Conti pubblici: il fabbisogno 2006 cala a 35,2 miliardi
da
www.ilsole24ore.com:
Conti pubblici: il fabbisogno 2006 cala a 35,2 miliardi
di Luigi Lazzi Gazzini
Superando in meglio ogni previsione, il deficit di cassa è risultato, nel 2006, di 35,2 miliardi. Erano stati 60 miliardi nel 2005.Il successo andava delineandosi col procedere dell'anno ma, nella sua dimensione, ha sorpreso gli osservatori. E ha sorpreso anche il Tesoro, se si pensa che a primavera il fabbisogno del settore statale era stimato in 66,5 miliardi. Col Dpef di luglio è stato riveduto a 59 miliardi e, a ottobre, a 47,7 miliardi.
Un successo che non eviterà, purtroppo, un ben diverso saldo in termini di competenza economica: sentenza Iva sulle auto e accollo dei debiti ex Ispa lo porteranno verso gli 84 miliardi, il 5,7% del Pil. E sarà questo il dato che presenteremo a Bruxelles.
Comunque,essendo l'indebitamento di competenza 2006 gonfiato da eventi eccezionali, con ragione il ministro Tommaso PadoaSchioppa si compiace del risultato dei conti di cassa, avvertendo tuttavia che occorre continuare nello sforzo di risanamento.
«Il consuntivo del 2006 pubblicato oggi — ha detto il titolare dell'Economia — è un risultato molto positivo. Il netto miglioramento del fabbisogno costituisce una base solida per l'attuazione della manovra finanziaria appena approvata dal Parlamento. Questi dati incoraggianti non autorizzano in alcun modo — precisa tuttavia il ministro — ad allentare l'azione di risanamento dei conti pubblici. La politica di bilancio avviata dal Governo deve essere continuata con determinazione, al fine di sostenere in maniera strutturale la crescita del Paese».
Al risultato annuale ha concorso l'imponente avanzo di dicembre.
Grazie alle scadenze fiscali, l'attivo è stato di 21 miliardi, vicino al record di 23,3 miliardi di dicembre 2005 che, pur sostenuto da entrate una tantum, non bastò a capovolgere il pesante deficit accumulatosi nei mesi precedenti.
Sul confronto tra 2005 e 2006 gravano, informa l'Economia, «fattori avversi». Dicembre 2005 fu sostenuto da incassi una tantum ( cartolarizzazione dei crediti Inps e vendita di Patrimonio1) che ne ridimensionano l'eccezionale avanzo. A dicembre 2006, ecco invece pagamenti alle Regioni per arretrati sanitari, alla Tav e ad altri progetti. Somme ingenti, al netto delle quali il fabbisogno 2006 sarebbe non lontano dai 33 miliardi.
È appena da sottolineare come le entrate siano state le protagoniste del miglioramento del saldo di cassa che,in rapporto al Pil, è sceso nel 2006 a un modesto 2,4% dal 4,2% del 2005. L'Economia ricorda come l'anno appena terminato abbia tratto vantaggio da un afflusso, durante l'intero esercizio, di entrate fiscali risultate superiori alle previsioni fattefino alla scorsa estate.E cita pure le iniziative per il controllo della spesa pubblica, a cominciare dalla gestione per dodicesimi imposta ai pagamenti dalla Finanziaria 2006, che fu del ministro Giulio Tremonti. Il quale ha commentato: «A differenza del Governo Prodi, il tempo è galantuomo».L'Economia evoca anche il «rigoroso controllo operativo della spesa effettuato da giugno scorso».
Tuttavia,dalla Relazione previsionale e programmatica 2007 si apprende (Il Sole24 Ore del 30 dicembre scorso) che la spesa pubblica al netto degli interessi toccherà, nel 2006, il record del dopoguerra: il 44,5% del Pil, ovvero il 45,7% tenendo conto dei rimborsi della sentenza Iva sulle auto. Essendo modeste le variazioni degli interessi, ne consegue che il miglioramento dei conti di cassa è da attribuire al gettito fiscale. Le ragioni che ne hanno determinato la crescita non sono tutte chiare agli studiosi.