LASSU' (4 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
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Val

Torniamo alla LIRA
Ora si parla di riforma del reddito di cittadinanza e forse è opportuno:

c’è un comune in Italia in cui 1% della popolazione è indagato

per aver percepito in modo illegale questa forma di sussidio sociale.



Però dovete leggere come e perché è successo.

Nel comune di Ozzano dell’Emilia, 12 mila abitanti, i locali carabinieri
hanno denunciato 115 rumeni fra i 18 e i 66 anni e una brasiliana di 32
per aver dichiarato falsamente i dati personali per ottenere il reddito di cittadinanza.

La scoperta è stata fatta dai militari durante un’indagine svolta in collaborazione con i Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Bologna,
per verificare l’attendibilità delle dichiarazioni che i soggetti avevano rilasciato
per ottenere il sostegno economico italiano introdotto dal “DECRETO-LEGGE 28 gennaio 2019 n. 4”, come misura di contrasto alla povertà.

Le persone volevano apparire povere, e quindi avevano evitato di dichiarare di essere proprietari di auto oltre 1600 cc di cilindrata, ad esempio.

Molti non erano residenti stabilmente in Italia, anzi alcuni non c’erano mai stati, se non per presentare la domanda per ottenere il sussidio.



Se notate si tratta di controlli che possono essere semplicemente fatti in sede d’istruttoria, in poche ore:

- controllare la proprietà di auto non è complesso, perfino dovendosi appoggiare a quella degli altri paesi UE.

- si possono richiedere delle prove per la residenza precedente, come le bollette delle utenze,

e per la residenza successiva sarebbe sufficiente che i comuni effettivamente obbligassero i percettori

ad attività lavorative di pubblica utilità per un certo numero di ore al giorno.



Inoltre il bolognese offre opportunità di lavoro, che facevano i servizi per il lavoro?

Stavano effettivamente cercando opportunità lavorative che avrebbero facilmente smascherato i truffatori?


Tutte cose che, evidentemente, non sono state fatte sino all’arrivo delle indagini delle forze dell’ordine.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Uno muore ridendo e prendendo “per il c..o” fino all’ultimo i barbuti talebani

che lo ammazzano come un cane (come si vede in parte in un video del “Daily Mail”)

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L’altro cerca da anni l’effetto del “vincere facile” insultando i politici e gli industriali e invocando la galera per tutti.

Tranne che per il figlio Ciro e i suoi amici accusati di uno stupro di gruppo in Costa Smeralda nel luglio 2019.

Accettando anche l’aiutino della soggezione psicologica, inconscia, nei confronti di un ministro grillino pro tempore,

portando a casa il piede libero e la diluizione temporale di un’inchiesta, con un’accusa che invece quasi sempre vede l’imputato in ceppi.

O ai domiciliari.



Salta agli occhi la differenza abissale di come si può essere e di come si può fare il comico, in Italia e in Afghanistan.

E in effetti la comicità anti-regime di Khasha Zwan appare lontana anni luce di quella pro-establishment di Beppe Grillo.

E forse le differenze e le “non analogie” – almeno in questo caso – possono essere colte anche per i lettori di “bocca buona”

che si bevono tutte le mistificazioni dei talk show e della stampa militante della pseudo anti-politica.


In questo Paese europeo – rincoglionito come gli altri dai distinguo, dalla vigliaccheria, dalle analisi geo-politiche a un tanto al chilo –

dove si ha paura di chiamare i terroristi con il loro nome, siano essi iraniani, hezbollah, Hamas, qaedisti, Isis o mullah,

dove si vuole fare credere che l’Isis-K sia altro da sé dei barbuti ex alleati di Al Qaeda,

dove l’8 settembre degli Usa viene giustificato tirando in ballo Donald Trump,


una lezione di dignità e di coraggio viene proprio da questo comico dinoccolato

che ha scelto la bella morte e l’umorismo piuttosto che battere in ritirata come tutti gli altri.


Grillo invece già era stato visto all’epoca dell’incidente automobilistico provocato in gioventù che razza di “eroe” anti-sistema che era.

Una battuta sul viaggio di Bettino Craxi in Cina con numeroso codazzo al seguito di nani e ballerine,

ed un servile conseguente ostracismo della Rai nei suoi confronti, ne provocarono l’ingiusta fama attraverso un martirio a buon mercato.


