La galleria delle stroncature

Piaccia o meno,
Alviani e' un artista
e le sue sono opere d'arte riconosciute e pagate come tali.

Le stroncature di Baleng sono certamente simpatiche ma non sempre sostenibili.

Su Alviani, così come su Isgrò, la tesi di Baleng, e la sua "chiave di lettura", apre nuovi orizzonti di riflessione,

ma occhio non è detto che necessariamente questi conducano da qualche parte. :futuro:

A volte son solo provocazioni x vedere " l'effetto che fa".

Vero Baleng? :DD:
 
Azz. 3-2. :melo:
Vasarely è il maestro e su questo non c'è dubbio. E' lui ad aver aperto la porta. Ma il motivo di fondo è lo stesso se ci pensi. Come Vasarely rende la tridimensionalità Alviani (come Biasi agam ecc) carpisce l'attenzione di chi osserva facendo risaltare diverse configurazioni dello stesso pezzo a seconda della posizione
dell'osservatore. E poi faccio notare che le stesse critiche potrebbero essere pronunciate su tutti i filoni astratti dell'arte del 900. Perchè considerare arte l'informale, l'analitica, la geometrica ecc.? Che facciamo prendiamo un secolo e lo buttiamo via? Non credo che se lo meriti!
Intanto non mi è chiaro il motivo per cui criticare Alviani significa criticare tutta l'arte astratta del 900. Al contrario, se guardo le composizioni astratte di Severini, o di Magnelli, o l'astrazione geometrica, non rimango indifferente.
Inoltre vorrei chiarire un punto: non possiamo esimerci dal criticare per il timore che ci viene il mondo addosso. Anzi, se il nostro timore è questo allora dobbiamo ancora di più essere motivati a criticare, proprio per mettere alla prova le nostre convinzioni, no?
Altro punto: potrebbe darsi che sarà la storia (dell'arte, in questo caso) a buttare via il secolo appena trascorso lasciando in piedi solo Kandinsky, esattamente come oggi nessuno, ma proprio nessuno, legge Oringene, Ireneo o Tertulliano, eppure nel tempo in cui vissero erano autentiche celebrità.
Sul l'intento di Alviani (carpire l'attenzione dell'osservatore) sono d'accordo con te. Che attraverso questa via si arrivi a muovere delle emozioni e a fare arte, no non sono per niente d'accordo.
Vasarely, a differenza di Alviani, non vuole 'interessare' l'osservatore, o comunque non vuole fare solo quello, ma vuole studiare come il segno possa rappresentare la terza dimensione. Sia chiaro, anche di Vasarely si può discutere se si tratta di arte, però la ricerca e' difficile e gli riesce.
 
Piaccia o meno,
Alviani e' un artista
e le sue sono opere d'arte riconosciute e pagate come tali.

Le stroncature di Baleng sono certamente simpatiche ma non sempre sostenibili.

Su Alviani, così come su Isgrò, la tesi di Baleng, e la sua "chiave di lettura", apre nuovi orizzonti di riflessione,

ma occhio non è detto che necessariamente questi conducano da qualche parte. :futuro:

A volte son solo provocazioni x vedere " l'effetto che fa".

Vero Baleng? :DD:
Veramente a me sembrano invece provocazioni quelle di chi sostiene la validità di certi "abusivi". Non scherzo. Certo il fatto che le sue opere siano riconosciute come arte e pagate come tali non significa proprio nulla, tuttora Bernard Buffet costa uno sproposito. Per me Red Arrow ha spiegato la cosa abbastanza bene.
Come diceva quel tale di nome Abramo: Potrete ingannare tutti per un po'. Potrete ingannare qualcuno per sempre.. Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
Poi, se vogliamo passare alla critica diretta, passiamo. Basta che non si cominci a sostenere che chi non accetta certe cose è contrario al progresso, fermo all'800 ecc ecc, sennò si scade ai livelli di chi ... sappiamo. Sarebbe bello leggere critiche positive un po' più convincenti. Sennò si torna al solito curriculum, mostre e musei, che non significa nulla, se uno ha una sua testa.
Comunque, che le figurine si muovano mentre passa lo spettatore avviene anche nella libreria di un mio amico a Venezia: sono immagini (robaccia cinese) che cambiano con il movimento dello spettatore, tramite un giochino che già da bambino avevo visto in qualche piastrina di vetro o plastica con la figurina dentro.
Tutto ciò ha il livello artistico di una pentola a pressione.

