IQT non vogliamo lasciarli lavorare

Però mi domando: ma a tutti quelli che hanno votato coloro che ora siedono al Governo, questa deriva pesantemente fascio/patriarcale e razzista non disturba?
Si può accettare una merdaccia come quella come male minore purché caccino via migliaia di poveracci cui si danno le colpe della miseria in cui siamo ridotti?
E’ un errore e volevi scrivere chi NON l’ha votato? Chi ha votato Salvini l’ha votato proprio per quello che è: uno che ti fa credere che l’odio sia un’opinione, che riesce a offendere in base all’interlocutore migranti, rifugiati, rom, donne, lgbti, islamici.. purtroppo per dimostrarsi coerente ci ha regalato Pillon.
La parte pentastellata mi sa che non solleverà polveroni, ha firmato il contratto di governo, fra disattenderlo e una morte lunga dolorosa non avrebbero dubbi. E infine, gli ultimi li hai riassunti tu: relegano a un fantomatica sfera privata tutto quello che non è cacciare via quei poveracci, che tu sia gay, donna, vittima di abusi.. non gli interessa, amen, ruspaaaaa!
Sul discorso di manifestare un minimo sindacale di dissenso se in totale disaccordo ti do ragione senza essere un’attivista, i lifestyle alla don abbondio no, sempre partecipato quando potevo e se condividevo la causa a manifestazioni varie e pride. Mi impegno anche a non condurre una vita ispirata ai principi di Salvini e insegnarlo ai prossimi miei, però fra chi non ha volontà tempo o convinzione di opporsi e quelli che l’hanno votato… chiedo a Petronio se posso raggiungerlo a Playa de Sotavento.
 
questo governo è solo il risultato di una legge elettorale orribile i responsabili della quale ci siamo già dimenticati chi siano.
E' vero.
Ma la si può vedere anche così:
1) questo Governo nasce da una formidabile ambizione di potere, che ha reso possibile allearsi con chi si era contestato duramente fino al giorno prima delle elezioni, e
2) al contrario, la legge elettorale così com'è deve essere decisamente perfetta, tanto che - dopo la sparizione di chi volle tale legge - né la nuova maggioranza parlamentare né il nuovo Governo (per quanto poco c'entri) hanno manifestato l'idea di modificarla.



E’ un errore e volevi scrivere chi NON l’ha votato? Chi ha votato Salvini l’ha votato proprio per quello che è: uno che ti fa credere che l’odio sia un’opinione, che riesce a offendere in base all’interlocutore migranti, rifugiati, rom, donne, lgbti, islamici.. purtroppo per dimostrarsi coerente ci ha regalato Pillon.

Un po' sì.
Ma tra quelli che hanno votato Salvini ci sono anche dei moderati non omofobi, che hanno visto un crescente numero di stranieri che "ci costano 30 euro al giorno, vivono in albergo e girovagano con i cellulari senza lavorare, forniscono manodopera a criminalità e agricoltori schiavisti" e che erano inqazzati con la sinistra buonista che faceva finta di non vederli o che li considerava, proverbialmente, "risorse".

Non so quanto ci metteranno, questi elettori semi-moderati (e anche quelli razzisti), ad accorgersi che con Salvini gli arrivi sono effettivamente calati di qualche migliaia di unità, ma il numero di rimpatri dei 5-600mila clandestini esistenti per i quali aveva assicurato una celere espulsione è addirittura calato per cui, di questo passo, il loro rimpatrio verrà completata diversi decenni dopo che la Lega avrà finito di ripagare i noti 49milioni di euro.

...A quel punto, come profetizzava qualcuno, l'elettore si renderà finalmente conto che, per espellere o sterminare gli invasori, occorre votare qualcuno di estrema destra, che prenderà il potere in modo assolutamente democratico.

Magari Foa accelererà questo processo, dando la doverosa enfasi agli stupri e ai crimini degli immigrati e relegando negli approfondimenti delle 2 di notte le altre notizie.
 
Io sono scesa in piazza contro lo stupro.
(E non sono solo scesa in piazza). Non solo una volta e indipendentemente dallo stupratore. Si scende in piazza contro lo stupratore. Sempre.

E a 16 anni scrissi la mia prima lettera al giornale: contro le mutilazioni genitali femminili.

