Argema ha scritto:
Non importa che tu parta da una condizione agnostica, il fatto stesso di pretendere che Dio ci stia tutto il giorno dietro vuol dire ragionare in termini di Dio padrone e non di Dio genitore.
Come può Dio farci da genitore coccolone e al contempo non schiacciarci con la sua presenza?
La presenza stessa di un essere superiore, presenza fisica, comporterebbe uno svilimento dell'essere umano. Ahivoglia che mi coccola, chi l'ha detto che lo voglia?
Parlando di un Dio "ineffabile" è difficile immaginare come Dio (che non sappiamo cos'è) potrebbe avvicinarsi a noi; tuttavia se ognuno di noi immaginasse di essere al posto di Dio potrebbe trovare milioni di modi per avvicinarsi all'essere umano; d'altra parte, essendo onnipotente nulla per lui è impossibile.
Argema ha scritto:
Volante .. sei tu che mi togli la libertà volendo un Dio a modo tuo. Pensa ..
potresti dire la stessa cosa di ogni persona che crede in un Dio diverso dal tuo, questo mi sembra un po' un discorso alla carrodano che da te non mi aspetto, anch'io potrei dire la stessa cosa di te quando mi vuoi imporre il tuo punto di vista. D'altra parte essendo socratico nell'impostazione non escludo a priori ipotesi che non mi sembrino assurde o masochiste.
Argema ha scritto:
Una variante apparentemente meno soffocante potrebbe vedere un Dio presente solo con chi lo vuole. E allora chi impedirebbe a coloro che lo vedono tutti i giorni di forzare gli altri per farglielo vedere? Non ti basta il passato come sempio? E per certi versi il presente?
Dio deve rimanere nascosto, dando peraltro la possibilità di scegliere se credervi o no. Posso ribattere a qualsiasi dubbio su questo punto.
questo mi sembra il parlare di chi non vede la pagliuzza nel proprio occhio: tu lo vedi ? perché mi sembra che sei tu che stai forzando me a vederlo. io non lo vedo e invito Dio a manifestarsi in modo evidente anche se possibilmnete non traumatico, d'altra parte se è veramente un Dio d'amore saprà sicuramente come farlo (magari sotto le sembianze di una bellissima principessa, perché no ..
)
Argema ha scritto:
Parli di DNA "imperfetto".
La perfezione credi che sarebbe migliore?
Nella perfezione cosa sarebbe la nostra vita? Una monotona, per fortuna terminabile, serie di atti senza gioia.
Perchè la gioia è conoscibile solo conoscendo anche il dolore.
vallo a dire ai bambini focomelici: qui vedo una grande presunzione nei cattolici, nel voler stabilire che cosa debba rappresentare il dolore per ognuno di noi. questo è un atteggiamento veramente arrogante. io no mi permetto di dire che cosa debba essere il dolore per te o per chiunque altro. ci vuole rispetto per il dolore degli altri.
Argema ha scritto:
Non c'è possibilità di una vita originale e dignitosa senza il male.
assurdo. sia per quanto detto rpima (rispetto per il dolore degli altri), sia perché se Dio esiste ed è onnipotente può TUTTO.
Argema ha scritto:
Il male è tra l'altro un'altro esempio della libertà di scegliere. Non credo sia voluto da Dio permetterci di scegliere il male, ma non può impedirci di usare una cosa che deve essere uno degli elementi del nostro mondo, elemento senza il quale il bene non esisterebbe, senza il quale noi rimarremmo bambini tutta la vita.
Tutto torna Volante, non c'è una minima sbavatura.
questo mi preoccupa, la verità assoluta non è alla nostra portata .. e quando odo persone manifestare certezza assoluta nelle proprie verità, comincio a temere ..
Argema ha scritto:
Tra l'altro tu dici che il DNA ed il nostro ambiente cosituiscono un limite alla nostra libertà. Questa è decisamente un luogo comune. A parte i tanti che lottando hanno cambiato il condo (a micro e macro livelli, pur avendo un corpo umano, e in un ambiente tutt'altro che accomodante) si può anche semplicemente rispondere che
DNA perfetto in ambiente imperfetto = inconcepibile
DNA perfetto in ambiente perfetto = soffocante (negherebbe qualsiasi seme di evoluzione)
ogni scusa è buona per giustificare quello che Dio non ha fatto. E' comunque evidente che in futuro non troppo remoto (già si comincia a farlo) sarà sempre più facile manipolare il codice genetico dei nascituri o addirittura quello dei viventi. Perciò l'idea in sè non è così assurda e (forse quando noi non ci saremo più) diventerà fattibile.