Nel resto della propria vita di uomo di spettacolo e di politico improvvisato ci ha mostrato di che pasta fosse fatto.


Inguaiando tutto sommato anche il figlio, mentre pensava in maniera tracotante di poterlo salvare con il solito video sul blog.

Blog dal quale non è mai uscito (e mai con dignità).


Pensiamo adesso a Khasha Zwan che i miliardi di Grillo se li poteva solo sognare.

Che differenza di stile e di sostanza.


Tutti e due sono ormai usciti di scena.

Uno tra gli applausi e la commozione dell’umanità intera.


L’altro sommerso di pernacchie.


Pure quelle sottobanco dei suoi ex “ragazzi meravigliosi”.
 

Val

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Ahahahahahah meglio del bidet, ma non molto.


Sono diventate virali e hanno commosso tutti le immagini di Tommaso Claudi,
il “console” italiano rimasto a Kabul
che col giubbotto antiproiettile soccorre un bimbo afghano.


Tuttavia, sebbene lui abbia fatto una figura egregia, altrettanto non si può dire per la diplomazia italiana:

Claudi ha tre anni di anzianità ed è un "secondo segretario commerciale",

mentre il nostro ambasciatore in Afghanistan, invece, è stato lestissimo a volare via
.


Tommaso Claudi che da subito (e anche da Di Maio) è stato appellato come “console”,
tecnicamente è “Secondo Segretario nella Cancelleria Consolare”.

E’ arrivato a Kabul nel gennaio del 2019 a Kabul nelle vesti di secondo segretario commerciale e tra pochi giorni compierà 31 anni.

Da giorni si impegna in prima fila per far sì che i cittadini afghani e gli italiani riescano a fuggire.


Claudi il “console” è originario di Camerino.

Si è laureato in Linguistica nel 2014 all’Università di Pavia e alla Cattolica di Milano in Relazioni Internazionali nel 2016.
Superate le prove diplomatiche, nel settembre del 2017 Claudi viene nominato
Segretario di legazione in prova alla carriera diplomatica, confermato in ruolo dal 5 giugno 2018.

Qualche mese dopo, nel gennaio del 2019, arriva come secondo segretario commerciale a Kabul.

A onta della sua “scarsa” esperienza in Afghanistan
rimane comunque uno dei pochi stranieri rimasti in un Paese travolto dalla violenza e dalla paura
.


Luigi Di Maio, che come inquilino della Farnesina di certo non brilla per il pugno di ferro e la grande personalità
(basti pensare a quello che è successo con l’ambasciatore italiano ucciso in Congo)
ha sentitamente ringraziato Claudi il “console” con un tweet strappalacrime.

Lui, dal canto suo, ha assicurato al Corriere che avrebbe continuato
a lavorare senza sosta per continuare le operazioni di evacuazione e per assistere i connazionali che lo richiedano“.

“Sono un diplomatico che rappresenta l’Italia in un contesto complesso e in costante evoluzione,
che opera nel quadro di una missione istituzionale del mio Paese.
Rimarrò quindi tutto il tempo necessario, finché ce ne sarà bisogno”.


Insomma, mentre un giovane diplomatico con tre anni di esperienza è ancora a Kabul a salvare bambini,

Di Maio era al mare e l’ambasciatore italiano si è dato precipitosamente alla fuga col primo volo da Kabul.


Come minimo Claudi merita il titolo di console onorario.
 

Val

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Il 13 agosto, il governo del Regno Unito ha pubblicato una risposta a una richiesta di libertà di informazione
in relazione alla Medicine and Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA), l’equivalente britannico della FDA americana o dell’EMA europea.

Era in risposta a una domanda che chiedeva se l’agenzia avesse ricevuto o meno finanziamenti dalla Fondazione Bill e Melinda Gates.

La risposta è stata sì:




Riceviamo finanziamenti dalla Fondazione Bill e Melinda Gates e da altre fonti esterne al governo come l’OMS.

Questo finanziamento sostiene principalmente il lavoro per rafforzare i sistemi normativi in altri paesi…

L’attuale livello di sovvenzioni ricevute dalla Fondazione Gates ammonta a circa 3 milioni di dollari.

Questo copre una serie di progetti e il finanziamento è distribuito su 3-4 esercizi finanziari.

Siamo un’agenzia esecutiva del Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale.



