IN DEMOCRAZIA, LA POLITICA E' L'ARTE DI FAR CREDERE AL POPOLO CHE ESSO GOVERNI (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
«La verità è che non è l'Europa a porre problemi su Savona,
semmai tutto nasce dai suoi cattivi rapporti con Draghi e Visco. Si tratta di questioni personali».

Ammiccamenti: «Sì, noi puntiamo al voto, ma vogliamo andarci con l'intero centrodestra.
E Forza Italia potrebbe avere un ruolo prezioso, quello di legittimarci a livello internazionale.
Io ho sempre storto il naso sull'alleanza con i grillini. Senza contare che Savona è stato vittima dello stesso meccanismo che fece fuori Berlusconi nel 2011».

Discorsi che spiegano perché ieri sera un Di Maio scuro in volto, si sarebbe lasciato andare ad uno sfogo con i suoi:
«Salvini mi sta facendo davvero incazzare!».

Intanto da 24 ore i ministri candidati a far parte dell'ipotetico governo Cottarelli sono a zonzo per Roma in abito da cerimonia per il giuramento.

«Dovete pazientare», è la preghiera che il premier in predicato ieri ha rivolto a tutti loro alle 8 di sera in un giro di telefonate.
 

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Lo ripeto da tempo. Chi gli capita è sua.
Quando ne parli si mettono a ridere....ma quando ti prende.........sai le risate che ti fai.

Torino. Panna amara, per il gelataio torinese che dovrà pagare una multa di 500 euro
per aver regalato un fiocco di crema da cinquanta centesimi a un cliente che aveva appena acquistato una coppetta di gelato.

Quando gli impeccabili agenti della Guardia di finanza hanno consegnato il verbale, Cristian Ciacci, titolare del locale di Vanchiglietta,
in un primo momento non poteva credere che gli venisse contestata l'irregolarità di uno scontrino consegnato a un cliente abituale,
che aveva appena pagato due coppette di gelato per un importo di quattro euro, ma dove non era segnato
il prezzo di cinquanta centesimi del fiocco di panna che gli era stato regalato.

L'omaggio del cucchiaino di crema è una mossa che Ciacci mette in atto spesso, ben sapendo, da vero commerciante, come conquistare i clienti.
Una differenza di 50 centesimi che non è passata inosservata a quattro agenti della Finanza, presenti proprio in quel momento all'esterno della gelateria.

Da lì il controllo prima allo scontrino rilasciato al cliente, quindi all'interno della gelateria,
che ha portato a un verbale di contestazione perché il negozio «non emetteva il previsto documento fiscale».

«Ho chiesto agli agenti ha spiegato Cristian Ciacci che controllassero tutto il locale,
mi sono così fatto fare un altro verbale dal quale emerge che è tutto in regola».
E adesso? «Ora ha aggiunto dovrò aspettare la sanzione. Dal momento in cui la riceverò potranno ridurla di un terzo se la pagherò entro 30 giorni».

Sarà una magra consolazione per Ciacci, sapere che molti commercianti sono stati sanzionati per le cose più assurde e ridicole,
il che evidenzia come il nostro sia il Paese dei balzelli, prigioniero di una burocrazia che troppe volte dimentica il buon senso.

Perché di buon senso se ne trova proprio poco, in quel verbale nei confronti di quelle mamme di Bergamo,
ree di aver spalmato la marmellata sul pane dei loro bambini: multate per oltre mille euro, per non aver rispettato le normative sulla sicurezza alimentare.
E così la merenda, da momento speciale, si è trasformata in reato.

E che dire della parrucchiera sanzionata dalla Guardia di finanza per essersi fatta la piega senza emettere lo scontrino?
Dopo essersi pettinata avrebbe dovuto passare alla cassa per pagare a se stessa la messa impiega e quindi auto rilasciarsi la fattura.
Fosse andata da una collega avrebbe fatto prima e sicuramente speso meno.

Il Fisco senza pietà, ha multato anche un ristoratore di Verbania, in Piemonte, che da mesi chiedeva al Comune
di riparare un pezzo di ciottolato davanti al suo locale. Alla fine ha deciso di sistemare il tutto a proprie spese e si è beccato una multa di 800 euro.

Stessa sorte capitata a un imprenditore di Sulmona, reo di aver tolto la neve dalla statua di Ovidio in piazza.

E la legge non scherza neppure quando si tratta di beneficenza, visto che la sanzione l'ha dovuta pagare anche un commerciante di Marigliano,
in provincia di Napoli, che dopo aver regalato un panino a un disabile è stato multato dalla Guardia di finanza per non aver emesso lo scontrino.
Proprio senza cuore e forse anche senza testa.

