Macroeconomia Inflazione: cos'è, cosa dovrebbe essere, cosa non è, cosa non potrà mai essere. (3 lettori)

Mr.Noob

dove c'è default c'è casa
Cosa dire ?
Io vivo a Venezia.
Spendo una media di 0 euro mensili per benzina, bolli auto, assicurazione auto.
Chi invece l'auto ce l'ha deve aggiungere spese folli (si parla anche di 300 euro al mese) per il garage.
Qui andare al ristorante ma anche in pizzeria costa di media il 25% in più che in qualsiasi altra città, in quanto nessuno è così stupido da fare un bel localino per veneziani, lo fanno solo per i turisti.
Essendo una città di piccolissime dimensioni non c'è libero mercato.
Hai 4 elettricisti e 3 idraulici (qualcuno in più dai) tutti adeguati alle stesse tariffe.
Un qualsiasi lavoro di ristrutturazione comporta spese aggiuntive assurde, pensate solo a dover dipingere una facciata di un palazzo che dà sul canale...
Gli affitti, se non sono contratti stipulati 150 anni fa, partono dai 600 euro per un bilocale.
Io ho una casa di 80 metri quadri e la affitto a 1200 euro al mese, zona centrale ci mancherebbe, ma sempre 1200 euro al mese sono.
Inutile dire che dobbiamo sostenere spese maggiori anche per i trasporti merce che avvengono via barca e non via automezzo.
Insomma per quel che mi riguarda i dati sull'inflazione sono numerini utili a calcolarmi la cedola di qualche obbligazione.
Ma assolutamente insulsi per qualsiasi confronto reale con l'inflazione percepita.
 

Mr.Noob

dove c'è default c'è casa
L'intervento non era per dire quanto cara è Venezia sia chiaro.
Ma quanto differente sia il calcolare l'inflazione nella mia città rispetto al resto d'Italia avendo parametri totalmente differenti.
Al supermercato l'insalata costa circa come nel resto d'Italia, ma altre voci hanno pesi incommensurabilmente maggiori, o in alcuni casi nulli.
 

yellow

Forumer attivo
L'intervento non era per dire quanto cara è Venezia sia chiaro.
Ma quanto differente sia il calcolare l'inflazione nella mia città rispetto al resto d'Italia avendo parametri totalmente differenti.
Al supermercato l'insalata costa circa come nel resto d'Italia, ma altre voci hanno pesi incommensurabilmente maggiori, o in alcuni casi nulli.

Interessante, però il pesce fresco è a prezzi veramente bassi/concorrenziali e di ottima qualità :D!

Ritornando al tema " inflazione ", anche se al momento siamo a livello globale in conclamata deflazione
( che per qualche tempo/anno prob. perdurerà ),
ritengo comunque utile monitorare alcune notizie che un domani potrebbero ...... :

Luigi Spaventa riferendosi alla Fed
" la banca ha intrapreso una decisa offerta di credito,
non solo offrendo liquidità a breve e medio termine u garanzia titoli,
ma anche acquistando titoli dal mercato :
in pochi mesi l'ATTIVO della FED e la QUANTITA' DI MONETA
che ne è la controparte sono aumentati
di BEN DUE VOLTE E MEZZA ! "
 

lollofanki

fumorer
Capisco che ognuno vorrebbe un peso maggiore sulla voce di bilancio che gli sta più a cuore.
Ma per esempio non tutti in Italia pagano l'affitto (la voce che ha più peso nel capitolo "abitazione"), tant'è vero che le statistiche parlano di 38 milioni di italiani su circa 60 che posseggono una casa di proprietà. E la ponderazione tiene conto di questo, altrimenti il campione non sarebbe omogeneo.
Personalmente, per esempio, spendo molto di più per il capitolo "Prodotti alimentari", rispetto a quello "Abitazione", quindi nel mio caso la ponderazione la vedo corretta.

