L'angolo didattico by D. Lama

Dalai Lama

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Come ogni fine settimana tratto un argomento, quello della scorsa settimana era troppo tecnico e privo di agganci interessanti x ogni possibile discussione, l' uniko pioniere che intervenne fù il buon Ferny in preda ad una guerra ormonale.......
:rolleyes:
evvabbè, vorrei trattare oggi un argomento che forse conoscete già comunemente trattato in testi di " storia del pensiero economico", se la risposta invece fosse negativa sono felice di allargare le vostre conoscenze

La Mont Pelerin Society


"La ricchezza più sicura consiste in una moltitudine di lavoratori poveri ... Per rendere la società felice e la gente tranquilla nelle circostanze più difficili, occorre che la maggior parte di essa sia ignorante e povera ...”
Bernard Mandeville

La potentissima Mont Pelerin Society è uno dei laboratori cardine dell'ultraliberismo. Fondata nel 1947 a Mont Pelerin, in Svizzera, da 38 economisti, nasce come società semi segreta che raccoglieva i seguaci oltranzisti di Adam Smith. Molti dei primi aderenti alla Mont Pelerin Society erano contemporaneamente membri della Unione Pan-Europea, un’associazione di oligarchi fondata negli anni Venti dal conte Richard Coudenhove-Kalergi che si riproponeva di costituire una "Europa delle regioni", una confederazione feudalista di piccole enclavi etniche, che avrebbe dovuto soppiantare l’Europa degli Stati Nazionali.
Alla fondazione della Mont Pelerin non mancavano Ottone d’Asburgo e Max von Thurn und Taxis, della famiglia bavarese di origine italiana (Torre e Tasso). Massimo ispiratore fu l’economista della scuola austriaca Friedrich von Hayeck (Vienna 1899-Friburgo 1992), cugino di Ludwig Wittengstein, formatosi alla scuola di Carl Popper, probabilmente il più autorevole esponente del pensiero liberale novecentesco. Vittima degli attacchi di Hayek è l’idea socialista da chiunque sostenuta; non a caso il suo The Road to Serfdom (La via della servitù) inizia con un eloquente "Ai socialisti di tutti i partiti", dove per socialisti il nostro intende non solo gli esponenti degli stati totalitari o i socialisti dichiarati degli stati democratici, ma anche tutti coloro che negli stati democratici, pur proclamandosi liberali, vorrebbero ampliare l’influenza del governo nella vita dei cittadini, in particolare nella sfera economica.
Le istituzioni cardine che hanno consentito lo sviluppo dell’ordine esteso sono quelle della proprietà individuale e del commercio. Nel 1974 ottenne il Nobel per l’economia. Testo chiave di Von Kayek, dicevamo, è La via della servitù (1944), nel quale rende omaggio al pensiero di Karl Menger, padre della scuola austriaca fisiocratico-utilitarista e strenue avversario di ogni forma di controllo statale sull’economia. Von Hayek, utilizzando lo spettro del nazismo, associa strumentalmente al totalitarismo hitleriano ogni forma di intervento dirigistico dello Stato sul libero mercato. Obiettivo della sua critica è in realtà Roosevelt e il sistema economico americano, non sufficientemente rispettoso della supremazia assoluta dell’individuo. La ricetta economica di Von Hajek si fonda su tre punti : monetarismo puro, deregolamentazione assoluta del mercato e federalismo pan-europeo. Sulla scorta di questa strategia, Hayek e la sua scuola ingaggiarono una vera e propria guerra al keynesismo e a tutte le dottrine economiche che tenessero in eccessiva considerazione il sociale. Insieme a Hayek scesero in campo altri due fondatori della Mont Pelerin, Ludwig Von Mieses, uno dei maggiori teorici del monetarismo e Milton Friedman, luminare della Chicago University e uno delle eminenze grigie del regime di Pinochet in Cile, che elesse a laboratorio per la sperimentazione dell’economia ultraliberista: in tre anni fu dimezzata la produzione industriale – ad eccezione di quella mineraria – l’inflazione raggiunse il 340% e il paese fu ridotto alla fame. Da notare che sia il ministro dell’economia Dergio de Castro che il presidente della banca centrale Barahona avevano studiato direttamente sotto Friedman a Chicago. Quanto insofferente fosse Friedman del controllo statale si evince dal suo elogio di Honk Kong:
"Nel mondo di oggi i governi accentratori sono ovunque. Ci possiamo chiedere se esiste un esempio attuale di società che faccia essenzialmente affidamento sullo scambio volontario attraverso il mercato per organizzare l’attività economica e in cui il governo abbia un ruolo limitato ... Forse l’esempio migliore è Hong Kong — un lembo di terra vicino alla Cina continentale ... non ha tariffe o altre barriere al commercio internazionale ... Il governo non esercita una direzione dell’attività economica, non c’è una legge sul salario minimo ... C’è una certa ironia nel fatto che Hong Kong, Colonia della Corona inglese, debba essere il moderno esempio di libero mercato e di governo ridotto".
Nel 1976 Friedman ha ottenuto il Premio Nobel per l’economia. Questo riconoscimento accademico è diventato una sorta di appannaggio della Mont Pelerin. Viene conferito quasi sempre ai suoi membri oppure a gente indottrinata dai suoi guru. Tra questi George Stigler (1982), James Buchanan (1987) e Gary Becker (1992).

