Libia

C’è voluto appena appena un anno per veder comparire tutti gli effetti perversi dell’attacco occidentale alla Libia del 2011: dall'assassinio dell'Ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, alle rivolte anti-americane in tutto il mondo musulmano, non possiamo francamente dedurre che l’aver "accompagnato" le rivoluzioni arabe sia stato un successo politico. Il fermo sostegno russo e cinese al regime siriano, contro i tentativi occidentali e delle monarchie del Golfo di rovesciarlo, non solo ha distrutto qualsivoglia dinamica positiva al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ma si è trasformato in un test riguardo il potere degli Stati Uniti in Medio Oriente.

da
Metalli Milano: Geab n. 67: allarme confermato



Infine, l'intero Oriente ed il Sud-Est asiatico (Giappone, Taiwan, Filippine, Corea del Sud, ...), attraverso i noti conflitti per il possesso di numerose piccole isole, sono in procinto di sperimentare la capacità americana di tener testa alla Cina, una potenza asiatica. Essi potranno valutare in tempo reale ciò che resta del potere statunitense nella regione. Entro l'inizio del 2013 le loro conclusioni serviranno a rimodellare le alleanze e le appartenenze ereditate dalla seconda guerra mondiale.

Ed anche il "cortile" degli Stati Uniti (secondo la dottrina Monroe), ovvero l'America Latina, è impegnato nell’affrontare collettivamente le pluridecennali posizioni geopolitiche statunitensi: l'esclusione di Cuba dai forum trans-americani, e soprattutto la messa in discussione della guerra contro la droga, pilastro dell’interventismo statunitense in America Latina per più di 40 anni.


Citiamo anche l'Europa più che altro come aneddoto, poiché l'integrazione accelerata di Eurolandia costituisce l’estromissione di fatto degli Stati Uniti dal cuore della costruzione europea.
A partire dal 2013, il FMI (ovvero Washington) non sarà certamente più invitato ad occuparsi delle questioni interne di Eurolandia, come capita oggi con la Grecia.
Anche con riguardo alla difesa, l'annuncio a sorpresa di una possibile fusione di BAE Systems con EADS, con quest’ultima come socio di maggioranza, è indice della fine di un'epoca, quella in cui la difesa doveva essere di tipo transatlantico, con il Regno Unito a fare da “capo-mastro”. +Si consideri che, d'ora in poi, la BAE Systems combatterà per la propria sopravvivenza.
 
Gheddafi fu ucciso da un agente segreto francese. Dov'è la notizia?

L'eliminazione fisica di Gheddafi, ex alleato di Sarkozy, era necessaria per evitare che quest'ultimo rivelasse alcuni segreti che, per il bene delle cancellerie occidentali, sarebbe stato meglio che restassero tali.

La non-notizia di oggi è che l***8217;assassino di Gheddafi era un agente segreto straniero mischiato alle brigate rivoluzionarie. Indovinate di quale nazionalità***8230;
Tra gli ambienti diplomatici occidentali nella capitale libica il commento ufficioso più diffuso è che, se davvero ci fu la mano di un sicario al servizio degli 007 stranieri, questa «quasi certamente era francese». Il ragionamento è noto. Fin dall***8217;inizio del sostegno Nato alla rivoluzione, fortemente voluto dal governo di Nicolas Sarkozy, Gheddafi minacciò apertamente di rivelare i dettagli dei suoi rapporti con l***8217;ex presidente francese, compresi i milioni di dollari versati per finanziare la sua candidatura e la campagna alle elezioni del 2007. «Sarkozy aveva tutti i motivi per cercare di far tacere il Colonnello e il più rapidamente possibile»
Secondo il Corriere, fu Assad a passare alla NATO il numero del telefono satellitare di Gheddafi agli 007 francesi. In cambio il presidente siriano avrebbe ottenuto che Parigi chiudesse un occhio sulla repressione contro la popolazione in rivolta, limitando così la pressione internazionale su Damasco.
Per capire perché questa rivelazione è un pò la scoperta dell***8217;acqua calda dobbiamo fare un salto indietro a metà febbraio 2011.

