kamikaze e "supposta" causa palestinese

ciiiiip

Forumer storico
Nel 1949 circa 600 mila palestinesi sono finiti profughi durante la guerra tra Israele e i paesi arabi.

Nel 1946, dopo la fine della guerra e in tempo di pace, dall'Istria, Fiume e Dalmazia sono stati cacciati 500 mila italiani in un paio di mesi e sono finiti profughi.

Questi italiani hanno subito una pulizia etnica stile Bosnia con l'aggiunta anche di un poco stragi di 5-10 mila civili in modi orribili nelle foibe per convincere tutti gli italiani a scappare. Non hanno perso la "loro terra" anche loro come i palestinesi ? Un terra che per circa duemila anni era stata abitata da etnie di lingua latina e i serbo-croati non potevano neanche dire di averla mai abitata prima come gli ebrei.

Da una parte hai 500 mila italiani cacciati a mezzo di stragi in Istria e dall'altra 600 mila palestinesi profughi, ma senza i massacri nelle foibe tanto è vero che altri 4-500 mila palestinesi sono rimasti in Israele e tuttoggi sono cittadini israeliani, votano e vanno all'università con gli israeliani, mentre gli italiani dall'Istria li hanno fatti sparire proprio. E il governo yugoslavo non aveva nemmeno bisogno della terra perchè se oggi fai un giro per l'Istria trovi villaggi interi con nomi e scritte italiane completamente vuoti e abbandonati.

Questo è solo un esempio perchè se se vogliamo ci sono anche 8 milioni di tedeschi cacciati dalla Prussia, Slesia e Sudeti tolti alla Germania nel 1945, ci sono 5 milioni di polacchi cacciati anche loro a forza dalle provincie orientali, un milioni di francesi dall'Algeria e in giro per il medio oriente e l'asia se li vai a contare ci sono 30 o 40 milioni di profughi vari "cacciati dalle loro terre" (Tibet, BanglaDesh, Kashmir, Vietnam, Cambogia, Kurdistan, Sudan, Eritrea...).

Anche di palestinesi ne sono stati cacciati decine di migliaia dalla Giordania prima nel 1974 dopo il colpo di settembre nero contro Re Hussein, poi alcune centinaia di migliaia che si erano stabiliti in Libano quando hanno portato anche là il terrorismo negli anni '80 e anche il Kuwait ha espulsi tutti gli emigrati palestinesi che vi lavorovano nel 1991 perchè Arafat avevano appoggiato Saddam quando lo aveva invaso. Se uno fa il conto sono stati espulsi più palestinesi da Giordania, Libano e Kuwait che nonoriginariamente da Israele nel 1949.

Senza contare che nel 1949 mentre 600 mila palestinesi perdevano le loro case anche circa 600 mila ebrei (andare a leggere se non lo si crede, ma i numeri dei profughi erano simili da entrambe le parti) che abitavano da mille o due mila anni in ira, giordania, egitto, siria, libia, algeria sono stati cacciati simultaneamente dai governi arabi e hanno perso tutti i loro averi. E dato che questi 600 mila ebrei che abitavano dai tempi della diaspora nei paesi arabi era gente a reddito medio-alto con quello che è loro stato tolto i governi arabi avrebbero potuto compensare finanziariamente 3 o 4 volte tutti i palestinesi profughi.


Ma dopo 40 anni in Italia abbiamo i campi profughi in cui teniamo ancora 2 milioni di discendenti di questi disgraziati dell'Istria ?
I vescovi, i media e i leader politici italiani li incitano tutti i giorni all'odio verso gli slavi che "gli hanno portato via la terra" nel 1946?

Da tutti i pulpiti delle chiese, dai palchi dei comizi, dalle aule universitarie, nelle canzoni, alla radio in Italia si urla e ci si agita perchè vadano ad ammazzare qualunque croato o serbo, donna o bambino o anziano che sia, purchè slavo ? Si chiamano gli slavi "figli di scimmie e maiali" come tutti i giorni i muezzin definiscono gli ebrei per dire che non vanno considerati esseri umani quando predicano dai minareti ?

Quando c'erano dei morti in Dalmazia e Croazia negli anni '90, che sarebbero per noi " territori occupati" italiani, gli ex-profughi istriani andavano in piazza a cantare e ballare come facevano due giorni fa i palestinesi a Gaza quando un bus pieno di ebrei è stato sventrato ?

I media occidentali censurano l'esultanza dei militanti fanatici palestinesi che ballano in piazza OGNI SETTIMANA quando un ebreo viene tagliato a pezzi mentre va al lavoro o mangia una pizza o quando una bambina viene ammazzata nella propria casa o due ragazzi che hanno fatto una gita cadono in un imboscata e li sgozzano.

