Libia

Ma che diamine sta succedendo !?

Ma che diamine sta succedendo !? | Informare per Resistere



Niente. Tutto va per il meglio madame la marchesa.

Ecco le marionette dell’Elite sociale dell’umanità attuale:

Voici « l’ÉLITE » sociale de l’humanité actuelle :








Ed ecco quello che stanno regalando a l’umanità:




In Libano :



screenshot2.jpg




In Israele :



screenshot31.jpg




In Jordania :



screenshot41.jpg


Jordania: rara aggressione contro il RE



In Syrie :



screenshot51.jpg




In Afghanistan :



screenshot6.jpg




In Irak :



screenshot8.jpg




In Egitto



screenshot9.jpg




Manifestazioni in Egitto contro la lentezza della democratizzazione



In USA :



screenshot10.jpg




Nello Yemen :



screenshotx.jpg




In Spagna:



screenshot13.jpg




In Francia:



screenshot14.jpg




In generale:



screenshotz.jpg




Che dire di più

Grazie! Mille volte grazie!!!

In effetti tutto va bene, tutto va molto bene.
Ma comunque, bisogna che ve lo dica
Pensate che veramente possa andare cosi bene per tanto tempo???
Amichevolmente
André Lefebvre
Les 7 du Québec | Les 7 du Québec

Tradotto da Stefano per Informare per Resistere

Que dire de plus que :



MERCI! Mille fois MERCI!!!



En fait:



Tout va très bien, tout va très bien…



Mais cependant, il faut que je vous dise….



Croyez-vous que ça puisse bien aller encore longtemps???



Amicalement



André Lefebvre



Les 7 du Québec | Les 7 du Québec

Trouvé sur Les chroniques d’Acturius
 
Video: QUELLO CHE STA FACENDO LA NATO IN LIBIA
Postato il Mercoledì, 22 giugno @ 09:35:00 CDT di supervice
middle-left.gif
middle-right.gif
Libyachild.jpg
FONTE: AAGIRFAN (BLOG)

Attenzione immagini molto forti

"Appena un giorno dopo aver ammesso di aver ucciso 9 civili in un raid aereo, la NATO è stata accusata dalle autorità libiche di aver ucciso almeno altri 15 civili."

La NATO ha confermato di aver effettuato un altro bombardamento, ma non ha risposto alle accuse di aver ucciso dei civili.

"Una troupe dell’emittente televisiva RT a Tripoli ha girato alcuni filmati scioccanti di corpi mutilati dai bombardamenti della NATO."


http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OYKY2F8jy4U&skipcontrinter=1

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=fJd2_nWp8EY



Fonte: aangirfan
Link: aangirfan: WHAT NATO IS DOING IN LIBYA
22.06.2011

Traduzione a cura di www.comedonchisciotte.org
 
Ultima modifica:
inevitabile la morte di civili in una guerra

il problema e' che la guerra in Libia e' voluta solo per impossessarsi del petrolio

altrimenti di paesi da bombardare per portare "la democrazia " ce ne sono in abbondanza

in secondo piano il problema e' questa democrazia a chi fa comodo?
 
EDIZIONE STRAORDINARIA – Guerra di Libia: Sarkosi denunziato per crimini di guerra dall’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas-

