News, Dati, Eventi finanziari Le news del 19 settembre 2008

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Forumer storico
Per un panorama completo delle news di oggi, e per discuterle insieme, vi invito a navigare il consueto topic sul Forum di Piazza Affari.

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Tokyo chiude in rally

Tokyo chiude in rally

Chiusura in forte rialzo per la piazza di Tokyo, che viene galvanizzata dal rally messo a segno ieri da Wall Street, in scia al ridimensionamento degli allarmi sulla situazione del settore del credito. L'intervento delle maggiori banche centrali mondiali, inclusa la Bank of Japan, è stato provvidenziale.
L'indice Nikkei ha terminato in rialzo del 3,76% a 11.920,86 punti, mentre il Topix ha guadagnato il 4,69% a 1.149,12 punti.
Tra le altre piazze asiatiche, Seul archivia un progresso del 4,55% a 1.455,78 punti, mentre Taiwan del 4,7% a 5.907,38 punti.
 
Giappone: leading indicator luglio rivisto al rialzo

Giappone: leading indicator luglio rivisto al rialzo

Il leading indicator giapponese del mese di luglio è stato rivisto al rialzo a 91,4 punti.
 
Unipol: polizze index linked Lehman saranno rimborsate a sca

[LINK:4b62c64f43]Unipol[/LINK:4b62c64f43]: polizze index linked Lehman saranno rimborsate a scadenza

Unipol Gruppo Finanziario, in considerazione della situazione determinatasi a seguito dell'assoggettamento di Lehman Brothers alla procedura concorsuale prevista dal capitolo 11 della legge fallimentare statunitense ("Bankruptcy Code"), ha dato indicazione alle Compagnie Assicurative del Gruppo, Unipol Assicurazioni e Aurora Assicurazioni, di valutare e definire le modalità tecniche più appropriate che - in conformità con le disposizioni normative e regolamentari delle Autorità di Vigilanza - consentano di riconoscere agli assicurati, che hanno sottoscritto le polizze Index Linked di cui all'elenco in calce al presente comunicato, l'opzione di ottenere, alla data di naturale scadenza dei contratti, il capitale originariamente sottoscritto, prescindendo dall'esito che avrà la procedura in atto riguardante Lehman Brothers.
Con questa scelta UGF e le Compagnie di Assicurazione del Gruppo confermano la loro attenzione alla tutela dei propri clienti, anche in presenza di una situazione di straordinaria difficoltà dei mercati finanziari internazionali, che ha assunto negli ultimi giorni dimensioni imprevedibili.
UGF sottolinea che l'esposizione del Gruppo nei confronti di Lehman Brothers, peraltro di entità limitata rispetto all'intero portafoglio di investimenti, non è tale da intaccare la propria solidità patrimoniale e finanziaria, come peraltro testimoniato dal recente up grading del rating di Moody's.

da www.teleborsa.it
 
Fiat: al via riorganizzazione struttura societaria

[LINK:051085146c]Fiat[/LINK:051085146c]: al via riorganizzazione struttura societaria

Il Consiglio di Amministrazione di Fiat, riunitosi oggi sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, ha deliberato una riorganizzazione societaria che prevede che le principali società controllate da Fiat Partecipazioni S.p.A. (Fiat Group Automobiles, Fiat Powertrain Technologies, Magneti Marelli, Teksid, Teksid Aluminum, Maserati), nonché il 40% circa di Iveco e di FNH, società controllante di CNH, ed il 10,5% circa di RCS, saranno trasferite a Fiat S.p.A. che già detiene direttamente l'intera partecipazione di Comau, il rimanente 60% circa di Iveco e FNH e l'85% del capitale di Ferrari S.p.A.
All'esito dell'operazione, il cui perfezionamento è ipotizzato entro la fine dell'anno, Fiat S.p.A. deterrà quindi direttamente le partecipazioni di controllo nei suoi settori industriali.
L'operazione, che verrà attuata attraverso una scissione parziale della controllata totalitaria Fiat Partecipazioni S.p.A. a favore di Fiat S.p.A., oltre a consentire la semplificazione della struttura societaria del Gruppo in linea con le più recenti best practice di mercato, ha il fine di ottenere una maggiore efficienza operativa e l'ottimizzazione dei flussi finanziari e di dividendi.

da www.teleborsa.it
 
Paulson lancia un trust federale per i titoli spazzatura

Paulson lancia un trust federale per i titoli spazzatura

Dopo aver provato tutte le vie possibili per rassicurare i mercati aiutando singole istituzioni in difficoltà, per la prima volta in questa crisi il segretario al Tesoro americano Henry Paulson si è reso conto che l'unica soluzione possibile al rischio di una catastrofe finanziaria globale è quella di un approccio sistemico con la creazione di un veicolo finanziario statale simile alla Resolution Trust Corp, che rilevò le casse di risparmio in difficoltà nella seconda metà degli anni Ottanta.