Diciamo che ho sempre alzato le chiappe, se una cosa non mi piaceva.
Una volta ho portato in corteo la carrozzina con mio figlio di tre mesi.

non hai letto bene quello che ho scritto
 
Ma tra quelli che hanno votato Salvini ci sono anche dei moderati non omofobi, che hanno visto un crescente numero di stranieri che "ci costano 30 euro al giorno, vivono in albergo e girovagano con i cellulari senza lavorare, forniscono manodopera a criminalità e agricoltori schiavisti" e che erano inqazzati con la sinistra buonista che faceva finta di non vederli o che li considerava, proverbialmente, "risorse".

Non so quanto ci metteranno, questi elettori semi-moderati (e anche quelli razzisti), ad accorgersi che con Salvini gli arrivi sono effettivamente calati di qualche migliaia di unità, ma il numero di rimpatri dei 5-600mila clandestini esistenti per i quali aveva assicurato una celere espulsione è addirittura calato per cui, di questo passo, il loro rimpatrio verrà completata diversi decenni dopo che la Lega avrà finito di ripagare i noti 49milioni di euro.

...A quel punto, come profetizzava qualcuno, l'elettore si renderà finalmente conto che, per espellere o sterminare gli invasori, occorre votare qualcuno di estrema destra, che prenderà il potere in modo assolutamente democratico.

Magari Foa accelererà questo processo, dando la doverosa enfasi agli stupri e ai crimini degli immigrati e relegando negli approfondimenti delle 2 di notte le altre notizie.

Salvini non fa altro che raccogliere gli errori della sinistra, del resto basta andare nelle zone sensibili delle citta e non trovi altro che immigrati che spacciano...
 
Salvini raccoglie anche gli errori altrui, ma semina anche taaaaaanto vento. E odio. E di questo si deve assumere la responsabilità.
Sembra che sia un problema di tutti.
Nessuno che si assuma le proprie responsabilità. E' sempre colpa di qualcuno o di qualcosa.
Abbiamo un governo che porta avanti un regresso nel campo dei diritti umani e civili devastanti: è colpa della sinistra, della legge elettorale, di.....
E invece occorre una presa di responsabilità collettiva di quanto sta avvenendo. Se non ci fossero state le associazioni femminili, il ddl Pillon sarebbe stato approvato in silenzio, tra il menefreghismo di tutti, tanto la maggioranza lo "vende" bene. Con parole quasi inattaccabili.
E quindi torno a chiedere: possibile che per l'illusione di togliersi di mezzo qualche centinaio di migranti, si possa passare sopra a tutte le brutture che stanno scritte nel Decreto Sicurezza? Che si ignorino comportamenti al limite dell'inconstituzionale? Che si scusino i furti? Che si ignorino i diritti negati? Che uno:censored::censored::censored::censored: come Pillon possa avere l'ardine di presentare e di far discutere un tale disegno di legge osceno e vendicativo?
Ma davvero?

L'assemblea pubblica del 2 ottobre e la manifestazione del 30 settembre dovrebbero vedere la partecipazione di mezza Italia, altro che.
 
La parte pentastellata mi sa che non solleverà polveroni, ha firmato il contratto di governo, fra disattenderlo e una morte lunga dolorosa non avrebbero dubbi.

Sul discorso di manifestare un minimo sindacale di dissenso se in totale disaccordo ti do ragione senza essere un’attivista, i lifestyle alla don abbondio no, sempre partecipato quando potevo e se condividevo la causa a manifestazioni varie e pride. Mi impegno anche a non condurre una vita ispirata ai principi di Salvini e insegnarlo ai prossimi miei, però fra chi non ha volontà tempo o convinzione di opporsi e quelli che l’hanno votato… chiedo a Petronio se posso raggiungerlo a Playa de Sotavento.

La parte pentastellata HA FIRMATO il ddl SENZA NEMMENO LEGGERLO, solo perché l'ha presentato la Lega e hanno firmato il contratto :wall:
Poi qualche decina di donne inferocite e qualche avvocato/a di buon senso, e poi tante associazioni hanno fatto un po' di cagnara e hanno chiesto conto. E allora: "Ah, ecco. Abbiamo firmato, ma certamente dobbiamo cambiarlo e modificarlo"
Ma che capzo hanno nella testa? Che si firma una cosa così senza nemmeno accorgersene solo perché l'ha presentata la Lega? :wall:

Nessuno pretende che si dedichi la vita intera alle azioni oppositive ai Governi barbari o schifosi. Ognuno fa i conti con la propria vita e le proprie incombenze, ma quando vegono toccati i diritti civili, la reazione dovrebbe essere corale, unanime: di tutti e tutte.
 