Massimo
rispondo in ritardo
il dato sui 38 milioni d'italiani che ha la casa di propietà è falsato
in quanto considera propietari anche chi ha un mutuo......:lol:
quindi sarebbe bello vedere quanti italiani hanno un mutuo in essere sulla prima casa, avevo letto qualcosa in giro a proposito dei crolli dei consumi
in cui si rapportava l'aumento dei mutui aperti negl'ultimi dieci anni al proporzionale calo dei consumi verificatosi nello stesso periodo
in sostanza il mutuo erode il capitale disponibile per acquisti di altri generi
e crea l'effetto sussistenza
ovvero famiglie che vivono al minimo delle propie disponibilità
acquisti limitati agl'alimentari e vestiario al minimo.
report della banca d'italia
La ricchezza è in mano al 10% delle famiglie

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(18/12/2008)
Resta stabile la ricchezza delle famiglie italiane grazie al possedimento di proprietà immobiliari, ma sono aumentati i debiti, il 40% dei quali è destinato proprio al mutuo per la casa. Aumenta, inoltre, la disparità tra il 10% delle famiglie che dispongono di una ricchezza elevata e il restante 90% sempre più povero. Ma, nonostante questo quadro a tinte fosche, gli italiani si confermano formichine e risparmiano di più rispetto agli altri Paesi. La fotografia sulla ricchezza delle famiglie è stata scattata dalla Banca d’Italia che ha pubblicato nel Supplemento al Bollettino statistico gli indicatori monetari e finanziari.

Numeri alla mano, emerge che nel 2007 la ricchezza netta delle famiglie italiane si è attestata a circa 8.512 miliardi di euro, crescendo rispetto al 2006 del 3,9%, “un valore - precisa il bollettino - inferiore al tasso medio di crescita annuale del periodo 1995-2006”. Un rallentamento “imputabile a una sostanziale stasi delle attività finanziarie (aumentate dello 0,6%) e alla crescente incidenza dei debiti (+8,2%)”. A prezzi costanti - si legge ancora - la crescita della ricchezza complessiva rispetto al 2006 risulta pari all’1,7% (circa 139 miliardi di euro del 2007) e l’aumento pro capite è dello 0,8%.

La ricchezza reale delle famiglie ha potuto quindi reggere - spiega Bankitalia - grazie al valore del patrimonio immobiliare che rappresentava circa il 60% della ricchezza lorda (5.570 miliardi di euro). In particolate la quota è così distribuita: l’82% è rappresentato dalle abitazioni, il 6,5% dai fabbricati non residenziali, impianti e macchinari, il 3,4% dai terreni e il 2,1% dagli oggetti di valore,(come quadri, preziosi e mobili).

Capitolo a parte per le attività finanziarie che sono circa il 40% del totale, pari a 3.652 miliardi di euro). In questo caso, la quota più rilevante, il 49%, è quella detenuta in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni, partecipazioni e fondi comuni di investimento. Contante, depositi bancari, risparmio postale rappresentano il 26%, mentre il 5,5% (con una crescita dello 0,8%) è dato dai titoli pubblici italiani.

Per quanto riguarda invece le passività finanziarie, i debiti delle famiglie nel 2007 - scrive Bankitalia - si caratterizzavano per un’elevata incidenza dei mutui per l’acquisto dell’abitazione (39,6%), il cui valore è aumentato rispetto al 2006 di circa il 10%. I debiti commerciali e gli altri prestiti, principalmente legati alle esigenze di finanziamento delle famiglie produttrici, incidevano invece per il 29,6%%. La quota di indebitamento legata ad esigenze di consumo (13,1%) è aumentata, confermando le tendenze degli ultimi anni.