Però il primato dell'assurdo spetta al ministero dell'Agricoltura che, circa un anno fa,
ha punito un fruttivendolo di Trento per aver esposto un cartello con la scritta «fagiolini siciliani».
Il problema? Avrebbe dovuto scrivere «fagiolini italiani». E per questo si è visto infliggere una multa da 770 euro.

E non ha trascorso delle buone feste di Natale, neppure quella parrucchiera di Ferrara
che ha dovuto pagare ben 180 euro per aver messo un tappetino natalizio sul marciapiede davanti al suo negozio.
 

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Hanno lavorato duramente, persino per tre settimane di fila senza guardare sabati né domeniche, pur di rispettare la consegna.
Giornate lunghe con sveglia alle 6 del mattino per essere sul cantiere alle 7 e staccare solo al calar della sera.
A volte anche dopo. Alla fine la tenacia degli Alpini ha premiato gli sforzi e la stalla con annesso il fienile costruita a Visso,
comune in provincia di Macerata colpito come tanti dal terremoto del 2016, è stata ultimata.
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Al centro, il Capo Gruppo degli Alpini di Ballabio Cesare Goretti

“Lo abbiamo fatto col cuore – esordisce Cesare Goretti, Capo Gruppo degli Alpini di Ballabio
da cui è partita l’iniziativa nella quale sono stati coinvolti la Sezione di Lecco con il presidente Marco Magni
in prima persona e successivamente altre tre Sezioni: Monza, Como e Valtellinese –
Abbiamo lavorato sodo, abbiamo faticato ma lo abbiamo fatto con piacere”.

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Sorride Goretti per quanto sono riusciti a realizzare, complice un team di lavoro che definisce “perfetto”,
al quale si sono aggiunti anche alcuni volontari della Protezione Civile di Lecco,
oltre ai tecnici: gli ingegneri Dario Comini, Ilario Lori e l’architetto Renato Spreafico.

Ma il sorriso di Goretti non riesce a nascondere l’amarezza nell’aver visto in quei luoghi la disperazione di molte persone che ancor oggi non scorgono una via d’uscita.
Non hanno più niente o quasi, ma quel che è peggio, è che lo Stato, di fatto, è assente.
Dopo il terremoto sono state consegnate delle casette che sembrano fatte di cartone… quassù gli inverni sono rigidi, con neve e temperature che scendono sotto lo zero.
Chi aveva un esercizio o un’attività ha dovuto arrangiarsi alla bene e meglio: il fruttivendolo lavora su un camion da dove vende frutta e verdura,
l’alimentari è stato allestito sotto una tenda, la chiesa è finita in un container.
Il terremoto ha zittito il paese, non si sente più nemmeno il suono delle campane che annuncia la messa.

E quando la gente ti mostra i disastri del terremoto e guarda le macerie della propria casa non riesce a trattenere le lacrime”.

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Goretti mentre parla tiene le mani giunte e le scuote avanti e indietro, non si capacita di come si siano gestite le cose:
“Purtroppo l’Italia ha vissuto queste tragedie più volte e nonostante ciò nessuno è stato capace di realizzare un piano di intervento rodato, efficace e tempestivo.
E’ come se ogni volta che veniamo colpiti da un terremoto si affronta l’emergenza e l’urgenza come se fosse la prima volta.
Anziché cercare di ristrutturare e rimettere in piedi quelle abitazioni non completamente distrutte, con accorgimenti anti sismici,
si interviene consegnando casette di pessima fattura, senza contare che un giorno si dovranno spendere altri soldi per lo smantellamento e lo smaltimento.
A tutto questo bisogna aggiungere il ginepraio della burocrazia che frena e rallenta ogni tipo di operazione”.

Una situazione difficile per chi vive in queste terre dove c’è chi, purtroppo, sta perdendo ogni barlume di speranza per ricominciare.
“Solo partendo da interventi sistematici di ristrutturazione delle case – conclude Goretti che insieme ad altri Alpini si è speso in prima linea proprio in questa direzione –
si possa ridare fiducia, forza e coraggio a queste persone, altrimenti davanti ai loro occhi continueranno ad avere solo macerie e poche speranze”.

Speranze che gli Alpini hanno ridato ad una famiglia ma a Cesare Goretti piace ricordare che sono stati tanti i gesti di solidarietà,
grandi e piccoli, giunti da molti privati “come ad esempio hanno fatto le Fattorie Osella che hanno sostenuto le spese per realizzare una fattoria con fienile sopra il comune di Ussita,
ma so anche di uno stilista che ha investito circa 2 milioni di euro per realizzare un piccolo centro commerciale”.