La Mont Pelerin si ramificò in breve tempo in un complesso arcipelago di associazioni e fondazioni, grazie soprattutto all’attivismo dell’ inglese, Antony Fisher, leaureato a Eton e Cambridge. Cooptato nella Mont Pelerin nel 1954, ne fondò la prima succursale a Londra nel 1955, sotto il nome di Institute of Economic Affairs (IEA). Nell’impresa lo aiutarono von Hayek, che allora si trovava a Chicago, e Ralph Harris, uno dei leader della Società di Eugenetica Britannica, fautrice delle stesse teorie che portarono alle leggi razziali di Adolf Hitler. Quando ottenne l’incarico di Primo ministro nel 1979, Margaret Thatcher manifestò tutta la sua gratitudine all’apparato dell’IEA nominando Antony Fisher lord a vita e conferì un’onorificenza cavalleresca a Ralph Harris. Tra le operazioni più riuscite di Fisher si annovera la rimessa a nuovo della Heritage Foundation, dopo averla condotta nell’orbita della Mont Pelerin. La Heritage ebbe un ruolo fondamentale nell’elezione di Ronald Reagan alla presidenza nel 1980. Per l’occasione, al timone della Heritage si piazzarono due britannici, sir Keith Joseph, hayekiano, e Stuart Butler, della Società Fabiana. Con l’esplicito sostegno di von Hayek, di Milton Friedman e della Thatcher, Fisher avviò una strategia della IEA tesa a cancellare l’immagine "estremista" del liberismo per farne la "nuova ortodossia". Oggi sono 108 i centri studi affiliati alla IEA diffusi un po’ in tutto il mondo e alcuni di essi, come il Cato Institute, in nome della libertà dei mercati e per dotarsi di una facciata “progressista”, si fanno promotori della depenalizzazione completa di tutte le sostanze stupefacenti al fine di recuperare e valorizzare l’economia sommersa.
La teorizzazione dell’economia "informale", il sommerso, è opera del conte Max von Thurn und Taxis, tesoriere della Mont Pelerin, che trattò questo tema nel convegno che la Mont Pelerin tenne in Texas nel 1980: "Che cosa dobbiamo intendere per economia sommersa? Il nome suggerisce attività criminali come il traffico dei narcotici, gioco d’azzardo, estorsioni e rapine. Queste attività fanno certamente parte dell’economia sommersa", e cosa dire delle transazioni finanziarie non registrate, la speculazione rampante, fuori da ogni controllo?: "Queste transazioni sono state chiamate ‘libere’ non soltanto perché sono esentasse, ma sono anche libere dalle regole e restrizioni dei governi e di tutte le prassi burocratiche necessarie".

Questa è la libera impresa nella sua forma pura, dice il titolato mitteleuropeo. Secondo le sue stime essa ammonterebbe al 7,5% in Inghilterra, si aggirerebbe tra il 5 ed il 25% negli USA e tra il 10 ed il 30% in Italia, dove il massimo esperto dell’economia sommersa è uno dei due soli aderenti italiani alla Mont Pelerin, il ministro Antonio Martino ( che ne è stato presidente dal 1988 al 1990), l’altro è l’economista Sergio Ricossa.

