Le armi in mano al pazzoide

di SERGIO FLORE 19 aprile 2017 10:00

Non solo Siria: anche la questione nord coreana si sta rivelando essere motivo di dissenso e tensione tra le due Nazioni al momento più influenti sullo scacchiere globale, la Russia e gli Stati Uniti. Stando a fonti giapponesi, navi russe e cinesi starebbero sostanzialmente pedinando e sorvegliando la portaerei americana Carl Vinsonn, armata di ordigni nucleari e in viaggio verso la penisola coreana.
Il Ministro degli esteri del Cremlino Sergey Lavrov ha auspicato che Donald Trump «ridimensioni» la posizione di forza che gli Stati Uniti stanno assumendo con Pyongyang – almeno all’apparenza – in netto contrasto con la ‘pazienza strategica’ targata Barack Obama.

«Spero davvero che il tipo di azioni unilaterali che abbiamo visto recentemente in Siria non venga ripetuto [in Corea del Nord]», ha detto Lavrov. Ieri Dmitry Kiselyov, conduttore televisivo per la TV di Stato russa, ha persino affermato che «la guerra può essere il risultato nel confronto di due personalità: Donald Trump e Kim Jong-un. Entrambi sono pericolosi, ma chi lo è di più? Trump».

Questa sembra essere l’aria che si respira nella Russia che in pochi avrebbero previsto essere così lontana e ostile, con la Presidenza dello stesso Trump che diceva di ammirare Putin e poteva essere l’alternativa alla ‘linea dura’ promessa dalla Clinton. Già da prima delle elezioni americane di novembre scorso, il Kemman Institute, la sezione dedicata ai rapporti con la Russia del famoso think tank americano Wilson Center, pubblicava un’analisi di ‘Foreign Policy‘, in cui si illustravano tutti i maggiori problemi che il futuro Presidente avrebbe ereditato per quanto riguarda la relazione degli Stati Uniti con il Cremlino.

Si va dall’impossibilità di ridurre le cause degli attriti tra i due Paesi alla sola forte leadership di Vladimir Putin, al fallimento dei vari ‘accordi’ di Minsk in Ucraina; dalle politiche per il disarmo globale a quelle per la sicurezza in Europa. Il problema, per gli autori Matthew Rojansky e Thomas Graham, sembra essere l’incapacità dell’Amministrazione USA di intraprendere rapporti duraturi e coerenti con un Paese che, per dimensioni, passato e interessi geopolitici, non può essere semplicemente trattato come una ‘nemesi’ diplomatica, né come uno stato-canaglia qualsiasi.

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Quel che meno persone sembrano riconoscere, però, è il fatto che – per una volta – potrebbe essere proprio Washington a pagare il prezzo più alto un braccio di ferro con la Russia di Putin, un gigante geopolitico molto diverso dal Paese del periodo di Boris Yeltsin, o dalla decadente Unione Sovietica degli anni ’80. È sostanzialmente il monito del centro studi ‘Global Research’, che in un’analisi indica come la ‘dottrina Trump’ rischierebbe di isolare, per quanto possibile, gli Stati Uniti, spingendo Nazioni come la Russia, la Cina e l’Iran a intensificare ulteriormente i rapporti per proteggersi dal gigante americano, sempre più aggressivo e imprevedibile.

Per quanto riguarda la situazione siriana, per esempio, il report indica che, con l’episodio dei 59 missili lanciati contro Shayrat, Trump abbia sancito la fine di qualsiasi tipo di cooperazione tra i due ‘schieramenti’ coinvolti in Siria, fino ad allora ottimisti o quantomeno aperti a una qualche forma di collaborazione, ormai scoraggiati dall’imprevedibilità degli Stati Uniti. L’ulteriore allargamento della NATO a est, con la possibile entrata del Montenegro, è poi un ennesimo schiaffo diplomatico a Mosca.