Ma, dico, è così difficile accettare che siamo in piena decadenza artistica? Quanti dei sostenitori della getuliarte sono mai andati ad un concerto di musica contemporanea? Assicuro che la decadenza si vede e si sente anche lì. Forse sarebbe utile un paragone, non so chi potrebbe resistere a due ore di concerto contemporaneo. Ma forse dimentico che in musica qui si parla di rock, di De Andrè, di Pop: cioè di non-musica. Sarebbe come soloneggiare sulla grandezza di Maccari o sulle novità portate dalla pubblicità della Coca Cola.
Le epoche di crisi sono sempre esistite. La differenza sta solo nel fatto che al tempo non c'era l'alluminio da usare come specchietto per le allodole.
 
Ultima modifica:
Nessuno vuol screditare il pensiero di nessuno, tanto meno io.

Ti propongo solo la riflessione se oggi, come ai tempi di Duchamp, non sia forse prematuro dare pareri (stroncature) così forti come fai tu.
Un po' come stavo raccontando sulla storia della Biennale, che riprenderò, dove ad esempio gli impressionisti misero piede solo qualche decennio dopo. O tal Caravaggio riscoperto quattro secoli dopo.

La domanda è: abbiamo veramente tutti gli strumenti per analizzare e decidere ciò che è o non è Arte?
Lasciami almeno il dubbio.

Che poi anche io sia convinto che stiamo vivendo il "medioevo" dell'arte, questa è un'altra storia. Ma che tutto ciò che non sia un pennello e dei colori (no monocromo) debba essere mortificato, onestamente mi pare eccessivo.

Il tuo approccio tecnico, culturale e sociologico a me è oramai chiaro.
Non sei fermo all'800, tanto meno contrario al progresso, noto solo una scarsa volontà, non capacità (tutt'altro), di "mischiare le carte" ed accettare che i confini non siano così ben definiti nella lettura che tu proponi.

Mi riallaccio ad esempio al 3D del concettuale, anche quello vorrei riprendere ma il tempo è sempre poco, dove ho percepito che potrei andare avanti a scrivere pagine senza riuscire a confutare il tuo approccio deterministico a ciò che è, o non è, Arte.

Poi, ripeto, liberi tutti di scrivere, argomentare, stroncare e/o esaltare.

Il bello del confronto e' il sale della vita e ci aggiungo anche "il dubbio", che nel mio caso tutelo con estrema diligenza per poter anche cambiare idea qualora meriti.

Ecco se devo, e se posso con amicizia, sollevarti una critica, mi sembri troppo sicuro e convinto delle tue tesi che partono da assunti e da una formazione comunque abbastanza classica e poco incline al cambiamento, a prescindere se questo cambiamento sia positivo o negativo.

Magari sbaglio, ma non ho ancora colto se negli ultimi 50 anni tu hai trovato una qualche novità in qualche corrente, tendenza o anche singolo Artista che non abbia usato un pennello e che non sia uno scultore.

Ti pongo la questio con sincera volontà di cogliere se il medium della tela e' imprescindibile nella tua analisi.

Se così fosse, sarà mia cura proporti gli Artisti più improponibili :jolly:

Con immensa stima
Cristiano
 
E' tardi per rispondere appieno.
Però intanto ti posto uno dei massimi capolavori della fine del secolo XX,

 
Intervengo non tanto su Alviani di cui conosco poco, come di tutta l'arte cinetica, ma nell'ambito del commento più generale ed abbastanza in linea con l'ultimo post di C70, trovo l'impostazione di Baleng piuttosto radicale e basata su criteri troppo selettivi per definire cos'è o non è arte.
Alcuni punti perchè qui si parte dai "fondamentali" di quello ciò che percepiamo come arte... rapporto tra arte ed estetica, evoluzione o involuzione del concetto e della funzione di arte nella società e nel tempo, arte e indagine scientifica etc. ognuno forse meritevole di un 3d dedicato cfr. quello aperto da Holly.:confused:

Se consideriamo l'arte come lo specchio della società che rappresenta, non possiamo escludere una dimensione "pop" eliminando l'immaginario e la cultura popolare, nè il suo carattere "sovversivo e rivoluzionario" nel cambiare linguaggi/recepirne di nuovi e nel superare i vincoli ed i limiti delle tradizioni precedenti.
Io sono per una definizione più inclusiva che a livello musicale comprende ad es. sia il rock che De Andrè ma anche il jazz, probabilmente per un gap culturale ma vorrei capire quali sono viceversa gli elementi su cui si basa una lettura generale tanto "purista".

