Ti propongo solo la riflessione se oggi, come ai tempi di Duchamp, non sia forse prematuro dare pareri (stroncature) così forti come fai tu.
Un po' come stavo raccontando sulla storia della Biennale, che riprenderò, dove ad esempio gli impressionisti misero piede solo qualche decennio dopo. O tal Caravaggio riscoperto quattro secoli dopo.
La domanda è: abbiamo veramente tutti gli strumenti per analizzare e decidere ciò che è o non è Arte?
Lasciami almeno il dubbio.
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Mi riallaccio ad esempio al 3D del concettuale, anche quello vorrei riprendere ma il tempo è sempre poco, dove ho percepito che potrei andare avanti a scrivere pagine senza riuscire a confutare il tuo approccio deterministico a ciò che è, o non è, Arte.
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Il bello del confronto e' il sale della vita e ci aggiungo anche "il dubbio", che nel mio caso tutelo con estrema diligenza per poter anche cambiare idea qualora meriti.
Ecco se devo, e se posso con amicizia, sollevarti una critica, mi sembri troppo sicuro e convinto delle tue tesi che partono da assunti e da una formazione comunque abbastanza classica e poco incline al cambiamento, a prescindere se questo cambiamento sia positivo o negativo.
Magari sbaglio, ma non ho ancora colto se negli ultimi 50 anni tu hai trovato una qualche novità in qualche corrente, tendenza o anche singolo Artista che non abbia usato un pennello e che non sia uno scultore.
Ti pongo la questio con sincera volontà di cogliere se il medium della tela e' imprescindibile nella tua analisi.
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Cristiano
Personalmente ho preso a suo tempo, giovanissimo, una cotta per artisti che allora erano d'avanguardia (Cobra, Matta, A.Gorky di cui posterò nella galleria degli entusiasmi) o quasi. Dagli anni 70 ho percepito che qualcosa era cambiato (che cosa fosse successo l'ho capito più o meno 20 anni dopo, ma è argomento di scienze spirituali, per cui esula), ed era cambiato in peggio. Per un po' ho continuato a frequentare le biennali, per dire, fino alla disperazione. Ho poi avuto una lunga relazione con una artista/artigiana i cui lavori riuscimmo a portare anche nel negozio del Louvre a Parigi, per dire che c'era un buon livello. Lei era entusiasta di moda,installazioni varie, scenografie ... non è mai riuscita a contagiarmi, ma ho capito che il mondo dell'arte attuale si rivolge più ai valori della scenografia che a quelli dell'arte pittorica in generale.
In questo campo, e relativamente a questo, esistono cose di buon livello, anche ottimo, così come nella moda. Quello che contesto è voler affermare che i valori dei due campi sono gli stessi. Io penso che nella scenografia, e in gran parte anche nelle installazioni, si punti a questionare la presenza
fisica dell'uomo nel mondo, agendo quindi sulle percezioni e non sulle rappresentazioni. Un certo tipo di "pennellata", per esempio, nell'arte diciamo pittorica richiede di essere goduto e capito di per sé, mentre nella scenografia è esclusivamente in funzione dell'effetto complessivo, di per sé non conta. Così agiamo su un piano più superficiale, seppur degno del massimo rispetto, proprio come la moda.
Peraltro, mi rendo conto che dire
agendo quindi sulle percezioni e non sulle rappresentazioni e poi
Un certo tipo di "pennellata", per esempio, nell'arte diciamo pittorica richiede di essere goduto e capito di per sé, e di seguito nella scenografia è esclusivamente in funzione dell'effetto complessivo, sembra proprio contraddittorio, ma lo spiego subito. In realtà nel "quadro" tutto l'agire dell'artista viene valutato e considerato, quindi l'effetto complessivo così come la singola pennellata, che essa stessa è dunque "effetto complessivo". Osservare un quadro è come meditare, e si può farlo sia nel particolare che nella visione complessiva. Viceversa, l'effetto scenografico ha valore solo nel suo insieme, anche se i singoli elementi, isolati, fossero di qualità, e questo proprio perché in questo consiste l'arte scenografica (qui assimilata alle installazioni). I valori vengono appercepiti globalmente, come atmosfera, per esempio, o come ricostruzione fantastica.
Se poi vogliamo aggiungere il fumetto, anche questo ha i suoi specifici valori, e lo dice uno che apprese a 12 anni a distinguere tra i vari disegnatori di Topolino (e ringrazio ancora l'amico che mi avviò a questa comprensione).
Quindi, ogni arte ha i suoi valori, i suoi scopi, le sue modalità. Se le si riconosce, si riesce a valutare anche la qualità. Altrimenti, se si mescola tutto, se si valuta un fumetto con i criteri di un quadro, o una street art con i criteri di un atelier di moda, non si fa neanche un frullato, si fa un pastrocchio senza senso e si perde qualsiasi coerenza e direzione. Cosa che per un pochino può anche esser vista come distruzione creativa, ma se prolungata oltremisura, come oggi avviene, fa sbiadire del tutto l'aggettivo, rimane solo la distruzione.
Con ciò chiarisco che non ho pregiudizi verso qualsiasi tipo di lavoro, ma lo giudico nel suo ambito, mi sembra giusto. E nel suo ambito vorrei vederlo, non per ossessione di ordine, ma perché anche lo spettatore si mette in azione, e se sbaglia criteri, in due parole, non gode
. Aggiungo che so bene come la mia limitazione sia di avere interesse vivo solo per certi ambiti e non per altri, compresa anche gran parte della scultura, proprio come un gourmet che mangia alla trattoria di fronte al Pantheon, ma è interessato solo ai valori dell'abbacchio e del chianti sul tavolo (ma non andategli a dire che il Pantheon è buono come un piatto di spaghetti, ché ve lo farà ingoiare - il Pantheon, naturalmente
)
Per esempio, all'ultima Biennale di VE una delle poche cose che mi dettero "buone vibrazioni" fu un filmato di un polacco su una rappresentazione di opera lirica all'aperto in un villaggio povero del Centro America, con i ragazzi in motorino e gli animali del villaggio che traversavano la scena, ed una stupenda inquadratura temporale tra alba e tramonto che aveva il respiro della vita vera.
Grande, veramente grande. Ma la Biennale non era il suo posto.
E con questo si potrebbe tornare alla distinzione in campi, quella dell'arte concettuale, della quale ritengo che abbia usurpato uno spazio non suo al solo scopo di lucrare sulle ricchezze di quell'altro campo, quello dell'arte visiva. Spero anzi di aver chiarito qualcosa anche riguardo quel topic.
PS: caro amico che leggi, ho fatto una fatica boia a scrivere tutto ciò cercando di essere chiaro e semplice. Ti sarò grato se prima di rispondere, o anche solo di commentare interiormente, farai anche tu la piccola fatica di rileggere il tutto cercando di avere ben chiari quanti più punti possibile. Spero la cosa non ti pesi più di tanto.