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Crisi, fronda Pdl vuole risposta premier prima di voto su Rendiconto
Reuters - 03/11/2011 17:11:53
ROMA, 3 novembre (Reuters) - Gli insofferenti del Pdl, che hanno chiesto a Silvio Berlusconi di allargare la maggioranza di governo o di dimettersi da presidente del Consiglio, potrebbero non votare il Rendiconto generale dello Stato per il 2010, alla Camera dalla prossima settimana.
Lo ha detto oggi Isabella Bertolini, ex portavoce di Forza Italia e una dei sei "malpancisti" del Pdl che hanno chiesto al premier "di farsi promotore di una diversa fase politica e un nuovo governo" in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera.
"Prima ci aspettiamo una risposta politica dal presidente e siamo convinti che questa risposta dovrà arrivare, anche perché non siamo stati gli unici che hanno sollevato delle perplessità -- noi lo abbiamo fatto con una lettera a lui diretta, ma ci sono altri colleghi che il disagio lo hanno manifestato in altro modo", ha detto Bertolini parlando del voto parlamentare della prossima settimana.
"Siamo convinti che un segnale politico forte dovrà arrivare, altrimenti vedremo come comportarci", ha aggiunto.
Questa mattina è uscito allo scoperto anche un altro deputato influente del Pdl, Giuliano Cazzola, invitando il governo alle dimissioni.
"A Berlusconi chiediamo di dare un segnale. Se passerà attraverso un rimpasto, un azzeramento di questo governo, un nuovo governo o un nuovo premier, questo spetta a lui deciderlo", ha detto la Bertolini.
Quello che gli insofferenti del Pdl dicono di non volere sono le elezioni anticipate il prossimo anno.
"Andare al voto nel 2012 sarebbe un suicidio politico per il centrodestra e il Paese, che non si può permettere una campagna elettorale nei prossimi mesi e soprattutto una vittoria della sinistra del patto di Vasto (un'alleanza Pdl, Idv, Sinistra e Libertà) che non metterebbe in atto l'agenda di impegni assunti con l'Europa", ha detto la Bertolini.
Proprio il voto sul rendiconto generale dello Stato per il 2010 -- bocciato al suo primo passaggio alla Camera lo scorso ottobre -- ha mostrato la profonda crisi politica della maggioranza e diversi osservatori sostengono che il ritorno del ddl a Montecitorio martedì prossimo potrebbe segnare il punto di non ritorno per il governo Berlusconi.
Lo ha detto oggi Isabella Bertolini, ex portavoce di Forza Italia e una dei sei "malpancisti" del Pdl che hanno chiesto al premier "di farsi promotore di una diversa fase politica e un nuovo governo" in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera.
"Prima ci aspettiamo una risposta politica dal presidente e siamo convinti che questa risposta dovrà arrivare, anche perché non siamo stati gli unici che hanno sollevato delle perplessità -- noi lo abbiamo fatto con una lettera a lui diretta, ma ci sono altri colleghi che il disagio lo hanno manifestato in altro modo", ha detto Bertolini parlando del voto parlamentare della prossima settimana.
"Siamo convinti che un segnale politico forte dovrà arrivare, altrimenti vedremo come comportarci", ha aggiunto.
Questa mattina è uscito allo scoperto anche un altro deputato influente del Pdl, Giuliano Cazzola, invitando il governo alle dimissioni.
"A Berlusconi chiediamo di dare un segnale. Se passerà attraverso un rimpasto, un azzeramento di questo governo, un nuovo governo o un nuovo premier, questo spetta a lui deciderlo", ha detto la Bertolini.
Quello che gli insofferenti del Pdl dicono di non volere sono le elezioni anticipate il prossimo anno.
"Andare al voto nel 2012 sarebbe un suicidio politico per il centrodestra e il Paese, che non si può permettere una campagna elettorale nei prossimi mesi e soprattutto una vittoria della sinistra del patto di Vasto (un'alleanza Pdl, Idv, Sinistra e Libertà) che non metterebbe in atto l'agenda di impegni assunti con l'Europa", ha detto la Bertolini.
Proprio il voto sul rendiconto generale dello Stato per il 2010 -- bocciato al suo primo passaggio alla Camera lo scorso ottobre -- ha mostrato la profonda crisi politica della maggioranza e diversi osservatori sostengono che il ritorno del ddl a Montecitorio martedì prossimo potrebbe segnare il punto di non ritorno per il governo Berlusconi.