Lo hanno riferito fonti di stampa, subito dopo un incontro riservato di Paulson con alcuni parlamentari ieri pomeriggio in Congresso. La notizia ha riportato subito euforia in Borsa: l'indice Standard & Poor's, che aveva reagito con molti alti e bassi all'annuncio di una nuova iniezione di liquidità da 180 miliardi di dollari da parte delle Banche centrali mondiali, è balzato del 4,3% in chiusura, il maggior rialzo da sei anni. Il mercato aveva anche recepito bene il divieto di Londra sullo "short selling", le vendite scoperte a breve che avevano contribuito al gioco al massacro in Borsa e hanno gioito quando si è saputo che il procuratore generale di New York, Andrew Cuomo, aveva aperto un'inchiesta per irregolarità proprio sullo "short selling".

La Resolution Trust Corporation era stata varata dal Congresso nel 1989 per risolvere la crisi delle casse di risparmio. Le casse erano state deregolamentate a cavallo della prima metà degli anni Ottanta, finanziarono una crescita esponenziale del settore immobiliare seguendo una dinamica non troppo diversa da quella degli ultimi anni con i prestiti subprime. Alla fine della sua missione, che durò una decina d'anni, la Rtc riorganizzò 747 istituzioni con attività di bilancio di oltre 400 miliardi di dollari. Oggi un'operazione simile potrebbe costare secondo le stime degli esperti, fra i due e i tremila miliardi di dollari.

Fino al rimbalzo finale di Wall Street, la giornata era stata negativa. Dopo i crolli in Asia, le Borse europee avevano chiuso in ribasso nonostante l'operazione senza precedenti delle Banche centrali. La notizia dell'intervento congiunto è arrivata alle tre di notte ora americana, alle nove del mattino in Europa, alle quattro del pomeriggio in Giappone. In un breve comunicato, la Federal Reserve ha annunciato di avere aumentato di 180 miliardi di dollari l'ammontare di fondi in dollari messi a disposizione delle altre Banche centrali.

Il denaro rappresenta un'estensione del contratto di swap tra Banche centrali firmato a fine 2007. La tempistica dell'annuncio non è stata scelta a caso. L'obiettivo delle autorità americane era annunciare l'iniziativa a mercati ancora aperti in Europa e in Asia, nel tentativo di preparare il terreno a New York, in vista dell'apertura Wall Street. Parte del denaro è già stato utilizzato. La Bce - che ha visto la propria disponibilità in dollari raddoppiare a 110 miliardi - ha organizzato ieri mattina un'asta da 40 miliardi di dollari. Altri 20 circa sono giunti dalla Banca d'Inghilterra e dalla Banca centrale svizzera.

All'intervento concertato partecipano anche la Banca del Canada e la Banca del Giappone. Secondo il comunicato pubblicato ieri, il tentativo è di «allentare le tensioni sui mercati di finanziamento a breve termine in dollari», dopo i recenti avvenimenti negli Stati Uniti. Dall'inizio della settimana, il mercato monetario denominato nella valuta americana sta soffrendo molto. I tassi d'interesse sono saliti perché è cresciuta improvvisamente la sfiducia tra le banche. Lo stesso fallimento di Lehman Brothers ha fatto sparire in un colpo solo dai bilanci di molte banche attività in dollari.

Ieri a Londra, il tasso d'interesse overnight nella moneta americana è sceso solo leggermente, al 3,84% dal 5,03% di mercoledì, rispetto a un tasso di riferimento della Fed al 2 per cento. Invece, sul mercato monetario in euro, il tasso overnight ieri oscillava intorno al 4,25%, in linea con il costo del denaro della Bce, rispetto al 4,42% di mercoledì.