Ad aver partecipato materialmente alla stesura del disegno di legge ci sono il pediatra Vittorio Vezzetti, che per mesi ha collaborato alla stesura del testo – come riporta Avvenire in una sua intervista – e Giovanni Battista Camerini, neuropsichiatra infantile, che ha contribuito a scrivere gli art. 17 e 18 del DDL. Ma Verzetti e Camerini sono anche, insieme ad altri, alcune figure di spicco di quella che ormai si può chiamare a pieno titolo lobby pro Pas: gruppi di sostegno per la divulgazione e il riconoscimento della Sindrome di alienazione parentale – poi ribattezzata Alienazione parentale per le polemiche suscitate dalla parola Sindrome. Una lobby che negli primi anni Novanta era già attiva con gruppi come l’Associazione Padri Separati fondata nel ‘91 e la Gesef (Genitori separati dai figli) nata nel ‘94, e che vedrà il fiorire di un numero altissimo di associazioni tra cui Adiantum(Associazione di associazioni nazionali per la tutela del minore) nata nel 2008, una delle più importanti reti di padri separati di cui Vezzetti è stato il primo presidente, o Colibrì (Coordinamento libere iniziative per la bigenitorialità e le ragioni dell’infanzia) fondata nel 2012 sempre da Vezzetti che ha fondato anche Figli per sempre onlus.
Lobby che ha provato in questi 30 anni a promuovere l’Alienazione parentale in ogni modo, sia nel mondo politico istituzionale sia in quello giudiziario e accademico: in parte riuscendovi. Non è la prima volta infatti che viene presentato un disegno di legge che introduce la Pas all’interno del diritto di famiglia: tentativi fatti in maniera trasversale con l’appoggio diversi
partiti prima e dopo la legge 54/2006sull’affido condiviso, in un numero che, tra camera e senato, raggiungevano dalle 5 alle 15 proposte a legislatura nella speranza che qualcosa potesse passare.

Una delle personalità centrali in questo grande disegno è anche Marino Maglietta, un ingegnere che nel ‘93 fonda l’associazione “Crescere insieme”, e che negli anni collabora – come si legge su uno dei suoi profili – a numerosi testi presentati in parlamento che hanno condotto alla legge 54/2006 sull’affido condiviso: dalla proposta 3598 del ‘94, alle PDL 2231, 2342 e 2360 e i DDL 1344 e 1399 nella XV Legislatura, le PDL 53, 1132 e 1304 e i DDL 957, 2454 e 3289 nella XVI Legislatura, fino al DDL 957 che fu discusso in Commissione giustizia al senato nel 2012 e bocciato, anche qui per la sollevazione delle associazioni (come adesso): un DDL che introduceva più o meno con gli stessi contenuti del DDL Pillon, dalla mediazione obbligatoria fino all’introduzione dell’alienazione parentale. Maglietta che, pur essendo una figura centrale nella lobby pro Pas, è oggi il grande escluso dal DDL 735 per i suoi contrasti con Vezzetti

Gli obiettivi di questa lobby, già prima del 2006, erano su diversi livelli: uno era quello economico ovvero escludere la possibilità di vedersi portare via la casa con l’assegnazione della stessa al minore, collocato spesso con la madre, e la fine dell’assegno di mantenimento nei confronti del minore e del coniuge più debole (di solito la madre che non lavora per accudire i figli). Due punti completamente accolti e ben articolati nel DDL Pillon che, rimanendo fedele alle aspettative della lobby, toglie l’assegnazione della casa al minore, che dovrà dividere la sua esistenza tra due dimore e quindi tra due ipotetiche famiglie allargate, e toglie l’assegno di mantenimento separando spese e decisioni inerenti al genitore che in quel momento ospita il piccolo. Provvedimenti decisi non sulla base della migliore formula per i bambini ma per evitare il dissanguamento dei padri separati che purtroppo in Italia lamentano povertà, anche se in realtà i dati Istat ci dicono che con la separazione ad essere economicamente più svantaggiate sono le donne (il 50,9% contro il 40,1%) che di solito non lavorano perché accudiscono i figli nella coppia.