L’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas, uno dei più stretti collaboratori del Presidente socialista Francese, Francois Mitterand, ha denunziato alla Procura della Repubblica il Presidente della Repubblica francese Sarkosi . L’accusa è di “crimini di guerra” con chiaro riferimento all’attacco alla Libia e forse anche ai recenti “fuori bersaglio” piazzati su innocui berrsagli tripolini.
L’iniziativa è scaturita dopo un viaggio lampo a Tripoli dell’ex ministro francese.
La notizia ha trovato ampi spazi sulla stampa francese.
Dumas, si è fatto assistere da un avvocato Maitre Verges , famoso per le sue prese di posizione e in particolare per essersi offerto di difendere Saddam Hussein quando questi fu processato per volere del governatore USA Bremer. Il tentativo di difensere il serbo Milosevich fu frustrato dalla morte di quest’ultimo dopo le prime battute del processo.
Il Presidente Sarkosi è stato denunziato in quanto non protetto da particolari guarentigie come invece accade in Italia.
Il Presidente della Repubblica italiana , Giorgio Napolitano. In base alla Costituzione, art 92, è irresponsabile.
la Responsabilità degli atti politici del Presidente della Repubblica spetta al ministro competente che controfirma gli atti. In questo caso, responsabile sarebbe il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Se dovesse succedere, avremmo finalmente un ministro italiano accusato di atti di una qualche fosca grandezza e non di essersi ecclissato col malloppo o di aver istigato alla prostituzione qualche ( dozzina di) minorenne/i


EDIZIONE STRAORDINARIA – Guerra di Libia: Sarkosi denunziato per crimini di guerra dall’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas- IL CORRIERE DELLA COLLERA
Questo è gia' un buon inizio. Secondo me la francia andrebbe inserita di diritto tra gli STATI CANAGLIA . Tra protezione ai terroristi , ai dittatori e repressione nelle banlieu parigine in stile ben ali.
 
Crisi Libia: Di Pietro;Lega pensa a cassetta,noi a sostanza Dowjones
ROMA (MF-DJ)--"L'Italia dei Valori da sempre e' contraria alle cosiddette missioni militari di pace, che poi sono fatte con le bombe e non risolvono i conflitti internazionali. In Afghanistan e Libia, poi, siamo in presenza di guerre civili e l'intervento ci viene vietato dalla Costituzione".
E' quanto scrive sul suo profilo Facebook il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, dicendosi "convinto che dovremmo portare avanti una cultura di pace e un impegno verso una soluzione politica e di solidarieta'. La Lega, invece, fa un ragionamento di cassetta: non abbiamo soldi, pero' se li avessimo potremmo andare a fare la guerra. Questo non ci piace, noi continueremo a batterci dentro il Parlamento affinche' ci sia una soluzione pacifica". com/dar
(END) Dow Jones Newswires
July 07, 2011 09:33 ET (13:33 GMT)
 
abbiamo dei politicastri che percepiscono ben 22.220,45euro al mese
che calpestano in modo sistematico la Costituzione

primo fra tutti il presidente napolitano
 
LIBIA: QUEL CHE NON SI VEDE E NON SI DICE


"I giornalisti occidentali hanno molto distorto, deliberatamente, ciò che sta avvenendo dentro la Libia. Hanno sostenuto la NATO come uno strumento di pace e democratizzazione.Sono strumenti della propaganda USA-NATO "

Il reportage del collaboratore di Global Research, Mahdi Darius Nazemroaya, da Tripoli confuta il consenso dei media che sostengono il mandato umanitario della NATO. Ci fornisce un commento sulle manifestazioni dirette contro la NATO con estesa evidenza fotografica.

Michel Chossudovsky, Global Research, July 15, 2011

Venerdi, 1 luglio 2011: come molti altri venerdi ci sono state grandi manifestazioni nella Green Square di Tripoli (Piazza Verde) .

Difficile avere un numero preciso della massa di persone che hanno partecipato a queste manifestazioni. Alcune stime hanno detto, per questa manifestazione, 1 milione di persone.

Le manifestazioni sono
avvenute quasi ogni settimana a Tripoli ed altre citta' della Libia, incluso Sabha l-8 luglio 2011.

Gli Europei e i Nordamericani NON sanno che sono avvenute queste manifestazioni.

Queste manifestazioni esprimono la ferma opposizione delle genti libiche, all'intervento "umanitario" della NATO.

La grande maggioranza della popolazione si oppone al Consiglio di Transizione, che si trova a Bengazi.


