IO MI ACCONTENTO DI ESSERE SERENA NEL TEMPO. LA FELICITA' SONO ATTIMI E, QUANDO ARRIVANO, (1 Viewer)

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Torniamo alla LIRA
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Roma.
 

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Torniamo alla LIRA
Roma sempre più nel degrado. Colpa della Raggi?
Forse non completamente, ma la sindaca ha una grandissima parte di responsabilità.
Tra cinghiali, gabbiani, volpi, serpenti, cavalli, pappagalli, pecore, nello zoofari della Capitale, ci mancava l’accoppiamento per le strade cittadine.

A Tor Carbone, nella zona sud della Capitale, un toro è stato immortalato da un automobilista mentre si accoppiava con una mucca.
Diversi automobilisti, nel traffico sostenuto del rientro serale, hanno rallentato incuriositi e divertiti dall’insolita scena,
senza però distrarre i due bovini, che hanno continuato nel loro appassionato rendez-vous.
 

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Illustri, drammatici precedenti, hanno dimostrato come appartarsi con un pusher extracomunitario
per stordirsi di droga può finire in tragedia. Che è quanto sperimentato in prima persona
da una 18enne di Belluno che a Treviso, annebbiata forse dalla marijuana, è stata brutalmente violentata da un 27enne nigeriano.
 

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A meno di ventiquattr’ore dall’eliminazione patita ieri contro Alexander Zverev, Fabio Fognini raggiunge oggi un traguardo storico ovvero l’ingresso nell’esclusivo club dei top ten.

Al ligure, nel ranking di lunedì prossimo, non usciranno punti (ottavi di finale a Parigi lo scorso anno e ottavi quest’anno)
e ciò gli permette di migliorarsi di due posizioni scalzando l’infortunato John Isner (aveva una cambiale in scadenza di 180 punti)
e l’argentino Juan Martin Del Potro che ha sostituito la semifinale del 2019 con l’ottavo di ieri.

A spianare la strada a Fabio è stata proprio la vittoria del russo Karen Khachanov (anche lui da lunedì per la prima volta nei primi 10)
sul martello di Tandil, ma la certificazione ufficiale (una sorta di Iso 9001) è arrivata solo oggi, alle 19 in punto della sera,
quando sul Suzanne Lenglen Roger Federer ha battuto Stanislas Wawrinka, unico inseguitore che avrebbe potuto (ma solo vincendo il torneo) rovinare e ritardare la feste all’azzurro.

Vuoto epocale

Il club dei top 10 Atp, nato con l’avvento del ranking computerizzato, è una sorta di certificazione di garanzia sulla qualità dei giocatori.

Ne hanno fatto parte, in 46 anni di storia del tennis soltanto in 165; con Fognini l’Italia colma un vuoto epocale che durava da 40 anni
e esattamente da fine gennaio 1979 quando Corrado Barazzutti trascorse la sua ultima settimana nel club (ci era entrato per la prima volta il 6 marzo 1978).

Fabio è il terzo italiano di sempre a varcare questa soglia dopo anche Adriano Panatta,
presente fin dalla prima edizione del ranking quando il 23 agosto 1973 l’Atp posizionò Panatta al numero 8 del mondo.

Da 34 nazioni
— Sono 34 le nazioni ad aver espresso un top 10 e a comandare sono da sempre gli Stati Uniti con 32,
Spagna 18, Svezia 17, Argentina e Francia 11, Australia 10, Repubblica Ceca 8, Russia 7 e Germania 6.

Negli ultimi 40 anni ben 31 nazioni hanno avuto un giocatore top 10 e l’Italia non ha condiviso questo piacere.

Da lunedì prossimo l’Italia avrà il suo terzo top 10 a pari di Austria (Muster, Melzer e Thiem), Cile (Rios, Massu e Gonzales)
e Gran Bretagna che considera Greg Rusedski, canadese di nascita e di formazione tennistica, ma naturalizzato britannico a 22 anni, al pari di Henman e Murray.

Se invece contiamo i top 10 azzurri anche considerando prima dell’avvento del computer
(le classifiche di fine anno venivano affidate a esperti e giornalisti), Fabio Fognini è il sesto top 10 italiano di sempre
dopo Umberto de Morpurgo (n 9 nel 1928, n° 10 nel 1929 e n° 8 nel 1930), Giorgio De Stefani (n° 9 nel 1934),
Nicola Pietrangeli (al massimo n° 3 del mondo nel 1959 e 1960), Adriano Panatta (n° 4 nel 1976) e Corrado Barazzutti (n° 7 nel 1978).
 

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Gad Lerner: mi ha dato l'impressione di un personaggio patetico.
Il perfetto "radical chic" stile Capalbio.
Ben venga un simile personaggio, non fa altro che portare fieno in cascina.
Per fortuna che il popolo "becero" capisce. Fiero di votare lega...e di andare al bar del paese.


Torna Gad Lerner in Rai e sembra magicamente di essere tornati nel 1991,
quando conduceva sempre su RaiTre Profondo Nord per raccontare il nuovo preoccupante fenomeno razzista-eversivo della allora Lega di Bossi e Miglio.

