in valuta locale e poi si rivendono all'estero in dollari, come ricostruisce l'agenzia finanziaria Bloomberg. "Comprare azioni significa comprare dei beni reali, delle aziende che hanno guadagni in crescita con il crescere dell'inflazione", spiega Christian Reos, economista basato a Buenos Aires.


La performance per il Merval, in peso, è la migliore al mondo, mentre solo Dubai ha fatto meglio se si guarda all'andamento sul riferimento ufficiale in dollari.

Il default tecnico dell'Argentina è stato determinato dalla decisione del giudice di New York, Thomas Griesa, di congelare il pagamento di Baires verso i sottoscrittori dei titoli di Stato che hanno accettato la ristrutturazione del debito nel corso degli anni Duemila. La decisione è avvenuta in ragione del fatto che - secondo il giudice Usa - bisogna prima saldare il conto con quei creditori che non hanno accettato gli swap, in particolare alcuni hedge fund che hanno fatto ricorso al Tribunale. Secondo alcuni analisti, la corsa delle azioni argentine si può leggere anche come scommessa degli investitori su un accordo sul debito, che innescherebbe un guadagno di valore dei titoli delle società. Anche perché le azioni scambiano a valori ben inferiori rispetto alla media del Sudamerica.
(02 settembre 2014) © RIPRODUZIONE RISERVATA
 
credo che 450 sia un buon supporto :D
 

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