Dopotutto, la Gates Foundation (GF) è un’organizzazione di beneficenza
– la più grande del suo genere, con circa 60 miliardi di dollari di attività –
quindi cosa potrebbe esserci di sbagliato se dona fondi a un’organizzazione

incaricata di decidere quali prodotti farmaceutici e dispositivi medici raggiungere il mercato e quali no?

In realtà non è proprio così semplice e trasparente.


Conflitto di interessi

Il patrimonio di circa 60 miliardi di dollari della Gates Foundation include, tra le altre cose,

azioni e altre forme di investimento in alcune delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo,

i cui prodotti dovrebbero essere regolati dalla MHRA.

Tali società includono Sanofi, Merck, Eli Lilly and Company e Abbott Laboratories
,

tutte e quattro le quali hanno sviluppato o stanno sviluppando trattamenti e/o vaccini per il covid-19

che devono ancora ricevere l’autorizzazione nel Regno Unito.

Includono anche Pfizer e il suo partner tedesco BioNTech,

che insieme hanno sviluppato e commercializzato il vaccino più redditizio e probabilmente di più breve durata di sempre.



Vale anche la pena notare che l’ex CEO della MHRA, Ian Hudson,

ora lavora come consulente senior presso la Gates Fundation.

Quindi le porte girevoli sono un sistema molto utilizzato anche nella sanità fra pubblico e privato.



Quando si tratta di assistenza sanitaria globale, la Gates Fundation è tutt’altro che una terza parte disinteressata.

Il suo co-fondatore, Bill Gates, è più che mai impegnato nei diritti di proprietà intellettuale.


A gennaio abbiamo appreso che Gates aveva svolto un ruolo chiave nel convincere l’Università di Oxford

a rinunciare a un precedente comitato per donare i diritti sul suo vaccino a qualsiasi produttore di farmaci.

L’idea era quella di fornire medicinali per prevenire o curare il COVID-19 ai paesi più poveri a basso costo o addirittura gratuitamente.

Ma Gates ha convinto l’università britannica a firmare invece un accordo sui vaccini con AstraZeneca

che ha dato al colosso farmaceutico diritti esclusivi e nessuna garanzia di prezzi bassi.



Abbiamo anche appreso che Gates è stato determinante nel bloccare i tentativi,

da parte di una coalizione di paesi guidati da Sudafrica e India, di presentare una proposta di rinuncia al brevetto al Consiglio TRIPS

(Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights) dell’Organizzazione mondiale del commercio.



Una deroga avrebbe consentito ai paesi più poveri di produrre essi stessi i vaccini.

E ciò accelererebbe enormemente l’adozione globale dei vaccini, il che potrebbe aiutare nella lotta globale contro il Covid.


Ma Gates ha sostenuto che i paesi poveri non erano preparati ad aumentare la produzione.

Una deroga eliminerebbe anche gli incentivi per la ricerca futura, ha affermato.

La sua argomentazione ha vinto e anche oggi la deroga TRIPS è ancora in discussione presso l’OMC, e finirà in niente.


In un articolo per la rivista Wired Mohit Mookim, uno studente della Stanford Law School

ed ex ricercatore presso lo Stanford Center for Ethics in Society, si mostra poco sorpreso

che un monopolista nell’informatica lavori, nascondendosi dietro l’etica, per trasformare altri settori in monopolistici:



Negli ultimi due decenni, Gates ha ripetutamente sostenuto politiche di salute pubblica
che rafforzino la capacità delle aziende di escludere altri dalla produzione di farmaci salvavita,
incluso il consentire alla stessa Fondazione Gates di acquisire una sostanziale proprietà intellettuale.
Questo continua attraverso la pandemia di Covid-19
”.

Alla faccia della filantropi.


Ora apprendiamo che la fondazione, con le sue vaste partecipazioni in aziende farmaceutiche

e sostanziali interessi di proprietà intellettuale, ha anche contribuito a finanziare l’MHRA negli ultimi quattro anni.

In altre parole, un’organizzazione che ha versato miliardi di dollari nella ricerca e nello sviluppo di vaccini,

altri nuovi trattamenti e dispositivi medici ha anche finanziato l’agenzia britannica responsabile dell’approvazione di quei vaccini,

nuovi trattamenti e dispositivi medici.


Cosa può andare storto?
 

Val

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Anche i militari USA in posizione di comando stanno perdendo la pazienza
e qualcuno inizia a contestare apertamente la politica di Biden.

