LA GENTE CHE HA ROVINATO QUESTO MONDO HA LA CRAVATTA, NON I TATUAGGI.

Basta crederci. Basta votare No e la dittatura democratica di Renzi non andrà in porto, perché «Se salta il referendum non salta solo il governo. Salto io, e si chiude la mia storia politica».

Non l' ho detto io, lo ha detto Renzi. Se lo si desidera, lo si può accontentare.

Ps. Questo è il mio ultimo articolo per Libero.
L' editore ha deciso un avvicendamento alla guida del vostro quotidiano.
Come in ogni giornale, l' editore è sovrano e io mi faccio da parte.

Maurizio Belpietro
 
In un'intervista al Foglio il neo-direttore nega di essere tornato alla guida del quotidiano che aveva fondato nel 2000 per sostituire Maurizio Belpietro, contrario alle riforme costituzionali, a pochi mesi dal referendum di ottobre:

"Il premier non l'ho mai visto in vita mia".

Ma il governo ha spalmato su 10 anni un debito da 15,7 milioni di euro che il suo editore Antonio Angelucci ha con il Dipartimento per l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri.
E Angelucci è un generoso amico di Denis Verdini, convinto sostenitore delle riforme
 
Per il creatore di Ala l’editore di Libero è un generoso amico: gli ha prestato 8 milioni di euro tutelandolo da un’esposizione verso il Credito Fiorentino, banca che lo stesso Verdini ha amministrato per anni.
 
Eheheheheheh

Il decreto Madia che modifica il Codice dell’amministrazione digitale (Cad) passa l’esame del Consiglio di Stato.

Anche se, si legge nel parere favorevole della Commissione speciale di Palazzo Spada, non rispetta “la normativa europea e quella costituzionale, quale ad esempio quella concernente la libera concorrenza e quella relativa alla libertà di mercato”.

E anche se gli stessi giudici amministrativi, lo scorso 24 marzo, hanno confermato la bocciatura arrivata l’anno scorso dal Tar con la motivazione che “l’elevato importo del capitale sociale minimo richiesto” è “irragionevole” e comporta la “sicura conseguenza negativa di vedere escluse dal mercato stesso tutte le imprese del settore di piccole e medie dimensioni”.
 
Nonostante questo, con un salto mortale non indifferente la Commissione speciale martedì ha “preso atto quanto comunicato dall’amministrazione proponente” e dato parere favorevole al testo.

Salvo, “al fine di prevenire possibili forme di contenzioso” invitare “l’Amministrazione proponente a tenere in debita considerazione quanto statuito dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1214 del 24 marzo 2016, che ha confermato la sentenza del Tar per il Lazio n. 9951 del 21 luglio 2015 con cui è stato annullato l’art. 10, comma 3, lett.a) del d. P.C.M. 24 ottobre 2014, recante un requisito di capitale sociale minimo identico a quello di cui al citato art. 25 del CAD”.

E aggiungere come chiosa che “deve essere valutata la logicità e razionalità delle scelte operate dall’amministrazione” e “le osservazioni formulate derivano dall’esigenza di rispettare la normativa europea e quella costituzionale”.
 
Stando alle parole del ministro Poletti, è fuori dal vaglio del Governo l’ipotesi di prevedere “un taglio lineare” volto a permettere ai lavoratori di poter accedere alla pensione in anticipo.
La misura alla quale stanno lavorando i tecnici di Palazzo Chigi, ha confermato il ministro, “parte con l’individuazione di 3 anni di 3 classi di età”, prevedendo, tuttavia, nel corso del tempo, uno slittamento pensato per allargare il beneficio a nuove classi di età.

Secondo Poletti “il meccanismo durerà nel tempo”, tuttavia ancora non è certo se “sarà strutturale o permanente” dovendo comunque tenere sempre in considerazione i vincoli di bilancio.

PENSIONE IN ANTICIPO: QUALI TAGLI SUGLI ASSEGNI?

E’ stato lo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a ufficializzare il taglio per la riduzione dei trattamenti previdenziali con il decollo dell’Ape (il cosiddetto Anticipo pensionistico) pensato per rendere più flessibili le uscite verso la pensione degli “over 63”.

Il Premier ha, infatti, confermato come la riduzione della pensione varierà sulla base del numero di anni dell’anticipo e dell’entità dell’assegno percepibile al momento del raggiungimento della soglia di vecchiaia.
Il taglio sarà compreso tra l’1 e il 3% all’anno, con la possibilità di raggiungere quota 4% per quanto attiene agli assegni più cospicui.

Secondo Renzi l’intervento sulle pensioni, da inserire nella legge di Stabilità per il 2017 se non si riuscirà a farlo partire già da quest’anno, sarà comunque strutturale e ne beneficeranno, in via permanente, gli over 63, partendo la prima fase con i nati nel ’51, ’52 e ’53.
 
E' prematuro parlare dell'argomento, visto che le uscite del "fanfarun" vengono sempre ridimensionate dal ministro, ma un piccolo calcolo l'ho fatto.

Secondo indiscrezioni, l'APE sarebbe sovvenzionato dalle banche, alle quali il ministero pagherà gli interessi sull'anticipo del capitale.
In pratica non si tratterà di "pensione" vera e propria, ma di finanziamento bancario ai futuri pensionati.

Facciamo un piccolo calcolo. Ipotizziamo un "pensionato che compirà 63 anni il 31 dicembre 2016" - nato pertanto nel 1953 - che sarebbe dovuto andare in vera pensione nel 2019
quando i requisiti della pensione - dal 1° gennaio 2019 - saranno di 66 anni ed 11 mesi. E quindi ci andrà nel 2020 a novembre.

Ipotizziamo che nel novembre 2017 chieda la pensione. Approvata la richiesta.

Ipotizziamo una pensione di 1500 euro lordi. La banca gli dovrà finanziare 3 anni (A QUALE TASSO ? SI VEDRA')
1500 x 13 x 3 = Euro 58.500

Che secondo le indiscrezioni, il pensionato dovrà rimborsare - solo il capitale - in tot anni (NON SI SA ANCORA QUANTI).

Secondo Voi chi ci guadagna nell'operazione ?
 
Non fa prima a chiedersi "dove non ho sbagliato?":clap:
Comunque ha la faccia di chi si chiede " ma che raspolo ho combinato"

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2 pesi ...2 misure

l'attivista per i diritti umani Jacqueline Isaac ha riportato, nel corso di una conferenza tenutasi a New York sulla persecuzione anti-cristiana, una storia che mette i brividi.
Quella di una dodicenne cristiana messa al rogo dai tagliagole islamisti dopo che la madre aveva chiesto di attendere qualche minuto per prendere il denaro necessario a pagare la tassa,
la jizya, tassa di protezione imposta ai non musulmani da parte della polizia segreta del Califfato.

La regione di Mosul è stata invasa dai terroristi dello Stato Islamico nell'estate del 2014, costringendo oltre centoventimila cristiani a fuggire a sfollare nel vicino Kurdistan iracheno.
Ancora oggi decine e decine di migliaia di persone vivono nei campi profughi.

Molto, troppo spesso dimenticati dall'Occidente.
 

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