LA BICI INCARNA IL MITO DELL'UOMO LIBERO

Ore 18:27- Iss: «Valutiamo allargamento zona rossa»

«Stiamo valutando l’opportunità di estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura».

Lo ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nella conferenza stampa alla protezione civile parlando dell’area del bergamasco.

«Stiamo analizzando con la Lombardia con grande attenzione su nuovi casi per comuni della cintura bergamasca
- ha aggiunto - e stiamo vedendo con i dati d’incidenza e in base ai tassi di riproduzione del virus».

Ore 18.23 - Neonata positiva ricoverata a Bergamo

Non ha un anno- come inizialmente detto - ma solo pochi giorni di vita la bambina ricoverata al Papa Giovanni di Bergamo.
È risultata positiva al coronavirus ma non è intubata.

«Era già in un percorso assistenziale post nascita che viene considerato normale rispetto alle condizioni cliniche»,
ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in conferenza stampa dalla Protezione Civile, a Roma.
 
Un insulto per tutte le persone che lavorano.

"Non posso metterci la mano sul fuoco, visto che le fatture in mano non le ho". Le sue parole però sono supportate da quanto riferitogli dagli agenti.

Secondo quanto rivelato pare che Valeria Marini prenda 20mila euro per ogni settimana di permanenza all'interno della casa del Gf Vip.
Ma non solo, una volta terminato il suo percorso come concorrente del reality - sempre secondo Roberto Alessi - "per andare in studio gliene daranno otto".

Dalle parole del direttore di Novella 2000 si evince che anche una sola ospitata al Gf Vip può fruttare un bel gruzzoletto per il personaggio chiamato in causa:
"Anche solo la partecipazione una tantum per un confronto con un concorrente della casa ha fruttato a Lory Del Santo 5mila euro".

A far addirittura "trasalire" Roberto Alessi è, però, il compenso di Barbara Alberti:
"Pare che al Gf Vip le abbiano dato 18mila euro a settimana per rimanere dentro nella casa, e ottomila per stare in studio.
Vero o non vero (il gossip è sempre altalenante) la domanda sorge spontanea: Barbara, ma perché hai voluto uscire dalla Casa?".

A rispondere a questa domanda del direttore, ci hanno pensato alcuni blog che hanno riportato una frase
detta dalla scrittrice durante un confronto con gli ex compagni di avventura:

"Il mio contratto è diverso dal vostro, se lascio non perdo tutto, le puntate che ho fatto me le devono pagare. Me lo hanno garantito".

A supporto dell'ipotesi che i contratti siano diversi per ciascuno dei concorrenti del Gf Vip
c'è anche quanto affermato dallo stesso Alfonso Signorini prima dell'inizio del programma:
"A seconda di ogni singolo personaggio, noi imbastiamo ogni singola trattativa per arrivare ad una conclusione".
 
Scienziati, o pseudo tali, hanno perso la testa, per non parlare del governo che - è proprio il caso di dire - brancola nel buio.

Ieri bastava un metro, confermato dal dr./prof. Pregliasco in una trasmissione de "La7", oggi i metri di sicurezza sono ritornati a 2.

Questo mentre i mainstream si affannano per convincerci che la mascherina non serve a chi non ha i sintomi,
perché il virus cattivissimo in Cina , arrivato in Italia - grazie ai soliti buoni e accoglienti pidioti - è diventato docile come un agnellino.

Ma se la mascherina serve solo a chi è infetto, perché mai medici e infermieri sono bardati come dei marziani?

Pazienza per chi, nella sua pochezza, ne è convinto, ma bugie così marchiane da parte di chi è competente, non sono accettabili.

Ma forse l’ixxxxxxxe sono io, mentre quel coacervo di politici e loro consulenti, che a me ricorda “l’armata Brancaleone”,
in realtà si tratta di integerrimi statisti (sic!) e dei pozzi di scienza.
 
Sta arrivando lo Tsunami, le acque nel porto si sono ritirare, le barche sono in secca.
Il nostro governo è come due tizi che, su uno yacht, litigano perchè la musica è troppo alta
“.

Questa è la situazione attuale, e la cancellazione dei voli, l’azzeramento del turismo e così via sono solo gli assaggi di una situazione che presto diventerà devastante. Il governo risponde con misure, contenute nell’ultimo decreto, che definire “Pannicelli caldi” sarebbe offensivo agli stessi.