E che dire della Cina? Xi Jinping cenava negli Stati Uniti mentre Trump dava l’ordine dell’attacco. Doveva essere una dimostrazione, uno ‘show’, una prova di forza, ma come è stata vista da Pechino? Il tentativo di stupire positivamente i cinesi non sembra essere riuscito: Hua Chunying, Ministro degli esteri cinese, aveva affermato che «spetta ai siriani decidere sul futuro della Siria», e che «la Cina si è sempre opposta all’uso della forza militare nelle relazioni internazionali, e per il mantenimento della sovranità territoriale». Ha anche affermato di sperare che «tutte le parti manterranno la calma e si conterranno per evitare un aumento delle tensioni». Anche stando a quel che sta accadendo in estremo oriente, con la Cina che fa tenere sotto controllo le portaerei statunitensi, e continua a privilegiare il compromesso e la diplomazia, pare che Pechino non si sia fatta impressionare.

«Se gli Stati Uniti non dovessero cogliere l’opportunità di negoziare con Pyongyang […] la Corea del Nord non aspetterà. Condurrà il suo sesto test nucleare, e gli Stati Uniti ricorreranno alla forza militare facendo scoppiare una guerra nella penisola» si legge sul ‘Global Times‘, giornale vicinissimo al Governo cinese. L’articolo continua: «la Casa Bianca dovrebbe capire che fare pressione su Pyongyang non funzionerà: i due schieramenti devono fare sforzi coordinati e risolvere la questione insieme […] nessuna Nazione può risolvere il problema degli armamenti nucleari nordcoreani unilateralmente».

Sempre secondo ‘Global Research‘, i recenti interventi statunitensi in diversi angoli del mondo danno l’idea di un rinnovato imperialismo americano, a cui Putin, Xi e Hassan Rohani saranno portati a opporre un fronte compatto, pronto a rispondere. Tale risposta richiederà ulteriore cooperazione tra le tre Nazioni in economia, finanza e diplomazia – attraverso, per esempio, organizzazioni come i BRICS e l’Unione Eurasiatica. E’ anche per questo motivo che i tre Paesi stanno tentando di marginalizzare il Dollaro nei loro scambi commerciali (Russia e Cina commerciano in Yuan, Iran e India in Rupie).

Proprio ieri l’ambasciatore cinese a Mosca Li Hui ha detto che il progetto della ‘Nuova via della seta’ – un piano stipulato tra diverse nazioni eurasiatiche di sviluppo infrastrutturale finanziato dalla cinese AIIB (Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture)- sta «dando i suoi frutti», e che, «entrambe le parti [Russia e Cina] hanno fatto progressi nella promozione della cooperazione in tutte le aree da quando gli accordi per la Nuova via della seta e per la formazione dell’Unione Economica Eurasiatica sono stati firmati, più di un anno fa».
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http://www.lindro.it/russia-cina-e-iran-il-blocco-eurasiatico-contro-gli-usa/
 
19 apr. (askanews) – Sembrava che la portaerei statunitense Carl Vinson fosse salpata verso le coste della penisola coreana oltre una settimana fa, per ‘minacciare’ la Corea del Nord. Invece, si è scoperto che aveva preso la direzione opposta, per partecipare a un’esercitazione congiunta con la Marina australiana, a 3.500 miglia dalla penisola. Ora, sembra che, finalmente, la portaerei si stia dirigendo verso le due Coree.

Dopo i primi dubbi emersi il 17 aprile, sollevati da Defense News, è stato il New York Times a eliminare ogni dubbio, facendo affidamento su una fotografia pubblicata dalla stessa Marina statunitense, che mostrava la portaerei Vinson in navigazione attraverso lo Stretto della Sonda, che separa le isole indonesiane di Giava e Sumatra, tra il Mar di Giava e l’Oceano Indiano, dopo aver lasciato Singapore. Lo scatto è stato realizzato sabato 15 aprile, quattro giorni dopo che il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, aveva annunciato la missione nel mar del Giappone. Peccato che lì non sia ancora arrivata.