Sono passati 28 anni e rieccolo in onda, nella «Rai del cambiamento» gialloverde (ma RaiTre è sempre di un'altra tonalità),
lo stesso identico Lerner con la stessa identica diagnosi sulla Lega: un partito neonazista votato dalle «classi subalterne»,
il popolo becero con poca cultura e il reddito basso, come lo chiama l'ex giornalista di Lotta Continua rifacendosi al lessico marxista, con in più una punta di disprezzo.
La tesi ha comunque un suo pubblico se la prima puntata di L'Approdo, anche grazie al lancio ottenuto dalla rissa verbale con Salvini
(«Il cambiamento in Rai è Gad Lerner? La Rai dica quanto costa», «Salvini usa l'olio di ricino digitale»), ha raccolto 1 milione e 174mila spettatori, con share del 7,4%.

Nello studio già dalla scenografia antileghista (un barcone sullo sfondo), si processa la Lega ma la condanna è già scritta,
con il conduttore che aizza i due ospiti per confermare l'analogia tra leghismo e fascismo.

La «difesa» è affidata a Marco Tarchi, studioso delle destre europee non certo filoleghista,
ma la spalla principale del conduttore è Luciano Canfora, esimio storico e filologo politicamente molto a sinistra (candidato dei Comunisti Italiani al Parlamento europeo nel '99)
che quando si riferisce agli esponenti del partito di Salvini usa l'espressione «questi signori».

Più che un dibattito è una sessione di boxe dove il sacco per l'allenamento è la Lega, pestata mescolando immagini recenti e vecchissime,
servizi di archivio sulla Lega secessionista, i giuramenti padani e i congressi di 30 anni fa, perché la tesi è che «terroni» o «negri» che siano, sempre di leghisti razzisti si tratta.

Viene riesumato persino Francesco Speroni, intervistato a Legnano sotto il monumento di Alberto da Giussano per sostenere meglio l'assunto di Lerner
(i leghisti non sono cambiati, sono sempre i soliti xenofobi ignoranti).

«Le analogie sono evidenti no?» incalza il giornalista servendo l'assist a Canfora che tira al volo:
«Sì è un abbassamento di livello spaventoso, un vuoto di contenuti, un linguaggio volgare».

Ma a Lerner non basta, bisogna menare più forte: «Ci accontentiamo di definirlo un linguaggio volgare?».
Tarchi prova a soddisfare la sete di sangue del conduttore: «È un linguaggio che si parla quando si va dal barbiere, che si usa quando si gioca a carte bevendo vino in qualche bar di paese».

Meglio, ma non basta. Infatti la scaletta procede con il parallelismo tra Lega e nazisti:
«Ecco uno striscione dietro Matteo Salvini in piazza Duomo, si additano i nemici: banchieri e barconi».
«È una involontaria allusione nazionalsocialismo tedesco che individuò nei banchieri ebrei e nel proletario politicizzato il nemico da battere.
Magari loro non ci arrivano, ma è un collegamento viscerale» spiega Canfora. «Il giudeo bolscevico!» esulta Lerner, elettrizzato dal paragone tra leghisti e SS,
poi sviluppato anche in quello tra Salvini e il Duce prendendo a pretesto il cartello di un tale in una piazza.

Cos'è, se non razzismo? «Il razzismo (dei leghisti, ndr) è una malattia mentale» Dal 1991 gli spettatori vengono piombati direttamente agli anni '30.

Apprezza il Pd con Michele Anzaldi («Questo è servizio pubblico»).
Ma Lerner, in piena mania di persecuzione, contesta pure quello:
«Non dimentico quando attaccava RaiTre per avermi affidato la trasmissione #IslamItalia e adduceva fra le motivazioni la perla seguente:
Lerner per giunta è ebreo.

La lottizzazione fa male alla Rai». Detto da un giornalista non di parte.
 

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ROMA – La Ue è disposta a portare dall’attuale 40% al 55% il finanziamento per la Tav Torino-Lione,
comprendendo nei contributi non solo il maxi-tunnel da 57 chilometri ma anche le vie d’accesso alla galleria,sul versante francese e su quello italiano.
Lo ha annunciato ieri Iveta Radicova, coordinatrice per la Ue del corridoio Mediteranneo, intervenendo all’assemblea del comitato La Transalpine.

L’Italia risparmierebbe 1 miliardo e 300 milioni.

Il tratto compreso tra Saint-Jean-de-Maurienne in Francia e Susa è attualmente in corso di realizzazione
con un finanziamento Ue che raggiunge il 40% dei costi previsti e quantificati in 8,6 miliardi di euro.

“L’Italia risparmierebbe oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro”, ha calcolato Davide Gariglio, componente Pd in Commissione Trasporti alla Camera.
 

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Poletti....ahahahahah

Roberto Poletti, ex direttore di Radio Padania assunto per la conduzione di UnoMattina
 

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Praticamente è un bastardo. Quale la soluzione ?

Si chiama Nerone ed è un incrocio tra un cane e una lupa il capo branco del litorale romano.
Lui, che è lupo solo a metà, è il nuovo maschio alpha del branco.

Una scoperta che è stata fatta dagli operatori dell’Oasi Lipu (Lega italiana per la protezione degli uccelli) di Castel Guido, alle porte di Roma.
E che, a differenza di quel che si potrebbe pensare, non è una buona notizia per la conservazione della specie lupo appenninico.

L’ibridazione antropogenica è una minaccia per la conservazione di molte specie della fauna selvatica.
 

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