Prima di tutto iniziamo con le cose vergognose: i 500 euro al mese per i lavoratori autonomi chiusi nella zona rossa ed impossibilitati a lavorare sono veramente un’offesa ai lavoratori ed una carità indegna di uno Stato che afferma l’uguaglianza dei cittadini. Se gli si concedeva il Reddito di Cittadinanza avrebbero preso di più. Mi chiedo se al MEF qualcuno non abbia provato VERGOGNA nel dare questa somma, era più dignitoso chiedere di aspettare. Tra l’altro da ora in poi voglio vedere con che faccia l’Ufficio delle Entrate contesterà redditi superiori ai 6000 euro netti annui.

Tutto il resto è , veramente, il NULLA. La sospensione di versamenti per le aziende turistiche non serve, nel momento in cui queste NON STANNO INCASSANDO NULLA. Invito questi Soloni a recarsi in un aeroporto italiano per vedere quanti siano gli arrivi. Lo stesso può dirsi per quanto riguarda i vari provvedimenti di “Cassa integrazione sotto i 15 dipendenti”, cose che vanno bene per una crisi di un mese, due mesi, ma i danni sono, in prospettiva, di ben più lungo periodo e mettono in forte dubbio proprio la presenza della DOMANDA necessaria all’attività economica stessa.
Delinquenti? Ignoranti? Criminali? Imbecilli?

Se partiamo dai dati basti dire che solo il settore del turismo dall’estero pesa per 40 miliardi sul PIL,
ed è stato quasi azzerato, fra l’altro a Febbraio, per cui il 2020 è perso.
Se qualcuno pensa che tanto ci possiamo riprendere vorrei far notare che la diffusione in certe aree , USA in testa , è appena agli inizi….

Se partiamo dalla logica perchè un piccolo imprenditore dovrebbe restare aperto a fronte di un calo della domanda
ed ha nessuna prospettiva seria di ripresa successiva a livelli superiori. Ne approfitto e chiudo, e buonanotte ai suonatori.

Senza DOMANDA non c’è OFFERTA, non c’è produzione, non c’è crescita, non c’è occupazione.
Un concetto banale, ma che proprio ormai è astruso al MEF come rivelano le parole dell’esperto economico Marco Leonardi a Start Magazine:

Per spendere di più abbiamo bisogno dell’autorizzazione del Parlamento che verrà chiesta in settimana,
poi bisognerà pensare per prima cosa a un piano di rafforzamento di ospedali e assunzione di medici (altro che quota 100),
all’occupazione (con ammortizzatori temporanei ma anche incentivi a chi assume),
a misure per le imprese e al rilancio del turismo e del settore dei trasporti.
PS: per chi parla di politiche industriali, se non ci lasciano lavorare alla decarbonizzazione della produzione di acciaio
all’Ilva di Taranto (come previsto dall’Europa), tutto il resto sono parole…


Si parla di “Ammortizzatori temporanei ed incentivi a chi assume”.

ASSUMERE PERCHE’, qualcuno al MEF se lo chiede?


Ormai sono talmente involuti nel fatto di essersi auto-ingabbiati nei lacci e lacciuli delle normative interne ed europee,
leggi fatte da uomini, e quindi dagli uomini modificabili, che non riescono a rendersi conto della superficialità
e dell’oggettiva inutilità delle proprie normative.

Le norme europee o di bilancio non solo le Tavole della Legge date da Dio a Mosè, anche se così sono trattate.

Quindi al MEF si discute del volume della musica troppo alto, ed in lontananza si ode già il cupo rombo dell’onda che si innalza….

Tra sei mesi, quando tutto sarà stato spazzato via, si renderanno conto di quale disastro non sono stati in grado di affrontare.
 
Ultima modifica:
Fino a quando abbastanza gente capirà che rimbambilandia è un associazione a delinquere
basata sulla speculazione finanziaria, e qualcuno dei nostri deciderà di uscire e portare avanti quel programma,
saremo costretti a leggere ed ascoltare centinaia di migliaia di pagine propagandistiche che parlano di aria fritta.
Sono pochissimi i siti che parlano di queste cose. Tutto il resto è blindato e controlloto da
"se usciamo moriremo perchè l'europa porta amore e stabilità".
Basta guardare in faccia Sassoli e capisci perchè è là. Perchè tanto non conta nulla.

