A ROMA TEMPO DA YETI
di ANTONELLO DOSE
e MARCO PRESTA
LA NEVE per i romani è come la cocaina: bianca,
leggera e capace di suscitare una grande euforia.
Venerdi scorso ha nevicato sulla Capitale
ed era dai tempi della breccia di Porta Pia che non si
registrava tanta eccitazione per le strade. Roma si e'
dimostrata pronta all'emergenza neve,
a differenza di altri grandi centri urbani, la
situazione del traffico non ha subito alcuna
variazione: bloccato era prima, bloccato è rimasto.
Non possono essere certo due fiocchi di neve a creare
problemi alla Città Eterna, così chiamata proprio per
il tempo necessario ad attraversarla.
I romani, in preda ad uno stupore infantile, sono
corsi alle finestre e le hanno aperte. Hanno capito di
non essere valdostani e le hanno immediatamente
richiuse. E' bello e commovente che un popolo che ha
visto Giulio Cesare cadere accoltellato in Senato, un
Papa assediato a Castel Sant'Angelo e Ciarrapico
presidente della Roma, riesca ancora a
stupirsi per un fenomeno climatico inconsueto ma del
tutto naturale.
Subito è cominciata una fitta rete di telefonate tra
residenti di diversi quartieri: «Qui a Talenti
nevica... e da voi a Montesacro? Mi hanno detto che
all'Eur viene giu di brutto!». Le
leggende metropolitane
hanno cominciato a rincorrersi: girava voce di una
slavina a Centocelle, mentre alcuni operai dell'Acea
giuravano di aver visto lo Yeti, l'abominevole uomo
delle nevi aggirarsi dalle parti di Piazza Mazzini.
Si e' scoperto in un secondo tempo che si trattava
semplicemente di
Giurato, l'abominevole uomo della tele.
Il sindaco Veltroni, con un breve discorso tenuto di
fronte al consiglio comunale riunito in seduta
straordinaria, ha salutato l'arrivo della
neve come una grande conquista democratica per
l'intera citta', in quanto si tratta di una
precipitazione che colpisce indifferentemente il
Centro e le periferie ed ha annunciato la prossima
apertura di alcuni impianti di risalita a via del
Tritone.
Padre Gianni Baget Bozzo, il Savonarola del
Centrodestra, ai primi fiocchi si e buttato in
ginocchio, affermando che non si trattava di
neve ma di manna, inviata dall'Altissimo per salutare
il decimo anniversario della fondazione di Forza
Italia.
«Non è neve, è latte!», ha rivelato invece Calisto
Tanzi agli inquirenti, cercando di convincerli che il
crack dell'azienda di Collecchio non e' dipeso da
loschi intrighi economici, come le malelingue
cercano di insinuare, ma dall'inaffidabilita della
situazione metereologica italiana. Il buco Parmalat
sarebbe quindi legato al buco dell'ozono,
come in molti sospettavano già da tempo. Il problema
adesso è convincere i risparmiatori.
La gioia e l'emozione per la nevicata a Roma sono
durate poco, purtroppo. La neve qui da noi ha lo
stesso effetto di un poveraccio che
corteggi una velina: non attacca. E infatti, dopo
un'ora, si e' sciolto tutto, come la devolution
davanti a Fini e Follini, come la difesa
della Roma di fronte al milanista Tomasson, come
l'unita sindacale dopo le dichiarazioni di Rutelli
sulle pensioni. Tutti hanno riposto gli slittini e
i doposci, hanno distratto gli occhi dal cielo e sono
tornati alle solite attività quotidiane. Non si e'
trattato di un evento straordinario per una
città che, dopo i lavori per il Giubileo, e' abituata
alle calamita' naturali.
Quando potremo rivedere la neve e il romantico
scenario della bianca coltre su Via della Bufalotta?
Forse prima che il centrosinistra riesca a creare una
lista unica.
di ANTONELLO DOSE
e MARCO PRESTA
LA NEVE per i romani è come la cocaina: bianca,
leggera e capace di suscitare una grande euforia.
Venerdi scorso ha nevicato sulla Capitale
ed era dai tempi della breccia di Porta Pia che non si
registrava tanta eccitazione per le strade. Roma si e'
dimostrata pronta all'emergenza neve,
a differenza di altri grandi centri urbani, la
situazione del traffico non ha subito alcuna
variazione: bloccato era prima, bloccato è rimasto.
Non possono essere certo due fiocchi di neve a creare
problemi alla Città Eterna, così chiamata proprio per
il tempo necessario ad attraversarla.
I romani, in preda ad uno stupore infantile, sono
corsi alle finestre e le hanno aperte. Hanno capito di
non essere valdostani e le hanno immediatamente
richiuse. E' bello e commovente che un popolo che ha
visto Giulio Cesare cadere accoltellato in Senato, un
Papa assediato a Castel Sant'Angelo e Ciarrapico
presidente della Roma, riesca ancora a
stupirsi per un fenomeno climatico inconsueto ma del
tutto naturale.
Subito è cominciata una fitta rete di telefonate tra
residenti di diversi quartieri: «Qui a Talenti
nevica... e da voi a Montesacro? Mi hanno detto che
all'Eur viene giu di brutto!». Le
leggende metropolitane
hanno cominciato a rincorrersi: girava voce di una
slavina a Centocelle, mentre alcuni operai dell'Acea
giuravano di aver visto lo Yeti, l'abominevole uomo
delle nevi aggirarsi dalle parti di Piazza Mazzini.
Si e' scoperto in un secondo tempo che si trattava
semplicemente di
Giurato, l'abominevole uomo della tele.
Il sindaco Veltroni, con un breve discorso tenuto di
fronte al consiglio comunale riunito in seduta
straordinaria, ha salutato l'arrivo della
neve come una grande conquista democratica per
l'intera citta', in quanto si tratta di una
precipitazione che colpisce indifferentemente il
Centro e le periferie ed ha annunciato la prossima
apertura di alcuni impianti di risalita a via del
Tritone.
Padre Gianni Baget Bozzo, il Savonarola del
Centrodestra, ai primi fiocchi si e buttato in
ginocchio, affermando che non si trattava di
neve ma di manna, inviata dall'Altissimo per salutare
il decimo anniversario della fondazione di Forza
Italia.
«Non è neve, è latte!», ha rivelato invece Calisto
Tanzi agli inquirenti, cercando di convincerli che il
crack dell'azienda di Collecchio non e' dipeso da
loschi intrighi economici, come le malelingue
cercano di insinuare, ma dall'inaffidabilita della
situazione metereologica italiana. Il buco Parmalat
sarebbe quindi legato al buco dell'ozono,
come in molti sospettavano già da tempo. Il problema
adesso è convincere i risparmiatori.
La gioia e l'emozione per la nevicata a Roma sono
durate poco, purtroppo. La neve qui da noi ha lo
stesso effetto di un poveraccio che
corteggi una velina: non attacca. E infatti, dopo
un'ora, si e' sciolto tutto, come la devolution
davanti a Fini e Follini, come la difesa
della Roma di fronte al milanista Tomasson, come
l'unita sindacale dopo le dichiarazioni di Rutelli
sulle pensioni. Tutti hanno riposto gli slittini e
i doposci, hanno distratto gli occhi dal cielo e sono
tornati alle solite attività quotidiane. Non si e'
trattato di un evento straordinario per una
città che, dopo i lavori per il Giubileo, e' abituata
alle calamita' naturali.
Quando potremo rivedere la neve e il romantico
scenario della bianca coltre su Via della Bufalotta?
Forse prima che il centrosinistra riesca a creare una
lista unica.