Considerato che l'arte contemporanea non è in genere codificata con canoni estetici ma più speculativi e "concettuali" e con un maggiore ricorso a scienza e tecnologia inevitabilmente assume maggiore rilevanza la base teorica e quanto credibile e coerente risulti la ricerca operata dall'artista.
Indubbiamente è un'arte meno emotiva e percettiva e molto più ragionata e se vogliamo "intellettuale", che va necessariamente filtrata e mediata per poterla comprendere ed apprezzare completamente, o quanto meno è l'approccio che tento di seguire. Che poi tutto risulti convincente, sicuramente no, che si presti facilmente ad opportunismi, manipolazioni e mistificazioni, sicuramente sì!

Del resto con una globalizzazione tesa ad imporre modelli culturali dominanti o forse perfino un unico modello, solo ex post quello che resistera alla "selezione naturale" e sopravviverà nel tempo sarà ritenuto arte con la A mauscola, un privilegio riservato a pochi ma è quanto succede da sempre, un pò perchè l'artista è spesso un precursore non sempre compreso da contemporanei un pò perchè le mode ed i gusti cambiano rapidamente e molti artisti anche a torto sono molto svalutati e finiti nel dimenticatoio.

Se questo significa decadenza non saprei, probabilmente l'arte è il risultato e la chiave di lettura di una società decadente, ma forse è anche un modo un pò nostalgico per chi raggiunta almeno "l'età di mezzo" inizia a rimpiangere i "propri tempi" perchè non riesce più a comprendere gli attuali :(... giusto per non dire "E' la vecchiaia ragazzi!!!:D

P.S. Ti prego Cris... elimina quello stucchevole Peace&Love, figlio di tempi ormai superati!! :cool:
 
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Intervengo non tanto su Alviani di cui conosco poco, come di tutta l'arte cinetica, ma nell'ambito del commento più generale ed abbastanza in linea con l'ultimo post di C70, trovo l'impostazione di Baleng piuttosto radicale e basata su criteri troppo selettivi per definire cos'è o non è arte.
... Sarà ... ma con i miei criteri troppo selettivi, a suo tempo, mentre tutti compravano Migneco e Cantatore, per non dire Purificato e Guttuso, io proponevo Jorn e Matta, dimmi tu chi ha tenuto meglio nel tempo. Lasciami dire che la cosa mi è stata riconosciuta anche da quello che fu il mio "maestro" nel campo, un alto funzionario delle B.A., che qualche anno fa mi disse semplicemente "Avevi ragione tu".
Se consideriamo l'arte come lo specchio della società che rappresenta, non possiamo escludere una dimensione "pop" eliminando l'immaginario e la cultura popolare, né il suo carattere "sovversivo e rivoluzionario" nel cambiare linguaggi/recepirne di nuovi e nel superare i vincoli ed i limiti delle tradizioni precedenti.
Io sono per una definizione più inclusiva che a livello musicale comprende ad es. sia il rock che De Andrè ma anche il jazz, probabilmente per un gap culturale ma vorrei capire quali sono viceversa gli elementi su cui si basa una lettura generale tanto "purista".
... Posso rispondere in due modi. Uno è teorico: per me, in ogni arte, esiste il lavoro che si rivolge all'io
(d'ora in poi op A) e quello che si rivolge invece alla parte più vicina al sensibile (op B). Un'opera rivolta
alla parte superiore può comunque essere brutta e fallire (come molta noiosa musica colta contemporanea,
ma anche tante noiose opere dei minori nei secoli passati); viceversa un'opera rivolta al soddisfacimento del
quotidiano, diciamo così, può essere anche di buon livello, come per esempio alcune classiche canzoni,
comprese le migliori dei Beatles (anche altre, ma non conosco il genere e ignoro i titoli).
ATTENZIONE: non escludo affatto che possano esservi anche delle vie di mezzo: Certi valzer di Strauss,
almeno i minori, o certo jazz post Gershwin, per esempio, si pongono un po' tra l'una e l'altra intenzione.
Quello che però conta è appunto l'intenzione, cioè se scrivi per l'evoluzione della musica (op A) e dell'uomo,
oppure scrivi per rendergli la vita più morbida (op B). L'intenzione è normalmente chiara. Allo stesso modo
in arte noi distinguiamo i pittori, regolarmente assai ripetitivi e piacevoli, cioè produttori di consolazione sulle tracce
del passato, senza ricerca o novità, dagli artisti, cioè coloro che vogliono portare avanti la cultura, l'arte,
insomma l'esperienza nel campo più nobile e arduo dell'arte. Possono fallire sia i primi che i secondi.
Ai mercatini girano incredibili montagne di porcherie che sono state create solo per soddisfare gli appetiti di
decorazione più superficiali del popolo, di coloro che non vogliono proprio mettersi in discussione e intendono
solo appagare un po' la vista. Però certe pubblicità intelligenti, certi fumetti di qualità, certi lavori decorativi
riescono nell'intento: ma sempre in op B. Chi crea arte può facilmente capirmi, chi non ne fa, un po' meno.
Artisti come Chagall, Kandinsky, Marino, Jorn ecc hanno voluto operare nel campo op A, cercavano un progresso,
certo legato al loro io, ma non al servizio del "piacere" altrui. Ci sono riusciti. Anche altri han cercato di sfondare
nel campo op A, ma hanno ottenuto risultati più modesti, e li consideriamo come minori. Altri ancora hanno fallito
e di loro non ci ricordiamo: ma esistettero.
Se però mi parli di cultura pop, ti ricordo che ormai è evidente che tutta la musica popolare dell'ultimo cinquantennio
non ha prodotto nulla di nuovo per l'evoluzione musicale, limitandosi a ricamare sull'esistente, ad aumentare il volume
dei suoni, ad aggiungere un po' di movimenti pseudosexy sul palco. Non lo dico solo io, eh. Ma è normale: si chiama
musica di consumo perché non crea per l'evoluzione, ma solo per sfruttare l'esistente, compreso il nuovo, a fini
d'intrattenimento. Consuma ciò che in altri campi fu sperimentato. Addirittura si è fermata a prima di Schönberg o
anche solo Milhaud (politonalità), cioè cent'anni fa.
Detto questo, per me l'arte di tipo op A negli ultimi 50 anni circa ha fallito quasi tutta, anche perché non sa più a
chi rivolgersi, e anche quando si contamina con op B (come la Pop Art), si lascia presto corrompere dal voler
piacere (o stupire, o scandalizzare, ecc) cioè dall'aspetto esteriore che è caratteristico di op B.
Il secondo modo di rispondere è notare che l'arte sarà anche lo specchio della società, ma esserlo non è mai il suo scopo principale, bensì una condizione di partenza, e in quanto l'artista modifica tale condizione è da considerarsi artista.