Che bello chiedere una cosa a tutti gli altri, e poi imporre una norma perfettamente opposta a casa propria.

Questo è in grado di fare la presidenza del Parlamento Europeo in mano al solidale e socialista Sassoli,
che ha dichiarato l’apertura totale ai migranti provenienti dalla Turchia e spinti , come mezzo di pressione,
da Erdogan in Grecia, esattamente come se fossero degli invasori:

Sentiamo le sue parole:

"Europa getta la spugna "#Sassoli dobbiamo accogliere tutti i #migranti che ci manda #Erdogan "chi arriva in #Grecia arriva in #Europa.."
Da questa chiara intervista si vede ampiamente che #Europa non ha le competenze per gestire una situazione del genere pic.twitter.com/ToeXjDved8

— Antonio Benni - (@benq_antonio) March 2, 2020

“Noi Dobbiamo accoglierli, Noi dobbiamo proteggerli “Chi arriva in Grecia arriva in Europa”
e quindi, come lascia capire, devono essere distribuiti in tutta europa ed accolti in Europa.
Siamo tutti Buoni, Tutti devono essere accolti ovunque.

Poi c’è il Sassoli che è presidente del Parlamento e che , a casa sua, per quella che è un’influenza un po’ più grave,
chiude il Parlamento di Bruxelles peggio che se fosse una fortezza medievale.

Non lo diciamo noi, lo dice LUI STESSO in una sua comunicazione:

IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

HA DECISO

Articolo 1

1. I seguenti tipi di eventi e visite nei locali del Parlamento nei tre luoghi di riunione
e negli uffici di collegamento del Parlamento europeo all’interno e all’esterno dell’Unione europea
sono cancellati fino a nuovo avviso, indipendentemente dal loro organizzatore o dall’autorità emittente:


– Delegazioni

– Audizioni delle commissioni

– Partecipazione alle assemblee parlamentari e ai loro organi

– Delegazioni di osservazione elettorale

– Eventi organizzati dalle commissioni

– Visite sponsorizzate da Deputati

– Visite personali dei membri del Parlamento

– Visite personali di assistenti accreditati

– Visite di assistenti locali

– Visite personali del personale

– Eventi organizzati dall’Amministrazione parlamentare

– Eventi/seminari Euroscola, Euromed-Scola ed Euronest-Scola

– Seminari

– Visite individuali e di gruppo al Parlamento ed eventi di moltiplicatori d’opinione

– Eventi culturali e mostre

– Eventi di organizzazioni esterne che si svolgono nei locali del Parlamento

– Gli eventi co-organizzati con il Parlamento europeo si svolgono nei locali del Parlamento

– Eventi organizzati da gruppi politici e da membri non iscritti

– Eventi organizzati da singoli deputati, compresi gli eventi che si svolgono dopo le 20.00 per i quali è stata concessa un’esenzione

– Eventi presso il ristorante dei deputati, le lounge dei deputati, altri ristoranti e altre aree designate per pranzi, cene e cocktail.

2. L’accesso ai locali del Parlamento è negato a persone che non siano membri del personale del Parlamento
e che desiderino avere accesso ai locali del Parlamento a seguito di eventi e visite cancellate.


3. Salvo diversa disposizione del paragrafo 1, gli organi del Parlamento, riuniti in seduta plenaria,
le riunioni ordinarie e straordinarie delle commissioni e i gruppi politici non sono limitati nella loro capacità di funzionare normalmente,
ma senza la presenza di visitatori diversi da quelli specificamente invitati dal rispettivo Presidente in qualità di oratori.
Le riunioni plenarie del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale nei locali del Parlamento rimangono possibili alle stesse condizioni.


4. I rappresentanti dei mezzi di comunicazione di massa non sono esclusi dall’accesso ai locali del Parlamento, a meno che non sia richiesto dall’articolo 2.

5. La Casa della storia europea, il Parlamentarium e i siti di Europa Experience continuano ad essere aperti ai visitatori
a meno che e nella misura in cui le autorità locali competenti non indichino diversamente.