Ci sono numerosi esempi di ex ufficiali militari in pensione
che chiedono pubblicamente che l’attuale amministrazione sia ritenuta responsabile
sull’andamento dell’evacuazione e su come stia finendo in modo tragico e pasticciato,
ma è incredibilmente raro, anzi inaudito,
vedere critiche da parte di un ufficiale in servizio attivo che attacca direttamente il Pentagono.



Ora però un ufficiale ha fatto un video, diventato virale,
in cui chiede direttamente che i responsabili del disastro paghino per i loro errori.

Il tenente colonnello Stuart Scheller fino a venerdì era un comandante di battaglione di fanteria dei Marines in servizio attivo
che ha mosso direttamente le accuse all’amministrazione Biden: “Che siano ritenute responsabili dei propri errori”

Il tenente colonnello Scheller è stato in passato comandante del reparto che ora è incaricato di controllare il perimetro dell’aeroporto di Kabul.

Sa benissimo che verrà punito per chiedere che i suoi superiori siano ritenuti responsabili per quanto successo con questo ritiro.
Però chiede lo stesso delle domande cruciali sulle responsabilità dei suoi superiori, citando diversi eventi:



  • in maggio il segretario della difesa aveva testimoniato al congresso sulla solidità della forze armate afgane;

  • né i comandi supremi né il comandante operativo dei marines hanno mai detto che la ritirata fatta in questo modo fosse una buona idea,
  • se abbandonare la base aerea USA di Baghram, completamente attrezzata e preparata per ogni evenienza,
  • fosse una giusta scelta prima che il ritiro fosse terminato.

Delle domande serie e oggettive, che si fanno anche i comandanti sul campo,
costretti a fronteggiare la cancellazione di quanto fatto negli ultimi venti anni di servizio in pochi giorni, nonostante gli sforzi fatti.

Il tenente colonnello ha distrutto in pochi minuti, consapevolmente, la propria carriera in cambio della dignità.

Ovviamente gli alti gradi se ne infischiano.



Ma alla fine della giornata è stato confermato che è stato prontamente sollevato dal suo comando per le sue dichiarazioni.

“Sono disposto a buttare via tutto per dire ai miei dirigenti senior: ‘Chiedo responsabilità'”,
ha detto il tenente colonnello nel video di Facebook che ha già collezionato milioni di visualizzazioni su varie piattaforme.

 

Val

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La favella non ha più posto nel cervello. Tutti lobotomizzati.
Ogni giorno trov un lobotomizzato al quale cercare di spiegare la realtà.
Non è tempo perso. Ve l'assicuro.



Un giudice della contea di Cook nell’Illinois (che comprende Chicago e parte dell’area circostante)
ha tolto i diritti genitoriali ad una donna a causa del suo rifiuto di vaccinarsi.

In quello che tutte le parti concordano essere un passo molto insolito e forse senza precedenti,
un giudice del Daley Center di Chicago ha privato la custodia di Rebecca Firlit a causa del suo rifiuto di farsi vaccinare.


“Mi manca mio figlio più di ogni altra cosa. È stato molto difficile. Non lo vedevo dal 10 agosto”,
ha detto Firlit a una stazione affiliata della Fox locale in un’intervista.


Questo è il giorno in cui Firlit è apparsa in tribunale tramite Zoom, accompagnata dal suo ex marito,
per un’udienza per il mantenimento dei figli che coinvolge suo figlio di 11 anni.
I due sono divorziati da sette anni e condividono la custodia e il tempo dei genitori.
All’improvviso, il giudice della contea di Cook James Shapiro le ha chiesto se fosse stata vaccinata.
Firlit ha detto a Shapiro di non essere stata vaccinata perché in passato ha avuto reazioni negative ai vaccini.


Shapiro ha quindi ordinato che a Firlit sia impedito di trascorrere il tempo genitoriale con suo figlio fino a quando non sarà vaccinata.
Nelle ultime due settimane, Firlit è riuscita a parlare con suo figlio al telefono e tramite videochiamate, ma non è stata in grado di vederlo di persona.

“Penso che sia sbagliato. Penso che stiano dividendo le famiglie.
E penso che non sia nell’interesse di mio figlio stare lontano da sua madre”, ha detto Firlit.

Firlit sta ora impugnando l’ordinanza del tribunale,
affermando che il giudice non ha l’autorità per revocare i suoi diritti genitoriali sul suo stato di vaccinazione.