Considerato che l'arte contemporanea non è in genere codificata con canoni estetici ma più speculativi e "concettuali" e con un maggiore ricorso a scienza e tecnologia inevitabilmente assume maggiore rilevanza la base teorica e quanto credibile e coerente risulti la ricerca operata dall'artista. Indubbiamente è un'arte meno emotiva e percettiva e molto più ragionata e se vogliamo "intellettuale", che va
necessariamente filtrata e mediata per poterla comprendere ed apprezzare completamente, o quanto meno è l'approccio che tento di seguire. Che poi tutto risulti convincente, sicuramente no, che si presti facilmente ad opportunismi, manipolazioni e mistificazioni, sicuramente sì!
... Su questo si è scritto nel 3d sull'arte concettuale, magari ripetere tutto è inutile. Io credo che nel secondo Novecento si sia perduto un centro dell'uomo, che è andato a cercare sia in alto (alte concettuale) sia in basso (happening, body art). Ma il centro è e rimarrà l'anima. Le nuove spinte - da non rifiutare affatto - devono ancora venir assimilate, cioè in qualche modo ritornare al cuore per modificarlo. Siamo in decadenza per quello, ma la decadenza finirà.
...
Se questo significa decadenza non saprei, probabilmente l'arte è il risultato e la chiave di lettura di una società decadente,
ma forse è anche un modo un po' nostalgico per chi raggiunta almeno "l'età di mezzo" inizia a rimpiangere i "propri tempi" perchè non riesce più a comprendere gli attuali :(... giusto per non dire "E' la vecchiaia ragazzi!!!:D
Questa, se l'avessi scritta io mi si tacciava di misoginia. :B
Fatto sta che si può comprendere senza per questo dover accettare tutto. Penso anche di averne dato qui sopra un po' la prova. Spero.
P.S. Ti prego Cris... elimina quello stucchevole Peace&Love, figlio di tempi ormai superati!! :cool:
Sull'ultima frase, pieno accordo del sottoscritto. Lancio anzi una petizione ... (che non è una richiesta accompagnata da
upload_2016-9-6_11-30-18.jpeg
)
Sottoscrivete :p
 
Sul piano dei discorsi non se ne esce. :no:

Ognuno rimane della propria opinione.:d:

Col tempo ho imparato che ogni quadro ha una propria vita energetica :)e questa dipende da innumerevoli fattori quali ad esempio i materiali, le forme, i colori... e che l'energia irradiata da un'opera può essere in qualche modo "misurata" da chi ha doti da rabdomante, :futuro: cosa che più o meno tutti abbiamo e che possiamo sviluppare.