Articolo 2

1. L’accesso agli edifici del Parlamento europeo è negato alle persone che abbiano visitato,
negli ultimi 14 giorni prima di richiedere l’accesso ai locali del Parlamento, le aree indicate nell’elenco pubblicato sull’Intranet del Parlamento al seguente link :


European Parliament Extranet

Quindi il buona Sassoli accoglie tutti e condanna i poveri greci
che non sanno più come fare per per gestire questi flussi migratori,
praticamente appoggiando il dittatore Erdogan, un signore che mette in galera l’opposizione,
dall’altro però chiude il Parlamento Europeo come una sorta di Castello Medievale,
scoraggiando gli stessi deputati e dipendenti che, MALEDETTI LORO,
abbiano avuto la pessima idea di essere passati per il nord Italia.
Perchè l’accoglienza della casa europea è ovunque, MA NON nel Parlamento, che magari si rischia un’influenza.
Il coraggio, come diceva Don Abbondio, uno se non l’ha non se la può dare
.

Certo Sassoli può sempre contraddirli offrendo a questi profughi una bella visita premio all’emiciclo di Strasburgo,
per farli sentire parte dell’Europa. Però non aspettiamo mesi, facciamolo DOMANI.
 
La crisi del coronavirus - secondo gli economisti- rischia di avvicinare l’arrivo
di un’altra tempesta finanziaria ed economica, già da tempo prevista (quella dell’aumento mondiale dei tassi di interessi).

L’Italia ne sarà colpita, ma il governo italiano mostra di affrontare le tempeste attuali
e quelle in arrivo solo con misure congiunturali e non strutturali.

Anche alcuni oppositori si limitano a criticarlo solo per la pochezza dei sussidi ai danneggiati dall’epidemia
e non anche per l’assenza di un programma che cominci a risolvere i problemi strutturali dell’economia italiana.

Certo che sono pochi 3,6 miliardi!
Ma che senso ha criticare il governo per la pochezza dei risarcimenti già erogati ai danneggiati dal coronavirus?

Qualunque governo avrebbe fatto più o meno la stessa cosa, con le restrizioni imposte dagli obblighi e dai limiti dell’Ue
liberamente assunti con gli altri soci dell’area dell’euro.

Ha poco senso poi accusare il governo di lesinare, dato che ogni governo è felice di spendere soldi pubblici
per elargire benefici e acquisire consensi se gli è consentito.

Tanto a pagare saranno i contribuenti e le future generazioni, e cioè anche gli elettori non ancora nati.

E, infatti, se l’Ue concederà ancora più flessibilità il governo italiano non mancherà di elargire altri risarcimenti.

E Giuseppe Conte e compagni avranno la faccia di tolla da esultare in televisione,
vantandosi per una supposta “vittoria” sui cattivi europei fautori della deprecata austerità.

Come se non sapessero che quelle restrizioni non sono dovute all’iniquità dell’Europa, ma all’enormità del debito pubblico italiano!

Come se non sapessero che quelle ulteriori erogazioni (certo necessarie) fossero un regalo di Bruxelles
e non andassero a rimpolpare il già esorbitante debito pubblico italiano!

Come se non sapessero che ogni ulteriore erogazione sia un onere che un giorno gli italiani di oggi,
e soprattutto quelli di domani e dopodomani (i nostri figli e nipoti) dovranno ripagare!

Sono quelle ignobili sceneggiate (del tipo “Evviva! abbiamo strappato più flessibilità all’Europa!”)
che ci dovrebbero irritare e indignare perché rivelano una vecchia (e bipartizan) rimozione della vera origine (il debito pubblico)
delle restrizioni dei governi italiani anche in caso di calamità come un’epidemia.
Si tratta anche di una rimozione delle vere cause della recessione di fatto già in corso nell’economia italiana e che il coronavirus non crea, ma aggrava.

No. Il governo giallo-rosso deve essere, invece, criticato soprattutto perché sta rimuovendo le vere cause della recessione
e sta nascondendo la sua inadeguatezza costitutiva ad affrontarle
.

Sta, infatti, cercando di fare passare misure congiunturali e di routine per misure “risolutive”
e addirittura per una “terapia d’urto”, il che è francamente ridicolo.

Il governo attuale è, per la sua stessa natura e costituzione, incapace persino di concepire un programma
che includa le necessarie riforme strutturali (pubblica amministrazione, giustizia, fisco, scuola)
e un altrettanto necessario risanamento strutturale dei conti pubblici italiani.

Sono invece queste le mancanze che hanno prima rallentato e poi provocato la recessione dell’economia italiana
già registrata per il 4/o trimestre del 2019, quando si è segnato un -0,3% rispetto al trimestre precedente.