Portaerei Usa Vinson è finalmente in rotta verso la Nordcorea - Askanews


E' previsto tra il 25 e il 28 aprile l'arrivo della 'armada' statunitense nella parte sudcoreana del mar del Giappone: Seul e Washington stanno discutendo l'ipotesi di tenere un ciclo dimostrativo di manovre congiunte. Intanto il vicepresidente degli Stati Uniti Pence avverte la Corea del Nord: difenderemo i nostri alleati in Asia, "la spada resta pronta".
... - See more at: Usa, Pentagono ammette: la flotta di Trump ha navigato in direzione opposta a Corea del Nord



Sean Spicer's explanation on the Carl Vinson makes no sense - CNNPolitics.com


How Did the Trump Administration Lose an Aircraft Carrier?


Aircraft carrier wasn’t moving toward North Korea when WH said it was


White House denies misleading public in aircraft carrier mix-up


Pence: Misstatements about U.S. aircraft carrier location not intentional
 
Ultima modifica:
19/04/2017 10:46 CEST |

La video simulazione di un missile che parte dalla Corea del Nord e arriva dritto negli Stati Uniti, con tanto di esplosione e bandiera Usa bruciata, trasmesso durante le celebrazioni della Giornata del Sole davanti all'esercito in estasi per il suo leader.

Sul canale youtube della televisione coreana Choson Tv è stata pubblicata l'intera registrazione di ciò che è avvenuto durante le celebrazioni di sabato scorso: su uno schermo gigante, davanti a una platea di centinaia di fedelissimi di Kim Jong Un, scorre il filmato progettato dal regime. L'orchestra accompagna il tutto con una musica e i militari applaudono pieni di giubilo, rivolti a Kim presente in sala, mentre l'ipotetico missile impatta sull'America. Nel video si vede anche una bandiera americana lacerata dal fuoco delle bombe.

Un filmato che non fa che accentuare le già altissime tensioni fra i due paesi, con la Corea del Nord che ha recentemente ribadito la possibilità di una guerra "in qualsiasi momento" e l'amministrazione Trump pronta a rispondere.
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Il video trasmesso da Kim Jong Un per esaltare il suo esercito: un missile che distrugge gli Usa e brucia la bandiera americana
 
Corea del Nord: la Cina prosegue la via diplomatica, ma allerta i bombardieri


Secondo alcuni analisti la Cina sta modificando la sua politica nei confronti della Corea del Nord perché comincerebbe a considerare una minaccia il programma nucleare di Pyongyang


Goh Sui Noi - APR 21, 2017, 5:00 AM SGT
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Security analyst Li Mingjiang of the S. Rajaratnam School of International Studies at Nanyang Technological University summed up the change as one of emphasis. Whereas in the past, Beijing placed greater emphasis on regime survival in Pyongyang and stable relations with its close neighbour and less on denuclearisation of the Korean peninsula, it now places equal emphasis on the two, he said.
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China adjusts its North Korea policy
 
Perché alla Corea del Nord servono le Armi Nucleari – E Come Finirà
Bosque Primario 19 aprile 2017 , 9:39 Notizie dal Mondo, Politica 6 Commenti 3,810 Viste

FONTE: MOON OF ALABAMA

I media dicono,
che gli U.S.A. possono
o non possono
ammazzare un certo numero di Nord Coreani
per questa ragione, per un ‘altra ragione,
o senza alcuna ragione
e dicono pure che la Corea del Nord
è un “regime instabile e imprevedibile”

Adesso andiamo a vedere cosa i media USA non ci dicono della Corea:

Prima Parte:
PECHINO, 8 marzo (Xinhua) – La Cina ha proposto una “doppia sospensione” per disinnescare la crisi che incombe sulla penisola coreana, mercoledì scorso a margine di una conferenza della sessione annuale del Congresso Nazionale del Popolo. Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto che “Come primo passo, la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) potrebbe sospendere le sue attività nucleari e missilistiche in cambio di una sospensione delle grandi esercitazioni militari congiunte tra USA e Repubblica di Corea (ROK)”.