Il calo è avvenuto anche per via di un'operazione a un giorno dello stesso istituto monetario del valore di 25 miliardi di euro. Sempre ieri, la Fed ha immesso sui mercati 105 miliardi di dollari attraverso varie aste di rifinanziamento. Si tratta della più grossa iniezione giornaliera concessa dalla Fed, superiore anche a quella decisa dopo agli attacchi terroristici del 2001.

Dietro l'operazione congiunta annunciata ieri ci sono tre novità. Primo, l'ammontare dei fondi a disposizione è cresciuto da 67 a 247 miliardi di dollari. In secondo luogo, l'intesa prevede l'estensione di un accordo swap con Bce e Banca centrale svizzera, ma anche nuove intese con Banca d'Inghilterra, Banca del Canada e Banca del Giappone. Infine, finora i dollari messi a disposizione dalla Fed erano usati dalla Bce per operazioni di liquidità a un mese e a tre mesi; da ieri anche a 24 ore. Mai finora le autorità monetarie si sono esposte come oggi. È evidente che la presenza sui mercati delle Banche centrali ha fatto un salto di qualità. Ma sarà sufficiente? Il mercato si attende nuove misure eccezionali. Come quella che starebbe preparando Henry Paulson.

LE MOSSE DI BANCHE E TESORO USA
LE OPERAZIONI DI RIFINANZIAMENTO
Il mercato monetario, nel quale le banche si prestano denaro a vicenda, è alla base del buon funzionamento di un sistema finanziario e di un'economia. In questo contesto, la Banca centrale ha un ruolo cruciale: organizza con regolarità operazioni di liquidità, aste nelle quali gli istituti di credito possono rifinanziarsi prendendo somme a prestito, in cambio di collaterale (di solito obbligazioni). I prestiti possono avere scadenza diversa, al termine gli istituti di credito devono restituire la somma ricevuta, maggiorata di un tasso d'interesse (e recuperando il collaterale a garanzia). La crisi creditizia sta mettendo a dura prova il mercato interbancario nel quale l'attività è calata, a causa di una crescente sfiducia tra banche. Da ormai un anno le Banche centrali sono state quindi costrette, per allentare le tensioni sui tassi d'interesse, ad aumentare l'ammontare e la frequenza dei prestiti di denaro

Da www.ilsole24ore.com
 
Alitalia: lo stop della Cai deciso all'unanimità

[LINK:4ee94b273d]Alitalia[/LINK:4ee94b273d]: lo stop della Cai deciso all'unanimità


La cordata italiana si ritira ma non si scioglie. Gli azionisti della Compagnia aerea italiana (Cai) hanno deciso all'unanimità di mantenere in vita la società, che resta una Srl con un capitale versato minuscolo, appena 160mila euro.

Unanimi nel votare pubblicamente il ritiro dell'offerta non vincolante sulla polpa di Alitalia a causa del mancato accordo sindacale, i 16 soci della Cai (più Francesco Micheli, non ancora azionista) erano in realtà animati da motivazioni differenziate. Diversi di loro, non solo i Benetton, sono sollevati per il venir meno di un progetto nel quale sono entrati di malavoglia, per adesione a un invito di Silvio Berlusconi, timorosi di restare intrappolati nella maledizione Alitalia sommata alle difficoltà di Air One. Diversi soci sarebbero inoltre poco propensi a mettere capitali in un'iniziativa gestita da Roberto Colaninno.

Alcuni ritenevano eccessive le concessioni fatte da Rocco Sabelli, in particolare la promessa di distribuire ai dipendenti il 7% degli utili. Nessuna forma di dissenso però è affiorata, il ritiro ha messo tutti d'accordo.

«Una decisione presa all'unanimità. Tutti gli azionisti sono attestati sulla linea di conduzione del negoziato», ha commentato Sabelli. «Non ci sono le condizioni per andare avanti. Adesso vi spieghiamo perché», aveva esordito Colaninno in apertura. La riunione, a porte chiuse, a Milano, è cominciata alle 16 e durata un'ora e mezzo.

Sabelli ha elencato le tappe del negoziato, i punti dell'accordo quadro firmato domenica con alcuni sindacati, fino agli ultimi sviluppi. Un'elencazione minuziosa, alla quale hanno contribuito anche Colaninno e l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera.

