in Italia ci sono gli schiavi e poi ci sono LORO

tontolina ha scritto:
anche in Italia come in EUROPA
ci sia UNA e UNA SOLA LEGGE sulle pensioni
e non DUE come ora
una per la gente
e un'altra per i privilegiati... i politicanti... gli affamapopolo


i nostri politicanti inneggiano all'europa solo quando è contro la popolazione e finge di nulla quando le riforme toccherebbero pure loro e continuano a mantenere i grandi privilegi degni solo degli imperatori ghigliottinati del passato
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In Italia sette milioni e mezzo di poveri e il fenomeno è in aumento

In Italia ci sono 2 milioni 623 mila famiglie povere: rappresentano l'11,1% delle famiglie residenti per un totale di 7 milioni 537 mila indigenti, pari al 12,9% dell'intera popolazione. Lo stima l'Istat che oggi ha presentato i dati sulla povertà relativa in Italia nel 2006. Anche nel 2005 la povertà stimata riguardava l'11,1% delle famiglie corrispondente al 13,1% degli italiani.

L'Istituto di Statistica classifica come povere le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a 970,34 euro. L'Istat sottolinea che da quattro anni la povertà è «sostanzialmente stabile così come sono immutate le principali caratteristiche delle famiglie in condizioni di povertà». Il fenomeno resta per lo più diffuso nel Mezzogiorno, fra le famiglie numerose e dove vivono anziani.

Il 65% del totale delle famiglie povere risiede nel Mezzogiorno: il 22,6% dei nuclei residenti al sud risulta infatti sotto la linea di povertà relativa. Soltanto il 7% delle famiglie residenti nel centro-nord risulta invece sotto la soglia di povertà sebbene qui viva il 68% del totale delle famiglie italiane. La regione più povera è la Sicilia che ha quasi una famiglia su tre al di sotto della soglia di povertà (il 28,9%). Molto alta l'incidenza anche in Calabria, con il 27,8 per cento. All'opposto la regione meno «povera» è l'Emilia Romagna con un'incidenza del 3,9%.

Le famiglie con cinque o più componenti presentano livelli di povertà molto alti: quasi un quarto (24,3%) risulta relativamente povero e lo è oltre un terzo (37,5%) di quelle residenti nel Mezzogiorno. Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli e di famiglie con membri aggregati, le tipologie cioè che mostrano le incidenze più elevate, rispettivamente pari a 25,6% e 17,8%.

Meno diffusa è la povertà tra le famiglie di genitori soli: è soprattutto nel Nord che la famiglia monogenitore rappresenta una delle tipologie più esposte al rischio di povertà: l'incidenza osservata è dell'8,1%, rispetto alla media ripartizionale del 5,2%.

04 ottobre 2007



http://www.canisciolti.info/news_dettaglio.php?id=9370
 
I bamboccioni
Maurizio Blondet
05/10/2007
«Mandiamo i bamboccioni fuori di casa, incentivandoli a prenderne una in affitto»

Bertinotti diventa attore: «Reciterà al teatro Valle nella parte di Calamandrei», scrive in ginocchio La Repubblica: «Da giorni, diligentemente, tra una seduta e l'altra di Montecitorio, ripassa la parte. Copione in mano…».
La recita è per il 16 ottobre: accorrete numerosi, o popolo di sinistra.
Qualcuno, spero, con pomodori marci.
E' la sindrome Pivetti, da presidente della Camera a ballerina sotto-dotata.
Ci dev'essere qualcosa nell'aria dell'appartamento presidenziale, situato all'interno di Montecitorio, 600 metri quadri, mobili Maggiolini autentici da museo di Stato, cuochi, camerieri, guardarobiere.
La Pivetti, pensionata-baby della Casta, ha ancora un ufficio e una segretaria a spese del contribuente.
E finalmente ha deciso cosa fare nella vita: la velina di insuccesso.
Il potere è anche questo: imporre le proprie gambe storte, e la propria naturale antipatia, e le proprie paturnie psichiche, a tutti noi.
Dagospia c'informa che la Pivetti è stata imposta in TV perché la protegge Maurizio Costanzo, e perché fa parte della scuderia di Lele Mora.
Che ci piaccia o no la dobbiamo guardare mentre traballa e inciampa («balla», secondo lei), forse perché lei vuole sfogare la propria invidia per la sorella, o vuole copiarla: un caso psichiatrico con terapia pagata da noi tassati.
Un caso di travestitismo incoercibile (tradizionalista vandeana, ricordate?), ossia di disturbo di personalità multipla (chi non ha un io, se ne inventa altri), e di infantilismo arrogante.
Sarebbe un caso clinico.