Illustrando i vantaggi del sommerso von Thurn scrive: "Un pool flessibile di forza lavoro può essere usato o meno, a seconda delle esigenze delle attività, indisturbate dalle leggi che proteggono i lavoratori", "salari e condizioni di lavoro ... che vengono liberamente negoziate", la mancanza di regolamentazione è tale per cui "chi ha un lavoro regolare trova nel ‘sommerso’ gli incentivi per attività che sarebbero altrimenti frustrate dalle tasse". Per far sentire bene tutti questi vantaggi, von Thurn raccomanda che si aboliscano o riducano i salari minimi, consentire o aumentare il lavoro giovanile: "I salari minimi ai livelli attuali in molti paesi rendono difficile se non impossibile occupare i giovani impreparati nell’economia di superficie. Non hanno altra alternativa oltre all’offrire i loro servizi nel sommerso". L’istituzionalizzazione dell’economia nera in Russia è stato il compito più importante al quale la Mont Pelerin si è dedicata dopo il 1992. I parlamentari americani della Rivoluzione Conservatrice capeggiati da Newt Gingrich, che furono eletti in massa nel 1996, dicevano ai colleghi russi di non preoccuparsi, il boom della criminalità a cui essi stavano assistendo nel loro paese rappresentava soltanto un fenomeno secondario della fase di crescita, essa viene attraversata da qualsiasi economia "liberista".

Un personaggio come Edward Luttwak, del centro di Georgetown per gli Studi Strategici e Internazionali è tanto entusiasta di questa politica del sommerso in Russia, da arrivare a proporre il Nobel per i fautori del modello russo. All’inizio del 1996 lord Harris of High Cross, il luminare della Mont Pelerin che dirige la succursale inglese dell’IEA, si esibì in lodi sperticate per un gruppo di mafiosi russi, il raggruppamento attorno a Gaidar, che lui aveva personalmente coltivato nei suoi uffici dell’IEA a Londra. Tra i suoi rampolli spiccava anche Igor Kagalowsky, il funzionario del FMI a Mosca famoso per gestire le enormi transazioni illecite effettuate dalla mafia russa attraverso la Bank of New York.


 
"La scuola di chicago" forse la più importante ed influente al mondo degli ultimi 100 anni circa, fà riferimento al Departement of Economics della University of Chicago. Von mises, Von Hayek ( austriaci e rappresentanti di quella scuola viennese del 900) furono alcuni capostipidi di essa, poi gli alievi Friedman, Baker, Fogel, Heckman, Lucas, Scholes ecc ecc tutti premi nobel che studiarono ed insegnarono lì. Alcuni sono ankora lì ad insegnare e altri sparsi in diversi atenei americani...altri morti

http://economics.uchicago.edu/index.shtml

vi posto il link se vi interessa
 
Dalai Lama ha scritto:
Come ogni fine settimana tratto un argomento, quello della scorsa settimana era troppo tecnico e privo di agganci interessanti x ogni possibile discussione, l' uniko pioniere che intervenne fù il buon Ferny in preda ad una guerra ormonale.......
:rolleyes:
evvabbè, vorrei trattare oggi un argomento che forse conoscete già comunemente trattato in testi di " storia del pensiero economico", se la risposta invece fosse negativa sono felice di allargare le vostre conoscenze

La Mont Pelerin Society


"La ricchezza più sicura consiste in una moltitudine di lavoratori poveri ... Per rendere la società felice e la gente tranquilla nelle circostanze più difficili, occorre che la maggior parte di essa sia ignorante e povera ...”
Bernard Mandeville

