Stamattina un miscuglio di letture, di articoli, di blog...
L'ennesimo femminicidio.
Alcune considerazioni fatte, pensando al sesso, parlando di sessualità con un'amica e con altre persone, oggi e nei giorni passati.
Discorsi di qualche mese fa...
Letture "femministe", letture scientifiche...
Scritti di alcuni uomini dal linguaggio offensivo e umiliante riservato alle donne....
La giornata mondiale contro le MGF dello scorso febbraio, un articolo che afferma che è stato scoperto il punto G e uno successivo che contesta la validità scientifica del precedente... (sul "mito" del punto G dovrei aprire un capitolo a parte)
Le immagini su FB pubblicate in occasione della giornata mondiale di cui sopra, censurate...
Un mix, un miscuglio di notizie, e poi di riflessioni, collegamenti mentali, dolore, amarezza, anche rabbia, lo ammetto.
Un libro appena acquistato e che sto leggendo...
Sto cercando di mettere ordine ad alcune riflessioni che mi sono cresciute dentro e che oggi hanno chiesto di emergere, a gran voce, anche se in modo, temo, poco ordinato, fatto di riflessioni mie, di stralci di articoli, di parole lette non ricordo dove (ma da me conservate, salvate in una cartella del PC), di occhi scoraggiati di donne che combattono per le donne da una vita e che, oggi, si sono sentite, come me: arrabbiate, deluse, svuotate, impotenti, frustrate. Riflessioni di giovanissime con le quali ho parlato, tempo fa, riflessioni di donne mature, di femministe di 40 anni fa, reportage degli eventi del feminist blog camp, voci e pensieri di tante donne diverse. Donne che ho incontrato nella mia vita, con le quali ho parlato e discusso, litigato o pianto, accanto alle quali ho camminato, gridato e riso.
Tanto nessuno leggerà, credo. Ho l'impressione che sarò molto prolissa.
Ho ripensato a questo thread e al titolo: "DONNE LIBERE".
Mi sono chiesta se esistono le donne libere. E poi mi sono detta che "libero" al 100% non è nessuno.
Ma poi ho amaramente riflettuto che le donne sono meno libere degli uomini, prendendo a riferimento un medesimo ambiente geografico/sociologico/culturale, anche se magari hanno liberi pensieri e libera coscienza. Siamo meno libere in tutti i campi. Anche nel campo sessuale, che, invece, sembrerebbe essere uno dei successi del femminismo anni '70.
Ricordo un articolo su FB di un gruppo di blogger che seguo volentieri, pubblicato per la giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, letto da mezzo milione di utenti, ma poi censurato da FB, a causa delle foto che erano a illustrare le parole. Le immagini erano molto crude ma la censura è parsa inappropriata.
L'argomento in questione era stato postato a scopo di sensibilizzazione e la censura pareva significasse che parlare di quel tema fosse scomodo. "Che fastidio dà parlare della sessualità femminile?" ci si chiese.
Le immagini postate non erano nemmeno pornografiche e a proposito di questo Facebook è piena di immagini che turberebbero la sensibilità dei minori. Ma Facebook ha le sue regole, va bene inneggiare al fascismo, alla violenza, al sessismo, al razzismo ma mai sensibilizzare su un tema che sta a cuore e che mette in luce quanto è ancora difficile essere donna in certi Paesi e non solo (FB a me piace, ma in effetti ha tanti lati negativi. Se non altro induce a riflettere parecchio).
Ma, si potrebbe obiettare, le MGF riguardano solo alcuni paesi, certo non l'occidente. A prescindere dal fatto che le MGF vengono praticate ANCHE in occidente, e solo per questo fatto sono un problema ANCHE occidentale, lo sanno tutti che nemmeno in occidente le donne riescono a vivere la sessualità in modo libero e indipendente: che gli stupri sono all'ordine del giorno, che il diritto di abortire viene costantemente minacciato, anche solo con le campagne pro-life (che sono moltissime, ma quasi sempre inefficaci)
Cosa si nasconde in realtà dietro le campagne pro-life? Controllo assoluto del corpo femminile, maternità forzata, sessualità a fini riproduttivi. Perché per contrastare l’aborto basta veramente poco: diffusione di contraccettivi a basso costo, campagne di educazione sessuale, più lavoro per le donne, agevolazioni per conciliare la maternità con il lavoro e così via.
L'Italia è uno dei Paesi dove il diritto delle donne di effettuare un'interruzione di gravidanza viene costantemente minacciato ma è anche uno di quei Paesi che criminalizzano la sessualità femminile, negando giustizia a chi subisce violenza sessuale, lasciando le donne prive delle fondamentali informazioni su come raggiungere il piacere sessuale, ma anche negando la maternità a quelle che si sottopongono ad inseminazione artificiale.
Tempo fa lessi uno studio italiano il quale descriveva che buona parte delle donne italiane vivono di inibizioni, tabù e molto spesso una vera e propria incapacità di raggiungere la soddisfazione sessuale.
A quante donne e bambine viene ancora insegnato che avere "certi pensieri" è peccato?
Che da una parte non dobbiamo pensare al sesso e avere meno partners possibili e dall'altra con il marito o fidanzato essere delle specie di pornostar a letto senza avere alcuna esperienza?
Se poi aggiungiamo il fatto che siamo costantemente bombardate da modelli femminili irraggiungibili a tal punto che sempre più donne provano inadeguatezza e vergogna a spogliarsi (figuriamoci se riescono a provare piacere!) perché sembra che solo quelle che corrispondono a certi canoni estetici abbiano il diritto ad una sessualità serena, in quanto se le vorrebbero portare a letto in molti... Poiché qui la sessualità femminile è vissuta in maniera androcentrica, cioè hai diritto a godere solo se lui ha voglia di fare l'amore con te. Il gioco è fatto.