L'energia può essere misurata sia nei suoi valori positivi che negativi.:hua:

Ho visto anche che i grandi artisti, coloro che resistono al passare dei secoli esprimono una forte energia positiva e guardare o anche sostare nei pressi delle loro opere si ha una sensazione gradevole.

Nel caso di Alviani le mie perplessità sono soltanto di questa natura; l'alluminio è un materiale che ha diverse proprietà ed una di queste è quella di attrarre le onde elettromagnetiche. Questo fa sì che se non vengono "scaricate" si diffondono nell'ambiente ed alla lunga possono provocare del malessere alle persone che vi entrano in contatto.;)
 
Veramente a me sembrano invece provocazioni quelle di chi sostiene la validità di certi "abusivi". Non scherzo. Certo il fatto che le sue opere siano riconosciute come arte e pagate come tali non significa proprio nulla, tuttora Bernard Buffet costa uno sproposito. Per me Red Arrow ha spiegato la cosa abbastanza bene.
Come diceva quel tale di nome Abramo: Potrete ingannare tutti per un po'. Potrete ingannare qualcuno per sempre.. Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
Poi, se vogliamo passare alla critica diretta, passiamo. Basta che non si cominci a sostenere che chi non accetta certe cose è contrario al progresso, fermo all'800 ecc ecc, sennò si scade ai livelli di chi ... sappiamo. Sarebbe bello leggere critiche positive un po' più convincenti. Sennò si torna al solito curriculum, mostre e musei, che non significa nulla, se uno ha una sua testa.
Comunque, che le figurine si muovano mentre passa lo spettatore avviene anche nella libreria di un mio amico a Venezia: sono immagini (robaccia cinese) che cambiano con il movimento dello spettatore, tramite un giochino che già da bambino avevo visto in qualche piastrina di vetro o plastica con la figurina dentro.
Tutto ciò ha il livello artistico di una pentola a pressione.

Ma, dico, è così difficile accettare che siamo in piena decadenza artistica? Quanti dei sostenitori della getuliarte sono mai andati ad un concerto di musica contemporanea? Assicuro che la decadenza si vede e si sente anche lì. Forse sarebbe utile un paragone, non so chi potrebbe resistere a due ore di concerto contemporaneo. Ma forse dimentico che in musica qui si parla di rock, di De Andrè, di Pop: cioè di non-musica. Sarebbe come soloneggiare sulla grandezza di Maccari o sulle novità portate dalla pubblicità della Coca Cola.
Le epoche di crisi sono sempre esistite. La differenza sta solo nel fatto che al tempo non c'era l'alluminio da usare come specchietto per le allodole.


Interessante descrizione dell'arte che probabilmente spiega tutte le posizioni.
 
Caro Baleng, per quanto riguarda il primo punto non faccio alcun fatica a riconoscerti le capacità di "previsione" delle sensibilità future che sicuramente appartengono solo chi ha una notevole cultura e padronanza del campo unita oltretutto al fatto di essere artista e già conosci la stima nei tuoi confronti per cui non mi dilungo su questo, trovo però il tuo ragionamento molto categorico e schematico, anche se condivido il fatto che una certa qualità la si può trovare indipendentemente dall'intenzione di partenza nelle diverse tipologie di lavori.

Se l'op A rinvia, se ho capito correttamente, ad un'autoaffermazione di sè ed al voler lasciare una "traccia", mi domando se l'artista abbia sempre a priori questa consapevolezza, visto che spesso tenta molte strade e molte direzioni e magari la produzione migliore non segue neppure un'evoluzione cronologica, tranne che in presenza di scritti teorici a supporto che documentano in modo evidente gli obiettivi ed il percorso individuato.

L'elemento che non ho compreso è come tu ti ponga rispetto a quello che, anche non "concettuale spinto" privilegia o valorizza più che l'elemento estetico o di "anima", ricordo di aver letto scritto da te, spero di non sbagliare che "l'arte è sofferenza", la componente più di "testa"... , mi riferisco ad un approccio più scientifico o tecnico-progettuale, senza arrivare ad autori come Sassolino che premetto mi suscita ancora una qualche perplessità. Mi scuso perchè magari lo hai già scritto e non ho colto.

Concordo con te sul ruolo dell'artista che agisce e vuole modificare la socierà e spesso legge in anticipo quanto deve avvenire non limitandosi a dare al mercato quanto ci si aspetta da lui... l'ultima era una battuta o forse una mezza verità. Sono convinta anch'io di una generale decadenza, povertà di idee, paura di rischiare o mettersi in gioco, mancanza di visione strategica e di ideali alti, egoismo e mancanza di cultura... nonostante spesso proprio dai periodi più bui della storia sono usciti i veri giganti.
 

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