Solo quando hanno esagerato esultando per l'11 settembre qualcuno ne ha filmato i balli e canti in piazza e poi quella volta che hanno linciato due riservisti che avevano sbagliato strada e li hanno calpestati a centinaia ridendo felici davanti alle telecamere. Poi si sono accorti dell'errore hanno minacciato i giornalisti e infatti queste immagini non le trasmette più nessuno.

Ma se Al Fata, Hamas i confratelli Talebani, Hezbollah e Al Qaeda si sono trasformati nei nazisti del 2000 è perchè i media occidentali hanno accettato la finzione propagandista: non ci sono stati profughi e vittime di ingiustizie nel mondo negli ultimi 50 anni degni di attenzione eccetto i 600mila palestinesi che hanno perso la casa nel 1949.

E che sono stati TENUTI DI PROPOSITO nei campi profughi dai governi arabi per 50 anni per averli come arma di ricatto.

Non potevamo chiudere anche noi mezzo milione di profughi istriani nei campi profughi vicino al confine con la Yugoslavia ?

Poi vietargli di lavorare o comprare casa in Italia (come fanno gli arabi), istigarli per 30 anni all'odio e alla rivincita sanguinosa, spingerli a fare dirottamenti e stragi in giro per il mondo, chiedere finanziamenti da europa, america e Onu altrimenti i profughi esasperati fanno altri morti e alla fine convicerli che quello che hanno subito è talmente inaudito che devono farsi sventrare a Spalato o Fiume con la cintura di dinamite sugli autobus e nei caffè yugoslavi ?
 
ricpast ha scritto:
quindi?

meglio gli istriani dei palestinesi? :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:


non dirglielo.... :-D :-D :-D :-D


una domandina.... dove stava scritto che Israele DOVE PER FORZA STARE LI.....

....è una provocazione... ma è l'inizio di tutto....

.......come DARE PATRIA AI BIZANTINI A RAVENNA....
 
Gli Istriani avevano una patria dove andare, a parte il PCI di allora che li considerava traditori e venivano insultati quando i convogli transitavano per Bologna e Firenze dai militanti rossi,ma i palestinesi dove possono andare?La Giordania,la Siria ,l'Egitto,il Libano non sono la loro patria.

Il terrorismo non è stato inventato dalla cultura araba e nel medio oriente è stato introdotto dal sionismo,gli arabi non hanno fatto altro che copiare quello dei loro nemici ,poi imparando dai giapponesi si sono specializzati con i kamikaze.


Per un po di storia:
http://disinformazione.it/duepesiduemisure.htm

Personalmente penso che il sionismo sia uno dei tre mali principali che il '900 ci ha dato.

Purtroppo di questo passo i sionisti si attireranno l'odio di tutte le nazioni della terra con le conseguenze che si possono immaginare .

Come sempre a rimetterci saranno gli Ebrei normali che come tanti cattolici ,ortodossi,protestanti,musulmani vorebbero vivere in pace.
 
i palestinesi si aggrappano ad Israele
di Daniel Pipes
6 luglio 2005



Il Ministro dell'Interno israeliano ha di recente dichiarato che quattro palestinesi accusati di aver partecipato a un attentato suicida nel 2002, che fece 35 vittime, saranno espulsi da Israele una volta usciti di galera. L'Associated Press riporta che i quattro "perderebbero i diritti di residenza, come pure quelli alla previdenza sociale e all'assicurazione sanitaria".

La decisione del Ministro fa sorgere una domanda: Per quale motivo i palestinesi impegnati a distruggere lo Stato di Israele si sentono puniti se perdono il diritto di vivere in Israele? Si supporrebbe che i terroristi contrari a Israele preferiscano vivere nell'Autorità palestinese.

Beh, sarebbe errato pensarlo. I palestinesi – perfino i terroristi – preferiscono in genere vivere in quella che definiscono come "entità sionista". Questo tipo di comportamento divenne espressamente chiaro quando una bella porzione di territorio – la parte orientale di Gerusalemme nel 2000 e parte del "Triangolo" di Galilea nel 2004 – aveva buone possibilità di passare sotto il controllo dell'AP. In entrambi i casi, i palestinesi in questione si aggrapparono a Israele.

Gerusalemme. Quando a metà del 2000 la diplomazia del premier israeliano Ehud Barak rilanciò la possibilità che alcune zone di Gerusalemme a maggioranza araba fossero trasferite sotto il controllo dell'AP, un assistente sociale stimò che "una schiacciante maggioranza" dei 200.000 arabi di Gerusalemme preferiva rimanere sotto il controllo israeliano". Fadal Tahabub, membro del Consiglio nazionale palestinese, specificò che uno stimato 70% di 200.000 arabi residenti a Gerusalemme preferiva rimanere sotto la sovranità israeliana. Un altro politico, Husam Watad, disse che la gente era "in preda al panico" alla prospettiva di trovarsi a vivere sotto il governo dell'AP.