Una recessione - ripetiamolo- che il coronavirus non ha creato, ma ha aggravato,
mettendo allo scoperto le carenze strutturali italiane e persino la scarsezza di risorse per fare fronte con adeguati risarcimenti ai cittadini danneggiati.

Certo nemmeno il governo Conte-Gualtieri è responsabile della recessione registrata alla fine del 2019 e delle ristrettezze finanziarie.

Tuttavia, innanzitutto deve essere tenuto per responsabile del suo aggravamento dato che è molto probabile
(anche se non ancora provato) che la dissennata e spettacolare decisione di bloccare i voli diretti dalla Cina a fine gennaio
abbia provocato l’introduzione in Italia del virus portato dall’introvabile “paziente zero” (cinese o no)
probabilmente arrivato dalla Cina in Italia con un volo indiretto, come era prevedibile ed era stato previsto dai virologi;
una decisione demenziale a cui è seguita la caotica gestione dell’epidemia che ha fatto dell’Italia il malato d’Europa.

Quel governo si sta dimostrando incapace di affrontare alla radice i mali dell’economia italiana
che sono insieme sia congiunturali, sia strutturali per cui vanno affrontati non con i pannicelli caldi, ma con misure sia congiunturali, sia strutturali.

C’è poi una ragione importante che rende oggi il risanamento dei conti pubblici
e le riforme strutturali particolarmente necessari ed urgenti ed è che la crisi del coronavirus non può che avvicinare
un’altra tempesta da tempo prevista dagli economisti e che ormai si profila all’orizzonte:
quella della fine del lungo periodo favorevole dei bassi tassi di interesse
e di liquidità abbondante garantita finora dalle Banche centrali
sia americana, sia europea.

Un periodo di bel tempo di cui tutti i governanti italiani (di destra e di sinistra) non hanno approfittato per riparare le falle della nave-Italia.

Non sa esattamente con precisione quando, ma la nuova tempesta dei tassi di interesse prima o poi arriverà.
E allora la nave-Italia rischierà una crisi finanziaria innescata da un’impennata dello spread simile a quella del 2011.

Cosa prevedono infatti gli economisti?

In breve: finora i tassi di interesse sono stati tenuti artificialmente bassi (addirittura a livello attorno a zero)
dalle Banche centrali americana ed europea e ciò ha consentito agli stati di finanziarsi a buon mercato.

Le stesse Banche centrali negli ultimi anni hanno anche stampato moneta in quantità enormi (più che quadruplicando la “base monetaria”).

La Bce di Mario Draghi lo ha fatto (con il voto costantemente contrario dei tedeschi) soprattutto il famoso Quantitative Easing (QE),
ha cioè comprato titoli di stato di paesi indebitati, tenendo bassi i loro tassi di interesse.

Contemporaneamente, le Banche Centrali, per evitare l’inflazione da eccesso di liquidità,
hanno obbligato le banche a rimpolpare notevolmente il proprio capitale e a restringere quindi il credito
con effetti di contenimento dell’inflazione (anche se a spese della crescita).
A evitare l’inflazione ha contribuito anche la globalizzazione che, con l’apertura ai prodotti asiatici, ha tenuto bassi i prezzi mondiali.

Ebbene questa situazione di “tempo bello” apparentemente stabile è destinata - secondo tutti gli economisti - prima o poi, a finire.

Non si sa quando, ma sembra certo che, prima o poi, per l’enorme massa di danaro in circolazione,
e per la fine della fase ruggente della globalizzazione cominceranno in Europa delle tensioni inflazionistiche (cioé i prezzi aumenteranno).

La politica dei dazi di Trump ed il coronavirus sono due drammatiche battute di arresto
che significano anche un avvicinamento di alti prezzi ed alti tassi di interesse.

A quel punto la Banca centrale europea smetterà di creare liquidità, di stampare moneta e di acquistare titoli di stato.

Comincerà, anzi, invece a venderli riassorbendo la moneta circolante senza reimmetterla in circolazione.
Anche i grandi gruppi finanziari cominceranno a vendere i titoli di degli stati indebitati e si sposteranno su quelli che lo sono meno.

A quel punto i tassi di interesse aumenteranno sempre più, rendendo sempre più pesante il debito pubblico degli stati.

I “mercati” cominceranno allora nuovamente a nutrire dubbi sulla sostenibilità del debito italiano e il cosiddetto “spread”
(differenza tra i tassi dei titoli italiani e tedeschi) raggiungerà nuove vette.

