La galleria delle stroncature

Se sono io da tirare per la giacchetta su Spalletti... per oggi a dire la verità sarei ancora da tirare per il costume... non dico sia il mio preferito e non su tutte le opere ma quanto meno nella ricerca di colori impalpabili e nei profili in oro trovo una eleganza se vogliamo parlare di valutazioni estetiche, superiore rispetto ad es. ad un F. Bianchi!:rolleyes:

Poi rispetto a lavori ad es. concettuali occorre pure anche capire quanto l'elemento estetico sia ancora un fattore da prendere in cosiderazione...

No Lory non "tiravo te" ma qualcun' altro che probabilmente non ci legge (altrimenti non mi avrebbe lasciato impunito) e al quale ho già spiegato che, benchè ottenuto con tecnica diversa, l'effetto dell'impalpabilità del colore è da sempre la ricerca di Valentino Vago che ha anche realizzato delle chiese in questo modo, ha 60 anni di carriera e costa 1/5. Se parliamo di un'idea a base dell'artista contemporaneo, Spalletti credo non ce l'abbia (quella che usa non è sua). Ha però un ottimo marketing... non c'è dubbio.
F. Bianchi almeno un'idea l'ha avuta e anche realizzata bene e costa 1/8. Tra i due prendo le pietre (già presa una in realtà), tra i 3 Vago tutta la vita.
 
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No Lory non "tiravo te" ma qualcun' altro che probabilmente non ci legge (altrimenti non mi avrebbe lasciato impunito) e al quale ho già spiegato che, benchè ottenuto con tecnica diversa, l'effetto dell'impalpabilità del colore è da sempre la ricerca di Valentino Vago che ha anche realizzato delle chiese in questo modo, ha 60 anni di carriera e costa 1/5. Se parliamo di un'idea a base dell'artista contemporaneo, Spalletti credo non ce l'abbia (quella che usa non è sua). Ha però un ottimo marketing... non c'è dubbio.
F. Bianchi almeno un'idea l'ha avuta e anche realizzata bene e costa 1/8. Tra i due prendo le pietre (già presa una in realtà), tra i 3 Vago tutta la vita.

Dissento.. ma poco male, sono per il pluralismo altrimenti sai che noia!!! ;) Sui costi purtroppo hai ragione, Spaletti per me costa un botto! A proposito di "vago"... ho una "vaga" idea a chi tu ti riferisca :p e credeo che non legga nè scriverà qui!!!
 
Getulio Alviani

Se uno siede al caffè e guarda il tavolino d'alluminio che gli sta di fronte, ha già preso contatto con l'opera di questo noto artigiano.
Quando poi sua moglie pulisce l'acciaio inossidabile del fornello con quegli stracci e quei liquidi che dovrebbero renderlo bello lucido, ma invece lasciano costantemente trasparire vari segnacci residui, ecco che la sua conoscenza del Nostro diviene ancora più ampia.
Superfluo comunque andarlo a vedere in un museo.
Primo perché è troppo difficile distinguere le sue opere dalle piastre di protezione dei contatti elettrici.
Secondo perché basta avere un'auto argentata metallica (costa poco di più, ma vuoi mettere) per incazzarsi come bestie a vedere belle strisciate e altre superfici a testura vibratile senza per questo dover sopportare anche quelle del friulano, rischiando allora le coronarie.

Tuttavia, pare che Getulio piaccia alle casalinghe: molte delle quali usano andare al museo soltanto per lustrare di soppiatto col sidol le sue superfici ecc ecc, Vuoi vedere che la Matilde non riesca a pulire anche sti strisciacci qua?!
Ecco perché i guardiani delle sue sale vanno fuori di testa, non è mica come la conta Giustino che l'alluminio fa male, l'è proprio il Getulio che al museo non ci dovrebbe stare.
 
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Getulio Alviani

Se uno siede al caffè e guarda il tavolino d'alluminio che gli sta di fronte, ha già preso contatto con l'opera di questo noto artigiano.
Quando poi sua moglie pulisce l'acciaio inossidabile del fornello con quegli stracci e quei liquidi che dovrebbero renderlo bello lucido, ma invece lasciano costantemente trasparire vari segnacci residui, ecco che la sua conoscenza del Nostro diviene ancora più ampia.
Superfluo comunque andarlo a vedere in un museo.
Primo perché è troppo difficile distinguere le sue opere dalle piastre di protezione dei contatti elettrici.
Secondo perché basta avere un'auto argentata metallica (costa poco di più, ma vuoi mettere) per incazzarsi come bestie a vedere belle strisciate e altre superfici a testura vibratile senza per questo dover sopportare anche quelle del friulano, rischiando allora le coronarie.