L'assemblea ha ascoltato in silenzio, tranne in un passaggio: quando è stato spiegato che gli esuberi avrebbero beneficiato dell'80% dello stipendio, garantito dallo Stato per sette anni, c'è stata un'esplosione di incredulità. Quasi una sollevazione, per la rinuncia dei sindacati a un trattamento giudicato troppo generoso.

Si sono pronunciati per il ritiro, tra gli altri, l'amministratore delegato di Fon-Sai Fausto Marchionni, il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera, Salvatore Mancuso di Equinox, Francesco Bellavista Caltagirone. Per Atlantia, controllata dai dubbiosi Benetton, non c'era il numero uno Giovanni Castellucci, ma il direttore legale, Pietro Fratta, con il mandato di votare «qualunque proposta». Marco Fossati (Findim) ha chiesto una conferma: «Per trasparenza tra noi, allora questa vicenda è chiusa, non abbiamo dei ripensamenti?». Ha avuto un coro di risposte affermative.

È stato chiarito che cade anche la proposta di comprare Ap Holding, cioè il gruppo Air One, molto indebitato e in difficoltà. Ignazio Toto, figlio del patron Carlo, ha concordato con la decisione dell'assemblea.

In chiusura, Colaninno – secondo indiscrezioni – ha detto che sul settimanale inglese «Economist» uscirà oggi un articolo in cui si parla bene della cordata italiana e ha proposto di «non disperdere il patrimonio e il gruppo di imprenditori che si è riunito nell'iniziativa». Proposta votata all'unanimità. Cosa farà la Cai? È volata una battuta: «Compriamoci la Morgan Stanley», ha detto il rappresentante di Clessidra, Alessandro Grimaldi.

Gaetano Micciché, di Intesa, aveva informato che «ci sono state adesioni per sottoscrivere capitale di Cai fino a 1,3 miliardi sul Progetto Fenice per Alitalia». Nessuno però ha aperto il portafoglio. La Cai sopravvive, ma per ora con soli 160mila euro di capitale.

da www.ilsole24ore.com
 
Istat: a luglio accelerano ordini industria ma cala fatturat

Istat: a luglio accelerano ordini industria ma cala fatturato

Nel mese di luglio 2008, l'indice del fatturato dell'industria è risultato pari a 142,6 segnando un incremento del 4,7 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il fatturato è aumentato del 4,1 per cento sul mercato interno e del 6,1 per cento su quello estero.
L'indice generale destagionalizzato del fatturato è risultato pari a 129,9 nel mese di giugno e 126,7 nel mese di luglio. Le relative variazioni congiunturali sono state positive per giugno (più 3,2 per cento) e negative per luglio (meno 2,5 per cento).
L'indice degli ordinativi è risultato pari a 142,1, con una crescita tendenziale del 5,5 per cento, quale sintesi di un incremento dell'11,4 per cento sul mercato interno e di una riduzione del 4,9 per cento sul mercato estero.
L'indice generale destagionalizzato degli ordinativi è risultato pari a 120,9 nel mese di giugno e 124,0 nel mese di luglio. Rispetto al mese precedente, l'indice ha segnato una crescita dello 0,4 per cento in giugno e del 2,6 per cento in luglio.
 
Texas Instruments: alza dividendo trimestrale del 10%

Texas Instruments: alza dividendo trimestrale del 10%

Texas Instruments Incorporated alzerà il dividendo trimestrale del 10%. Lo ha dichiarato la stessa società, aggiungendo che il nuovo dividendo sarà di 0,11 dollari ad azione, ossia 0,44 dollari ad azione su base annua. L'attuale dividendo trimestrale è di 0,10 dollari ad azione.
 
Oracle:utile I trim. sale oltre attese

Oracle: utile I trim. sale oltre attese

Oracle ha registrato nel primo trimestre una crescita degli utili netti del 28% e ha dichiarato che non prevede un impatto dalla crisi delle società finanziarie. Il colosso del software ha infatti chiuso i primi tre mesi con utili netti di 1,08 miliardi di dollari, pari a 21 cent ad azione, a fronte degli 840 milioni, o 16 cent ad azione, dello stesso periodo dell'anno prima.
Al netto delle poste eccezionali, il dato è salito da 22 a 29 cent ad azione, battendo le stime degli analisti di 27 cent.
 

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