Ma che dire del compagno Bertinotti?
Stessa psichiatria.
E' tornato bambino, o la recita è la sua vera vocazione?
Che può finalmente sfogare perché ha risolto i problemi di reddito che assillano 7 milioni di italiani impoveriti?
Bertinotti, informa sempre Dagospia, è stato ospite d'onore al party con 500 invitati al Pincio per i trent'anni di matrimonio di Enrico Cisnetto con la cara sua Iole.

Cisnetto è un giornalista economico sul libro-paga di Confindustria, grazie a cui collabora, profumatamente pagato, a Il Foglio, Messaggero e Panorama; e inoltre cumula stipendi alla Luiss («insegna finanza alla scuola di giornalismo» di questa università ammanicata con la Casta) e persino alla scuola di polizia tributaria.
Festa fastosa, cena per 500 e Peppino di Capri cantante a pagamento, damazze romane tutte in rosso, amiche scosciatissime e con le poppe nude e facce inequivocabilmente puttanesche (guardate le foto su Dagospia, da non credere), e il compagno Bertinotti euforico al massimo.

E' bello vivere da miliardario di Stato.
Compagni, rileggete Marx: un compagno, quando diventa miliardario, frequenta miliardari, si comporta di miliardario e pensa da miliardario.



Padoa Schioppa ha dato dei bamboccioni ai giovani italiani che restano a casa coi genitori: a trent'anni o non hanno lavoro, o guadagnano 800 euro mensili.
Ora si apprende che 45 mila giovani, i migliori, ricercatori, medici d'avanguardia, sono emigrati all'estero per fare carriera, visto che le università italiane sono occupate da bamboccioni ottantenni che assegnano i loro posti ai nipoti propri e dei colleghi, con concorsi truccati.
Padoa Schioppa non ha di queste preoccupazioni: lo attende già una poltrona al Fondo Monetario.
Come Bertinotti-Pivetti, la «politica» gli lascia tempo libero in abbondanza: difatti s'è innamorato, alla sua età, e ha lasciato la moglie (odiosa è vero, la spocchiosa Fiorella Kostoris) per la Barbara Spinelli, altra giornalista a libro-paga prestigioso.
E' la conferma del detto partenopeo: «O'pesce non vole penzeri».
A chi è spensierato e nulla ha da fare, «o' pesce» funziona magnificamente e fa fiorire profonde passioni.
Alla classe operaia, con 1.400 euro mensili netti (l'altra metà se la prende Visco), «o'pesce» fa spesso cilecca.
E' lo stress da lavoratore-contribuente-cassintegrabile.


E Berlusconi?
E' tornato ragazzo.
«O'pesce» l'ha nella testa, calva ma rimodernata dal trapianto.
Berlusconi ha fatto votare contro la riduzione dei parlamentari: intuizione perfetta degli umori popolari.
E' felice: il governo Prodi gli ha procrastinato l'entrata di Rete4 su satellite, tutto rimandato al 2012.
Un favore tra gente di Casta, che sarà ricambiato.
Anzi lo è già:Berlusconi ripete come un disco rotto che «il governo cade», che «sta per cadere», «è già finito», «cadrà a dicembre», e beninteso non fa nulla per farlo cadere («Cadrà da solo»).