La potentissima Mont Pelerin Society è uno dei laboratori cardine dell'ultraliberismo. Fondata nel 1947 a Mont Pelerin, in Svizzera, da 38 economisti, nasce come società semi segreta che raccoglieva i seguaci oltranzisti di Adam Smith. Molti dei primi aderenti alla Mont Pelerin Society erano contemporaneamente membri della Unione Pan-Europea, un’associazione di oligarchi fondata negli anni Venti dal conte Richard Coudenhove-Kalergi che si riproponeva di costituire una "Europa delle regioni", una confederazione feudalista di piccole enclavi etniche, che avrebbe dovuto soppiantare l’Europa degli Stati Nazionali.
Alla fondazione della Mont Pelerin non mancavano Ottone d’Asburgo e Max von Thurn und Taxis, della famiglia bavarese di origine italiana (Torre e Tasso). Massimo ispiratore fu l’economista della scuola austriaca Friedrich von Hayeck (Vienna 1899-Friburgo 1992), cugino di Ludwig Wittengstein, formatosi alla scuola di Carl Popper, probabilmente il più autorevole esponente del pensiero liberale novecentesco. Vittima degli attacchi di Hayek è l’idea socialista da chiunque sostenuta; non a caso il suo The Road to Serfdom (La via della servitù) inizia con un eloquente "Ai socialisti di tutti i partiti", dove per socialisti il nostro intende non solo gli esponenti degli stati totalitari o i socialisti dichiarati degli stati democratici, ma anche tutti coloro che negli stati democratici, pur proclamandosi liberali, vorrebbero ampliare l’influenza del governo nella vita dei cittadini, in particolare nella sfera economica.
Le istituzioni cardine che hanno consentito lo sviluppo dell’ordine esteso sono quelle della proprietà individuale e del commercio. Nel 1974 ottenne il Nobel per l’economia. Testo chiave di Von Kayek, dicevamo, è La via della servitù (1944), nel quale rende omaggio al pensiero di Karl Menger, padre della scuola austriaca fisiocratico-utilitarista e strenue avversario di ogni forma di controllo statale sull’economia. Von Hayek, utilizzando lo spettro del nazismo, associa strumentalmente al totalitarismo hitleriano ogni forma di intervento dirigistico dello Stato sul libero mercato. Obiettivo della sua critica è in realtà Roosevelt e il sistema economico americano, non sufficientemente rispettoso della supremazia assoluta dell’individuo. La ricetta economica di Von Hajek si fonda su tre punti : monetarismo puro, deregolamentazione assoluta del mercato e federalismo pan-europeo. Sulla scorta di questa strategia, Hayek e la sua scuola ingaggiarono una vera e propria guerra al keynesismo e a tutte le dottrine economiche che tenessero in eccessiva considerazione il sociale. Insieme a Hayek scesero in campo altri due fondatori della Mont Pelerin, Ludwig Von Mieses, uno dei maggiori teorici del monetarismo e Milton Friedman, luminare della Chicago University e uno delle eminenze grigie del regime di Pinochet in Cile, che elesse a laboratorio per la sperimentazione dell’economia ultraliberista: in tre anni fu dimezzata la produzione industriale – ad eccezione di quella mineraria – l’inflazione raggiunse il 340% e il paese fu ridotto alla fame. Da notare che sia il ministro dell’economia Dergio de Castro che il presidente della banca centrale Barahona avevano studiato direttamente sotto Friedman a Chicago. Quanto insofferente fosse Friedman del controllo statale si evince dal suo elogio di Honk Kong:
"Nel mondo di oggi i governi accentratori sono ovunque. Ci possiamo chiedere se esiste un esempio attuale di società che faccia essenzialmente affidamento sullo scambio volontario attraverso il mercato per organizzare l’attività economica e in cui il governo abbia un ruolo limitato ... Forse l’esempio migliore è Hong Kong — un lembo di terra vicino alla Cina continentale ... non ha tariffe o altre barriere al commercio internazionale ... Il governo non esercita una direzione dell’attività economica, non c’è una legge sul salario minimo ... C’è una certa ironia nel fatto che Hong Kong, Colonia della Corona inglese, debba essere il moderno esempio di libero mercato e di governo ridotto".
Nel 1976 Friedman ha ottenuto il Premio Nobel per l’economia. Questo riconoscimento accademico è diventato una sorta di appannaggio della Mont Pelerin. Viene conferito quasi sempre ai suoi membri oppure a gente indottrinata dai suoi guru. Tra questi George Stigler (1982), James Buchanan (1987) e Gary Becker (1992).