L’altro livello, sicuramente più preoccupante, è quello invece degli affidi dei minori in cui il DDL Pillon non delude le aspettative della lobby pro Pas, che addirittura ha invece partecipato con Camerini alla sua stesura diretta negli articoli 17 e 18, in quanto uno dei punti fondamentali della legge è proprio l’alienazione parentale a cui il DDL 735, se diventasse legge, metterebbe un timbro di costituzionalità che tapperebbe la bocca una volta per tutte a quelle critiche che ne mettono in evidenza le forti ombre. Una teoria rifiutata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e dalla Società italiana di pediatria, che è stata dichiarata inesistente dall’Istituto superiore di sanità che non ritiene che “tale costrutto abbia né sufficiente sostegno empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali da poter essere considerata una patologia e, dunque, essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici”. Classificata come non scientifica e non utilizzabile da una sentenza di Cassazione (n. 7041 del 20 marzo 2013) per “la mancata verifica dell’attendibilità scientifica”, la teoria dell’alienazione parentale è stata sottoposta a rigorose verifiche e non è presente nel D.S.M. (Diagnostic and Statistical Manual of mental desorders). In Spagna l’Associazione Neuropsichiatrica (AEN) ha raccomandato di non usarla in quanto “non ha alcun fondamento scientifico e presenta gravi rischi nella sua applicazione in tribunale”, e l’Istituto di ricerca dei procuratori americani della National District Attorneys Association, ha scritto che “La Pas è una teoria non verificata che, se non contestata, può provocare conseguenze a lungo termine per il bambino che cerca protezione nei tribunali”. Alienazione parentale, ex sindrome (Pas), a cui si è cambiato nome – come spiega lo psichiatra Andrea Mazzeo – “per sfuggire ai numerosi rigetti passando da una grave malattia dei bambini a un disturbo relazionale: un tentativo già messo in atto negli USA dai sostenitori della Pas e criticato dalla comunità scientifica statunitense”.

Inventata da Richard Gardner nel 1985, uno psichiatra americano venuto alla ribalta negli Stati Uniti durante lo scandalo delle accuse di Mia Farrow verso Woody Allen per abusi sessuali sulla figlia adottiva Dylan di sette anni, la Pas non solo teorizza che se un bambino rifiuta un genitore la colpa è immancabilmente dell’altro genitore, ma che le eventuali accuse di abuso sono false e frutto di una manipolazione del genitore alienante, e che per guarire il bambini devono stare con il presunto abusante. Patrizia Romito, psicologa e docente all’Università di Trieste, precisa che Gardner “parla di tre livelli di gravità: lieve, moderato e grave” e che “il trattamento sarebbe applicabile nei primi due livelli, mentre nel terzo sarebbe indispensabile trasferire la custodia del bambino al genitore alienato, ossia al padre denunciato per abuso (Gardner, 1998)”. “Il terapeuta – spiega Romito – dovrebbe adottare un approccio autoritario, impiegando frequentemente minacce che siano credibili” e per quanto riguarda il rapporto con il bambino “dovrebbe ignorare le sue lamentele” (Gardner, 1999a; p. 201).

Una teoria che la lobby pro Pas italiana ha accuratamente fatto entrare in due punti nevralgici per la decisione degli affidi dei minori: gli psicologi che fanno le Ctu (Consulenza tecnica d’ufficio) a cui i giudici si appoggiano per decidere sugli affidi dei minori quando esiste un forte contrasto (sotto cui spesso si cela violenza domestica), e gli assistenti sociali che, incaricati dai tribunali per monitorare la situazione, arrivano a sottrarre il minore a chi, secondo loro, è alienante nei confronti del figlio.

Alla fine di agosto a Ferrara, un’assistente sociale è stata trasferita per aver allontanato il figlio di tre anni dalla mamma in seguito a una telefonata dell’ex coniuge che screditava la donna nella sua capacità genitoriale, per affidare la piccola a un’altra famiglia. Quello che i giornali non raccontano, troppo intenti a descrivere la povertà dei padri separati, è la storia di migliaia di mamme italiane rivittimizzate e punite da quelle stesse istituzioni che dovrebbero proteggere loro e i figli, per aver denunciato e lasciato il marito maltrattante, e per aver raccontato gli abusi al tribunale ordinario o dei minori in sede di separazione. Donne che, dopo aver lasciato e denunciato l’ex partner per violenza domestica, si vedono giudicate a loro volta per “false accuse” dagli stessi psicologi e assistenti sociali che nelle loro perizie indicano queste donne non vittime di violenza ma alienanti, ovvero donne che vogliono soltanto (non si sa perché) allontanare i figli dal padre.

