Savicevic72
Forumer storico
Da tenere sempre sott'occhio la Grecia che potrebbe regalare qualche soddisfazione
MILANO (MF-DJ)--La Grecia avra' bisogno di un terzo piano di aiuti da
parte dei Paesi membri dell'Eurozona.
Lo ha dichiarato Thanos Catsambas, rappresentante di Atene presso il
Fondo monetario internazionale, aggiungendo che "la Grecia richiedera'
ulteriori aiuti, o attraverso il coinvolgimento del settore istituzionale,
o mediante ulteriori prestiti", nella speranza di avere in questo caso
condizioni piu' favorevoli di quelle precedenti.
I rappresentanti della troika sono attualmente ad Atene per valutare i
progressi del Paese e per decidere sull'erogazione della tranche di aiuti
da 31 mld euro prevista nel pacchetto di assistenza al Paese. I creditori
internazionali sono unanimi nel ritenere che questa sia l'ultima occasione
per Atene di ottenere la prosecuzione dei finanziamenti. Senza
l'erogazione della tranche di aiuti, Atene incorrera' in una crisi di
liquidita' nel giro di poche settimane che, in ultima istanza, si
tradurrebbe nell'uscita del Paese dall'Eurozona e nel ritorno alla dracma.
Catsambas ha definito questo scenario come una "eventualita'
indesiderabile che riporterebbe il Paese indietro di alcuni decenni".
Il primo ministro ellenico, Antonis Samaras, ha chiesto ai membri
dell'Eurozona una proroga di due anni per il raggiungimento dei target del
deficit di bilancio, che comporterebbe un ulteriore necessita' di
finanziamento da 20 mld euro. Il Governo greco ha provato a esplorare la
possibilita' di finanziare questo periodo attraverso l'emissione di Bill
del tesoro a breve scadenza, che eviterebbero l'intervento diretto da
parte dei creditori internazionali, ma il funzionario dell'Fmi, ha
dichiarato che la Grecia, da sola, non puo' colmare questa lacuna e che
l'ipotesi che ci riesca e' "totalmente irrealistica".
Secondo Catsambas dovrebbero essere l'Eurozona e la Banca centrale
europea a fornire il resto dei soldi risultanti da un'eventuale proroga
temporale per il raggiungimento degli obiettivi di deficit del Paese.
"Un'estensione del rimborso (o parte di esso, ndr) dei prestiti dell'Fmi
non e' possibile visto che le condizioni a cui il Fondo presta soldi a
tutti i Paesi non sono negoziabili", ha dichiarato il funzionario,
aggiungendo che, il fallimento della Grecia nel rispettare gli accordi e
la mancanza di una traiettoria del debito sostenibile, rende impossibile
per l'Istituto di Washingotn, in base al proprio statuto, finanziare
ulteriormente il Paese.
Catsambas ha affermato che la passata coalizione di Governo sotto il
primo ministro Lucas Papademos, che aveva preso il potere da George
Papandreou, aveva rispettato "solamente il 22% degli impegni presi
all'interno del programma di assistenza della troika" nel 2011.
Una opzione per rimettere sulla traiettoria giusta il debito ellenico
sarebbe un ulteriore taglio degli interessi che il Paese paga sui prestiti
dell'Eurozona, mentre un'opzione molto controversa sarebbe una
riscadenziazione dei bond governativi detenuti dalla Bce e dalla altre
Banche centrali dell'area euro.
Ctasambas e' ha conoscenza che un tale "coinvolgimento delle settore
istitutzionale", meglio noto come Osi, sarebbe difficile, per quanto
necessario possa sembrare.
"La difficolta' con l'Osi e' che creerebbe un precedente, che ovviamente
l'Eurozona e la Bce vorrebbero evitare", ha concluso il funzionario.
MILANO (MF-DJ)--La Grecia avra' bisogno di un terzo piano di aiuti da
parte dei Paesi membri dell'Eurozona.
Lo ha dichiarato Thanos Catsambas, rappresentante di Atene presso il
Fondo monetario internazionale, aggiungendo che "la Grecia richiedera'
ulteriori aiuti, o attraverso il coinvolgimento del settore istituzionale,
o mediante ulteriori prestiti", nella speranza di avere in questo caso
condizioni piu' favorevoli di quelle precedenti.
I rappresentanti della troika sono attualmente ad Atene per valutare i
progressi del Paese e per decidere sull'erogazione della tranche di aiuti
da 31 mld euro prevista nel pacchetto di assistenza al Paese. I creditori
internazionali sono unanimi nel ritenere che questa sia l'ultima occasione
per Atene di ottenere la prosecuzione dei finanziamenti. Senza
l'erogazione della tranche di aiuti, Atene incorrera' in una crisi di
liquidita' nel giro di poche settimane che, in ultima istanza, si
tradurrebbe nell'uscita del Paese dall'Eurozona e nel ritorno alla dracma.
Catsambas ha definito questo scenario come una "eventualita'
indesiderabile che riporterebbe il Paese indietro di alcuni decenni".
Il primo ministro ellenico, Antonis Samaras, ha chiesto ai membri
dell'Eurozona una proroga di due anni per il raggiungimento dei target del
deficit di bilancio, che comporterebbe un ulteriore necessita' di
finanziamento da 20 mld euro. Il Governo greco ha provato a esplorare la
possibilita' di finanziare questo periodo attraverso l'emissione di Bill
del tesoro a breve scadenza, che eviterebbero l'intervento diretto da
parte dei creditori internazionali, ma il funzionario dell'Fmi, ha
dichiarato che la Grecia, da sola, non puo' colmare questa lacuna e che
l'ipotesi che ci riesca e' "totalmente irrealistica".
Secondo Catsambas dovrebbero essere l'Eurozona e la Banca centrale
europea a fornire il resto dei soldi risultanti da un'eventuale proroga
temporale per il raggiungimento degli obiettivi di deficit del Paese.
"Un'estensione del rimborso (o parte di esso, ndr) dei prestiti dell'Fmi
non e' possibile visto che le condizioni a cui il Fondo presta soldi a
tutti i Paesi non sono negoziabili", ha dichiarato il funzionario,
aggiungendo che, il fallimento della Grecia nel rispettare gli accordi e
la mancanza di una traiettoria del debito sostenibile, rende impossibile
per l'Istituto di Washingotn, in base al proprio statuto, finanziare
ulteriormente il Paese.
Catsambas ha affermato che la passata coalizione di Governo sotto il
primo ministro Lucas Papademos, che aveva preso il potere da George
Papandreou, aveva rispettato "solamente il 22% degli impegni presi
all'interno del programma di assistenza della troika" nel 2011.
Una opzione per rimettere sulla traiettoria giusta il debito ellenico
sarebbe un ulteriore taglio degli interessi che il Paese paga sui prestiti
dell'Eurozona, mentre un'opzione molto controversa sarebbe una
riscadenziazione dei bond governativi detenuti dalla Bce e dalla altre
Banche centrali dell'area euro.
Ctasambas e' ha conoscenza che un tale "coinvolgimento delle settore
istitutzionale", meglio noto come Osi, sarebbe difficile, per quanto
necessario possa sembrare.
"La difficolta' con l'Osi e' che creerebbe un precedente, che ovviamente
l'Eurozona e la Bce vorrebbero evitare", ha concluso il funzionario.