Idee e grafici. - Cap. 2 (13 lettori)

Dexter

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Come ci si avvicina a 22000 mib poi si scappa a gambe levate....

ciò indica che se superati i 22000 mib darebbero iniziare ricoperture a razzo - at salut
 

dondiego49

Forumer storico
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credo sia finita oggi .ma e andata bene
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bipop-pe

Forumer storico
Ecco l aggiornamento CHE EVIDENZIA SEMPRE PIU' LA DIVERGENZA RIBASSISTA. SI SCENDERA' ENTRO LA FINE DI GIUGNO A 20.000 SICURAMENTE PERCHE' BISOGNA CHIUDERE L' ANNUALE E IL BIENNALE PARTITI DA 14904 E 12300. IN PARTICOLARE IL 2 ANNI HA FATTO 10000 PUNTI E QUINDI DEVE RITRACCIARE DI ALMENO IL 23% DEL RIALZO. IO COMUNQUE PENSO CHE IL RITRACCIO SARA' ALLA FINE DEL 38% DI 10000 E QUINDI SI ANDRA' A 18300-18400
 

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dondiego49

Forumer storico
Altre cattive notizie da Wall Street?
News alert: Wall Street

Si puntava sui bancari nella speranza che il trionfale andamento visto dopo la crisi del 2008 del settore fosse una certezza. L’ottimismo stava tornando sulla scia di un bull market longevo ma ancora attivo, quando a un certo punto…

Rossana Prezioso 12 ore fa
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Oknotizie

Si puntava sui bancari nella speranza che il trionfale andamento visto dopo la crisi del 2008 del settore fosse una certezza. L’ottimismo stava tornando sulla scia di un bull market longevo ma ancora attivo, quando a un certo punto…Bank of America annuncia di aver commesso alcuni errori di calcolo su alcuni dati chiave, con l’obbligo di dover presentare un nuovo piano patrimoniale. nel frattempo stop ai dividendi. Subito dopo BNP Paribas si trovava facci a a faccia con i procuratori statunitensi e l’accusa di aver violato le sanzioni contro l’Iran. Multa di oltre 2 miliardi ma anche e soprattutto il rischio di ripercussioni a livello mondiale in caso di crisi dell’istituto. In pratica la stessa accusa che era stata rivolta a Credit Suisse anch’essa alle prese con lo stesso pericolo.

Come se ciò non bastasse è arrivata anche Barclays: per lei la necessità di dover creare una bad bank per gli oltre 90 miliardi di asset, dopo lo scandalo per la manipolazione del Libor. Insomma se prima queste erano banche troppo grandi per fallire, adesso sono banche troppo grandi da gestire.

Su queste basi, e in particolare reduci da un Pil che “regalato” un +0,1% su attese di un +1,2%, si attendono i dati sui nuovi posti di lavoro. Prospettive che veleggiano verso le 200mila unità (ma parlare di previsioni dopo un colpo del genere sembra quasi uno scherzo).

Infatti si parte da una previsione Reuters di 210.000 e un tasso di disoccupazione del 6,6 per cento, passando ai 220 mila di Moody. Ma ma la vera domanda invece è un’altra: sarà questo il primo report che dimostrerà l’avio dell’economia reale e della crescita pronosticato dopo la fine della gelata invernale?
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Per il momento regna l’ottimismo, anche grazie alla Federal Reserve che continua imperterrita il suo drenaggio di 10 miliardi, nonostante i report abbiano segnato un andamento altalenante su un'economia in stallo nel primo trimestre, appesantita da un inverno insolitamente freddo, un ritmo lento per le società e i loro conti trimestrali faccia dubitare di una ripresa che regga sul lungo periodo, quindi anche loro con luci ed ombre. Il tasso di partecipazione, però è il dato che preoccupa di più, considerando che rimane vicino ai livelli più bassi dalla fine degli anni ’70, come anche quello dei disoccupati di lunga durata e l’aumento, in percentuale, dei lavoratori part time.

In quest’atmosfera di incertezza, Dan Loeb ha qualche semplice consiglio per gli investitori: selezione delle azioni, pazienza e abilità nel trading. Per lui, nonostante le sfide nel primo trimestre, sembra che l'economia statunitense sia in procinto di accelerare. Per questo meglio evitare il sell in may, anzi, paradossalmente la cautela potrebbe essere necessaria proprio in autunno, quando la Federal Reserve terminerà di fatto la sua azione di stimolo e si potrà assistere a un aumento di quella volatilità già presente attualmente.

Un ottimismo forse troppo esagerato ha contraddistinto l’inizio dell’anno e alcune valutazioni potrebbero essere troppo esagerate, in parallelo anche ad alcune macrozone che hanno sottoperformato, come il Giappone ad esempio, Ma sulla base dei suoi consigli, in particolare dello stock picking, non è detto che non si possano strappare alcune buone occasioni sugli emergenti. Ma in questo caso maneggiare con cautela.
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dondiego49

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E se alla fine vincessero gli orsi in Europa?

