Questa domanda caro Giomf merita una risposta che potrebbe durare per tutto il 2006!
Comunque ai miei scenari potenziali do un valore statistico che tendo ad aggiustare in base alle reazioni dei mercati per cui dare previsioni per il prossimo anno è un puro esercizio intellettuale.
Essendo però un esercizio che mi piace cercherò di dare una risposta:
Come detto nel post di fine settimana i cicli dei mercati mondiali sono al momento ancora influenzati in maniera rilevante dal cosidetto ciclo presidenziale statunitense che nel corso di quest'anno ha rispettato l'andamento del primo anno.
L'andamento del secondo anno del ciclo presidenziale è solitamente il meno brillante dei 4 ma è anche quello in cui solitamente si realizza il minimo da cui i mercati partono per il forte rally che caratterizza il terzo e quarto anno. Il periodo che va da ottobre del secondo anno a settembre del terzo anno risulta il più profittevole dei mercati e dal 1933 ad oggi non ha mai realizzato performance negative. (essendo statistica questo non esclude possibili eccezioni).
Tenuto conto di questa rilevanza statistica occorre poi considerare l'attuale situazione dei fondamentali con un rapporto prezzo/utili ancora elevato che nel passato ha portato alle peggiori performance del secondo anno del ciclo presidenziale.
A questa considerazione statistica certa, anche se basata sul passato occorre poi considerare i fattori che influenzano i mercati in maniera rilevante ed il loro possibile trend.
Sulla situazione dei tassi e sulla possibile fine del ciclo di rialzo ho già parlato nel fine settimana, certamente la fine del ciclo al rialzo non è quasi mai un momento positivo dei mercati anche se la fine dei rialzi verrà identificato solo ex post.
Ad esso si può associare la possibile inversione della curva dei tassi che, come segnalato da molti economisti ha spesso segnalato una possibile recessione o rallentamento economico negli USA con il conseguente impatto sui mercati finanziari.
La compressione della curva e la sua inversioni hanno nel passato segnalato momenti di debolezza del mercato soprattutto nei settori growth più esposti alla crescita. Posterò dopo alcuni grafici che mostrano l'andamento degli indici in alcune anni in cui la curva ha subito una forte compressione oppure un inversione.
Altri fattori da tenere in considerazioni per il prossimo anno sono:
1)l'andamento del settore immobiliare sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista reale in quanto il settore pesa molto sull'intera economia USA ed un suo rallentamento potrebbe ridurre la crescita Usa di diversi punti percentuali.
2)La possibile riemergenza dell'inflazione nell'area asiatica che avrebbe sicuramente un impatto sui consumatori mondiali che hanno potuto usufruire della deflazione asiatica negli ultimi 10 anni
3)Il comportamento delle valute in quanto è possibile che le Banche centrali Mondiali preferiscano continuare a inflazionare le proprie valute pur di non vedere la deflazione degli asset finanziari portando ad una ulteriore debolezza complessiva delle valute contro oro.
4)L'andamento degli utili aziendali che rispetto a molti parametri di confronto sono sopra la media storica in maniera significativa ed avendo caratteristiche oscillatorie intorno ad un valore medio potrebbero effettuare una correzione marcata e più evidente di quest'anno dove la crescita degli utili delle aziende energetiche e di alcune Banche hanno mascherato una certa difficoltà a confermare le stime soprattutto per i nomi più importanti.
In tutto questo si è potuto notare che la forza del ciclo asiatico comincia a manifestare i suoi effetti in maniera consistente basta vedere il famoso conudrum greenspaniano sui bond, la debolezza dello Yen ed il suo violento reverse che porterà ad un certo punto l'area ad effettuare un più concreto decoupling rispetto agli USA.
Anche l'Europa potrebbe avvantaggiarsi almeno in parte rispetto agli USA grazie ad una situazione valutativa migliore, ad una crescita degli utili più consistente in quanto il ciclo di ristrutturazione industriale sembrerebbe ancora più indietro (ahimè) rispetto agli USA.
Concludendo se per gli indici USA il 2005 è stato un'anno solo leggermente positivo dove ad alcuni settori dominanti hanno fatto da contraltare una serie di settori e titoli importanti pressochè piatti o negativi il 2006 presenta il rischio di una seria correzione (tra il 10% eil 20%) maggiormente probabile tra ora e il terzo quarto dell'anno ed un possibile rally successivo.
Ma al mercato non piace rispettare troppo le aspettative per cui aspettiamoci di tutto.