L'angolo della poesia

Appare il sole radioso,
e tu dietro a lui,spero.

Esci fuori in giardino
e sei rosa
fra le rose,
e sei giglio
fra i gigli.

Quando nel ballo ti muovi
si muovono le stelle,
insieme e intorno a te.

Notte!E cosi' sarebbe notte!
Tu superi lo splendore
soave e seducente della luna.

Seducente e soave sei tu,
e fiori,luna e stelle
a te s'inchinano,o sole!

Sole,sii anche per me
artefice di giorni radiosi!
Questa vita, eternita'.

Johann Wolfgang Goethe
 
Un rosa, che sia, lo si è imparato
ora che il tempo delle rose è andato.
Brilla sul gambo un tardivo bocciuolo,
E in se chiude ogni fiore, esso, da solo.

Goethe
 
La rosa

Se la tua freschezza a volte ci stupisce;

gioiosa rosa,

è perché in te, petalo contro petalo,

dentro te stessa, ti riposi.

Un corpo sveglio il cui centro dorme,

mentre innumerevoli si toccano

le tenerezze del cuore silenzioso

che culminano poi nella tua bocca.

Rainer Maria Rilke
 
Al figlio del nomade

Calza i tuoi sandali
e cammina sulla sabbia
che nessuno schiavo ha mai calpestato.
Sveglia la tua anima
e bevi alle sorgenti
che nessuna farfalla ha mai sfiorato.
Dispiega i tuoi pensieri
verso le vie lattee
che nessun folle ha osato sognare.
Respira il profumo dei fiori
che nessuna ape ha mai corteggiato.
Allontanati dalle scuole e dai dogmi:
i misteri del silenzio
che il vento rileva alle tue orecchie
ti bastano.
Allontanati dai mercati e dalla gente
ed immagina la fiera delle stelle
dove Orione allunga la sua spada,
dove sorridono le Pleiadi
intorno alla fiamme della Luna,
dove neppure un fenicio ha lasciato le sue tracce.
Pianta la tua tenda negli orizzonti
dove nessuno struzzo ha pensato di celare le sue uova.
Se tu vuoi risvegliarti libero
come un falco che plana nei cieli,
l’esistenza ed il nulla sospesi
alle sue ali,
la vita, la morte.

Mahmoud Darwish
 
Tardi, con le stelle
aperte nel freddo
aprii la porta.
Il mare
galoppava
nella notte.
Come una mano
dalla casa oscura
uscì l'aroma
intenso
della legna custodita.
L'aroma era visibile
come
se l'albero
fosse vivo.
Come se palpitasse.
Visibile
come una veste.
Visibile
come un ramo spezzato.
Girai
dentro
la casa
circondato
da quella balsamica
oscurità.
Fuori
le punte
del cielo scintillavano
come pietre magnetiche,
e l'odore della legna
mi toccava
il cuore
con dita,
come di gelsomino,
come di alcuni ricordi.
Non era l'odore acuto
dei pini,
no,
non era
la scalfittura nella pelle
dell'eucalipto,
non erano
neppure
i profumi verdi
della vigna,
ma
qualcosa di più segreto,
perché quella fragranza
una sola,
una sola
volta esisteva,
e lì, di tutto ciò che vidi nel mondo,
nella mia stessa
casa, di notte, presso il mare d'inverno,
lì stava attendendomi
l'odore
della rosa più profonda,
il cuore reciso della terra
qualcosa
che m'invase come un'onda
staccata
dal tempo
e si perse in me stesso
quando aprii la porta
della notte.

Pablo Neruda
 
Liebeslied

Wie soll ich meine Seele halten, daß
sie nicht an deine rührt? Wie soll ich sie
hinheben über dich zu andern Dingen?
Ach gerne möcht ich sie bei irgendwas
Verlorenem im Dunkel unterbringen
an einer fremden stillen Stelle, die
nicht weiterschwingt,wenn deineTiefen schwingen.
Doch alles, was uns anrührt, dich und mich,
nimmt uns zusammen wie ein Bogenstrich,
der aus zwei Saiten eine Stimme zieht.
Auf welches Instrument sind wir gespannt?
Und welcher Spieler hat uns in der Hand?
O süßes Lied.

(Rainer Maria Rilke)
 
Tristesse de la lune
(Da: «Les fleurs du mal»)

Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d'une main distraite et légère caresse
Avant de s'endormir le contour de ses seins,
Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l'azur comme des floraisons.
Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil

C. Baudelaire
 
La tigre
P. Neruda

Sono la tigre.
ti spio tra le foglie
ampie come lingotti
di minerale bagnato.

Il fiume bianco cresce
sotto la nebbia. Giungi.

T'immergi nuda.
Attendo.

Allora in un salto
di fuoco, sangue, denti,
con un colpo d'artiglio abbatto
il tuo petto, i tuoi fianchi.

Bevo il tuo sangue,
spezzo le tue membra una a una.

E resto vegliando
per anni nella selva
le tue ossa, la cenere,
immobile, lontano
dall'odio e dalla collera,
disarmato nella tua morte,
attraversato dalle liane,
immobile nella pioggia,
sentinella implacabile
del mio amore assassino.
 
Sei venuta, o luce della luce,
a dar chiarore alla luce.
Dai miei occhi
sono svanite le tenebre.
Tutto il cielo, la terra tutta
son pieni di riso e di gioia :
e dove volgo gli occhi
tutto è bello, tutto è bello.
La tua luce che trema sulle foglie delle piante
fa vibrare l'anima mia.
La tua luce che danza sul nido degli uccelli
mi ridesta il canto:
La tua luce d'amore
ha sfiorato le mie mebra ;
la tua pura mano
ha accarezzato il mio cuore.

R. Tagore
 

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