Di qualche giorno fa la visione di Faber su un -20% dell'azionario, corredata da report di BofA che affermerebbe la stessa cosa, dando anche riferimenti più precisi e cioè per ottobre. In Europa, però l'inflazione riprende e negli Usa il lavoro cresce. Ma il diavolo è nei dettagli e a guardare bene si scoprono cose interessanti...

Rossana Prezioso 2 ore fa
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Oknotizie

L’inflazione torna. Il paradosso storico di un dato da sempre combattuto e adesso smaniosamente cercato, continua. Ma anche se una rondine è arrivata, la primavera è molto, ma molto lontana. Per questo motivo c’è da credere che Draghi, questa volta. si decida a fare sul serio. Anche perchè, proprio la Banca Centrale è l’unico punto di svolta (o se si preferisce l’unica ancora di salvezza) per il Vecchio Continente con la sua moneta extra strong. Infatti, inutile ribadirlo, i problemi fondamentali, quelli che hanno creato, o comunque sono stati determinanti nella difficile soluzione della crisi, non sono ancora stati risolti e la grande quantità di investitori, spesso esteri, che aleggiano sull’Europa, assomigliano sempre di più ad avvoltoi che sorvolano una preda in agonia. Uccelli meravigliosi, gli avvoltoi, a differenza di quanto a fantasia popolare possa pensare, che riescono a preavvertire (come molti animali d’altra parte), l’arrivo della morte.

Infatti, i titoli spagnoli e italiani hanno continuato a sovraperformare e, sulla base delle valutazioni del rischio, gli spread ad alto rendimento dell'Unione europea sono inferiori a quelli statunitensi, conferma che arriva anche dal successo dei bond greci tornati nuovamente sul mercato, soltanto due anni dopo che la nazione ha affrontato la più grave crisi del debito e deve ancora risolvere il suo 177% di debito/Pil. Un dato agghiacciante che rende la nazione vittima di un circolo vizioso ingestibile sul lungo periodo. Ma alla fine, la visione a lungo termine non riguarda chi specula, ma solo chi investe.

Ma il ragionamento sul lungo termine presuppone anche la rinascita dell’economia e in questo caso le crepe della zona euro tornerebbero a farsi vedere. Si, perchè non sono state riparate, ma solo coperte cn un leggero strato di cartapesta, lo stretto necessario per farle sparire agli occhi di chi passava a far visita. Problemi che apparivano abissali nel 2012 sono stati “nominalmente” risoltiV con l’arrivo dell’OMT, ma nelle singole nazioni poco o nulla è stato fatto. O almeno, sul breve termine, non si avranno i risultati assolutamente necessari per riuscire a reggere la fiducia che, volontariamente, ma non sempre consapevolmente, è stata data all’Europa. L’Euro non deve morire e per questo motivo lo si è mantenuto in vita a qualsiasi costo. Perchè una cosa è l’euro, un’altra è l’Europa. E lo hanno capito anche gli euroscettici, i quali avanzano nel gradimento e nella popolarità, ma non risulteranno una minaccia per i governi. Forse un allarme, m in fondo il potere è in mano a loro e quella che ai politicanti di mestiere appare solo come un’armata Brancaleone, non avrà possibilità alcuna di vincere.
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Ma resta sempre la questione di fondo:l’unione monetaria senza unione fiscale non è sostenibile, ma a questo Berlino si oppone e potrebbe continuare a farlo anche adesso che pure per lei si è accesa la spia rossa della deflazione.

Ad ogni modo, da tempo è scattata la molla della corsa all’alto rendimento (che tende per ovvi motivi a calare sempre di più, arrivando a una media del 3,5% secondo le analisi di BofA) e le obbligazioni europee sono sembrate potenzialmente utili. Peccato che appunto il rischio stia proporzionalmente aumentando. O potrebbe farlo di qui a poco.

A spaventare è anche Washington e la Fed in particolare: secondo l’antico detto latino dell’excusatio non petita accusatio manifesta e cioè del fatto che quando una cosa non è chiesta ha sempre il sapore di una giustificazione, è facile pensare che le visioni stranamente ottimistiche sull’economia Usa, a dispetto di un Pil allo 0,1% sul primo trimestre 2014, oltre che di un credito malato che è assorbito per lo più da voci improduttive come il finanziamento agli studenti, vadano oltre una semplice view positiva.

Anche perchè se la stessa Yellen prima dichiara di rialzare i tassi entro sei mesi dalla fine del tapering, salvo correggersi poco dopo, oppure dichiarare che ci sono ancora troppi disoccupati in Usa, salvo poi parlare con entusiasmo della ripresa, allora in molti si chiedono a che gioco stia giocando la prima potenza mondiale.

E intanto, restiamo tutti in attesa dell’8 maggio e della Bce…
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