Se regge quindi la ricchezza delle famiglie italiane, va invece sottolineato l’impoverimento del portafoglio finanziario: -6% nei primi sei mesi del 2008 “soprattutto a causa del calo dei corsi azionari”. Tanto che tra il 2006 e il 2007, sottolinea Bankitalia, si è registrata una ricomposizione dei portafogli delle famiglie verso forme di investimento meno rischiose: il valore dei titoli pubblici italiani è cresciuto dell’0,8%, portandosi al 5,5%, mentre il pacchetto delle obbligazioni private italiane è salito dal 10,3% all’11%. In discesa, quindi, l’ammontare detenuto in fondi comuni (al 7,2%) e azioni italiane (18,3%): si sono ridotti rispettivamente dell’1,1% e dell’1,6%.

Secondo Bankitalia, inoltre, la ricchezza in Italia è molto concentrata: al 50% delle famiglie spetta il 10% del totale. Questo significa che molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza, mentre pochissime dispongono di una ricchezza elevata. C’è inoltre un certo numero di famiglie (il 3%) che detiene una ricchezza negativa, cioè ha debiti superiori alle attività. In media, comunque, ogni nucleo poteva contare mediamente nel 2007 su una ricchezza media di 360.000 euro, vale a dire 143.000 euro a testa.
“Una quota - conclude Bankitalia - largamente inferiore a quella riscontrata per altri Paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Francia”.




questo report dice tante cose che sono in contrasto con il peso che viene dato alla casa
primo nelle sue rilevazioni la bdi da come dato comlessivo del valore della ricchezza 8512mil € comprensivo di 5570 mil di valori immobiliari
ovvero il 60% della ricchezza del paese ovvero la stessa bdi dimostra che la casa in italia è il maggior valore che le famiglie italiane dispongono
ma l'istat alla pricipale ricchezza del paese da solo il 9% di peso
quando si tratta di valutare l'indice dei prezzi al consumo sempre delle stesse famiglie.
sono andato oltre e cosi per divertimento (visto che ora si parla sempre di liquidità disponibile) ho cercato di capire quanto rimane di ricchezza liquida in mano al quel 50% delle famiglie che detiene solo il 10% della ricchezza totale....
ovvero 295.000.000.000:9250000=31000€
in sostanza per il 50% delle famiglie italiane dispongono di solo 31000
di patrimonio liquido e i soli 6000-7000 euro di un mutuo o affitto (senza contare tutto il resto)
incidono come minimo un 25-30% sulla propia ricchezza disponibile non il 9.

qundi ridurre il capitolo di spesa della casa ad un solo 9%
non è un'operazione moralmente ingiusta nei confronti delle famiglie a piu basso reditto ma anche non corretto nella formulazione di indici che come il foi a nel suo nome ed intento ha di rappresentare l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI)
questo è un travisamento della realtà i cui scopi (per chi ancora non l'avesse capito)sono utili solo a moderare le rivendicazioni salariali degli stessi e svalutare il debito publico.
un saluto
 
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piergj

Forumer attivo
Aiutatelo !

Ciao Massimo,

guarda che il "personaggio" è Paolazzi del Sole 24 Ore... :D

E poi non puoi lasciarmi qui da solo in mezzo ai miscredenti.:help: :cool:

Quanto al rispetto, noi moderatori siamo qui apposta per moderarci l'un l'altro:sorpresa:tant'è che slow si è già messo in castigo... :lol:


...aiutatelo ! Intanto io l'ho fatto mettendomi in autocastigo (cantuccello).
come slow.

Saluti

Pierluigi
 

Pecunia non olet

Nuovo forumer
L'intervento non era per dire quanto cara è Venezia sia chiaro.
Ma quanto differente sia il calcolare l'inflazione nella mia città rispetto al resto d'Italia avendo parametri totalmente differenti.
Al supermercato l'insalata costa circa come nel resto d'Italia, ma altre voci hanno pesi incommensurabilmente maggiori, o in alcuni casi nulli.

il panorama però non ha prezzo e va in qualche modo a mediare l'inflazione;)
 

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