In memoria....

Stato
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Josè Arcadio Buèndia

Forumer storico
Signor tenente

Forse possiamo cambiarla ma è l'unica che c'è
Questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole
Forse cent'anni o duecento è un attimo che va
Fosse di un attimo appena
Sarebbe con me tutti vestiti di vento ad inseguirci nel sole
Tutti aggrappati ad un filo e non sappiamo dove
Minchia signor tenente che siamo usciti dalla centrale
Ed in costante contatto radio
Abbiamo preso la provinciale
Ed al chilometro 41 presso la casa cantoniera
Nascosto bene la nostra auto c'asse vedesse che non c'era
E abbiam montato l'autovelox e fatto multe senza pietà
A chi passava sopra i 50 fossero pure i 50 di età
E preso uno senza patente
Minchia signor tenente faceva un caldo che se bruciava
La provinciale sembrava un forno
C'era l'asfalto che tremolava e che sbiadivo tutto lo sfondo
Ed è così tutti sudati che abbiam saputo di quel fattaccio
Di quei ragazzi morti ammazzati
Gettati in aria come uno straccio caduti a terra come persone
Che han fatto a pezzi con l'esplosivo
Che se non serve per cose buone
Può diventar così cattivo che dopo quasi non resta niente
Minchia signor tenente e siamo qui con queste divise
Che tante volte ci vanno strette
Specie da quando sono derise da un umorismo di barzellette
E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese
Dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese
E c'è una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giù
E farla scendere è una parola, se chi ci ammazza prende di più
Di quel che prende la brava gente
Minchia signor tenente lo so che parlo col comandante
Ma quanto tempo dovrà passare per star seduto su una volante
La voce in radio ci fa tremare, che di coraggio ne abbiamo tanto
Ma qui diventa sempre più dura quanto ci tocca fare i conti
Con il coraggio della paura, e questo è quel che succede adesso
Che poi se c'è una chiamata urgente se prende su e ci si va lo stesso
E scusi tanto se non è niente
Minchia signor tenente per cui se pensa che c'ho vent'anni
Credo che proprio non mi dà torto
Se riesce a mettersi nei miei panni magari non mi farà rapporto
E glielo dico sinceramente
Minchia signor tenente

Giorgio Faletti

"E' giusto fermarsi un momento.
Non condividevo e noncondivido l'invio delle truppe italiane in Iraq.
Sono solidale ed esprimo profondo cordoglio x le vittime ed i loro famigliari. "
 
LA GUERRA DI PIERO
(F.De Andrè)

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi
Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente

Così dicevi ed era d'inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve

Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce

Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di java
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera

E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di una altro colore

Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue

E se gli spari in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà di vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore


E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono per ogni peccato

Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno

Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno

E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi il fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
 
Recita il proverbio << Non c'é peggior sordo di chi non vuol sentire >>.

Nell'unirmi al cordoglio dei familiari delle vittime, mi piacerebbe però che noi tutti non dimenticassimo mai che le azioni di "terrorismo" che stanno avvenendo in Iraq erano previste.

Che l'invasione americana fosse inopportuna, fu affermato ad alta voce, rammentate?

Che quella guerra avrebbe esacerbato gli animi, già fanatici, degli iracheni mi pare fosse un monito più che gridato ad alta voce.

C'è chi aveva già da allora pianto le vittime che si sarebbero susseguite. Persone (purtroppo per loro) sagge e lungimiranti, voci nel deserto.

Francamente non credo nel dolore che vorrebbero manifestare coloro i quali hanno mandato al macello quei "poveri cristi" per poi candidamente affermare: << L'Italia non si lascerà intimidire ... >>.

Perché la solita banale domanda ricorre, senza possibilità di risposta, a costoro che sono i responsabili veri ma che riescono benissimo a celarsi dietro la loro crudele e insensibile facciata:

<< Non ti lasceresti intimidire nemmeno se a crepare fosse stato tuo figlio? >>.

Non c'é peggior sordo di chi non vuol sentire.
 
Non chiedetemi quando successe, erano gli anni '70.
Mi ricordo mio padre, inferocito nel vedere Lama, Carniti e Benvenuto abbracciare Arafat in visita in Italia.
Poco tempo prima i terroristi palestinesi entrarono in azione all'aeroporto di Fiumicino. Tra le vittime anche alcuni lavoratori che la "triade" si vantava di rappresentare.
Ero piccolo, non chiedetemi il come, il quando ed il perchè... non lo ricordo, ma me lo ricordo, mio padre, e lo ricordo bene!

Stasera Ciampi è in visita ufficiale da Bush, ed è il mio turno di incazzarmi, e chissà se mio figlio un domani se ne ricorderà...

Un forte abbraccio alle famiglie delle vittime.
Sdegno, sdegno furibondo, nei confronti dei responsabili.
Dei veri responsabili, intendo.

il "gunter"
 
La cattiva strada

(F.De Andrè)

Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese perchè
lui gli rispose questo è niente
e adesso è ora che io vada
e l'innocente lo segui,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada.

...




Lo.
 
Ricevo da una mia amica:




TI HANNO MANDATO



Ti hanno mandato

- forse lo sapevi forse no -

a fare il santo laggiù

dove non servono santi

ma non c’è santità

né qui né là.



Ti hanno mandato

per farsi bella la faccia

con la tua faccia normale

per usare una maschera

oggi una bella maschera

di sangue.



Ti hanno mandato

da dove potevi non tornare

- forse lo sapevi forse no -

ma ci sono posti da cui è uguale

tornare o non tornare

partire o non partire.



Ti verranno a riprendere ora

con molti onori e tante parole

pochi soldi a tua moglie, ai tuoi figli.

Il tempo di appassire la corona

avranno già dimenticato

e un altro al posto tuo

sarà

partito.
 
In memoria... certo.
Ma ditemi poi se è possibile trasformare la tragedia in show televisivo...
Ditemi se è possibile che non si possa nemmeno fermare la più inutile delle amichevoli della nazionale...
Un bel minuto di silenzio e avanti... che lo show must go on, sempre.
E ditemi anche se la televisione di Stato pensi bene di non mandarlo neanche in onda quel minuto di silenzio... avanti con gli sponsor e gli spot che ci sono dei contratti da onorare.
Che schifo.

Fo64
 
Low & Hardly ha scritto:
Senza polemica, nè propaganda, nè retorica
sopra a tutto

ONORE AI NOSTRI CADUTI

verrà tempo e luogo per tutto il resto.


non so cosa possa valere l'onore x i familiari delle vittime!

vittime di chi ?? del ns sistema capitalistico

invece di fare retorica ora bisognava
protestare nelle piazze (visto che non avevamo nessun interesse se non quelli del vs amato premier )in ue solo noi e la spagna
abbiamo aderito ai poteri delle 7 sorelle

altro che prendersela coi beduini mesopotamici



saluti
 
La ballata dell'eroe

Fabrizio de André


Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinsero a cercare la verità
ora che è morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria
era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle
ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.




Lo.
 
Stato
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