Non sono d’accordo.
Perché se abbandoniamo l’idea di Dio come essere giusto e buono, secondo i nostri canoni, potremmo scoprire che l’idea di perfezione trascende il concetto tradizionale di bene e male.
E un Dio perfetto, a suo modo, potrebbe avere nei riguardi dell’uomo lo stesso rapporto che noi abbiamo nei confronti dei nostri figli ma molto più cinico.
Liberi di sbagliare per dargli la possibilità di crescere.
Questa idea di crescita, però, potrebbe non essere comprensibile all’intelletto umano ma solidale a quella di un universo perfetto.
In sintesi siamo degli strumenti ai quali non è data la possibilità di capire ma solo di partecipare.
Primo problema: come possiamo partecipare senza comprendere?
Se già tutto deciso che senso ha il libero arbitrio?