Il ministero dell'Interno israeliano denunciò un sostanziale aumento di richieste di cittadinanza e Roni Aloni, consigliere comunale di Gerusalemme, riportò alcune testimonianze rilasciate dai residenti arabi: "Non siamo fatti per vivere a Gaza o in Cisgiordania. Siamo in possesso di carte di identità israeliane. Siamo abituati a standard di vita più elevati. E anche se il governo israeliano non è il massimo, è sempre meglio dell'Autorità palestinese". Un medico che aveva chiesto di ottenere documenti d'identità israeliani spiegò: "Desideriamo rimanere in Israele. Almeno lì posso esprimere liberamente le mie idee senza essere sbattuto in prigione, come pure avere la possibilità di percepire un'onesta paga giornaliera".

Per fermare la corsa palestinese all'acquisizione della cittadinanza israeliana, i funzionari islamici di grado elevato di stanza a Gerusalemme emisero un editto che ne vietava l'acquisizione e Faisal al-Husseini, agente dell'OLP a Gerusalemme, si spinse oltre definendo ciò come "un tradimento". Essendo la sua minaccia risultata vana, Faisal al-Husseini annunciò che gli arabi di Gerusalemme che prendevano la cittadinanza israeliana avrebbero subito la confisca delle loro abitazioni.

Il Triangolo della Galilea, un'area a maggioranza palestinese situata nella parte settentrionale del paese. Un sondaggio del maggio 2001, rilevò che solo il 30% della popolazione araba di Israele era d'accordo con l'annessione del Triangolo della Galilea al futuro Stato palestinese, il che significa che una larga maggioranza preferiva rimanere in Israele. Dal febbraio 2004, quando il governo Sharon rilasciò una dichiarazione allo scopo di sondare la reazione pubblica in merito al fatto se trasferire il Triangolo della Galilea sotto il controllo dell'AP, secondo l'Arab Center for Applied Social Research di Haifa, la percentuale di coloro che preferivano rimanere in Israele balzò al 90%. E il 73% degli arabi del Triangolo sosteneva che sarebbe ricorso alla violenza per evitare modifiche al confine.

I politici locali riprovarono con veemenza la possibilità che Israele cedesse parte della Galilea; Ahmed Tibi, un parlamentare arabo-israeliano, un tempo consulente di Arafat, definì l'idea come "una proposta pericolosa e antidemocratica". L'opposizione araba alla cessione del Triangolo della Galilea al controllo da parte dell'Autorità palestinese era così forte che Sharon abbandonò velocemente l'idea del trasferimento.

Sempre nel 2004, mentre Israele era intento a costruire il suo recinto di sicurezza, alcuni palestinesi dovettero scegliere da quale parte vivere. La maggior parte di loro, insieme ad Ahmed Jabrin di Umm al-Fahm, non ebbe dubbi: "Noi ci siamo battuti [con le autorità israeliane] per stare dentro il recinto e loro lo hanno spostato in maniera tale che noi stessimo ancora in suolo israeliano".

Che sono in molti i palestinesi che preferiscono vivere sotto il controllo israeliano sembra risultare più da considerazioni di ordine pratico che da un proposito di sommergere a livello demografico lo Stato ebraico. Costoro ritengono che l'AP sia impoverita, autocratica e anarchica. Come spiega un palestinese, si tratta di "uno Stato sconosciuto che non ha un Parlamento né una democrazia e nemmeno delle università decenti."

I palestinesi non sono così impegnati a livello ideologico al punto di disdegnare la bella vita che il soggiorno in Israele è in grado di offrire. Ne derivano due conclusioni a lungo termine. Innanzitutto, se i palestinesi pretenderanno di esercitare un "diritto al ritorno"in Israele di cui non si sono mai avvalsi, si sposteranno nello Stato ebraico in gran numero. In secondo luogo, sarà molto difficile da raggiungere un accordo in merito allo status quo finale sulla nuova definizione dei confini.


p.s.

ma queste cose le scrivono su La Repubblica e l'unità?

:rolleyes:
 
ciiiiip ha scritto:
i palestinesi si aggrappano ad Israele
di Daniel Pipes
6 luglio 2005





p.s.

ma queste cose le scrivono su La Repubblica e l'unità?

:rolleyes:

vediamo un pò chi è questo Daniel Pipes così giusto per capire se le informazioni sono oggettive


Le citazioni provengono dal Financial Times

"Buon sangue non mente. Il sovietologo Richard Pipes, promosso nel 1981 capo dell'ufficio sovietico del Consiglio nazionale di sicurezza Usa, ha contribuito a dipingere l'Urss con i colori dell'«impero del male» contro il quale Ronald Reagan si levò per salvare l'occidente.
Vent'anni dopo, suo figlio, Daniel Pipes, è entrato nella task force anti-terrorista del dipartimento Usa della difesa.

