La Chiesa si preoccupa della qualità del vostro amore. (1 Viewer)

carrodano

Forumer storico
argomento del 3D
morale cristiana e maturità affettiva.

postulato n. 1

lei potrebbe essere mia amica e sarei felice... se deve essere amica
lei potrebbe essere mia moglie e sarei felice ...se deve essere mia moglie
lei potrebbe essere una persona di cui sono innamorato e sarei felice

ma

se poi è un'amica deve restare un'amica
se poi è tua moglie deve restare tua moglie
se poi sei innamorato di lei, lei deve essere innamorata di te

in poche parole i ruoli ben definiti e massima trasparenza

le aporie vanno risolte

e Dio sopra tutto
 

ricpast

Sono un tipo serio
carrodano ha scritto:
le aporie vanno risolte


Il termine greco aporìa significa letteralmente "dubbio". L'aporia è la difficoltà irrisolvibile che fa riferimento a un determinato procedimento razionale. Sono esempi di aporia il paradosso di Zenone sul movimento o le difficoltà inerenti alla dimostrazione del concetto di infinito e divisibilità infinita. L'aporia è dunque una impasse logica legata ad uno stato oggettivo del problema, nel quale la realtà che si mostra nell'esperienza entra in conflitto con la realtà mostrata dalla logica.
 

Catullo

Forumer storico
VOLANTE 1 ha scritto:
Non lo vogliamo capire perché il tuo Dio ci ha lasciati liberi di ragionare con la nostra testa e non con la tua. Ci ha creati liberi di fornicare, di masturbarci, di farci i c...i nostri, di non ascoltare le c....te che racconta certa gente, o peggio di rubare, di ammazzare, di fare la guerra, di comportarci come certi preti pedofili, etc. etc.
Ma se ha fatto questo, è meglio che non esista.

Non sono d’accordo.
Perché se abbandoniamo l’idea di Dio come essere giusto e buono, secondo i nostri canoni, potremmo scoprire che l’idea di perfezione trascende il concetto tradizionale di bene e male.
E un Dio perfetto, a suo modo, potrebbe avere nei riguardi dell’uomo lo stesso rapporto che noi abbiamo nei confronti dei nostri figli ma molto più cinico.
Liberi di sbagliare per dargli la possibilità di crescere.
Questa idea di crescita, però, potrebbe non essere comprensibile all’intelletto umano ma solidale a quella di un universo perfetto.
In sintesi siamo degli strumenti ai quali non è data la possibilità di capire ma solo di partecipare.

Primo problema: come possiamo partecipare senza comprendere?
:(
Se già tutto deciso che senso ha il libero arbitrio?
 

VOLANTE 1

Forumer attivo
Catullo ha scritto:
Non sono d’accordo.
Perché se abbandoniamo l’idea di Dio come essere giusto e buono, secondo i nostri canoni, potremmo scoprire che l’idea di perfezione trascende il concetto tradizionale di bene e male.
E un Dio perfetto, a suo modo, potrebbe avere nei riguardi dell’uomo lo stesso rapporto che noi abbiamo nei confronti dei nostri figli ma molto più cinico.
Liberi di sbagliare per dargli la possibilità di crescere.
Questa idea di crescita, però, potrebbe non essere comprensibile all’intelletto umano ma solidale a quella di un universo perfetto.
In sintesi siamo degli strumenti ai quali non è data la possibilità di capire ma solo di partecipare.

Primo problema: come possiamo partecipare senza comprendere?
:(
Se già tutto deciso che senso ha il libero arbitrio?

Allora se capisco bene partiamo da due ipotesi diverse: tu credi in Dio, io no.
No, perché non tollero l'idea che un essere onnipotente, per qualsiasi ragione, lasci al libero arbitrio umano la possibilità di commettere crimini e scelleratezze di ogni tipo.
D'altra parte Dio, sia per la Chiesa cattolica come per altre religioni monoteiste, è ineffabile. Alla fine della giostra l'idea di Dio non serve per spiegare questo mondo perché nessuno sa come è fatto Dio, ma è un paravento che è utilissimo a stabilire le regole della società, per come le vorrebbe un'oligarchia politico-religiosa, ed è utile a diminuire l'ansia della popolazione perché è qualcosa in cui credono in molti anche se nessuno sa esattamente cos'è.
 