Argema ha scritto:
No, Dio non lo odio affatto. Ho molti dubbi, a volte incazzature, a volte tiepidezza, ma non lo odio. Dico anzi "che culo". Mentre tu non gli credi e al limite ti indigni o arrabi.
In una situazione come quella da te auspicata io l'avrei odiato, mentre tu avresti detto che culo.
Decisamente migliore la attuale situazione no?
No, io non credo quindi non mi arrabbio, semmai ricerco, perché ovviamente, pur negando l'esistenza di un Dio come lo pensate voi, non sono in grado di dare una risposta esauriente alle domande che ci assillano dalla notte dei tempi. Ma forse è più difficile per l'essere umano sopportare un dubbio che darsi una risposta per quanto irrazionale essa sia.
Argema ha scritto:
In una realtà "unita" ed unica (poi spiego cosa sia) se io voglio il cielo blu e tu verde Dio ha dovuto scegliere tra i 2 colori. Al massimo può scegliere il verde/blu scontentando/accontentando entrambi. In entrambi di noi una parte della nostra personalità sarebbe contenta ed una scontenta (non venirmi a dire che avremmo dovuto non avere parti di personalità, è come dire che era meglio rimanere molluschi).
Dunque erano necessarie delle scelte.
Alternativa sarebbe stata una realtà multipla o disunita: una realtà in cui io il cielo lo vedo blu e tu verde. Mi sembra ovvio che sarebbe stata una realtà di solitudine.
il colore del cielo mi sembra un problema minore, mi basta mettere delle lenti colorate per cvederne di tutti i colori. poi Dio è onnipotente - altrimenti non parliamo di Dio - non dimenticarlo
Argema ha scritto:
Perchè da ateo sono diventato credente? Perchè regge proprio tutto. Anche di fronte ad una mente "scacchistica" come la mia.
Anch'io sono un valido scacchista (anzi a quando una sfida?
), ma non mi sembra che una visione scacchistica aiuti la fede. Semmai l'impressione che ho è che le elucubrazioni dei cattolici siano un rappezzamento continuo di un impianto che si è sedimentato nei secoli ma che fa sempre più fatica a tenere il passo coi tempi.
Argema ha scritto:
E perchè le cose che ho udito sembravano in realtà provenire da una zona remota del mio essere; era come se le parole che entravano nel mio orecchio stessero togliendo un velo su una scritta che giaceva in me da sempre.
Ne ho riconosciuto la verità.
Ma sono stato in grado di farlo solo nella mia sconfitta, quando sono sceso dal mio stesso piedistallo, contemplando e non solo a livello di ragionata ipotesi, che la mia verità potesse essere parziale e fallace.
Con tutto il rispetto per chi crede, non capisco perché usi il termine "sconfitta", semmai dovrebbe essere una vittoria ..
Comunque non voglio convincerti a ritornare ateo, così come vorrei che chi crede rispettasse l'ateismo o presunto tale di chi non si professa cattolico.
Io non mi ritengo cattolico anche se la mia educazione lo è. Ma al tempo stesso non mi ritengo non-religioso. Ognuno è libero di vivere la propria religiosità in modo autonomo ed indipendente. I primi che lo devono capire sono gli islamici, che purtroppo sono ancora abituati ad una visione della religione come qualcosa che non ammette diversità. Da noi è meglio, benché sia come avere una Telecom della religione che fa ostruzionismo verso ogni forma di religione alternativa che non sia l'islam. Lo dimostra il fatto che un cardinale invitato a "otto e mezzo" si sia permesso di dire in pubblico che il nirvana è "stupido". Ancora molta strada resta da fare per la Chiesa cattolica. Consiglierei di prendere esempio dal Dalai Lama, che anche in occasione della laurea honoris causa conferitagli a Roma ha pronunciato con grande moderazione un discorso molto saggio e se vogliamo moderno, pur richiamando le ragioni del cuore ..