SCENARIO ENERGETICO CLIMATICO ITALIANO E MONDIALE 2012
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untare su energia pulita,su impianti diffusi di micro e macro generazione, potenziare le reti elettriche italiane,incentivare in bolletta le fonti energetiche pulite abbattendo gli incentivi per raffinerie e facendo gravare gli smaltimenti nucleari non in bolletta ma sulla fiscalità generale in altre forme, istituire una carbon tax in italia ,puntare su efficienza energetica,abbandono di agricoltura industriale e di sistemi di irragazione industriale, creare un Ministero per le acque, per gestire bene le risorse idriche in un futuro in cui l’acqua sarà sempre piu scarsa e preziosa a causa della tropicalizzazione dell’europa e dei cambiamenti climatici.Abituarsi al ritorno all’agricoltura e pascolo tradizionali e al cibo prodotto e consumato sul posto.
Il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), nella sua ultima relazione dichiara che in questo secolo si potrebbe verificare un aumento della temperatura media del pianeta fino a 5,8 gradi. La quantità di carbonio oggi presente nell'atmosfera: seicento miliardi di tonnellate. La maggior parte di queste, molto probabilmente, verranno rilasciate in atmosfera nei prossimi decenni a causa delle crescenti attività di deforestazione. I suoli del globo contengono 1600 miliardi di tonnellate di carbonio, più del doppio di quanto ce n'è in atmosfera,per la presenza di arsenali chimici e bellici. L'IPCC dice che possiamo aspettarci un considerevole aumento di ondate di caldo estremo, tempeste, alluvioni, in questo secolo, un innalzamento di 88 centimetri nel livello dei mari, che colpirà (con l'infiltrazione dell'acqua di mare nelle falde dei terreni coltivati e con allagamenti temporanei o permanenti) circa il 30% delle terre agricole del mondo. Un altro fattore preoccupante è lo scioglimento dei ghiacci secondari dell'Antartico, dell'Artico e in particolare dello scudo di ghiaccio della Groenlandia che sta avvenendo molto più presto di quanto previsto dall'IPCC. Tra le altre cose, ciò porterà alla riduzione della salinità negli oceani, che indebolirà o modificherà il percorso delle correnti oceaniche come la corrente del Golfo. [4] Se questo processo continuerà, potrebbe portare il clima di zone come il Nord Europa, oggi temperate, a diventare simile a quello del Labrador. la moderna agricoltura industriale per sua natura è responsabile del 25% delle emissioni di anidride carbonica nel mondo, del 60% delle emissioni di metano e del 80% delle emissioni di ossido di azoto. Con il continuo aumento dei fertilizzanti chimici, specialmente nei paesi in via di sviluppo, le emissioni agricole di ossido di azoto potrebbero raddoppiare nei prossimi 30 anni. I bovini emettono grandi quantità di metano e la distruzione della foresta per fare spazio ad allevamenti sta provocando un aumento delle emissioni di due dei più importanti gas serra. Le emissioni mondiali di metano ammontano a circa 70 milioni di tonnellate con i moderni metodi di produzione, i bovini vengono sempre più nutriti con una dieta ad altissimo contenuto di proteine. L'aumento delle risaie ha fatto crescere notevolmente le emissioni di metano. Il riso irrigato esclusivamente dalla pioggia produce molto meno metano dei campi di riso inondati artificialmente e concimati con fertilizzanti azotati. Le colture geneticamente modificate, diversamente da quanto ci viene detto, non aumentano i raccolti. Per di più hanno bisogno di maggiori investimenti, compresi più acqua e più diserbanti, il cui consumo avrebbero dovuto ridurre notevolmente. Inoltre, la scienza sulla quale si basano è gravemente inesatta. Nessuno conosce con certezza le conseguenze impreviste dell'introduzione, con tecniche molto rudimentali, di un dato gene nel genoma di un organismo molto diverso.. Un altro cambiamento essenziale del nostro sistema agricolo attuale consiste nell'eliminazione graduale dei metodi industriali di irrigazione continua. L'irrigazione è una delle componenti a più alto consumo energetico dell'agricoltura industriale, produrre un chilo di mais richiede da 750 a 1500 litri di acqua. Ma produrre un chilo di carne di manzo può richiedere da 20 a 40 voile più acqua cioè oltre 26.000 litri. Se la moderna agricoltura irrigua ha fatto il suo tempo è anche perché più di un miliardo di persone nel mondo soffrono oggi per carenza d'acqua e il numero crescerà drammaticamente nei prossimi decenni, soprattutto a causa del riscaldamento del pianeta.
Bisogna ricordare che la maggior parte dell'acqua che scorre in molti dei principali fiumi proviene dallo scioglimento dei ghiacciai nelle montagne dove stanno le loro sorgenti. Ma i ghiacciai di tutto il mondo si stanno ritirando per il riscaldamento del globo, ciò significa che la portata di molti fiumi verrà molto ridotta.
L'unica risposta è abbandonare le colture irrigue e l'allevamento di animali da carne per l'esportazione e ritornare alle tradizionali varietà di piante dell'agricoltura di sussistenza, per la maggior parte delle quali basta l'acqua piovana. I metodi tradizionali di irrigazione, che sono stagionali invece che continui, non provocano salinizzazione, subsidenza o gli altri gravi problemi causati dai sistemi industriali.
II cibo, invece di essere prodotto per l'esportazione, come i contadini sono costretti a fare dal Fondo Monetario Internazionale e ora dalla World Trade Organisation (Organizzazione Mondiate del Commercio), deve innanzitutto rispondere ai bisogni locali.
Un primo motivo è che i trasporti in generate assorbono un ottavo dei consumi mondiali di petrolio e gran parte di questi è costituito dal trasporto di alimenti. Le distanze coperte per le importazioni alimentari e di mangimi animali in Gran Bretagna per via di terra, mare ed aria, equivalgono a più di 83 miliardi di chilometri, il che richiede 1,6 miliardi di litri di combustibile, causando annualmente emissioni pari a 4,1 milioni di tonnellate di anidride carbonica Fra tutte le forme di trasporto quello aereo è it più dispendioso in termini di risorse energetiche. La produzione globale di petrolio raggiungerà il suo massimo entro i prossimi 4 o 10 anni. Le nuove scoperte di giacimenti sono state molto deludenti e la maggior parte del petrolio che usiamo ora è stato scoperto almeno una quarantina di anni fa. L'area del mar Caspio che molti esperti si aspettavano contenesse fino a 200 miliardi di barili, secondo Colin Campbell, una delle massime autorità dell'industria petrolifera mondiale, probabilmente ne contiene 25 miliardi e sicuramente non più di 40 o 50 miliardi. Non è molto in un mondo che consuma 20 miliardi di barili l'anno, e il cui consumo continua a crescere a un ritmo allarmante. Anche se gli Stati Uniti hanno cercato disperatamente di ridurre la loro dipendenza dal Medio Oriente, le fonti di approvvigionamento del petrolio si stanno esaurendo più presto del previsto.