Qualche mese fa il tribunale di Lucca ha revocato l’allontanamento di un bambino che stava per essere spostato in una casa famiglia perché si rifiutava di vedere il padre, in quanto gli assistenti sociali non avevano minimamente calcolato la violenza subita dalla mamma di cui era stato testimone il piccolo, e anzi per loro era lei che alienava il minore impedendogli di vedere il padre. Un copione che in Italia si ripete puntualmente con affidi condivisi, in realtà coatti, dati anche in presenza di condanne nei confronti di padri maltrattanti, anche quando le violenze sono evidenti. Una situazione nei tribunali italiani di cui è lo stesso Csm a sentirsi preoccupato in quanto “Spesso gli atti relativi al processo penale sono sconosciuti ai giudici civili (…) persino nei casi in cui in sede penale siano state adottate misure cautelari a carico del coniuge violento anche a tutela dei figli, con la conseguenza che il giudice civile può pervenire ad assumere provvedimenti di affido condiviso del minore in tal modo incolpevolmente vanificando le cautele adottate in sede penale”.Ovvero quando per esempio un tribunale penale emette un decreto di allontanamento per un partner violento mentre il tribunale ordinario decide per gli stessi coniugi una separazione con affido condiviso.

Ma che cosa significa che un genitore “aliena” il figlio? Lo possiamo andare a vedere sul DDL Pillon che non fa che sistematizzare una situazione già esistente: un disegno che, se approvato, legherebbe le mani anche a quei magistrati che invece di basarsi su perizie psicologiche e Ctu, con improbabili profili di donne “malevole e alienanti”, decidono l’affido sulla base di fatti, prove, ricostruzioni, e ascolto del minore, valutando caso per caso. Ma il DDL Pillon, oltre legittimare l’alienazione parentale, fa un passo in più perché rende automaticamente colpevole di alienazione anche un genitore che non ha aperto bocca, nell’istante in cui il bambino dimostra di aver paura dell’altro e per questo, come già avevano proposto Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker nel 2015, la legge lo punirà in maniera esemplare: “Dovrà risarcire il danno e perderà la responsabilità genitoriale”, dice Pillon. Così nessuna madre verrà in mente di separarsi dal proprio offender denunciandolo di violenza domestica o di abuso verso i figli, perché oltre a perderli sarà punita per quelle “false accuse”, che per la lobby sono il 90% delle denunce mentre l’Istat parla di un fenomeno, quello della violenza maschile delle donne, che coinvolge 7 milioni di donne di cui il 93% è sommerso, cioè non denunciato. Ma non basta, perché qualcuno potrebbe averla fatta molto grossa e quindi aver perso il diritto all’affido condiviso con l’affido esclusivo all’altro genitore. Ebbene niente paura, perché Pillon e i suoi amici hanno pensato anche a voi: secondo l’articolo 11 e 12, il bambino o la bambina dovranno comunque stare non meno di 12 giorni da soli con il genitore che non ha l’affido per motivi gravi, grazie al diritto di frequentazione.

Oggi gli affidi condivisi sono quasi al 90% e le separazioni consensuali l’82,5% con genitori che, malgrado anche i conflitti, arrivano a una soluzione equilibrata per i bambini, mentre è solo un 20% scarso che risulta “altamente conflittuale”: un 20% che, come afferma Coffari probabilmente “rappresentano i casi più complessi e delicati, ove spesso si annidano ipotesi di violenza domestica anche a danno di bambini”, e per i quali il DDL Pillon sembra costruito ad hoc a scapito del restante 80%. Una piccola percentuale ad alta conflittualità/violenza dove si dovrebbe approfondire la eventuale presenza di maltrattamenti e/o abusi, e per i quali la mediazione, che Pillon vorrebbe obbligatoria, dovrebbe essere assolutamente vietata come scritto nella Convenzione di Istanbulche è già legge in Italia, e che all’art. 31 raccomanda che “l’esercizio dei diritti di visita o di custodia dei figli non comprometta i diritti e la sicurezza della vittima o dei bambini”.

Una teoria, quella dell’alienazione parentale, che stando ai fatti è costata la vita di molti bambini, come è successo per il piccolo Federico Barakat, ucciso dal padre con 34 coltellate durante un incontro protetto dopo che la madre, Antonella Penati, era stata dichiarata “alienante” da psicologhe e assistenti sociali, o i figli di Erica Patti, che potevano stare a casa da soli col padre che così li ha uccisi e bruciati, malgrado la mamma, anche lei dichiarata “alienante”, avesse avvertito più volte che l’uomo era un violento.


(L. Betti Dakli)
 

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