Le manifestazioni indicano anche un significativo sostegno popolare al Colonnello Gheddafi in contrasto alle solite descrizioni stereotipate dei media occidentali.


Le immagini ( a questo link tutte) indicano anche che i media convenzionali sono presenti a queste manifestazioni. Dunque: cosa impedisce loro di dire la verità?

Le immagini sono state prese durante lo svolgimento dell'evento.



fonte: Libya in Pictures: What the Mainstream Media Does Not Tell You

LA LIBIA CHIUDE IL RUBINETTO ALL'ENI

"Con l'Eni è finita per davvero": lo ha detto il primo ministro libico davanti alla stampa, annunciando l'interruzione di ogni collaborazione con l'italiana Eni. Il premier ha deplorato la circostanza che Roma abbia "violato" un accordo di non aggressione siglato tre anni fa con la Libia, partecipando ai raid della Nato contro il regime di Muammar Gheddafi.

"Noi non avremo più un partenariato con l'Eni e l'Italia non otterrà, per il futuro, nessuna partecipazione nei contratti petroliferi in Libia", ha continuato il premier libico Al Bagdadi al-Mahmoudi.

Il primo ministro ha stimato gli investimenti dell'Eni nel settore petrolifero, in Libia, in 30 miliardi di dollari. Il
responsabile del governo è tuttavia rimasto prudente rispetto a Francia e Stati Uniti, affermando che Tripoli tende "la mano" a questi due paesi, e si è detta "pronta" a negoziare con loro nei contratti petroliferi, dal momento che questi Paesi "iniziano a rivedere la loro posizione sull'aggressione atlantica".

Secca la replica del ministro degli Esteri Franco Frattini: "Siamo noi che non vogliamo e non possiamo fare contratti" con Tripoli, "sono sotto embargo".

E in serata è tornato a farsi sentire Gheddafi. In un messaggio trasmesso alla radio, ha invitato le sue truppe a "marciare su Bengasi", roccaforte degli insorti"

Fonte: Gheddafi chiude il rubinetto all'Enie incita i suoi: prendere Bengasi | Mondo | www.avvenire.it
 
Novità

Faide tra ribelli libici: il generale Younes assassinato a Bengasi

da Faide tra ribelli libici: il generale Younes assassinato a Bengasi - Il Sole 24 ORE

younes-fattah-reuters-258.jpg
Fattah Younes (Reuters)




Il regime di Muammar Gheddafi non è ancora caduto ma all'interno dell'insurrezione libica si è già passati dai dissidi al regolamento conti. Sembra essere questa la più probabile chiave di lettura dell'omicidio del generale Abdel Fattah Younes, 67 anni, capo dello stato maggiore degli insorti libici, ucciso ieri in circostanze tutte da chiarire dopo che era stato convocato d'urgenza a Bengasi dal Consiglio nazionale di transizione.

Amico personale di Muammar Gheddafi del quale era stato compagno d'armi, Younes era stato il numero due del regime, ministro dell'interno e come tale artefice della repressione del dissenso al regime. Esponente di spicco della tribù cirenaica Abdiyat di Tobruk, aveva aderito all'insurrezione venendo accolto a Bengasi con tutti gli onori ma anche con molti sospetti e timori.

grafici

La mappa delle rivolte




articoli correlati


Vedi tutti »


A marzo, quando venne nominato capo di stato maggiore delle milizie ribelli, dichiarò di avere ai suoi ordini migliaia di combattenti che stavano marciando su Tripoli. Evidentemente non era così. Tra i suoi avversari il capo del Consiglio Nazionale di Transizione, Mustapha Abdul Jalil, che di Gheddafi è stato ministro della giustizia e che ieri ha annunciato l'uccisione di Younes definendolo un «eroe della rivoluzione del 17 febbraio» e proclamando tre giorni di lutto.
Jallil ha dichiarato che nell'imboscata «da parte di un gruppo di uomini armati hanno perso la vita anche due colonnelli e l'assalitore è stato a sua volta arrestato».