La narrativa ufficiale di quella che poi sarebbe degenerata nella guerra civile libica parla di una rivolta nata in Cirenaica, e presto estesa in tutto il Paese, in seguito alla brutale repressione di manifestazioni popolari spontanee.
A questa versione se ne affianca un***8217;altra, più articolata e meno ***8220;vendibile***8221; al grande pubblico. La repentina degenerazione della crisi libica dalle manifestazioni di piazza alla guerra civile ha da subito alimentato i sospetti che si sia trattato di un colpo di Stato in fieri. Tale golpe, raccontava l***8217;analista Karim Mezran sulle pagine di Limes un anno fa, sarebbe stato deciso pochi mesi prima in un albergo di Parigi dai servizi segreti francesi con la complicità di Nuri al-Mismari, ministro del cerimoniale di Gheddafi. Le rivolte avrebbero poi costretto gli organizzatori ad accelerare il piano. Le defezioni dei militari e degli alti gradi del governo (su tutti: il ministro della Giustizia Mustafa Abdel Jalil e quello dell***8217;Interno Abdel Fattah Yunis), stranamente rapide e a macchia di leopardo, la rapida genesi del CNT, la diffusione di cos***8217;ì tante armi leggere in mano a così tanta gente, e soprattutto la frenetica attività diplomatica della Francia in favore dell***8217;intervento armato troverebbero spiegazione proprio in questa imprevista accelerazione.
Qualcuno si è chiesto come mai la Francia ha premuto con tutte le sue forze per convincere le altre potenze della necessità di un intervento armato, poi consacrato dalla risoluzione 1973 del CdS? Oppure perché è stata la prima a riconoscere il CNT - sorto dal nulla da un giorno all***8217;altro ***8211; come unico interlocutore in Libia? O come mai Parigi non ha neppure atteso l***8217;avvio ufficiale della missione Unified Protector, inviando i propri caccia nei cieli libici con un giorno d***8217;anticipo?
Sugli interessi francesi in Libia e sul piano messo in atto per strapparla all***8217;Italia si veda questa analisi su Il Sussidiario.
A un anno di distanza i fatti dimostrano che la Francia ha fatto male i calcoli.
Se mai ce ne fosse bisogno, questo articolo sul blog di Alex Thurston spiega perché l***8217;intervento NATO in Libia è stato un errore. E gli effetti collaterali provocati dal rovesciamento di Gheddafi sono sotto gli occhi. Innanzitutto l***8217;insorgenza dei tuareg nel Nord del Mali, che avrebbe poi condotto alla dichiarazione d***8217;indipendenza dell***8217;Azawad e alla sua successiva caduta in mano ai qaidisti. Senza contare l***8217;afflusso di profughi in Ciad, Tunisia, Egitto ed Europa (via Lampedusa) e un ruolo non secondario nella crisi alimentare che tuttora affligge la regione del Sahel.


Nel 1307 Filippo IV il Bello, re di Francia, espose una serie di accuse infamanti contro i cavalieri Templari - con cui era stato in affari e di cui era debitore ***8211; per azzerare i propri debiti e mettere le mani su gran parte del patrimonio dell***8217;ordine. Sette secoli più tardi, la storia si è ripetuta nella figura di Nicolas Sarkozy, esecutore del suo ex amico e socio Muammar Gheddafi.

In tanti hanno bevuto la storiella dell***8217;intervento umanitario. In realtà Sarkozy ha voluto la caduta di Gheddafi per strappare la Libia all***8217;influenza italiana, guadagnando posizioni nel Nord Africa. L***8217;eliminazione fisica dell***8217;ex alleato era necessaria per evitare che quest***8217;ultimo fosse tradotto davanti ad un tribunale internazionale per crimini di guerra, dove avrebbe meritato un posto d***8217;onore ma all***8217;interno del quale avrebbe rivelato alcuni segreti che, per il bene delle cancellerie occidentali, sarebbe stato meglio che restassero tali.
 
Ultima modifica:
Secondo voi se una fazione Gheddafiana avesse rapito il presunto assassino di Gheddafi, l'avrebbero mai rilasciato libero al prezzo di qualsiasi riscatto?
Prima di credere di essere in un mondo reale, è necessario svegliarsi dai sogni.
Se ci hanno mentito sull'assassinio di JFK, sull'11 settembre 2001, sulle armi di ditruzione di massa, le probabilità di menzogne in serie sono alte in questo mondo reale.
Libia, ucciso dalle torture il giovane che scoprì Gheddafi
 

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