Vi saranno allora tutte le condizioni perché si ricrei la situazione del 2011.
.........e - chissà come mai - succederà quando al governo ci sarà il centro destra.
 
Il Corona virus spunta fuori a Wuhan l’11 dicembre 2019;
dal primo caso ai contagi non passa molto tempo,
lo stesso 11 gennaio è confermata la prima vittima nel Paese
ed il 13 gennaio il primo decesso fuori dai confini, in Thailandia.

Subito dopo il misterioso virus colpisce ancora: altri 6 casi in Cina e casi sospetti in Australia e Filippine.

A mano a mano si registrano altri casi in Usa, Francia e Italia...........
 
Qualcosa non ha funzionato.

Jerome Powell era intervenuto pochi giorni fa per affermarechela FED sarebbe intervenuta a sostegno dell’economia,
messa in crisi da Coronavirus, ed ha tenuto fede alle sue parole.

Ora è intervenuto ed ha abbassato i tassi della FED di un 0,5%, portandoli a 1,25%,il primo taglio del genere dal 2008.

Questo indica che la situazione è tesa e che non tutto va bene, anche se, dopo i tagli,
Powell ha affermato che i fondamentali dell’economia sono buoni, sorta di mantra che segue tutte le sue mosse.

Peccato che l’effetto delle sue parole sia durato un quarto d’ora e poi i titoli abbiano ripreso a scendere:



Alla fine si è chiuso con un -2,83% .

Ancora peggio la situazione dei titoli di stato USA, che hanno sfondato il muro del 1%



Cosa è successo?

Un ribasso così ampio ed inatteso ha dato la sensazione che la situazione sia più grave
di quanto prima preventivato per cui la borsa, che lavora di previsioni, dopo aver digerito il mezzo punto in meno,
ha scontato un peggioramento molto più ampio dell’economia, e si è buttata sul reddito fisso.

A questo punto ci si attende almeno altri due ribassi nel prossimo futuro,
ed il mercato si ricorda che, nel 2008, dopo il primo taglio di 0,50% ve ne fu uno di 0,75%.

Solo che con un -0,75% si torna a 0,5%, cioè al 2017 e poi si passa a zero.

Due anni e mezzo passati per niente.

Quale effetto avranno questi tagli, quando la banca centrale sembra ormai disarmata?
Powell si inventerà qualcosa di diverso?

Nel frattempo,dopo aver detto inizialmente che la situazione non era grave,
Lagarde e la BCE si dicono pronti ad intervenire per difendere l’economia.

Qualcuno li avrà svegliati dai loro sonni verdi ?

Qui però partiamo da tassi negativi del -0,5%.

Cosa si inventeranno a Francoforte?

Helicopter Money o QE?
 
Da quando il Covid-19 ha registrato i primi contagi in Italia, diversi Paesi hanno iniziato a prendere precauzioni a riguardo.

Questo significa che molti viaggiatori italiani si sono ritrovati a non poter volare a causa di cancellazioni di rotte da e per l’Italia.

Oltre a ciò, alcuni Stati hanno sospeso temporaneamente il visto ai cittadini delle nazioni dove il virus si è diffuso di più: Cina, Giappone, ma anche Italia.
Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Paesi che sospendono il visto ai cittadini italiani
Molti, tra i Paesi che negano l’ingresso ai nostri conterranei, necessitano di un visto obbligatorio di cui,
come si può facilmente intuire, in questi giorni è stato sospeso il rilascio.

L’altro ieri il Consiglio dei Ministri del Nepal ha deciso di sospendere il rilascio del visto
ai cittadini cinesi, giapponesi, coreani e italiani, a partire dal 7 marzo prossimo.
Ottenere il visto non è impossibile: va richiesto presso le nostre rappresentanze diplomatiche del Nepal,
perché non verrà in alcun modo rilasciato al nostro arrivo in territorio nepalese.
Oltre al passaporto, per ottenere il visto nelle nostre ambasciate bisogna consegnare un certificato sanitario firmato dal proprio medico.
Comunque il governo nepalese non ha escluso di arrestare i voli da e per le nazioni in cui sono stati rilevati casi di coronavirus, tra cui appunto l’Italia.
È un’eventualità da considerare.