Bamboccioni bamboleggianti, festaioli, ballerini e velinoni.
Coi soldi nostri.


Camera, Senato e Quirinale si sono aumentati le spese, fra il 2007 e il 2008, di 53,4 milioni di euro, centosette miliardi di vecchie lire.
La presidenza del Consiglio s'è assegnata in finanziaria quasi 32 milioni di euro in più un 64 miliardini di lirette, come nulla fosse.
Si noti che la sola presidenza del consiglio - ministeri esclusi, solo il personale che serve al «premier» - costa ormai 687 milioni di euro, 1.400 miliardi di lire.
Non ballereste anche voi?

Ballereste eccome, tripudiereste da festa a festa, vi dedichereste ai vostri hobby preferiti: potete diventare qualunque cosa, attori, veline, «giornalisti» alla Cisnetto, «docenti», sportivissimi proprietari di panfili da regata.
Anche senza averne i numeri, le qualità: come bambini viziati, la vita non vi ha negato nulla, e vi sentite onnipotenti.
E' l'infantilismo procurato dai miliardi che danno alla testa, perché ottenuti senza merito e senza obbligo di mandato.
Tutto vi è permesso.
Ho visto in un TG di Stato il senatore a vitaEmilio Colombo, la decrepita checca cocainomane, pontificare sul sistema elettorale, ascoltato in ginocchio dal «giornalista» a libro-paga.
Ho visto Mastella annunciare una conferenza-stampa per rintuzzare il «linciaggio» organizzatogli da Santoro, sul caso del procuratore di Catanzaro che lui vuole trasferire perché indaga anche su di lui.
Santoro è un killer a noleggio, lo vuol distruggere perché i suoi mandanti pensano che Mastella si prepari a passare dall'altra parte.
Ma Mastella dovrebbe capire solo una cosa, semplicissima: che il discredito che s'è procurato, la sua assenza di autorità morale, gli rende impossibile eseguire gli atti dovuti del suo ministero di Giustizia.
Non può trasferire un magistrato forse davvero discutibile, perché se lo fa è sospetto di farlo per sé.
Ci vuole così poco a capire?
Un adulto lo capirebbe.



Ma sono tutti bamboccioni.
Tornati bambini per ubriachezza da miliardi rubati e sprecati.
Infatti, i giornali di riferimento del Cav. hanno tutti ricevuto l'ordine di difendere Mastella.
E' il loro nuovo amatissimo, legittimissimo ministro.

E' tutto un gioco infantile.
Ci si scambiano i vestiti, si recita scambiandosi le parti.
Veltroni vuole chiamare nel partito democratico (nato-morto) Veronica Lario, del Cav: tutto quanto fa spettacolo.

Il ministro ultrasinistro della Pubblica Istruzione rimette in vigore gli esami di riparazione:provvedimento di destra.
Ma solo la sinistra può fare la destra: pensate se lo stesso provvedimento l'avesse varato la ministra Moratti, cosa avrebbero detto tutti i «giornalisti»…
Ma niente paura, un governo Berlusconi non farà mai nulla di destra.
Più precisamente, non farà mai nulla di nulla.
E' il nullismo come ideologia.

Alla festa dei Cisnetto, col compagno Berty, c'era anche Alemanno.
Nuova speranza del nulla chiamato AN, analfabeta in carriera ministeriale.
E naturalmente, anche Bruno Vespa e Alain Elkann, il papà di tanto figlio (recentemente intervistato da «Libero» in rispettosa posizione prona, come fosse un imprenditore capace di giudicare il mondo, anziché un cocainomane bisessuale all'ultimo stadio).
E' tutto un ceto unito dai miliardi non guadagnati.
Sono i bamboccioni tripudianti.