Catullo

Forumer storico
Non credo in Dio nel senso tradizionale del termine.
Semplicemente prendo atto dell’incapacità dell’essere umano di spingersi oltre un certo grado di comprensione.
Che sia IO ad aver creato tutto questo o che ci sia un disegno che mi sovrasta poco importa.
Cogito ergo sum, diceva Cartesio, penso dunque sono.
Questo essere fa parte di qualcos’altro o sono io Dio di me stesso incapace di comprendermi?
Le scelleratezze di cui parli sono solo una faccia della medaglia.
Bene e male, bianco e nero, sofferenza e felicità…….non esiste l’uno senza l’altro.
Dio non è buono, non è cattivo, non è femmina o maschio, non ha colore ma è tutto questo insieme; è qualcosa che trascende il mio essere razionale e al quale molti tentano di avvicinarsi attraverso la spiritualità.
Purtroppo caratterizzando Dio e sperando di trovare in lui una consolazione alla inesplicabilità dell’essere uomo.
O, cosa più grave, utilizzandolo per i propri fini.
 

VOLANTE 1

Forumer attivo
Catullo ha scritto:
Non credo in Dio nel senso tradizionale del termine.
Semplicemente prendo atto dell’incapacità dell’essere umano di spingersi oltre un certo grado di comprensione.
Che sia IO ad aver creato tutto questo o che ci sia un disegno che mi sovrasta poco importa.
Cogito ergo sum, diceva Cartesio, penso dunque sono.
Questo essere fa parte di qualcos’altro o sono io Dio di me stesso incapace di comprendermi?
Le scelleratezze di cui parli sono solo una faccia della medaglia.
Bene e male, bianco e nero, sofferenza e felicità…….non esiste l’uno senza l’altro.
Dio non è buono, non è cattivo, non è femmina o maschio, non ha colore ma è tutto questo insieme; è qualcosa che trascende il mio essere razionale e al quale molti tentano di avvicinarsi attraverso la spiritualità.
Purtroppo caratterizzando Dio e sperando di trovare in lui una consolazione alla inesplicabilità dell’essere uomo.
O, cosa più grave, utilizzandolo per i propri fini.

Adesso è più chiaro. A "cogito ergo sum" preferisco "coito ergo sum" .. :cool:
ma molti verbi potrebbero sostituirsi a "cogito": "soffro", "amo", "godo", etc.
Essere Dio di sé stessi mi sembra affine al solipsismo, il problema rimane: se parlo di Dio dicendo quello che non è, posso sostituire a Dio qualsiasi parola generica che non abbia connotati: "mistero", "vuoto", "indefinito", "inconoscibile", "trascendente", etc.
D'accordo invece sul fatto che Dio è sempre presente in noi: come archetipo e come necessità. Noi abbiamo bisogno della presenza di Dio, benché ragionevolmente non possiamo dimostrarne l'esistenza. Ne abbiamo bisogno come il bambino che ha i genitori ubriachi e ingrati non ne può tuttavia fare a meno. Ma questo è come siamo fatti noi. Non come è fatto Dio. :rolleyes:
 

Catullo

Forumer storico
VOLANTE 1 ha scritto:
Ne abbiamo bisogno come il bambino che ha i genitori ubriachi e ingrati non ne può tuttavia fare a meno. Ma questo è come siamo fatti noi. Non come è fatto Dio. :rolleyes:


Il fatto è che Dio non è ubriaco.
Siamo noi che, ubriachi, vogliamo riconoscerlo come nostro affine nella sua e nella nostra presunta "bontà".

Possiamo farlo: " e Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza".

E vero; ma al di là del bene e del male......
 

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