Tuttavia, pare che Getulio piaccia alle casalinghe: molte delle quali usano andare al museo soltanto per lustrare di soppiatto col sidol le sue superfici ecc ecc, Vuoi vedere che la Matilde non riesca a pulire anche sti striscacci qua?!
Ecco perché i guardiani delle sue sale vanno fuori di testa, non è mica come la conta Giustino che l'alluminio fa male, l'è proprio il Getulio che al museo non ci dovrebbe stare.
Qui non ti seguo io :rottentomato:
Dietro alla ricerca di Alviani esiste una spessa analisi del comportamento (anche estetico) della luce e della sua ricezione nel fruitore.
Poi si può obiettare sull'importanza minore o maggiore rispetto ad altri autori, sulla riuscita o meno delle opere ma se la critica è fatta nei termini che hai qui esposto pare rivolta alle tematiche del cinetismo statico, indiscriminatamente, cosa non giustificabile non solo perché è un filone ricco di autori, bensì perché ha una sua componente autonoma (e quindi originale) sia concettuale che estetica.
L'appiattimento poi alla pura componente di design che pare il cuore della tua critica mi pare immotivato, è il design che si è arricchito di contenuti sfruttando le idee di autori come Alviani (anche se posso esistere ovviamente casi di viceversa).
Da ultimo la sua insistenza su un materiale particolare andrebbe analizzata dal vivo perché per molti autori contemporanei la fotografia, l'immagine fotografica non rende la completezza del lavoro; e questo non in termini generici, ma proprio per la ragione che lo spostamento davanti all'opera (laterale o di distanza) offre visioni molto diverse e permette una riflessione sulla natura della visione. Peraltro questo tipo di riflessioni non sarebbero possibili se il disegno diventasse elaborato o l'uso del colore diventasse più complesso.
Questi sono i casi nei quali la ricerca che 'toglie' qualcosa (sia forma che colore sino ai limiti) permette meglio la riflessione sulla ... riflessione. :)
 
Qui non ti seguo io :rottentomato:
Dietro alla ricerca di Alviani esiste una spessa analisi del comportamento (anche estetico) della luce e della sua ricezione nel fruitore.
Poi si può obiettare sull'importanza minore o maggiore rispetto ad altri autori, sulla riuscita o meno delle opere ma se la critica è fatta nei termini che hai qui esposto pare rivolta alle tematiche del cinetismo statico, indiscriminatamente, cosa non giustificabile non solo perché è un filone ricco di autori, bensì perché ha una sua componente autonoma (e quindi originale) sia concettuale che estetica.
L'appiattimento poi alla pura componente di design che pare il cuore della tua critica mi pare immotivato, è il design che si è arricchito di contenuti sfruttando le idee di autori come Alviani (anche se posso esistere ovviamente casi di viceversa).
Da ultimo la sua insistenza su un materiale particolare andrebbe analizzata dal vivo perché per molti autori contemporanei la fotografia, l'immagine fotografica non rende la completezza del lavoro; e questo non in termini generici, ma proprio per la ragione che lo spostamento davanti all'opera (laterale o di distanza) offre visioni molto diverse e permette una riflessione sulla natura della visione. Peraltro questo tipo di riflessioni non sarebbero possibili se il disegno diventasse elaborato o l'uso del colore diventasse più complesso.
Questi sono i casi nei quali la ricerca che 'toglie' qualcosa (sia forma che colore sino ai limiti) permette meglio la riflessione sulla ... riflessione. :)
Ciao, chiaro che ognuno può pensarla diversamente.
Peraltro possiedo un volume di foto fatte col microscopio a oscillazione elettronica (40 anni fa una vera novità :hua:) che sono bellissime aperture su un mondo invisibile e pieno di valori estetici.
Ma non sono arte, sono ricerca visuale. Si può ancora trovare una differenza, oppure dobbiamo pensare che l'inventore dello schermo televisivo a tubi catodici sia + o - un novello Modigliani?
 