Probabile che la convocazione a Bengasi fosse una trappola per far rientrare Younes dal fronte di Mersa el-Brega dove guidava le milizie dei ribelli che cercano di strappare la città petrolifera alle truppe fedeli a Gheddafi.
Secondo Jallil il generale era stato convocato a Bengasi davanti a una commissione di inchiesta per discutere di ''questioni militari'' ma altre fonti avevano parlato di un vero e proprio interrogatorio nel quale Younes avrebbe dovuto chiarire presunti legami tra alcuni suoi parenti e il regime di Gheddafi, di fatto un'accusa di fare il doppio gioco per conto di Tripoli. Altre voci, non confermate, riferiscono addirittura che Younes era stato arrestato per contrabbando d'armi e spionaggio.

Ipotesi plausibili? Difficile dirlo anche se la sua morte potrebbe offrire al CNT il capro espiatorio sul quale scaricare le responsabilità dei traffici di armi trafugate dai depositi dell'esercito libico e finite nelle mani dei miliziani di al-Qaeda nel Maghreb Islamico e di Hamas a Gaza. Traffici documentati dai servizi segreti algerini e israeliani e dei quali Washington ha chiesto più volte conto al CNT.
Secondo Abdullah Baio una delle sue guardie del corpo, Younes sarebbe stato portato in auto a Bengasi da alcuni agenti del CNT che lo avevano prelevato al fronte di Brega. Fonti giornalistiche hanno riferito che ieri la residenza di Younis a Bengasi era circondata dai militari e i suoi seguaci si erano radunati davanti all'abitazione per reclamarne la liberazione. «Se non lo lasciano andare, lo libereremo noi!», aveva ammonito Baio. A catturarlo sarebbero stati uomini i della Brigata 17 Febbraio, guidata dall'ex ingegnere petrolchimico Fawzi Bu Katef, uno dei comandanti che non aveva mai digerito l'incarico di Younis ai vertici militari dell'insurrezione.

Younes aveva infatti qualche nemico anche tra i militari, primo fra tutti il colonnello Khalifa Hifter, eroe della guerra in Ciad degli anni '80 e in seguito passato alla dissidenza fuggendo negli Stati Uniti dove ha vissuto per 20 anni. La lotta tra Younes e Hifter per il comando delle milizie degli insorti ha avuto la grave conseguenza di rendere ancora più evidenti le incapacità militari del CNT e di ritardare la costituzione di uno strumento che assomigliasse a un esercito.
In qualità di capo di stato maggiore, Younes è stato più volte criticato all'interno del CNT per i mancati successi militari ma era al tempo stesso temuto per il controllo che stava instaurando sul neo costituito esercito degli insorti. La sua morte potrebbe inoltre rientrare nell'aspro confronto tra le diverse anime del CNT che vedono convivere con crescenti difficoltà ex dissidenti rientrati dall'estero, ex esponenti del regime e gruppi locali quali gli estremisti islamici di Derna e le tribù delle principali città della Cirenaica.

''Younes è stato per 40 anni il braccio destro di Gheddafi e quando decise di unirsi cinque mesi fa alle forze ribelli qualcuno tra di noi ebbe qualche dubbio sulla sua lealtà", hanno affermato dopo la sua morte fonti dei ribelli a Bengasi.
L'esplosione delle faide interne al CNT, oltre a favorire la tenace resistenza di Gheddafi, rischia però di alimentare dubbi in Occidente circa l'affidabilità degli "alleati" di Bengasi, riconosciuti ormai ovunque anche sul piano diplomatico come legittimi rappresentati della Libia. Del resto da mesi l'Unione Africana lancia moniti inascoltati circa il rischio che, una volta caduto il regime, il Paese nordafricano si dissolva, dilaniato da scontri tribali e guerre. Un'altra Somalia.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto