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Metatarso

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Pazzesco! :eek::eek::eek:

Cardarelli, chirurgo opera mentre ha l'infarto

Claudio Vitale, 59 anni, primario nel reparto di Neurochirurgia all'ospedale Cardarelli ha portato a termine l´intervento su un ammalato di tumore al cervello nonostante un attacco cardiaco. Finito l'intervento è stato sottoposto ad "angioplastica" ed è stato ricoverato in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente
di Giuseppe Del Bello

«Non potevo abbandonare in un momento delicato. E non sono un eroe, ho solo fatto il mio dovere». Si schernisce e glissa sul fatto che ci poteva rimettere la vita, il neurochirurgo che ha continuato ad operare con un infarto addosso.
Cardarelli, tarda mattina di lunedì scorso. Sul lettino del complesso di Neurochirurgia c´è un anziano paziente, affetto da "glioblastoma". È un tumore che ha coinvolto una delicata area del cervello. Gli anestesisti gli infilano l´ago in vena, lentamente parte la soluzione che induce il sonno artificiale. Pronto, "lavato" come si dice in gergo tecnico e con la mascherina sul viso, c´è Claudio Vitale, il 59enne primario "incaricato". Inizia l´intervento.
Tutto sembra filare liscio, ma Vitale a un certo punto accusa un dolore al petto. È molto forte. Una smorfia, il chirurgo continua. Pensa a un reumatismo, si concentra sul campo operatorio. Ma col passare dei minuti, quel pugno al centro del torace si fa sempre più stretto. Lo specialista intuisce la gravità. Può essere un attacco cardiaco. Lo dice ai collaboratori. Lo invitano a smettere, lui si rifiuta. C´è un´emorragia da dominare e Vitale acconsente solo a farsi fare un prelievo di sangue per avere conferma del sospetto. Dieci minuti e l´infermiere agita il referto: "Infarto posteriore".
Il medico dovrebbe lasciare, ma da lui ancora un no deciso: «Prima finisco, poi mi ricovero». Sopporta il dolore e conclude l´intervento. Con successo. Nell´antisala è pronta la barella e trenta minuti dopo Vitale è sottoposto ad "angioplastica" per disostruire la coronaria. In serata è in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente
il tragico è che con un glioblastoma si vive dai 3 ai 6 mesi , non c'è cura. L'operazione riesce a togliere ben poco, si vive solo un mese in più, poteva anche fare a meno di operare. :wall: Ma i neurochirughi non lo dicono, preferiscono operare (e guadagnare :rolleyes:).
 

Sharnin 2

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il tragico è che con un glioblastoma si vive dai 3 ai 6 mesi , non c'è cura. L'operazione riesce a togliere ben poco, si vive solo un mese in più, poteva anche fare a meno di operare. :wall: Ma i neurochirughi non lo dicono, preferiscono operare (e guadagnare :rolleyes:).
Glioblastoma, nuove cure all’orizzonte
Uno studio tedesco apre uno spiraglio utilizzando un vecchio farmaco, ma si studiano anche altre armi

MILANO - La ricerca fa un passo avanti nella cura del più aggressivo tra i tumori del sistema nervoso, il glioblastoma. La buona notizia arriva da uno studio tedesco pubblicato sull’ultimo numero della rivista Journal of Clinical Oncology che riporta i risultati di una sperimentazione su 39 malati di questa forma di neoplasia cerebrale. I ricercatori dell’università di Bonn - in collaborazione con altri colleghi tedeschi e svizzeri - hanno testato con successo la combinazione di due farmaci, lomustina (un chemioterapico di vecchia generazione) e temozolomide (farmaco standard nelle terapie), in aggiunta alla tradizionale radioterapia, ottenendo un significativo aumento della sopravvivenza dei pazienti.
AGGRESSIVO E FATALE, MA SI APRE UNO SPIRAGLIO - Il glioblastoma ogni anno colpisce nel mondo circa 175mila persone e causa 125mila morti. È un tumore che cresce rapidamente e nella maggior parte dei casi lascia poco più di un anno di vita dal momento della diagnosi. In un contesto così difficile, è perciò importante riuscire a guadagnare del tempo. Se la sopravvivenza dei pazienti con glioblastoma si aggira intorno ai 14,6 mesi, il nuovo mix terapeutico testato dalla sperimentazione tedesca può essere considerato un successo, avendo raggiunto la media di circa 23 mesi. Sette dei 39 pazienti, inoltre, hanno superati i quattro anni.
LO STUDIO TEDESCO - «Pur dovendo ammettere che questa forma di cancro resta per ora “intrattabile”, questo notevole prolungamento della vita dei malati ha stupito persino noi – ha commentato il coordinatore della ricerca Ulrich Herrlinger, della Schwerpunkt Klinische Neuronkologie dell’Università di Bonn -. Il 47,4 per cento dei partecipanti è rimasto in vita due anni e il 18,5 per cento è arrivato a quattro anni. Per questo stiamo già programmando un secondo trial clinico che coinvolga un maggior numero di pazienti e che riesca a ottimizzare la cura». Finora i medici hanno considerato come strategia di riferimento contro il glioblastoma la combinazione di radioterapia e chemioterapia concomitante. Per la chemio il farmaco che negli ultimi anni si era rivelato più efficace era la temozolomide, ma i ricercatori di Bonn hanno aggiunto la lomustina. Un successo in termini di sopravvivenza, «ma – hanno ammesso gli studiosi - con una notevole tossicità per i pazienti». Per questo uno degli obiettivi della nuova sperimentazione sarà quello di limitare, se possibile, gli effetti collaterali indesiderati.
 

Metatarso

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Se la sopravvivenza dei pazienti con glioblastoma si aggira intorno ai 14,6 mesi, il nuovo mix terapeutico testato dalla sperimentazione tedesca può essere considerato un successo, avendo raggiunto la media di circa 23 mesi. Sette dei 39 pazienti, inoltre, hanno superati i quattro anni.
Sta minkia. E perdonate la licenza poetica :rolleyes: dipende dalla fortuna, dalla localizzazione, ecc ecc ed è meglio che non ti dica come si vivono la gran parte di quei 14.6 mesi, che non è questa la sede
 

Sharnin 2

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Sta minkia. E perdonate la licenza poetica :rolleyes: dipende dalla fortuna, dalla localizzazione, ecc ecc ed è meglio che non ti dica come si vivono la gran parte di quei 14.6 mesi, che non è questa la sede
Guarda che c'è gente che ci tiene anche a quei mesi in più. Comunque uno l'ho conosciuto anch'io.
 

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