nagual
mondo patafisico
Avevo promesso di spiegare il motivo per cui i miei grafici sembrano così strampalati, di difficile lettura e quasi riempiti a caso di strane linee. Questa discussione sarà utilizzata a tale scopo.
Una piccola premessa: sin da quando, completamente digiuno di qualsiasi fondamento di A. T. e son passati una quindicina di anni, ho posato gli occhi su un grafico di una serie storica dei prezzi di un asset il mio primo impulso è stato di ricercare delle regolarità in quei buffi andamenti zigzaganti; delle armonie, delle ripetizioni, un ritmo in poche parole.
Ho incominciato, senza saperere cosa fossero a tracciare delle trend lines, sui massimi e sui minimi; delle linee orizzontali, quelle che poi ho scoperto essere chiamate livelli statici, qualsiasi cosa che potesse diventare un pentagramma di quelle sinfonie dodecafoniche.
Poi incomincia a scoprire le candele giapponesi, mi informai sul loro significato, sui loro patterns, ma anche questa codficazione non mi soddisfaceva in pieno. Ho un grosso difetto: credo solo in quello che esperimento direttamente e non mi accontento mai di pacchi preconfezionati; pur non cadendo nell'errore iconoclasta di distruggere quello che altri hanno fatto prima di me cerco di sperimentarlo, di integrarlo fino ad arrivare a qualcosa di eclettico che prescinda dai dogmi già stabiliti.
Ad un certo punto incontrai qualcosa di veramente stimolante e non conosciuto fino ad allora: incominciai a tracciare delle linee non partendo dagli estremi dei movimenti, non dai massimi e dai minimi in cui l'energia del movimento raggiunge l'acme e si spegne, ma da quei trascurati punti di equilibrio segnalati da quelle candele dal corpo piccolo in cui l'energia sembra quasi accumularsi in modo nascosto e, strano a dirlo, quelle linee andavano spesso e poi, con l'affinamento della tecnica, molto spesso a delimitare massimi e minimi futuri.
Ora basta chiacchere e passiamo al caso concreto che mi permetterà di illustrare il mio modo di trattare i grafici.
Innanzitutto devo specificare che attribuisco un'importanza crescente ai time frames superiori: quanto più lungo è il periodo rappresentato nel grafico e quanto più lungo è il periodo rappresentato da una singola candela tanto più importante sarà il potenziale delle linee su questo tracciate.
Utilizzo un grafico "vergine" che fino ad ora non ho mai analizzato, così questo sarà un lavoro in itinere aperto alle osservazioni e ai contributi di tutti e vedremo che ne salterà fuori. Partiamo proprio da queste linee tralasciando al momento tutto il resto: medie mobili, ritracciamenti; ventagli; oscillatori e quant'altro.
Frame trimestrale del CAC40. Per convenzione utilizzerò il colore viola per le linee tracciate su questo timeframe; queste, grazie all'utilizzo di un gran software quale è Prorealtime, dopo saranno riportate sui timeframes inferiori. Ho evidenziato le candele sulla chiusura delle quali sono tracciate le linee.
Una piccola premessa: sin da quando, completamente digiuno di qualsiasi fondamento di A. T. e son passati una quindicina di anni, ho posato gli occhi su un grafico di una serie storica dei prezzi di un asset il mio primo impulso è stato di ricercare delle regolarità in quei buffi andamenti zigzaganti; delle armonie, delle ripetizioni, un ritmo in poche parole.
Ho incominciato, senza saperere cosa fossero a tracciare delle trend lines, sui massimi e sui minimi; delle linee orizzontali, quelle che poi ho scoperto essere chiamate livelli statici, qualsiasi cosa che potesse diventare un pentagramma di quelle sinfonie dodecafoniche.
Poi incomincia a scoprire le candele giapponesi, mi informai sul loro significato, sui loro patterns, ma anche questa codficazione non mi soddisfaceva in pieno. Ho un grosso difetto: credo solo in quello che esperimento direttamente e non mi accontento mai di pacchi preconfezionati; pur non cadendo nell'errore iconoclasta di distruggere quello che altri hanno fatto prima di me cerco di sperimentarlo, di integrarlo fino ad arrivare a qualcosa di eclettico che prescinda dai dogmi già stabiliti.
Ad un certo punto incontrai qualcosa di veramente stimolante e non conosciuto fino ad allora: incominciai a tracciare delle linee non partendo dagli estremi dei movimenti, non dai massimi e dai minimi in cui l'energia del movimento raggiunge l'acme e si spegne, ma da quei trascurati punti di equilibrio segnalati da quelle candele dal corpo piccolo in cui l'energia sembra quasi accumularsi in modo nascosto e, strano a dirlo, quelle linee andavano spesso e poi, con l'affinamento della tecnica, molto spesso a delimitare massimi e minimi futuri.
Ora basta chiacchere e passiamo al caso concreto che mi permetterà di illustrare il mio modo di trattare i grafici.
Innanzitutto devo specificare che attribuisco un'importanza crescente ai time frames superiori: quanto più lungo è il periodo rappresentato nel grafico e quanto più lungo è il periodo rappresentato da una singola candela tanto più importante sarà il potenziale delle linee su questo tracciate.
Utilizzo un grafico "vergine" che fino ad ora non ho mai analizzato, così questo sarà un lavoro in itinere aperto alle osservazioni e ai contributi di tutti e vedremo che ne salterà fuori. Partiamo proprio da queste linee tralasciando al momento tutto il resto: medie mobili, ritracciamenti; ventagli; oscillatori e quant'altro.
Frame trimestrale del CAC40. Per convenzione utilizzerò il colore viola per le linee tracciate su questo timeframe; queste, grazie all'utilizzo di un gran software quale è Prorealtime, dopo saranno riportate sui timeframes inferiori. Ho evidenziato le candele sulla chiusura delle quali sono tracciate le linee.