Le Iene: come funzionano gli affidamenti dei minori?

Primo collegamento della serata con Pier Paolo Zaccai, ex consigliere provinciale di Roma che ha più volte rischiato la vita negli scorsi anni per le sue denunce sul giro di pedofilia di alto livello che aveva scoperto. Coinvolto in scandali con l'obiettivo probabilmente di screditarlo fino a questo momento è riuscito ad andare avanti e negli ultimi mesi ha iniziato anche a ricordare nuovi particolari rimossi anche su alcuni luoghi che aveva visitato dove aveva visto dal vivo la selezione dei bambini da parte di un gruppo di pedofili.
Un racconto tragico e drammatico quasi ai confini della realtà che coinvolge anche la sottrazione dei bambini ai loro genitori naturali, i servizi segreti deviati italiani e non, tecniche e progetti di manipolazione e controllo mentale
Pedofilia, un'agghiacciante testimonianza: Pier Paolo Zaccai BN PODCAST
 
ho provato a leggere qualche intervento in questo thread e sono rabbrividito.
Mi sembra che le persone parlino di scie chimiche, nutraceutica, medicina, servizi segreti deviati e servizi sociali sempre nello stesso modo.

io non ho tanta sicurezza in tutti questi campi, cerco di informarmi da più fonti, e se posso tocco con mano. (le scie chimiche non le ho ancora toccate, ho annusato le mie, e vi garantisco che non sono bianche).

Comunque vi posto una descrizione fatta da una Assistente Sociale di un progetto che ha come obiettivo proprio evitare l'allontanamento dei minori dalle famiglie.
perchè non tutte le A.S. sono come quelle descitte in questo thread.
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Proprio come Pippi Calzelunghe, ciascun bambino ha risorse incredibili in grado di trasformare le più strampalate situazioni di vita in possibilità di crescita sufficientemente buona. Su quest’idea si fonda P.I.P.P.I., il Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione.
P.I.P.P.I. è un modello di intervento che i servizi sociali, sanitari, educativi e della giustizia rivolgono alle famiglie in difficoltà coi propri bambini. L’obiettivo è sostenerle per evitare che la situazione degeneri e si debba poi allontanare i minori. In che modo*?

Gli attori. Il programma è promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha funzioni di governance. Il gruppo scientifico che monitora il processo di implementazione è dell’Università degli Studi di Padova. Sono poi coinvolte le Regioni, gli Ambiti territoriali e le singole equipe impegnate nel lavoro con le famiglie.

Il target. Il programma è rivolto alle famiglie negligenti, in cui cioè c’è “una carenza significativa o un’assenza di risposte ai bisogni di un bambini, bisogni riconosciuti come fondamentali sulla base delle conoscenze scientifiche attuali e/o dei valori sociali adottati dalla collettività di cui il bambino fa parte”. La negligenza ha contorni indefiniti, sta in mezzo fra la “normalità” e la “patologia”.

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Obiettivo
. Lavorare sulla negligenza significa aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo, per prevenire forme più gravi di maltrattamento e gli eventuali allontanamenti dei bambini dalle famiglie. Significa lavorare a metà strada tra il sostegno alla genitorialità e la tutela dei minori.

L’equipe. Gli operatori incaricati di realizzare l’intervento sono l’assistente sociale del Comune, lo psicologo dell’Asl, l’educatore domiciliare, la famiglia d’appoggio, l’insegnante e qualsiasi altro professionista significativo (es. neuropsichiatra). Essi lavorano in equipe.

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Infatti, il programma prevede ed esige dalle professioni e dalle organizzazioni di assumere la sfida di lavorare insieme per costruire un approccio olistico alla negligenza. L’assunto di partenza è che per riuscire a riannodare i legami tra genitori e figli (superando la condizione di negligenza) occorre che anche i professionisti lavorino tra di loro e con le famiglie in un’ottica di dialogo, e anche le rispettive organizzazioni di appartenenza si mettano in rete in modo cooperativo.

P.I.P.P.I. ritiene che la complessità dell’implementazione e il suo successo complessivo non risiedono unicamente nelle caratteristiche delle famiglie, ma anche nella configurazione delle pratiche che sono modellate sugli assetti organizzativi attuali dei servizi per i bambini e le famiglie in un dato contesto e che quindi gli esiti non dipendono solo dalla natura e dalla gravità del problema che la famiglia porta ai servizi, ma dalla qualità dei processi messi in atto dai diversi livelli dell’ecosistema e primo fra tutti dalla capacità di utilizzare una accurata metodologia di progettazione a tutti i livelli dell’ecosistema.

I dispositivi d’azione. Le forme di sostegno messe in campo sono quattro: l’educativa domiciliare, il sostegno individuale e di gruppo per i genitori e i bambini, le attività di raccordo tra scuola e servizi, la famiglia di appoggio.

Questi quattro dispositivi si incardinano su un quinto dispositivo che li connette e ne consente l’efficacia e la misurabilità, ossia il dispositivo della valutazione partecipativa e trasformativa dei bisogni di ogni famiglia. Questo significa che tutti i soggetti coinvolti avviano un processo di riflessione, esplicitazione e attribuzione condivisa di significato alle osservazioni e ai comportamenti rispetto ai quali si decide di porre attenzione.