La Mont Pelerin si ramificò in breve tempo in un complesso arcipelago di associazioni e fondazioni, grazie soprattutto all’attivismo dell’ inglese, Antony Fisher, leaureato a Eton e Cambridge. Cooptato nella Mont Pelerin nel 1954, ne fondò la prima succursale a Londra nel 1955, sotto il nome di Institute of Economic Affairs (IEA). Nell’impresa lo aiutarono von Hayek, che allora si trovava a Chicago, e Ralph Harris, uno dei leader della Società di Eugenetica Britannica, fautrice delle stesse teorie che portarono alle leggi razziali di Adolf Hitler. Quando ottenne l’incarico di Primo ministro nel 1979, Margaret Thatcher manifestò tutta la sua gratitudine all’apparato dell’IEA nominando Antony Fisher lord a vita e conferì un’onorificenza cavalleresca a Ralph Harris. Tra le operazioni più riuscite di Fisher si annovera la rimessa a nuovo della Heritage Foundation, dopo averla condotta nell’orbita della Mont Pelerin. La Heritage ebbe un ruolo fondamentale nell’elezione di Ronald Reagan alla presidenza nel 1980. Per l’occasione, al timone della Heritage si piazzarono due britannici, sir Keith Joseph, hayekiano, e Stuart Butler, della Società Fabiana. Con l’esplicito sostegno di von Hayek, di Milton Friedman e della Thatcher, Fisher avviò una strategia della IEA tesa a cancellare l’immagine "estremista" del liberismo per farne la "nuova ortodossia". Oggi sono 108 i centri studi affiliati alla IEA diffusi un po’ in tutto il mondo e alcuni di essi, come il Cato Institute, in nome della libertà dei mercati e per dotarsi di una facciata “progressista”, si fanno promotori della depenalizzazione completa di tutte le sostanze stupefacenti al fine di recuperare e valorizzare l’economia sommersa.
La teorizzazione dell’economia "informale", il sommerso, è opera del conte Max von Thurn und Taxis, tesoriere della Mont Pelerin, che trattò questo tema nel convegno che la Mont Pelerin tenne in Texas nel 1980: "Che cosa dobbiamo intendere per economia sommersa? Il nome suggerisce attività criminali come il traffico dei narcotici, gioco d’azzardo, estorsioni e rapine. Queste attività fanno certamente parte dell’economia sommersa", e cosa dire delle transazioni finanziarie non registrate, la speculazione rampante, fuori da ogni controllo?: "Queste transazioni sono state chiamate ‘libere’ non soltanto perché sono esentasse, ma sono anche libere dalle regole e restrizioni dei governi e di tutte le prassi burocratiche necessarie".

Questa è la libera impresa nella sua forma pura, dice il titolato mitteleuropeo. Secondo le sue stime essa ammonterebbe al 7,5% in Inghilterra, si aggirerebbe tra il 5 ed il 25% negli USA e tra il 10 ed il 30% in Italia, dove il massimo esperto dell’economia sommersa è uno dei due soli aderenti italiani alla Mont Pelerin, il ministro Antonio Martino ( che ne è stato presidente dal 1988 al 1990), l’altro è l’economista Sergio Ricossa.

Illustrando i vantaggi del sommerso von Thurn scrive: "Un pool flessibile di forza lavoro può essere usato o meno, a seconda delle esigenze delle attività, indisturbate dalle leggi che proteggono i lavoratori", "salari e condizioni di lavoro ... che vengono liberamente negoziate", la mancanza di regolamentazione è tale per cui "chi ha un lavoro regolare trova nel ‘sommerso’ gli incentivi per attività che sarebbero altrimenti frustrate dalle tasse". Per far sentire bene tutti questi vantaggi, von Thurn raccomanda che si aboliscano o riducano i salari minimi, consentire o aumentare il lavoro giovanile: "I salari minimi ai livelli attuali in molti paesi rendono difficile se non impossibile occupare i giovani impreparati nell’economia di superficie. Non hanno altra alternativa oltre all’offrire i loro servizi nel sommerso". L’istituzionalizzazione dell’economia nera in Russia è stato il compito più importante al quale la Mont Pelerin si è dedicata dopo il 1992. I parlamentari americani della Rivoluzione Conservatrice capeggiati da Newt Gingrich, che furono eletti in massa nel 1996, dicevano ai colleghi russi di non preoccuparsi, il boom della criminalità a cui essi stavano assistendo nel loro paese rappresentava soltanto un fenomeno secondario della fase di crescita, essa viene attraversata da qualsiasi economia "liberista".

Un personaggio come Edward Luttwak, del centro di Georgetown per gli Studi Strategici e Internazionali è tanto entusiasta di questa politica del sommerso in Russia, da arrivare a proporre il Nobel per i fautori del modello russo. All’inizio del 1996 lord Harris of High Cross, il luminare della Mont Pelerin che dirige la succursale inglese dell’IEA, si esibì in lodi sperticate per un gruppo di mafiosi russi, il raggruppamento attorno a Gaidar, che lui aveva personalmente coltivato nei suoi uffici dell’IEA a Londra. Tra i suoi rampolli spiccava anche Igor Kagalowsky, il funzionario del FMI a Mosca famoso per gestire le enormi transazioni illecite effettuate dalla mafia russa attraverso la Bank of New York.




Hai scritto un interessantissimo articolo, complimenti.
 
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