La sessualita’ femminile vissuta in maniera autonoma e libera viene condannata in tutto il mondo.
L'omosessualità femminile è più condannata rispetto a quella maschile, ad esempio in Italia è presente perfino una legge che la definisce come una malattia (
Per lo Stato essere lesbica è una "malattia" - Quotidiano Net )
Molte donne hanno introiettato una visione maschile e spesso si guardano l'un l'altra con un punto di vista maschile: giudicano quelle troppo disinibite o quelle troppo pudiche come in realtà fanno gli uomini più maschilisti per etichettare le donne e dividerle tra quelle che ci stanno e quelle che non ci stanno. Questo comportamento è dovuto all'educazione sessuofoba ma anche al maschilismo che attua due pesi e due misure sul comportamento sessuale degli uomini e delle donne.
Le campagne pubblicitarie italiane descrivono gli uomini come dei "machi", come dei cacciatori circondati da un gruppo di donne avvenenti, predatori che non devono chiedere mai e le donne come oggetti sessuali sempre disponibili o pure e pudiche ma che sotto sotto ci stanno.
Da noi è diffusa l’idea che una ragazza debba trovare per forza il principe azzurro, quindi dipendere da un unico uomo per tutta la vita (pena l’essere "puttana" a vita, o sfigata, o sola, o non realizzata, come se la realizzazione per una donna passasse sempre e solo attraverso un buon matrimonio e/o la maternità), in cambio di un'identità sociale, una principessa senza futuro salvata da un principe che abbia le qualità che solo un principe può avere: protettivo, possessivo ed economicamente agiato.
Ancora oggi è grande il peso che preme sulle giovani donne educate a cercare quello giusto come se avessero la palla di cristallo. Ma la palla di cristallo non ce l’ha nessuno, se no nessuna morirebbe ammazzata come la giovane
Vanessa di soli 20 anni, sgozzata per mano del suo convivente che la famiglia reputava un bravo ragazzo, il principe azzurro, perché evidentemente lui di facciata era così, come lo sono molti per "accalappiare" le donne.
Ennesimo femminicidio, il 54esimo quest’anno nel nostro Paese, una strage di donne che lascia ancora indifferenti tutti.
Vi chiederete cosa c'entri il femminicidio con la sessualità femminile, ma pensateci bene, in un Paese dove non siamo considerate nulla più di corpi, carne da macello da appendere ai cartelloni, se fisicamente siamo compatibili con le pulsioni sessuali dell'altro sesso, proprietà privata, divisibili in sante a puttane, dove le ultime sarebbero quelle che si ribellano, che vogliono autonomia, che dicono di no, come potrebbe essere sicura la vita di noi donne?
Se c’è un modello carta-carbone a cui dobbiamo aderire per non deludere mai, se ad ogni modello a noi imposto c’è solo subordinazione che in cambio dobbiamo dare per tenerci stretti i nostri partner, per non ricevere disapprovazione sociale, per non restare sole ( perché ancora oggi la donna single viene definita "zitella", come sinonimo, spesso di "acida"), per non morire di fame perché il nostro Paese non garantisce indipendenza economica ed emancipazione sociale sufficiente alle donne, se il partner, l’uomo introietta dai media di massa, dalla famiglia un modello femminile ben preciso e viene educato a pretendere una donna sottomessa e da egli dipendente in tutto, il quale dev'essere anche economicamente agiato per proteggerla, comprarla e possederla totalmente e poi si trova davanti un modello reale che non corrisponde alle aspettative di una società androcentrica, questi diciamo sono fattori che contribuiscono alla violenza sulle donne, perché questa appunto è violenza che danneggia le donne ma anche gli uomini rendendoli incapaci di dialogare con le donne e di vederle come pari.
Se poi mettiamo il fatto che le vittime non vengono mai tutelate dalla legge, che quasi mai hanno giustizia,perché ti trovi l'assassino ancora con le chiavi di casa anziché in galera, se ti scontri con l'omertà di un Paese che non vorrebbe mai mettere in discussione la famiglia italiana, dipinta sempre come perfetta, dove il male per loro verrebbe sempre da fuori e possibilmente appartenentenad altre culture, il gioco anche qui è fatto.
Quanto costa prendere in considerazione che questo fenomeno è in aumento come hanno fatto gli altri Paesi che stanno correndo a ripari?
Mi chiedo se il nostro Governo abbia mai provato a contare le donne morte per rendersi conto di quale portata colossale sia questo fenomeno in Italia, per non dire se le abbiano mai avute sulla coscienza.
E ancora oggi siamo ancora qui inermi davanti all’ennesima vita di donna stroncata.
Davanti al silenzio di un Paese che tace.
Non si spreca una parola contro chi fa a pezzi le donne, anzi vengono perfino giustificati: "Sarà la gelosia", "la crisi", "la depressione" , "lei era rompipalle", "lui l'ha uccisa perché l'amava troppo" eccetera...
Possibile che siamo così invisibili?
Alla fine, non è necessario un burqa per nasconderci, non è necessaria l’infibulazione per privarci del piacere, basta nascere donne per essere invisibili quasi completamente e una lunga propaganda fatta di "miti", stereotipi e canoni che ci accompagnano nella nostra formazione per annullarci, questo è l'occidente che tanto si vanta di pari opportunità.
Ci sono tante forme di violenza, ma sono tutte facce opposte della stessa medaglia. Ne usciremo da questo circolo vizioso?
Le donne "libere" esisteranno mai davvero?