Il quadro teorico di riferimento. Il programma si inserisce all’interno di un preciso quadro teorico di riferimento: il modello dell’ecologia dello sviluppo umano di Bronfenbrenner, da cui deriva “Il mondo del bambino“.

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I risultati
. Il programma ha richiesto agli operatori coinvolti una puntuale raccolta dati, oltre che la partecipazione a focus group.
I dati raccolti riportano un miglioramento statisticamente significativo per le famiglie in tutte le dimensioni considerate. Gli operatori registrano una diminuzione dei fattori di rischio a fronte di un miglioramento dei fattori di protezione delle famiglie target.

Sono stati registrati dei miglioramenti anche nella promozione di un clima di collaborazione tra tutti i professionisti coinvolti e nella conduzione di un lavoro multiprofessionale. Anche le famiglie sono risultate essere maggiormente coinvolte.

Questi, in sintesi, i contorni del progetto.
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se poi volete approfondire andate a leggere le riflessioni della Assistente Sociale su questa situazione.
Che cos’è il P.I.P.P.I.?

Ci sono anche molti altri articoli riguardanti i famosi Servizi Sociali, che lavorano certamente in un settore delicato, spesso con poche risorse e poca incentivazione, ma, per favore non facciamo di tutta un'erba un fascio.

Salù
 
Un racconto tragico e drammatico quasi ai confini della realtà che coinvolge anche la sottrazione dei bambini ai loro genitori naturali, i servizi segreti deviati italiani e non, tecniche e progetti di manipolazione e controllo mentale

mi sa che ci sono riusciti di brutto.
 
Pedofilia, chiesti 5 milioni alla diocesi di Savona
Causa civile presentata da Rete l'Abuso
Quasi 5 milioni. È il risarcimento danni chiesto alla diocesi di Savona per cinque casi di pedofilia. A 7 anni dalla condanna di don Nello Giraudo, l'associazione Rete l'Abuso ha depositato in tribunale due delle cinque citazioni.

Tre dei 5 minori erano stati tolti alle famiglie dai servizi sociali e affidati a don Giraudo [che ha pensato bene di inchiappettarli alla grande]. La curia, che ha cambiato guida, non commenta. La causa parte da un concetto che fu messo in evidenza dal Gip Fiorenza Giorgi rispetto alla mancata denuncia e tutela delle vittime, da parte dei vescovi, che erano a conoscenza degli abusi sui minori. Nel provvedimento di archiviazione per sopraggiunta prescrizione nei confronti dell'ex vescovo Lafranconi, il giudice aveva scritto che era emersa "con chiarezza come la sola preoccupazione dei vertici della Curia fosse quella di salvaguardare l'immagine della diocesi più che la salute fisica e psichica dei minori".
Parole da cui oggi il presidente di Rete L'abuso, Francesco Zanardi, una delle vittime, riparte per la causa civile.[i casi della vita.....]
 
Lavaggi del cervello e scosse elettriche ai bambini da dare in affido
Sono 18 gli arrestati nell'inchiesta "Angeli e Demoni", accusati di aver manipolato i ricordi dei bambini, per toglierli ai genitori. La onlus implicata: "Non è vero"


Francesca Bernasconi - Gio, 27/06/2019 - 11:29
Lavaggi del cervello e scosse ai bambini da dare in affido

commenta
Politici, medici, assistenti sociali e psicologi. Sono tutti coinvolti, insieme al sindaco Pd di Bibbiano, che si trova agli arresti domicilari, nell'inchiesta "Angeli e Demoni", accusati di aver redatto false attestazioni, per fare in modo che i bambini venissero allontanati dalle proprie famiglie, per collocarli da amici e conoscenti, dietro compenso.

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Gli inquirenti hanno ricostruito un giro d'affari da centinaia di migliaia di euro, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Coinvolta anche una onlus di Moncalieri, nel torinese, perquisita questa mattina dai carabinieri.

Per riuscire a dimostrare l'inadeguatezza delle famiglie dei piccoli, venivano usati metodi barbari. Dall'inchiesta della pm Valentina Salvi, infatti, emergono ore e ore di "lavaggi del cervello" durante i colloqui tra i bambini e gli psicologi e persino l'uso di piccole scosse elettriche, che erano in grado di alterare "lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari". Tutti metodi con i quali la memoria dei piccoli e i loro racconti sulla situazione familiare venivano manipolati: falsi abusi, disegni non autentici nei quali venivano riprodotte scene di violenza. Non solo. Sembra che spesso i terapeuti si vestissero da mostri o personaggi inquietanti, per incutere paura ai bambini, così da minare le loro convinzioni.

Così, una volta davanti al giudice, la versione dei minori non corrispondeva alla realtà e i magistrati decidevano spesso a favore del loro affido ad altre famiglie, inserite nel losco giro di affari. Sembra che alcuni bambini siano stati stuprati, una volta entrati a far parte dei nuovi nuclei famigliari o delle comunità.