Wang ha detto che la questione nucleare nella penisola coreana è un fatto essenzialmente tra Corea del Nord e Stati Uniti, ma la Cina, come vicino di casa, che ha un rapporto culo e camicia con la penisola, è indispensabile per la soluzione del problema.

Il Ministro Wang, ‘la camicia’, ha senza dubbio trasmesso un messaggio autorizzato dalla Corea del Nord: “La proposta è (ancora) sul tavolo e la Cina la appoggia.”

La Corea del Nord ha riproposto la stessa offerta che fece a gennaio 2015, quando l’amministrazione Obama la respinse.
La Corea del Nord ripeté l’offerta nel mese di aprile 2016 e l’amministrazione Obama la respinse di nuovo.
Lo scorso marzo il governo cinese ha appoggiato e sostenuto la proposta che la Corea del Nord sta facendo da tanto tempo. Il governo degli Stati Uniti, ora sotto l’amministrazione Trump, l’ha immediatamente respinta ancora. Questa proposta, fatta e respinta per tre volte di seguito, è una proposta ragionevole. Il suo rifiuto ha portato solo a far crescere un arsenale nucleare che ha prodotto più missili, con una gittata maggiore e che, alla fine, riusciranno a raggiungere gli Stati Uniti.

La Corea del Nord diventa comprensibilmente nervosa ogni volta che gli Stati Uniti e la Corea del Sud cominciano le loro very large – grandi manovre-annuali e in modo evidente si addestrano per l’invasione della Corea del Nord e per uccidere i suoi governanti e la sua gente. Queste manovre hanno un forte impatto negativo sull’ economia della Corea del Nord.

E la Corea del Nord dà una giustificazione al suo programma nucleare come un modo economicamente ottimale per rispondere a queste manovre.

Ogni volta che gli Stati Uniti e la Corea del Sud cominciano le loro grandi manovre, l’esercito di leva della Corea del Nord (composto da 1,2 milioni di uomini) entra in modalità di stato-elevato- di-pronta- difesa, perché le grandi manovre sono un classico punto di partenza per gli attacchi militari. Le manovre Stati Uniti-Corea del Sud si svolgono (volutamente) durante le stagioni di messa a dimora (aprile/maggio) o della raccolta (agosto) del riso, quando cioè la Corea del Nord ha bisogno di tutte le sue braccia per le sue poche aree coltivabili. Solo il 17% delle terre della parte settentrionale è utilizzabile per l’agricoltura ed il clima non è favorevole. La stagione agricola è breve e i giorni per la semina e per la raccolta richiedono alti picchi di lavoro.

Le manovre che vengono fatte al sud minacciano direttamente l’auto-sufficienza nutrizionale della Corea del Nord. Nel 1990 furono una delle principali ragioni di una grave carestia. (La mancanza di idrocarburi e di fertilizzante a causa delle sanzioni, oltre ad un sistema economico troppo rigido furono gli altri motivi principali.)

Il suo deterrente nucleare consente alla Corea del Nord di ridurre il proprio stato di grave allerta militare convenzionale, soprattutto durante i periodi più vitali per la stagione agricola. I lavoratori che non devono essere tolti dai campi e che non devono essere mandati altrove per necessità militare possono restare al lavoro. Questa è ora la politica ufficiale della Corea del Nord, nota come ‘byungjin’ (sviluppo parallelo, N.d.T.). (Il byungjin ha avuto inizio informalmente verso la metà del 2000, dopo che il presidente degli USA Bush mise in atto la sua politica ostile verso la Corea del Nord – Cronologia della Diplomazia U.S.A.-Nord Corea per Nucleare e Missili).

