Perché quindi non siamo cresciuti ? Cercherò di dimostrare che il problema sta nella pressione fiscale troppo elevata sui profitti , quindi sulla remunerazione del capitale . Per estensione del concetto lo stesso vale anche sulla pressione fiscale elevata sul lavoro .
Perchè l'Italia non può crescere.
Oggi cerchiamo di capire perché l'Italia non cresce e non può crescere in queste condizioni , che per quanto riguarda il problema crescita non sono state scalfite dall'operato pur buono del governo Monti .
Innanzitutto sgombriamo il campo da un dubbio : perché crescere ? Detto semplicemente crescere è l'unico modo che abbiamo per combattere da un lato la povertà , dall'altro per migliorare le condizioni di vita di tutti . Se la torta rimane uguale costantemente negli anni , noi possiamo raggiungere anche una distribuzione perfettamente uguale delle fette , ma le fette saranno alla fine sempre le stesse , e se dovessero aggiungersi nuovi convitati , l'unico modo per sfamare tutti sarebbe ridurre la dimensione delle fette . Se noi non cresciamo dal 1990 , il reddito del 2010 non potrà essere superiore a quello del 1990 e se nel mentre si sono aggiunte 3 milioni di nuove persone e il numero di occupati è aumentato , gli stipendi non solo saranno simili a quelli del 1990 , ma dovranno per forza di cose essere minori .
Crescere è quindi l'imperativo categorico per migliorare la nostra condizione
. Senza crescita non ci saranno mai stipendi più alti .
Perché quindi non siamo cresciuti ? Cercherò di dimostrare che il problema sta nella pressione fiscale troppo elevata sui profitti , quindi sulla remunerazione del capitale . Per estensione del concetto lo stesso vale anche sulla pressione fiscale elevata sul lavoro .
Innanzitutto , cosa vuol dire crescere ? Vuol dire sostanzialmente aumentare la produttività , quindi produrre nello stesso arco di tempo un numero di beni superiore .
Come si aumenta la produttività ? Detto semplicemente , se un bene per essere prodotto richiede capitale e lavoro , essendo la quantità di lavoro più o meno fissa ( e per orario e per numero di lavoratori ) , l'unico modo è attraverso il capitale .
Come ? Attraverso l'incorporazione delle innovazioni tecnologiche nel processo produttivo e nel prodotto .
Come avviene il tutto ?
Semplicemente attraverso gli investimenti privati .
Chiaro e semplice . Un paese cresce se esiste un flusso costante e sostenuto di investimenti privati . Perché privati e non pubblici ? Detto in modo poco scientifico ma capibile da tutti , perché se il pubblico fosse efficiente in qualche modo , l'Urss sarebbe ancora viva e sarebbe l'economia più efficiente del pianeta.
Più seriamente qui abbiamo in precedenza esaminato perché gli investimenti pubblici in paesi sviluppati abbiano scarsi effetti economici :
Archeo-finanza: Tav , infrastrutture e crescita .
Problema : chi e perché fa gli investimenti privati? La risposta di chi li fa lo da la stessa domanda : tutti i soggetti privati , imprese o imprenditori che siano .
Perchè ? A quale scopo ? Semplicemente per un unico scopo :
il profitto .
Il nocciolo della questione sta qui :
un paese cresce se il settore privato investe , e il settore privato investe se ha speranza di ottenere un profitto .
Ma questo profitto può essere qualsiasi o deve avere un livello minimo senza il quale non verrà fatto ?
Anche qui la risposta è : si , esiste un livello minimo .
Facciamo qualche calcolo : poniamo di essere un imprenditore che voglia investire 1 milione di euro . Sappiamo che se investo questo milione in un titolo di stato a 10 anni , la mia remunerazione al netto fiscale sarà di circa il 4% . Se io volessi investire il milione in una attività imprenditoriale , sapendo che tutte le attività imprenditoriali hanno un rischio mediamente maggiore del titolo di stato ( non a caso il capitale investito in attività imprenditoriali viene chiamato capitale di rischio ) , per investire il milione dovrei avere la speranza di ottenere al netto fiscale il 4% del titolo di stato più un premio per il rischio insito nell'attività imprenditoriale .
Il premio di rischio per l'Italia in questo momento è abbastanza alto , ma noi vogliamo essere buoni e consideriamo il premio al rischio medio dei migliori paesi occidentali , quindi il 5% . Sommando , quindi , per fare l'investimento devo avere la speranza di
ottenere al netto fiscale il 9% sul capitale investito . Al netto fiscale .
