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La tendenza rialzista dell'EUR/CHF rimane intatta, mentre l'USD rispetto all'EUR non aumenterà affatto e rispetto al CHF solo leggermente. Contemporaneamente il GBP dovrebbe rimanere sotto pressione e il JPY non dovrebbe svalutarsi ulteriormente. Sebbene attualmente per addirittura due pesi massimi dell'Eurozona degli sviluppi preoccupanti siano al centro dell'attenzione del mercato, l'EUR non si è trovato in difficoltà rispetto al CHF. Né le turbolenze che hanno colpito il gigante finanziario Deutsche Bank, né la situazione sempre irrisolta delle banche italiane e neppure il prossimo referendum sulla riforma costituzionale in Italia – il cui esito potrebbe determinare una crisi politica per la terza economia dell'Unione monetaria – sono riusciti finora a contrastare la leggera tendenza rialzista della moneta unica. Soprattutto grazie al percorso di ripresa congiunturale sempre ben supportato dell'Unione monetaria la fiducia degli investitori nell'euro dovrebbe continuare a rimanere intatta. Riteniamo quindi che l'EUR rispetto all'USD possa continuare ad affermarsi, tanto più che solo per la metà del 2017 ci aspettiamo un prossimo aumento dei tassi della Fed. Anche rispetto al CHF, l'EUR dovrebbe continuare la rivalutazione e sul periodo di un anno dovrebbe riuscire a superare il livello di 1.10. Quanto all'USD/CHF per i prossimi mesi continuiamo a prevedere un movimento laterale. Una rivalutazione del biglietto verde, provocata dalla Fed, dovrebbe avvenire solo dalla seconda metà del prossimo anno. La sterlina britannica dovrebbe rimanere sotto pressione Theresa May ha comunicato i primi punti di riferimento relativi alla tabella di marcia per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e ha deciso di procedere con un buon passo. Il nuovo Primo ministro britannico non desidera solo avviare la Brexit entro la fine di marzo 2017, ma allo stesso tempo si esprime in favore di un'uscita dura e senza compromessi, il che ha messo ulteriormente sotto pressione la sterlina. Secondo la nostra stima, questa pressione dovrebbe continuare ed eventualmente con l'inizio delle trattative per l'uscita dovrebbe ulteriormente aumentare. Sul periodo di un anno queste turbolenze sui mercati delle divise dovrebbero tuttavia essere di nuovo assorbite, per cui per il GBP tra un periodo di tre mesi (ancora prima dell'inizio delle trattative per l'uscita) e un periodo di dodici mesi prevediamo un movimento laterale o solo leggermente al ribasso (cfr. grafico). Con un orientamento tendenzialmente laterale dovrebbe rimanere anche l'USD/JPY. Sebbene il nuovo orientamento della BoJ che prevede il superamento dell'obiettivo inflazionistico del 2% il prima possibile – finora lo si voleva raggiungere entro il 2018 – faccia sembrare probabile ulteriori allentamenti della politica monetaria ultraespansiva, non ci aspettiamo alcun indebolimento del JPY. Infatti, l'aumento della volatilità sui mercati (il JPY è considerato una valuta rifugio tradizionale) e il nuovo irrigidimento della politica monetaria USA, previsto per il prossimo anno, dovrebbero ostacolare un'ulteriore svaluta