Quelli che ci tassano e tartassano, quelli che ci impoveriscono ogni giorno di più, quelli che lasciano l'Italia alla deriva, ma sbattono in galera chi osa sciogliere i loro yacht.

Ma gli adulti siamo noi: a quando il bastone correzionale?

Maurizio Blondet
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2297&parametro=
 
La porcilaia

L’Italia di questi mesi ha il colore del fango, il fango spesso che sa di marcescente e ti si appiccica alle scarpe come cemento mentre lo calpesti e schizza sui tuoi pantaloni. I mestieranti della politica e quelli dell’informazione grufolano come degli ossessi nei liquami da loro stessi creati e grugniscono senza posa, sviscerando discorsi che sanno di fango, esibendosi in litigi di fango e chiosando con i loro musi suini mentre promettono mirabilie ed effetti speciali fatti di fango, già secco.

Romano Prodi sembra il pupazzo di un luna park, guarda la telecamera come inebetito e ride, giurando che questo governo durerà, perché deve liberare il paese dal fango, mentre dietro di lui qualcuno fischia ed uno stuolo di giornalisti limacciosi tenta di ripulire dal fango la sua giacca di fango.

Silvio Berlusconi simile ad una scultura materica di fango giura che questo governo non durerà, mentre sullo sfondo un suino ed il suo Calderoli passeggiano zampa nella zampa nel limo.

Gianni Riotta ed Eugenio Scalfari dentro lo studio di Rai uno strapieno di fango grugniscono imbufaliti, lasciando intendere che è tutta colpa dell’antipolitica e di Beppe Grillo.

Clemente Mastella è il più furente di tutti e paventa un linciaggio contro di lui, volto a trasformarlo in salumi e sanguinaccio. Tutti mi perseguitano, Crozza e Floris con Ballarò, la Forleo e De Magistris con le inchieste giudiziarie, Beppe Grillo e Di Pietro con il giustizialismo, la sinistra radicale che se la ride e più di tutti Santoro e Travaglio con Anno Zero che è una trasmissione che non ho visto, ma parlava di fango e per questa ragione mi ha offeso profondamente. Perciò via dalla Rai le trasmissioni che parlano di fango, via i magistrati che rimescolano nel fango, via i comici che mi lanciano addosso fango, la fanghiglia è un ambiente naturale tiepido e confortevole e nessuno me la porterà via.

Berlusconi si dice pronto a giurare che Mastella durerà.

Walter Veltroni grufola con il muso basso come se il fango non esistesse, ha una risposta per tutto e per tutti. Lui è il paladino dei destrasinistri, l’ambasciatore dell’ambientalismo dei SI, il protettore della crescita verde. Vero e proprio ossimoro in giacca e cravatta, attraverso un nuovo partito che pratica la vecchia politica proverà a vendere agli angoli delle strade l’illusione del fango che non sporca, ma si tratta di un barbatrucco possibile solamente quando nel fango ci si è immersi fino al collo.

Berlusconi giura che non ce la farà, sullo sfondo Gianfranco Fini grufola del suo partito, ma di quale pezzo? I soloni dell’informazione, contornati da uno stuolo di giornalisti colti e rampanti, ci mettono in guardia dai pericoli dell’antipolitica che rischiano di minare in profondità i liquami democratici di questo paese, la colpa è di Beppe Grillo che da giovane si faceva pagare profumatamente per partecipare ai festival dell’Unità ed ora addenta la mano che l’ha cresciuto.

Romano Prodi stamani è venuto in visita a Torino, la città del Sindaco Chiamparino, quel geniaccio che afferma di sentirsi felice quando al mattino Onda Verde annuncia code e traffico bloccato nella tangenziale della sua città, perché questo significa che l’economia sta crescendo, dimostrando che anche il fango può dare alla testa senza neanche bisogno di una “stanza del buco”.