Oggi le autorità dell’India hanno disposto la sospensione di validità dei visti e-vista emessi prima del 3 marzo (oggi appunto),
per tutti i cittadini cinesi, italiani, della Corea del Sud, giapponesi, iraniani.
Il Ministero degli esteri indiano ha sospeso il rilascio del visto per i cittadini italiani già dal 28 febbraio,
e dal 2 marzo ha adottato lo stesso provvedimento anche il Consolato generale a Milano.

Stati che hanno chiuso le frontiere ai cittadini italiani
Ricordandosi sempre che le notizie su questo ambito sono in continua evoluzione,
sembra che ad oggi già 12 Stati abbiano bloccato l’ingresso agli italiani.

L’ultimo sarebbe lo Stato di Israele, a quanto pare.
Tra gli altri ci sono Seychelles, Kuwait, Capo Verde, Vietnam, Iraq, Turkmenistan, Mauritius,
El Salvador, Bahrein, Arabia Saudita e Giordania.

Gli italiani (e tutti i viaggiatori che partono dall’Italia) che cercassero di raggiungere questi Paesi, verrebbero rispediti indietro:
dunque è consigliabile rinunciare al volo, anche se è già prenotato.

Molti altri Stati, pur non impedendo l’ingresso ai viaggiatori provenienti dall’Italia, impongono severe misure restrittive,
che si applicano all’ingresso nel territorio nazionale: in particolare c’è l’obbligo di sottoporsi ad un test per verificare l’eventuale infezione da coronavirus.
Nel caso di esito positivo, sono previste misure di quarantena presso strutture sanitarie del luogo.

Tra gli Stati che applicano questo protocollo ai passeggeri italiani ci sono la Bielorussia, la Georgia, gli Emirati Arabi Uniti.

Molti altri Paesi impongono la quarantena obbligatoria ai viaggiatori provenienti dall’Italia;
tra questi il Vietnam, il Bangladesh, il Botswana, e da ieri la Nuova Zelanda.

La situazione in Russia è più complicata, vista la sua estensione.
In tutti gli aeroporti vengono eseguiti controlli sanitari, e alcuni Stati limitrofi hanno chiuso le frontiere per i cittadini italiani, come la Mongolia.

Indubbiamente il modo migliore per accedere alle notizie più recenti e più autorevoli è visitare il sito VIAGGIARE SICURI della Farnesina.
Nella sezione “aggiornamenti” vengono pubblicati e messi in evidenza gli avvisi riguardanti ogni singolo Stato.

Compagnie aeree e Stati che hanno sospeso i voli da e per l’Italia
Alcune compagnie aeree hanno autonomamente deciso di sospendere i voli da e per l’Italia,
come Bulgaria Air e Kuwait Airways, e più recentemente Turkish Airlines e Delta Airlines
(quest’ultima solo per quanto riguarda i voli che hanno come destinazione Milano Malpensa).
La compagnia Latam Airlines ha sospeso in queste ore i voli tra San Paolo (Brasile) e Milano.
Oltre a queste, i governi di alcuni Stati hanno sospeso momentaneamente i voli tra l’Italia e i territori statali.
Tra questi ci sono la Giordania, che ha sospeso i voli delle compagnie Royal Jordanian e Easyjet, poi il Libano e l’Uzbekistan.
Le autorità dell’Oman hanno sospeso i voli tra Milano e Salalah, mentre sono ancora operativi i voli Milano-Mascate.

Stati Uniti
Le compagnie aeree che effettuano tratte tra l’Italia e gli Stati Uniti stanno riducendo o sospendendo i voli da e per l’Italia:
in particolare i passeggeri vengono sottoposti a controllo sanitario e, in caso di sintomi, potrebbe essere negato l’imbarco.
Proprio il governo statunitense raccomanda (non vieta) di evitare le zone rosse del nostro Paese,
conferendo un livello di allerta 4; per il resto dell’Italia, il livello di allerta degli Stati Uniti è 3.

Anche per quanto riguarda la situazione dei voli, il sito Viaggiare Sicuri aggiorna costantemente le notizie per ogni Stato del pianeta.

La situazione in Europa
Ad oggi pare che nessuno Stato europeo abbia adottato provvedimenti riguardanti la sospensione dei voli o la chiusura delle frontiere.
Nonostante ciò, quasi tutte le nazioni d’Europa raccomandano l’adozione di una serie di misure di prevenzione
volte ad evitare la diffusione del virus. Si raccomanda di contattare una struttura medica in caso di sintomi
che potrebbero essere causati dal virus, e di rimanere all’interno della propria struttura abitativa.
In tutti gli aeroporti europei più trafficati si effettuano controlli sanitari.