Dal canto suo, la onlus implicata nell'inchiesta sostiene che la vicenda non sia vera: "Credo sia tutta da dimostrare. Sono persone assolutamente oneste, è un centro che lavora da trent'anni, non dico che ci metto la faccia o ci metto la mano sul fuoco su queste persone ma sono assolutamente convinta che siano più che pulite", ha affermato ai microfoni del Tg3 Piemonte la segretaria della onlus.

Le indagini avevano preso il via nell'estate del 2018, dopo un anomalo aumento delle denunce da parte dei servizi sociali, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze sui minori, da parte dei genitori. L'analisi dei fascicoli aveva iniziato a far emergere le falsificazioni delle relazioni. Tra i reati contestati agli indagati ci sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso.
 
Lavaggi del cervello e scosse elettriche ai bambini da dare in affido
Sono 18 gli arrestati nell'inchiesta "Angeli e Demoni", accusati di aver manipolato i ricordi dei bambini, per toglierli ai genitori. La onlus implicata: "Non è vero"


Francesca Bernasconi - Gio, 27/06/2019 - 11:29
Lavaggi del cervello e scosse ai bambini da dare in affido

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Politici, medici, assistenti sociali e psicologi. Sono tutti coinvolti, insieme al sindaco Pd di Bibbiano, che si trova agli arresti domicilari, nell'inchiesta "Angeli e Demoni", accusati di aver redatto false attestazioni, per fare in modo che i bambini venissero allontanati dalle proprie famiglie, per collocarli da amici e conoscenti, dietro compenso.

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Gli inquirenti hanno ricostruito un giro d'affari da centinaia di migliaia di euro, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Coinvolta anche una onlus di Moncalieri, nel torinese, perquisita questa mattina dai carabinieri.

Per riuscire a dimostrare l'inadeguatezza delle famiglie dei piccoli, venivano usati metodi barbari. Dall'inchiesta della pm Valentina Salvi, infatti, emergono ore e ore di "lavaggi del cervello" durante i colloqui tra i bambini e gli psicologi e persino l'uso di piccole scosse elettriche, che erano in grado di alterare "lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari". Tutti metodi con i quali la memoria dei piccoli e i loro racconti sulla situazione familiare venivano manipolati: falsi abusi, disegni non autentici nei quali venivano riprodotte scene di violenza. Non solo. Sembra che spesso i terapeuti si vestissero da mostri o personaggi inquietanti, per incutere paura ai bambini, così da minare le loro convinzioni.

Così, una volta davanti al giudice, la versione dei minori non corrispondeva alla realtà e i magistrati decidevano spesso a favore del loro affido ad altre famiglie, inserite nel losco giro di affari. Sembra che alcuni bambini siano stati stuprati, una volta entrati a far parte dei nuovi nuclei famigliari o delle comunità.

Dal canto suo, la onlus implicata nell'inchiesta sostiene che la vicenda non sia vera: "Credo sia tutta da dimostrare. Sono persone assolutamente oneste, è un centro che lavora da trent'anni, non dico che ci metto la faccia o ci metto la mano sul fuoco su queste persone ma sono assolutamente convinta che siano più che pulite", ha affermato ai microfoni del Tg3 Piemonte la segretaria della onlus.

Le indagini avevano preso il via nell'estate del 2018, dopo un anomalo aumento delle denunce da parte dei servizi sociali, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze sui minori, da parte dei genitori. L'analisi dei fascicoli aveva iniziato a far emergere le falsificazioni delle relazioni. Tra i reati contestati agli indagati ci sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso.

Paola Taverna
7 h ·


Bambini usati come merce di scambio, maltrattamenti, abusi. Una rete di servizi sociali che compilava false relazioni per togliere i bambini alle proprie famiglie e darli in affido retribuito ad amici e conoscenti. Che la politica sia complice poi è vergognoso. Una faccenda orrenda, terrificante sulla quale indagherò con tutti i mezzi che il mio ruolo istituzionale mi permette di avere. Da cittadina però lo devo dire: per persone del genere e per lo squallore delle loro azioni non ci possono essere sconti. Nessuna pietà!
 
Da Bologna.
David Gramiccioli Due


Il suo compagno è un uomo violento, una volta la schiaffeggiò addirittura con il bimbo in braccio. Per mettere in sicuro, lei e suo figlio da quella situazione divenuta drammatica, orfana di entrambi i genitori, chiede aiuto alla parrocchia. Le volontarie della diocesi ben felici di aiutarla cosa fanno? La segnalano agli assistenti sociali. La donna finisce in una comunità di Piacenza dove le dicono che è una struttura ideale, concepita proprio per dare assistenza alle donne, mamme, vittime di violenza domestica, ma c'è un piccolo dettaglio che avevano tenuto nascosto alla donna, in quella struttura ci sono anche donne con problemi di tossicodipendenza. A chi chiede lumi di questa pericolosa promiscuità gli risponde che non c'era nessun altra struttura al momento che potesse accoglierla.
Il finale?
Il più tragico: gli portano via il bambino che va in adozione e da quel giorno non lo rivedrà più.
 

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