nessuno ne parla....ma dopo la Grecia succederà anche in Italia e sarà peggio...
Di Graziana Russo | 21.12.2011 15:01 CET
Nel 1929, uno degli effetti della "Grande Depressione", fu il vertiginoso aumento del tasso di suicidi: oggi, a distanza di oltre sessant'anni, il triste fenomeno sembra ripetersi anche in Grecia, il paese europeo che più sta soffrendo la crisi economica.
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Reuters
In Grecia il tasso di suicidi più alto d'Europa.
Secondo quanto riferisce il quotidiano Athens News, la Grecia ha raggiunto, nei primi mesi del 2011, il primato del tasso di suicidi in Europa. Il quotidiano ellenico cita i dati diffusi dal gruppo di volontariato "Get Involved" che si occupa di prevenzione del suicidio: secondo la ONG, il numero di persone che si sono tolte la vita è aumentato del 40% nell'ultimo anno, proprio in concomitanza con l'inasprirsi della crisi economica.
E' impressionante notare che, prima della crisi finanziaria, la Grecia era il Paese con il più basso tasso di suicidi in Europa, corrispondente al 2,8% per 100.000 abitanti. Oggi, questa percentuale è cresciuto in maniera vertiginosa nonostante la condanna della chiesa ortodossa che rifiuta la celebrazione del rito funebre per coloro che si tolgono la vita.
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La dottoressa Eleni Beikari, psichiatra dell'organizzazione non governativa Klimaka che offre una hotline anti-suicidio 24 ore su 24, ha spiegato: "Non si tratta mai di una cosa sola, ma quasi sempre, quando le persone in procinto di suicidarsi chiamano per chiedere aiuto, ci parlano dei debiti, della disoccupazione e della paura di essere licenziati".
I responsabili della linea telefonica "1018" raccontano che, dall'inizio della crisi, il numero delle chiamate si è quadruplicato. Il servizio telefonico ha ricevuto circa 2.500 chiamate nel 2010 mentre nei primi otto mesi di quest'anno hanno superato le 5.000: prima della crisi, la hotline riceveva circa 10 telefonate al giorno, mentre ora ne riceve più di 100.
"La maggior parte delle chiamate provengono da donne di età compresa tra i 30 ei 50 anni e da uomini tra i 40 e i 45 disperati per i problemi economici", ha precisato Eleni Beikari. "Nella mia esperienza sono gli uomini i casi più gravi poiché soffrono per la perdita del senso di dignità e di orgoglio".
Dopo la città di Atene, la maggior parte delle chiamate al 1018 arrivano dall'isola di Creta dove oltre 20 persone si sono tolte la vita negli ultimi 18 mesi per motivi roconducibili alla crisi economica.
Anche i "telefoni azzurri" hanno visto aumentare sensibilmente il numero delle chiamate. "La crisi crea, chiaramente, dei gravi squilibri in famiglia", sostiene la psicoterapeuta Katiana Spyrides. "In particolare, abbiamo notato un aumento dei livelli di stress nei bambini e negli adolescenti, i quali si trovano ad affrontare nuovi problemi, come vedere i propri genitori in carcere per reati di natura economica, o veder cambiare drasticamente il proprio tenore di vita e compromessi i propri bisogni, non solo materiali ma anche emotivi".
E aumentano le analogie con la lontana "Crisi del '29" quando, nel pieno della grande depressione, banchieri, manager e investitori, si buttavano dall'alto dei grattacieli di Wall Street non potendo sopportare il fallimento della propria azienda o la rovina dei propri patrimoni.
Ma, fanno notare gli esperti, c'è una macroscopica differenza tra la crisi di quegli anni e quella che stiamo vivendo adesso: si assiste ad un cambio dei soggetti sociali magigormente coinvolti. Se una volta a suicidarsi erano i manager, i banchieri e i grandi imprenditori che non riuscivano più a creare lavoro per i propri dipendenti, oggi sono proprio quei dipendenti, ormai disoccupati e oberati da troppe tasse, a pensare di togliersi la vita poiche' non più in grado di garantire una vita dignitosa alle proprie famiglie.