Poi conclude: “Vorrei ringraziare tutti coloro che direttamente o indirettamente ci hanno aiutato e sostenuto in questa iniziativa
grazie alla quale abbiamo consegnato una nuova stalla ad una famiglia di Visso che ora potrà ricominciare.
Ma vorrei ringraziare a nome di tutti gli Alpini anche le persone di Visso che abbiamo avuto il piacere di incontrare e di conoscere per la loro grande ospitalità”.
 

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Da tutti era considerato come "il re dei bulloni": Loris Fontana è morto a 97 anni dopo una carriera costellati di successi.

Insieme al fratello Walter fondo la Fontana di Veduggio Con Colzano, in Brianza.
Società che è riconosciuta in tutto il mondo tra leader nella produzione di viti e bulloni.

Il gruppo - come ricorda Il Corriere della Sera, conta 4 mila dipendenti,
19 stabilimenti nel mondo e un fatturato intorno ai 900 milioni di euro.
La guida della società è in mano ai figli di Loris, Enio, Luigi e Giuseppe.
 

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Approvata.
È legge della Danimarca la norma che impedisce l'utilizzo, nei luoghi pubblici, di vestiti che coprano del tutto il viso.

A finire nel mirino, dunque, sono il burqa islamico e il niqab.
Le donne non potranno più indossarlo in pubblico, pena una sanzione economica prevista per i trasgressori.

La legge è stata votata da 75 parlamentari danesi contro soli 30 contrari.
Secondo quanto prescritto dal testo approvato in Parlamento, la legge entrerà in vigore tra due mesi, il primo agosto.
La sanzione per chi dovesse indossare un burqa o un niqab sarà di 134 euro, ma può salire
a 1.343 nel caso in cui la stessa persona venga sorpresa per più di quattro volte a infrangere la legge.
 

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La società Sempione Fashion, catena di abbigliamento che gestisce circa 140 negozi OVS in Svizzera, va in moratoria concordataria.
Lo indica la società in una nota odierna, precisando di non essere riuscita a posizionarsi sul mercato elvetico, dopo aver rilevato nel 2016 il gruppo Charles Vögele.

Senza svelare cifre, l'impresa evoca "un fatturato insufficiente", che genera "grosse difficoltà finanziarie".
La moratoria concordataria è stata chiesta al tribunale del distretto di Höfe (SZ) e ottenuta oggi, mercoledì.

OVS aveva rilevato i punti vendita di Charles Vögele nell'autunno del 2016 attraverso la società Sempione Retail.
La scorsa estate circa 140 negozi erano stati trasformati e ribattezzati OVS.
Il marchio non è però riuscito ad affermarsi e molti impieghi (oltre un migliaio) sono stati soppressi negli scorsi mesi.
Altre centinaia rimangono sono tuttora a rischio.
 

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Spotify è sbarcata in Borsa e con questo è pronta a lanciare la sfida soprattutto alla rivale Apple Music anche sul floor di Wall Street.

Il debutto della popolare piattaforma svedese non è stato privo di gaffe.
Fuori dalla sede di New York è stata infatti issata la bandiera svizzera e la notizia si è diffusa a macchia d'olio sui social.
 

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La Francia dice addio ai vecchi telegrammi: dopo 139 anni di esistenza l'operatore Orange
ha annunciato la fine del servizio scalzato dalla concorrenza di email, sms o chat.

Oltralpe, inviare un telegramma costava una quindicina di euro per 50 parole.

"Nel mese di aprile - spiega il presidente del sindacato Cfe-Cgc Orange Sébastien Crozier,
citato da France Info - sono stati inviati 1382 telegrammi", gli ultimi di una lunga storia.
 

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Cose che capitano anche in Svizzera

Con la fine del mese di maggio va in pausa anche il nostro sito internet.

Dal 1. giugno i dipendenti del Giornale del Popolo non ricevono più lo stipendio.
Essendo tutti, da quella data, iscritti alla cassa disoccupazione, per motivi legali non potranno lavorare all'aggiornamento delle pagine web.

Intanto però il conto dell'Associazione Amici del Giornale del Popolo rimane aperto.
In questi pochi giorni la vostra grande solidarietà ha fatto giungere al giornale offerte per oltre 70mila franchi: GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

Con la speranza che anche questo non sia un addio, ma un arrivederci.
 

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Vi sembrerò rognoso, mai contento (ma non è vero), non so, ma mi chiedo,
uno così, cosa ci fa in questo governo ? Che buoni consigli ha dato per l'EMA ?

E’ stato il consigliere di Palazzo Chigi durante il governo Gentiloni per
“la promozione della dislocazione a Milano della sede dell’Agenzia europea per i medicinali”:
come noto la sede è finita ad Amsterdam.

Si candidò, senza essere eletto, con Scelta Civica.

E’ stato definito “l’eurocrate più potente d’Italia” e il “Gianni Letta di Monti”.
 

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