Il Financial Times, occupandosi di questa commovente filiazione, ha osservato di recente: «adesso, le idee e le ipotesi che hanno fondato l'anticomunismo rivivono per combattere un'altra ideologia.
Proprio come erano in molti a ritenere che il comunismo rappresentasse, per la democrazia occidentale, la principale minaccia della seconda metà del XX secolo, oggi sono altrettanto numerosi coloro che considerano l'islam radicale come la più seria delle minacce».

Daniel Pipes, fondatore del Middle Est Forum, un think tank destinato a «definire e a promuovere gli interessi statunitensi in Medioriente», fino all'11 settembre passava per un estremista. Non aveva accusato, contro ogni evidenza, gli islamisti di aver perpetrato il mega-attentato di Oklahoma City il 19 aprile 1995? Gli attentati di New York e di Washington lo trasformeranno in profeta. Fin dal 12 settembre, il Wall Street Journal gli offre un'intera pagina. Sarà poi presente anche sul Washington Post, il New York Times, il Los Angeles Times, il Jerusalem Post e su una sessantina di altri quotidiani, senza dimenticare numerosi magazine, come Commentary, Atlantic Monthly, Foreign Affairs, Harpers e New Republic. Tutte le grandi trasmissioni tv lo invitano. Già autore di una decina di libri, ne ha scritto uno di più: Militant Islam Reaches America.

Modestamente, la nuova star afferma: «nel mondo della politica, sono il numero uno».
Il vero numero uno è certo George W. Bush, di cui Daniel Pipes, esperto in islamofobia, serve la macchina propagandistica. Nemico di lunga data della Siria, dell'Iraq e dell'Arabia saudita, dubbioso di fronte agli accordi di Oslo, partigiano della maniera forte cara a Ariel Sharon, raddoppia gli attacchi contro «le ambizioni dell'islam militante» che non vuole soltanto «espellere l'America dall'Arabia saudita» o «cambiare la politica americana nei confronti del conflitto isarelo-arabo» o «mettere fine alle sanzioni contro l'Iraq»: intende «cambiare la natura stessa degli Stati uniti» - o, come Daniel Pipes scriverà un giorno, «sostituire la Costituzione (statunitense) con il Corano».

Questa spada di Damocle che sarebbe sospesa sopra gli Stati uniti giustifica, ai suoi occhi, la repressione più implacabile contro tutti gli americani anti-americani, musulmani in testa: «non è il momento di preoccuparsi degli stati d'animo della gente» assicura Daniel Pipes, che giudica «assolutamente necessario» che l'Fbi mantenga dei prigionieri senza processo. «Che alcuni passino un certo tempo dietro le sbarre anche se non dovrebbero esserci, è un prezzo che sono disposto a pagare». Peggio, avendo dichiarato che l'America è in pericolo, Daniel Pipes si crede autorizzato a prendersi per McCarthy: nel suo sito Campus Watch, denuncia con nome e cognome - sovente come «antisemiti» - gli universitari ostili alla guerra che la Casa bianca sta preparando contro l'Iraq. E questo farà sì che egli sia dichiarato persona non grata in varie università...

Più bushista di Bush, questo nuovo crociato rimprovera persino all'attuale amministrazione di «fare una netta distinzione tra un buon e un cattivo islamista». Lui, difatti, non è fautore di questo tipo di sfumature: «la differenza tra un islamista moderato e un islamista radicale - assicura - è come la differenza tra un nazista moderato e un nazista radicale».

forse è per questo che non pubblicano certe fonti su Repubblica :)
 
elena ha scritto:
[
Più bushista di Bush, questo nuovo crociato rimprovera persino all'attuale amministrazione di «fare una netta distinzione tra un buon e un cattivo islamista». Lui, difatti, non è fautore di questo tipo di sfumature: «la differenza tra un islamista moderato e un islamista radicale - assicura - è come la differenza tra un nazista moderato e un nazista radicale».

Questa Daniel Pipes fa veramente informazione imparziale :-D :-D

D'altronde, di che stupirsi? La tesi è la stessa di chi sta incollando a ripetizione articoli e immagini contro i musulmani.

Vai con un'altra crociata.... :smile: :smile: :smile:
 
ciiiiip ha scritto:
i palestinesi si aggrappano ad Israele

di Daniel Pipes

ma queste cose le scrivono su La Repubblica e l'unità?

:rolleyes:

AHHH!!
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NO QUESTE COSE LE SCRIVONO SUL FOGLIO DEL PACHIDERMONE-TERRORISTA-FILO-C.I.A. DI GIULIANONE!!! :-D :-D :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
 

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