Come si sarà già capito il problema dell'Italia sta tutto qui : al netto fiscale .
Eh si , perchè con la pressione fiscale totale italiana sui profitti d'impresa , pari secondo la World bank a circa il 70%
http://www.doingbusiness.org/reports/global-reports/doing-business-2012, per ottenere una remunerazione al netto del 9% , devo ottenere una remunerazione al lordo del 30% . Qual'è il problema ? Il problema è che attività che rendano il 30% sono molto poche . Se la distribuzione dei rendimenti segue una curva gaussiana , ed è così , per avere una remunerazione adeguata dovremmo sperare di cadere nella punta estrema positiva della curva : in sostanza chi fa attività d'impresa in Italia , per avere una remunerazione normale deve sperare di vincere la lotteria degli investimenti .
Capirete che investire in questo modo semplicemente non ha senso .
L'analisi fatta è ovviamente incompleta e imprecisa per tutta un serie di variabili , ma ci da anche delle indicazioni per verificare se quanto detto corrisponde alla realtà .
Innanzitutto ,
un modo per innalzare il rendimento è un uso elevato della cosidetta leva finanziaria . Quindi dovremmo trovare che le imprese italiane mediamente utilizzano poco capitale e molto debito .
Per nostra fortuna la Banca d'Italia ha pubblicato dati che permettono di verificare quanto previsto :
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/QF_66/QEF_66.pdf In questo lavoro , leggiamo : "L’Italia ha il valore più alto fra tutti i paesi considerati (57,8 per cento); tra i maggiori paesi il rapporto è vicino a quello della Germania (in cui è però diminuito nel quadriennio) e molto superiore rispetto al leverage delle imprese francesi (31,5 per cento)."
Viene quindi confermata la nostra prima ipotesi .
Proseguendo , se la redditività delle imprese italiane è falcidiata dal fisco e se gli investimenti fattibili sono molto pochi , tali quindi da non poter tenere a livelli adeguati una media di remunerazione del profitto , dovremmo trovare che mediamente le imprese italiane hanno una redditività inferiore alle corrispondenti imprese estere .
L'indicatore base per verificare questa ipotesi
è il Roe , ovvero il return on equity , indice che calcola il ritorno netto sul patrimonio netto . Sempre il lavoro della banca d'Italia ci dice che :"Nel periodo considerato il ROE nel totale dei 13 paesi presi in esame è stato pari al 10,5 per cento in media d’anno (Fig. 2), a fronte del
5,6 per l’Italia, il valore più basso fra tutti i paesi considerati". La banca d'Italia da brava istituzione non si sbilancia e prosegue ipotizzando come causa della scarsa redditività gli oneri finanziari e la dimensione d'impresa , ma anche in questo caso il tutto è riconducibile al problema tasse , in quanto gli oneri finanziari sono dovuti come visto prima all'utilizzo di tanto debito per utilizzare l'effetto leverage , dall'altro , le grandi aziende hanno effettivamente redditività maggiore , ma lavorano e o
perano molto spesso in maggioranza all'estero e per l'estero , beneficiando della tassazione minore dei paesi esteri . Soprattutto il lavoro all'estero è importante , perchè
il problema fiscale per le imprese italiane non è tanto nel combinato Ires+Irap , che è nella media europea , ma
negli oneri sociali , che in Italia sono il doppio della media europea e valgono un buon 30% di profitti in meno per le imprese.
Potrei continuare così , mostrando che la scarsa remunerazione del capitale di rischio favorisce anche da un lato l'impiego dei capitali in attività a rendimenti minori , ma con rischio minore , come l'immobiliare , o che in mancanza di sbocchi in Italia il capitale inevitabilmente va via dall'Italia . Ma non apporterebbe nulla di più di quanto già detto al discorso .
Riassumendo : l'Italia non cresce per mancanza di investimenti privati , che non vengono fatti in modo adeguato a causa della pressione fiscale troppo elevata sui profitti , ovvero sulla remunerazione degli investimenti .
Problema : col governo Monti è cambiato qualcosa su questo punto ? No , minimamente .
Se l'analisi è corretta , le speranze di riprendere a crescere a tassi superiori a quelli tenuti negli ultimi 20 anni sono sostanzialmente nulle .