Ancora una volta il sito Viaggiare Sicuri fornisce le notizie più aggiornate ed autorevoli anche riguardo gli Stati europei.
 
Ghassan Salamé getta la spugna e abbandona la Libia che sprofonda ulteriormente nel baratro.

L’inviato dell’Onu per la gestione della crisi nel paese nordafricano si è dimesso il 2 marzo 2020,
ufficialmente per motivi di salute, e si apre così la corsa per individuare il successore.

Ma chi vorrà subentrare in un ruolo difficile e complicato come quello della stabilizzazione della Libia.

Gli sviluppi nel Paese sono quotidiani e al momento regna il caos.
Salamè ha fatto quello che ha potuto, confrontandosi con le parti incostanti e che non hanno mai dato un serio segnale di voler risolvere i problemi.
Ma adesso l’inviato dell’Onu ha deciso di non “stressarsi” ancora e lascia che sia un altro a giocare la difficile partita in Libia.

Tutto è accaduto nel silenzio generale, ma certamente la notizia delle dimissioni non ha sorpreso la comunità internazionale già intenta alla ricerca di un successore.

E adesso l’Italia che farà?
L’occasione potrebbe essere favorevole per indicare un italiano per questo ruolo delicato ma fondamentale per il nostro Paese visti i legami con la Libia,
gli interessi economici in gioco e il tema immigrazione.

Ma all’interno della comunità internazionale abbiamo il giusto peso per imporre un nostro candidato?

Eppure, qualcuno ci sarebbe si sussurra in certi ambienti dove si fa il nome di Minniti,
l’ex ministro dell’Interno che durante il suo mandato ha lavorato sulla questione libica.
Ma i giochi non si fanno a Roma e Roma, in questo momento, forse non è così forte per portare a casa la partita.

Nel silenzio quasi generale, soprattutto in Italia dunque, l’ennesimo mediatore in Libia alza le mani e lascia.

Salamè ha chiesto al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, di sollevarlo dall’incarico augurando “alla Libia pace e stabilità”.

“Per due anni ho cercato di riunire i libici, frenare le interferenze esterne e preservare l’unità del Paese.
La mia salute – ha scritto su Twitter – non consente più questo livello di stress”.

Ma forse si è solo stancato dei continui tira e molla della parti.
Infiniti cambi di idea, nessuna prospettiva e troppe ingerenze straniere hanno sfiancato anche uno come Salamè
che dalla sua aveva un curriculum di peso e la capacità di dialogo.

La situazione in Libia, dunque, è sempre più drammatica.

La presenza turca, a sostegno del governo riconosciuto dalla comunità internazionale e guidato da Fayez al Sarraj,
ha contribuito a destabilizzare ulteriormente il già precario equilibrio.

L’avanzata verso Tripoli del generale Khalifa Haftar, proprio per la presenza di Ankara, è stata in parte rallentata.
Ma l’obiettivo dell’uomo forte della Cirenaica rimane.

La spaccatura è profonda e chi cerca punti di riferimento potrebbe non trovarli.
Il generale Haftar continua a chiedere lo smantellamento dei miliziani di Tripoli,
che pare si siano infiltrati anche all’interno dell’intelligence libica.

E anche il ministro dell’Interno, comincia a mostrare una certa intolleranza verso i gruppi.

Intanto, il rischio terrorismo in Libia non è più solo un’ipotesi giornalistica.
Nella Relazione che i servizi segreti hanno presentato al Parlamento, è stato messo nero su bianco
come la jihad in quei territori rappresenti un vero allarme.

L’attenzione dell’intelligence è su “taluni effetti collaterali del conflitto, verosimilmente destinati a sopravvivergli
l’afflusso di importanti aliquote di mercenari stranieri; la ripresa dell’attivismo di Daesh nel Sud;
il rischio dell’emergere di rotte che, attraverso l’hub sudanese, si prestano ad essere sfruttate
per condurre i returnees africani dal teatro siro-iracheno verso le aree desertiche meridionali”.

Tutto questo rende, se possibile, la Libia ancora più incandescente.

Le trattative per nominare il successore di Salamè sono in corso e ancora una volta
la Francia tenterà di piazzare il suo uomo a discapito degli interessi italiani.
 

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