“Non aveva nulla a che fare con quello di cui stavamo parlando.
Stava mettendo le sue opinioni su di me. E portando via mio figlio da me”, ha detto Firlit.


Il suo avvocato, Annette Fernholz, ha affermato che il giudice ha oltrepassato la sua autorità.

“In questo caso hai un giudice, senza alcuna questione davanti a lui
per quanto riguarda il tempo genitoriale con il bambino che decide ‘Oh, non sei vaccinato.
Non puoi vedere tuo figlio finché non sei vaccinato.’ Quel tipo di supera la sua giurisdizione”, ha detto Fernholz.


Come ha spiegato, il giudice sta agendo completamente da solo:
l’ex marito di Firlit non ha portato la questione davanti al tribunale.


“Dovete sapere che il padre non ha nemmeno portato questo problema davanti al tribunale.
Quindi è il giudice da solo e prende questa decisione per cui non puoi vedere tuo figlio finché non sei vaccinato”, ha aggiunto Fernholz.


Tuttavia, l’avvocato che rappresenta l’ex marito di Firlit, Jeffrey Leving,
afferma di essere rimasto sorpreso anche dalla decisione del giudice,
ma sostiene la sentenza dicendo che, data la pandemia,
il bambino dovrebbe essere protetto da una madre non vaccinata.

“Ci sono bambini che sono morti a causa di COVID. Penso che ogni bambino dovrebbe essere al sicuro.
E sono d’accordo che la madre dovrebbe essere vaccinata”, ha detto Leving.


Dall’inizio della pandemia, negli Stati Uniti sono morti meno di 400 bambini a causa del concorso COVID.
In ogni caso, il bambino presentava una sorta di comorbilità che complicava drammaticamente la situazione.


Negli USA i giudici hanno un’ampia autorità e possono emettere anche sentenze uniche,
di questo tipo, fuori dai normali canoni della legge.


Ed anche dal buon senso.
 

Val

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Il 10 settembre la Danimarca smetterà di classificare il Covid-19

come una “malattia che è una minaccia critica per la società”,

il che significa che tutte le restanti restrizioni speciali sulla pandemia vedranno a cadere, secondo The Local.


In un comunicato stampa diffuso venerdì mattina, il ministro della salute del paese Magnus Heunicke
ha affermato che l’alto livello di vaccinazione in Danimarca, in particolare tra i più vulnerabili, ha modificato radicalmente i rischi posti dal virus.

“L’epidemia è sotto controllo, abbiamo tassi di vaccinazione record”, ha affermato in una nota.
“Di conseguenza, il 10 settembre possiamo abbandonare alcune delle regole speciali che abbiamo dovuto introdurre nella lotta al Covid-19”.


Per la verità i casi sono, più o meno, allo stesso livello negli ultimi mesi.


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Il 10 settembre segna la data di scadenza dell’ordine esecutivo che classifica il Covid-19 come una “malattia socialmente critica”,
approvato dalla commissione epidemie del parlamento danese il 10 marzo dello scorso anno.

I partiti del blocco di centrodestra, guidato dal Partito Liberale, hanno già detto di ritenere che il Covid-19
non debba più essere classificato come una seria minaccia per la società,
e l’annuncio del ministero della salute è arrivato meno di un’ora prima che i socialdemocratici discutessero la questione in commissione.

“Quando il governo socialdemocratico capisce di essere in minoranza, allora hanno idee migliori a soli 45 minuti dall’inizio della riunione del comitato per l’epidemia”,
ha detto Sophie Løhde, membro dei liberali.

Siamo sicuri che anche in Italia si potrebbe assistere a queste conversioni, se non ci fosse una sorta di maggioranza unica.

La cosa curiosa è che per 10 giorni, dal primo al 10 settembre, verrà usato il Green pass
per sedersi al chiuso nei ristoranti e altre attività ludiche, il tutto per il sovrapporsi di due diverse decisioni.
 

Val

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Questo grafico bello chiaro mostra in maniera inconfutabile che si tratta di una sindrome parainfluenzale
il cui ciclo si apre in autunno e termina alla fine dell'inverno.

Sindrome che andrebbe curata. CURATA.

Non "vigilante attesa e tachipirina".

Perchè oramai lo sanno anche i muri che - prima di tutto - devi assumere degli anti-infiammatori
per scongiurare il pericolo di alterazione del sistema polmonare.
 

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