Ciao, chiaro che ognuno può pensarla diversamente.
Peraltro possiedo un volume di foto fatte col microscopio a oscillazione elettronica (40 anni fa una vera novità :hua:) che sono bellissime aperture su un mondo invisibile e pieno di valori estetici.
Ma non sono arte, sono ricerca visuale. Si può ancora trovare una differenza, oppure dobbiamo pensare che l'inventore dello schermo televisivo a tubi catodici sia + o - un novello Modigliani?
Caro Gino, certo che si può trovare una differenza, nel caso di artisti legati alla tecnologia io penso che la differenza stia nella intenzione dell'autore ad esplorare il mondo espressivo ed a ricercare la costruzione di un codice dal sapore lirico. Se l'autore delle foto delle quali parli aveva questa intenzionalità ed il risultato mostra i segni di questa perché non riconoscerla come arte? Se invece, come penso, quelle riproduzioni, saranno state solo casuale risultato di scatti e successiva selezione, non cercheranno di costruire un linguaggio espressivo, bensì saranno equivalenti all'osservazione di radiografie, si può cercarne un'estetica ma certo non una intenzionalità espressiva.
Nel caso di Anceschi non mi pare che manchi lo strato intellettuale che rappresenta sintomo della intenzione di costruzione di linguaggio espressivo. Che poi il risultato non piaccia, ovviamente è soggettivo.
Peraltro l'Arte è spesso vissuta come semplice testimonianza, io non amo questa visione proprio perché se così fosse le foto delle quali parli potrebbe venire viste proprio così: testimonianza dei nostri tempi moderni e quindi arte. :down:
 
baleng (deliberatamente) sorvola sulla "vera" differenza ... una foto al microscopio non sarà mai arte programmata/cinetica perchè ferma, immobile .. qualunque sia l'immagine che rappresenta, la congela

l'arte programmata-cinetica è infatti l'esatto contrario ... nelle opere non motorizzate (quali quelle di Alviani) il fruitore diventa parte dell'"opera", modificandone continuamente la resa, all'occhio del medesimo ... e le modifiche sono "programmate", mai casuali, scientificamente ordinate secondo regole rigorosissime ...il più delle volte sorprendendolo all'esito

PS è (anche) un'arte matematica ... e per molti la matematica è davvero solo un gran mal di pancia ;)
 
Aggiungerei allargando la visione, che l'arte programmata (cinetica/optical) di cui Alviani è illustre componente è una delle vere protagoniste del 20° secolo.
Sfrutta conoscenze anche molto antiche che nessuno aveva mai pensato di rendere in forma artistica. Sono opere dinanzi alle quali ci si deve soffermare, che vanno scoperte ma che al tempo stesso rivelano a tutti ed in fretta il loro contenuto/particolarità.
E qui caro Baleng ti sei beccato due ganci e un diretto :boxe: .... fa il bravo :up:
 
Mi iscrivo al girone di coloro che ritengono il filone in questione come non-arte, un esercizio complessivamente sterile. Che cosa muove in me l'atto di osservare una superficie di alluminio che nello sportarsi cambia aspetto? Direi niente. Ciò non toglie che all'occasione potrei comprare chesso' una litografia di Alviani: trovo le opere del genere eleganti abbastanza per arredare, ad esempio.
Faccio una eccezione per Vasarely perché rimango sorpreso dalla capacità di rendere le tre dimensioni sullo spazio bidimensionale.
Non scomoderei la matematica, che per me è stata ed è cibo per la mente, e conoscendone un po' ritengo che con Alviani&CO non c'entri niente.
 
Mi iscrivo al girone di coloro che ritengono il filone in questione come non-arte, un esercizio complessivamente sterile. Che cosa muove in me l'atto di osservare una superficie di alluminio che nello sportarsi cambia aspetto? Direi niente. Ciò non toglie che all'occasione potrei comprare chesso' una litografia di Alviani: trovo le opere del genere eleganti abbastanza per arredare, ad esempio.
Faccio una eccezione per Vasarely perché rimango sorpreso dalla capacità di rendere le tre dimensioni sullo spazio bidimensionale.
Non scomoderei la matematica, che per me è stata ed è cibo per la mente, e conoscendone un po' ritengo che con Alviani&CO non c'entri niente.

Azz. 3-2. :melo:
Vasarely è il maestro e su questo non c'è dubbio. E' lui ad aver aperto la porta. Ma il motivo di fondo è lo stesso se ci pensi. Come Vasarely rende la tridimensionalità Alviani (come Biasi agam ecc) carpisce l'attenzione di chi osserva facendo risaltare diverse configurazioni dello stesso pezzo a seconda della posizione
dell'osservatore. E poi faccio notare che le stesse critiche potrebbero essere pronunciate su tutti i filoni astratti dell'arte del 900. Perchè considerare arte l'informale, l'analitica, la geometrica ecc.? Che facciamo prendiamo un secolo e lo buttiamo via? Non credo che se lo meriti!
 
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