Conoscere una data garantita per la fine delle manovre annuali USA permetterebbe alla Corea del Nord di abbassare le sue difese convenzionali senza dover far affidamento sulle armi nucleari. Il collegamento tra manovre USA e deterrente nucleare della Corea del Nord è il diretto e logico presupposto della ripetuta proposta presentata dalla Corea del Nord.

Il capo dello Stato della Corea del Nord Kim Jong-un ha ufficialmente annunciato che per l’uso del suo potenziale nucleare metterà in atto una no-first-use policy :

“Come paese responsabile per le sue armi nucleari, la nostra repubblica non userà armi nucleari, a meno che la sua sovranità non venga usurpata ed aggredita da forze ostili con armi nucleari” ha detto Kim al congresso del Partito dei Lavoratori della Corea a Pyongyang. Kim ha aggiunto che il Nord “adempirà fedelmente ai suoi obblighi per la non proliferazione e per la lotta per la denuclearizzazione globale”.

Durante il congresso, come altrove, Kim Jong Un ha anche enfatizzato (scandendolo molto lentamente) il collegamento tra quanto scritto sopra e lo sviluppo degli armamenti nucleari e dell’ economia. Sintetizzando:

Dopo decenni in cui si è parlato di forza militare, sotto suo padre, ora la Corea si sta muovendo verso il “byungjin” di Kim – un duplice approccio volto a rafforzare la potenza nucleare ed a migliorare le condizioni di vita.

La strategia del byungjin, disprezzata dalla amministrazione Obama, ha avuto successo:

Quali sono le fonti della crescita [economica della Corea del Nord] ? Una spiegazione potrebbe essere che ora si spende meno nel settore militare convenzionale, mentre sviluppare il nucleare in questa fase costa poco, può costare solo il 2-3% del PIL, secondo alcune stime. Teoricamente, il byungjin è più “economicamente sostenibile” della precedente politica del “Songun”, che metteva le spese militari come assoluta priorità.

Per comprendere perché la Corea del Nord tema l’ aggressività USA basta considerare cosa fu la devastazione portata dalla guerra di Corea causata principalmente dagli USA:

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via Jeffrey Kaye – ingrandimento

Il Giappone imperiale occupò la Corea dal 1905 al 1945 e cercò di incorporarlo, ma ci fu una resistenza comunista nominale, sotto Kim Il Sung ed altri, che combatté contro l’occupazione giapponese. Dopo la seconda guerra mondiale e la resa del Giappone nel 1945 gli USA presero il controllo e occuparono le terre più agricole della Corea, sotto la linea del 38° parallelo, stabilita secondo una scelta arbitraria. Così l’ alleato Unione Sovietica prese il controllo della parte industrializzata sopra quella linea. Si erano messi d’accordo in un breve periodo di reciproca fiducia per creare un paese unito e indipendente.

Nella guerra fredda che seguì, gli Stati Uniti si ritirarono dall’accordo e nel 1948 insediarono una dittatura fantoccio nella Corea del Sud, sotto Syngman Rhee. Questa mossa si risolse nella creazione di un confine artificiale che i coreani non avevano chiesto e che non volevano. I comunisti comandavano ancora un movimento di resistenza forte e consolidato nel sud del paese e speravano di riunificare il paese. Ne seguì la guerra di Corea che distrusse completamente il paese. Tutta la Corea subì gravi danni, ma soprattutto il nord industrializzato perse circa un terzo della sua popolazione e tutte le sue infrastrutture che erano piuttosto ben sviluppate – strade, fabbriche e quasi tutte le sue città.

Ogni famiglia coreana è stata colpita da quella guerra. Il culto degli antenati è profondamente radicato nella psiche coreana e nella sua cultura collettivistica. Nessuno ha dimenticato il recente genocidio e nessuno in Corea, del nord o del sud, vuole rivivere quell’esperienza.