Prodi è venuto a Torino per inaugurare la seconda parte della metropolitana cittadina ed ha trovato ad attenderlo le solite bordate di fischi che ormai lo accompagnano come la nuvoletta di fantozziana memoria, ha difeso Mastella affermando che la Rai produce trasmissioni cattive.

Berlusconi ha esclamato “Io l’ho sempre detto, l’avete voluto riesumare quel Santoro che rimesta nel fango? Ed ora godetevelo e non provate a fare finta che non vi avessi avvertito”.

Mentre sullo sfondo Casini borbotta che la colpa di tutto è di Beppe Grillo che ha insultato Marco Biagi e tutte le vittime del terrorismo e della carboneria, senza alcun rispetto per le famiglie che solo attraverso il precariato potranno costruirsi un futuro.

I leader della sinistra radicale hanno indetto il 20 ottobre una grande manifestazione di piazza per protestare contro il fango, la cui presenza immanente rischia di impaludare tutto il paese, facendo appello anche ai movimenti NO TAV e NO Dal Molin, senza accorgersi che in quel fango che la piazza ed i movimenti stanno già cercando in tutte le maniere di scrollarsi di dosso, i loro partiti grufolano da tempo che è una meraviglia.

Anche il fango può dunque manifestare istinti suicidi, ma i sondaggisti sono inclini a pensare che la colpa sia da attribuire a Beppe Grillo, la cui proposta di creare liste civiche per le prossime elezioni rischierebbe di mettere in crisi proprio quei partiti della sinistra che manifesteranno il 20 ottobre insieme a pochi intimi.

Berlusconi assicura che presto si andrà a votare e tutti voteranno per lui, sullo sfondo

Bossi proclama la secessione del Nord

e Mastella si chiede quanto guadagnino Santoro e Travaglio mentre lui deve pensare ai 7 milioni e mezzo di poveri italiani che attendono di essere miracolati dall’operato della sua persona.

Tommaso Padoa Schioppa invece è un taumaturgo al quale i miracoli riescono davvero bene, ma costruisce i castelli di fango nascosto in un recondito andito, poiché soffre di agorafobia e la piazza non sempre si è mostrata in grado di apprezzare appieno i risultati del suo operato. Pochi giorni fa presentando la sua nuova finanziaria (quella vecchia gli era già costata l’agorafobia) ha definito i giovani italiani dei “bamboccioni” che egli si propone di cacciare fuori dalla casa dei genitori nella quale restano pavidamente rintanati. Romano Prodi ha detto che la frase suona un po’ forte, molti altri gli hanno fatto il coro, va bene tirare il fango ma non negli occhi.

I “bamboccioni” hanno ribattuto che è colpa della legge Biagi, ma i giornalisti sono stati pronti a ricordare che il terrorismo è sempre in agguato, guai a parlarne.

Maroni si offerto di donare il suo nome alla legge in questione ma nessuno lo ha preso in considerazione, come si fa a leggere i nomi nel fango.

Quasi tutti continuano a parlare della “Casta”, soprattutto coloro che sono convinti di farne parte. Si ventila la riduzione del numero dei parlamentari, la riduzione degli stipendi dei parlamentari, la riduzione delle pensioni dei parlamentari, la riduzione delle province, dei comuni, delle comunità montane, dei privilegi e dei privilegiati e poi la riduzione della riduzione.

Tutto inutile, non si tratta di una casta ma di una porcilaia ed il fango attecchisce alle vesti come cemento, non vi è modo di levarlo con un maquillage. Una porcilaia che grufola e grugnisce stizzita, mentre milioni d’italiani restano fuori ad aspettare che il fango si secchi e si possa finalmente fare pulizia.

Marco Cedolin - per Cani Sciolti
http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=9455
 
Macerata/ Non riesce a pagare il mutuo, si uccide in fabbrica
Giovedí 18.10.2007 18:56
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/macerata1810.htm


Un operaio di 43 anni si è suicidato questa mattina nella fabbrica dove lavorava, la "Meloni" di Tolentino, in provincia di Macerata, impiccandosi con una corda al collo. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo, residente a Pollenza era in condizioni di depressione perché non riusciva più a pagare con il suo solo salario il mutuo della casa, dopo che la moglie era stata licenziata nei mesi scorsi dal suo impiego precario.

Mentre in precedenza, con due stipendi, le rate venivano pagate dalla coppia senza particolari difficoltà, dopo il taglio di uno dei due redditi familiari, la situazione si è fatta sempre pi difficile da affrontare, con le preoccupazioni che aumentavano di giorno in giorno. Fino al tragico epilogo di oggi, con l'operaio che si è impiccato nell'azienda dove lavorava, quasi in un tragico ma simbolico gesto di denuncia, oltre che di disperazione. L'uomo lascia la moglie e una figlia di sei anni.
:(
 
ANZIANI:SANITA' CARENTE, ALLARME IN ZONE RURALI DEL SUD/ANSA
(ANSA) - ROMA, 19 OTT - Meno di quattro euro al giorno per la sanità pubblica. Questa è la cifra che si spende nelle zone rurali, soprattutto delle regioni dell'Italia meridionale, dove i servizi sanitari e assistenziali sono carenti, le liste d'attesa si allungano, le strutture di alta specialità sono praticamente assenti e l'assistenza domiciliare è ai livelli
minimi.
A lanciare l'allarme è l'Associazione dei pensionati della Cia, Confederazione italiana agricoltori che denuncia una situazione di difficoltà per gli anziani e per le persone non
autosufficienti.
La spesa sanitaria pro-capite annua a livello nazionale, come emerge da un dossier preparato dall'associazione sulle politiche socio sanitarie, è di 1.621 euro.
Le regioni con la spesa maggiore sono la provincia di Bolzano che arriva a 2.076 euro, la Valle d'Aosta (1.857 euro), il Molise (1.854 euro), la Liguria (1.833 euro) e il Lazio (1.816 euro). Le regioni che hanno il più basso livello della spesa pro-capite sono, invece, la Puglia (1.432 euro), la Basilicata (1.477 euro), la Calabria (1.404 euro).
Nelle regioni del Sud l'evoluzione dei servizi sanitari ha visto una concentrazione di interventi nella costruzione di strumenti di eccellenza nelle grandi città, trascurando le aree a densità minore di popolazione. Si riscontrano cosi in molte zone interne e in molti comuni di piccolo medie dimensioni, l'assenza di ogni struttura del servizio sanitario, c'é il medico di base ma manca il pronto soccorso.
Nel campo dell'assistenza domiciliare, specialmente per i non autosufficienti, le Regioni meridionali sono a livelli minimi e nelle singole realtà locali, sono assenti nelle aree lontane dai servizi ospedalieri.
Per una visita specialistica occorrono anche sei-sette mesi e in molti sono costretti a spostarsi in altre Regioni.
Le responsabilità, secondo il dossier sono dello Stato e delle Regioni. Il finanziamento del sistema è deciso dal governo centrale, anche se contrattato con le Regioni ma sono le Regioni che gestiscono l'offerta dei servizi. Ciò rischia di rendere meno trasparente le responsabilità politiche ai diversi livelli di governo e di generare un gravoso contenzioso tra Regioni e Stato centrale. (ANSA)



non occorre andare al sud

basta venire in Lombardia

la figlia di un mio amico necessitava di un intervento relativamente urgente alla clavicola
il medico disse:"deve essere operata al più presto per non correre il rischuio che si leda anche il tendine"

alla richiesta quando potrà essere ricoverata?
con l'assistenza pubblica doveva aspettare almeno 40 giorni (visto l'urgenza)

ha chiesto l'intervento a pagamento
DOPO 3 GIORNI è STATA OPERATA con l'integrazione di 4500 euro

della serie:"quando gli abbienti hanno diritto a più sanità degli altri"
 

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