Il paese si riunificherebbe se la Cina e gli Stati Uniti (e la Russia) volessero accordarsi per la sua neutralità, ma questo non accadrà tanto presto, certo il continuo pericolo di una guerra “accidentale” in Corea sarebbe molto minore se gli Stati Uniti avessero accettato la proposta della Corea del Nord e se si arrivasse alla fine di un comportamento aggressivo come le sue minacciose manovre contro il nord, in cambio di uno stop verificato dei programmi missilistici e nucleari del nord. La Corea del Nord deve insistere su questa condizione per pura necessità economica.

Il governo degli USA e i media “occidentali” nascondono la razionalità della proposta della Corea del Nord dietro il fantasma della propaganda di un “regime instabile e imprevedibile”.

Ma qui, non è la Corea, né quella del nord né quella del sud, l’entità “instabile e imprevedibile”.

Aggiornamento:
Ieri ( N.dT.: 13 apr.) la Sfilata del Giorno del Sole / Juche 105 (il 105°anniversario della nascita di Kim Il-sung) a Pyongyang è andata avanti senza troppi intoppi e senza interferenze da parte degli USA.

Sono sfilati diversi nuovi tipi di missili trasportati da Transporter-Erector-Launcher (Tels) come si può vedere nella trasmissione televisiva. La sfilata dei mezzi militari comincia circa a 2h14m e i vettori con capacità nucleare si vedono da 2h20m in poi.

Una impressione immediata da The Diplomat: La Sfilata Militare 2017 della Corea del Nord è stato un Big Deal. Ecco i Piatti Principali


Anche se Pyongyang si astenesse dai suoi test durante questo fine settimana, tra le tante voci di possibili ritorsioni da parte degli Stati Uniti, la Corea del Nord sta ancora cercando di mettere a punto il suo know-how sui missili, ma ormai il tanto temuto test di volo a lungo raggio ICBM, potrebbe non essere più troppo lontano da raggiungere. Dato il numero sempre crescente di Tels – sia su ruota che su cingolati – La Corea del Nord presto potrebbe schierare forze nucleari su una scala altrettanto ampia di quella delle armi convenzionali schierate da Stati Uniti e Corea del Sud e questo renderebbe impossibile un disarmo completo della capacità di rappresaglia nucleare di Pyongyang . Il regime nordcoreano così otterrebbe quello che ha sempre cercato con il suo programma nucleare e balistico: una garanzia assoluta contro la rimozione forzata.

La “garanzia assoluta contro la rimozione forzata” permetterebbe, di conseguenza, l’ impiego di forze militari convenzionali con molti meno uomini e con risorse molto inferiori per spese militari. Anche questo consentirebbe uno sviluppo economico più veloce per la popolazione della Corea del Nord, e forse la strategia del byungjin raggiungerà il suo scopo.



Fonte: Moon of Alabama

Link: MoA - Why North Korea Needs Nukes - And How To End That

14.04.2017

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
 
24 April 2017 - 15:00

Secondo le stime della CIA (Central Intelligence Agency), attualmente la Repubblica Popolare Democratica di Corea (DPRK) non sarebbe in grado di sostenere economicamente un reale sforzo bellico delle proporzioni minacciate più volte negli ultimi mesi, anche solo in termini di un ammodernamento del proprio equipaggiamento militare, per lo più composto da retaggi di provenienza sovietica.

Sempre secondo i dati della CIA, l’ammontare del PIL della Corea del Nord nel 2013 è stato stimato approssimativamente sui 28 miliardi di dollari, contro i 1.802 trillioni di dollari registrati dal vicino sudcoreano nell’anno successivo. La relazione annuale del febbraio 2014 del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, riferendosi al programma di «aggiornamento» delle forze armate nordcoreane, menziona tra gli obiettivi primari il mantenimento e l’accrescimento della «credibilità della capacità di dissuasione strategica». Ciò significa sostanzialmente che le limitate risorse economiche della Corea del Nord sarebbero concentrate in quelle aree – come il programma di sviluppo nucleare e missilistico e la capacità di cyberwarfare - in cui risiede il maggior potenziale di «comparative advantage».

...

I test missilistici
Nonostante l’efficacia bellica di Pyongyang sembrerebbe dunque basarsi essenzialmente su azioni di guerra psicologica, è pur vero che negli ultimi mesi il regime ha compiuto progressi rilevanti, come confermato da diversi analisti ed esperti, in particolare nel processo di miniaturizzazione delle testate nucleari e nell’implementazione della tecnologia balistica, due programmi che il governo nordcoreano sta curando in maniera parallela e con particolare attenzione.

Quello balistico risulta l’ambito maggiormente interessato dal programma di sviluppo condotto dal regime, sotto l’attenta sorveglianza di Kim Jong Un, il quale ha assistito personalmente alla maggior parte dei test effettuati negli ultimi anni. La Corea del Nord possiede diverse centinaia di missili balistici a corto (SRBM) e medio raggio (MRBM); mentre risulta in fase di sviluppo il KN08, un missile balistico intercontinentale (ICBM), conosciuto come Hwasong- 13, alimentato a combustibile liquido e trasportabile su vettori mobili. Questa tipologia di ICBM, che secondo alcuni non sarebbe altro che una mera psychological operation, è teoricamente in grado di raggiungere alcuni territori compresi nello spazio aereo USA.

Pyongyang starebbe inoltre lavorando sulla tecnologia relativa ai vettori di lancio spaziali (SLV), ufficialmente utilizzati per le osservazioni satellitari, ma secondo l’intelligence americana e sudcoreana impiegati per testare le potenzialità della tecnologia missilistica a scopi bellici.


Gli attacchi informatici
La Corea del Nord presenta inoltre sin dal 2009 una discreta capacità di offensiva cyber, attraverso attività di intelligence e operazioni di “disturbo”, in particolare nei confronti di Corea del Sud e Stati Uniti. Tra gli attacchi più eclatanti si può ricordare quello effettuato nel novembre del 2014 da un gruppo di hacker denominato “Guardiani della Pace” – considerato affiliato al governo nordcoreano – ai danni dei server della Sony Pictures Entertainment, in relazione alla distribuzione del film americano The Interview, in cui Kim Jong Un, dipinto come un dittatore sanguinario, alla fine viene assassinato.

Lo strumento cyber appare particolarmente interessante per la sua caratteristica “asimmetrica”, dal momento che la possibilità di contro-attacchi rappresenta per la Corea del Nord un rischio di basso livello. Le reti nordcoreane sono infatti separate dalla normale rete Internet per effetto dell’isolamento geografico, comunicativo e dunque anche tecnologico del regime, motivo per cui una perturbazione dell’accesso alla rete nordcoreana avrebbe un impatto minimo sull’economia del paese.

Kim Jong Un, la guerra psicologica - Lookout News
 
io capisco solo una cosa.... in caso di guerra nucleare stimolata dagli uSA che fanno esrcitazioni sui confini di CINA-RUSSIA-...ecc--- non ci sarebbe futuro per tutti i viventi della terra.....
non sarebbe la terza guerra ma l'ultima!
 
Un'anticipazione di quel che i senatori potranno sentire dai capi del Pentagono e dell'intelligence, è contenuta in un servizio del New York Times che riassume così la preoccupazione attuale di Washington: la Corea del Nord avrebbe raggiunto una capacità di produzione di ordigni nucleari tali da consentirle di fabbricare una nuova bomba atomica ogni sei o sette settimane. Di che mettere assieme in poco tempo un arsenale sempre più dissuasivo. Questo tipo di scenario spingerebbe verso un attacco preventivo il più presto possibile, prima che la capacità di risposta di Pyongyang raggiunga una potenza eccessiva.
 

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