Livelli opeartivi futures di martedi 31 Maggio 2005

arianna ha scritto:
Gualti, quello è quando l'OI sale ma ilp rezzo rimane invariato.
Invece quando il prezzo scende e l'OI sale è perchè vengono aperte posizioni short.
Ciao :)
quello che ha scritto LUPIN e' molto chiaro :)

ma dato che non ci conosciamo ti faccio un esempio

SPMIB
tu non hai nessun contratto io nemmeno
tu decididi di entrare adesso a 31850 long con 100 contratti
io decidido di entrare adesso a 31850 short con 100 contratti
abbiamo fatto salire di 100 l'O.I.
dopo 1 ora sale a 31950 :-D
tu li vendi e io te li ricompro

l'O.I. e risceso di 100
tu :-D
io :sad:

ciao

Particolare rilevanza nell'analisi di un titolo, assume la dinamica dei volumi scambiati. La maggiorparte dei mercati, fatta eccezione per quello dei cambi che non è regolamentato, mette a disposizione degli analisti oltre alla variabile dei prezzi anche quella dei volumi scambiati.
L'analisi dei volumi scambiati, soprattutto per quanto concerne il livello e la dinamica evolutiva degli stessi, si rivela determinante al fine di poter correttamente individuare e "catalogare" l'avvenuta rottura di importanti livelli di supporto o di resistenza sia statici che dinamici. Difatti, se tali "rotture rialziste o ribassiste" saranno accompagnate da volumi in crescita, il segnale generato risulterà particolarmente affidabile, viceversa, qualora i volumi non crescano, molto probabilmente ci troveremo di fronte al classico "falso segnale" (bull trap-trappola per tori o bear trap-trappola per orsi).




In generale quindi otterremo una importante conferma del movimento in atto solo nel caso in cui potremo stabilire una netta concordanza tra volumi e andamento dei prezzi.

In un potenziale trend rialzista noteremo volumi in aumento parallelamente al crescere dei prezzi, viceversa, in un trend ribassista i volumi asseconderanno la discesa dei prezzi aumentando progressivamente.

L'analisi dei volumi scambiati risulta particolarmente efficace nel permetterci di individuare eventuali segnali di debolezza di un trend in atto. Difatti, uno dei primi segnali di debolezza di un eventuale trend rialzista o ribassista scatterà nel momento in cui osserveremo una diminuzione dei volumi scambiati: in pratica, se i volumi non seguono adeguatamente l'andamento dei prezzi, ciò significherà una minore partecipazione del pubblico all'evoluzione del trend attuale e comporterà, per i più accorti, un automatica chiusura dell'operazione eventualmente posta in essere.

E' altrettanto evidente che l'inversione di un trend, ad esempio il passaggio da un trend ribassista ad uno rialzista non potrà avvenire senza un adeguato supporto dei volumi. Per evitare di incorrere in falsi segnali, sarà bene verificare che l'eventuale rottura della trendline ribassista, con conseguente inversione e partenza di un nuovo movimento rialzista avvenga con un considerevole aumento dei volumi scambiati, altrimenti il rischio di trovarsi i presenza di un falso segnale risulterà molto elevato. Mentre, infatti, i prezzi possono scendere anche per la semplice " assenza dei compratori", è impossibile che riescano a risalire - se non momentaneamente - in assenza di un adeguato numero di compratori.

In pratica, anche i grafici sembrano risentire della "legge di gravità": si può scendere per inerzia - ed accade molto spesso - ma per salire occorre una forte spinta, tale da compensare abbondantemente e superare la pressione in vendita che dominava precedentemente sul mercato.

I volumi risultano determinanti nell'identificare le fasi di congestione dei mercati: solitamente risultano abbastanza contenuti anche durante eventuali fasi laterali, in cui il mercato dimostra chiaramente di non avere la "forza" (ossia i volumi) per uscire dal canale laterale che sta percorrendo. Anche in questo caso, la fine della fase di congestione, sarà contraddistinta dalla presenza di volumi molto elevati, che, come sempre, confermano l'inizio di una nuova fase direzionale.

Quanto alle fasi cosiddette di " congestione", sono definite di " accumulazione" quando precedono la continuazione/formazione di un nuovo trend rialzista, mentre sono dette di " distribuzione" quando precedono la continuazione/formazione di un nuovo trend ribassista.

Particolare rilevanza, assume l'open interest. Coloro che operano sui futures e sui derivati in generale, prestano infatti particolare attenzione al numero di contratti aperti, il cosiddetto open interest: anche in questo caso, l'interpretazione di tale indicatore non differisce di molto da quella dei volumi.

In pratica, un trend rialzista di un qualsiasi contratto derivato risulterà sostenuto da livelli crescenti di open interest, a conferma della partecipazione degli operatori al movimento in atto e, conseguentemente delle potenzialità che possa proseguire ulteriormente garantendo ulteriori margini di guadagno. Viceversa, un livello basso di open interest rappresenterà un inequivocabile segnale di disinteresse e scarsa partecipazione al movimento in atto, con conseguente rischio molto elevato di imminente correzione del trend.

In conclusione, i volumi (e l'open interest) rappresentano una componente fondamentale ed imprescindibile per ogni operatore finanziario e, meglio di tanti complessi ed inutilmente complicati indicatori, ci forniscono un chiaro segnale circa la bontà del movimento in atto.
 
arianna ha scritto:
Gualti, quello è quando l'OI sale ma ilp rezzo rimane invariato.
Invece quando il prezzo scende e l'OI sale è perchè vengono aperte posizioni short.
Ciao :)

buon giorno arianna
e anche al thread
per capire
se si dovesse mettere in grafico quello che tu hai detto dovrebbe essere cosi ?
1117538695short.jpg
 
arseniolupin ha scritto:
arianna ha scritto:
Gualti, quello è quando l'OI sale ma ilp rezzo rimane invariato...
Ciao :)

scusa arianna se mi permetto.


l'OI serve ad avvalorare la tendenza in corso del sottostante. non si può dire "aprono corti" .

per ogni corto aperto serve un lungo aperto. per forza.


se vi fossero 0 contatti nell'OI , e io voglio comprare, se non trovo un venditore non potrei comprare. se lo trovo faccio contratto. io sono long l'altro è short. OI sarà 1.
e tanto per confondermi le idee
ora dovrebbe essere cosi
1117539006short_long.jpg
 
gualti ha scritto:
ti faccio un esempio

SPMIB
tu non hai nessun contratto io nemmeno
tu decididi di entrare adesso a 31850 long con 100 contratti
io decidido di entrare adesso a 31850 short con 100 contratti
abbiamo fatto salire di 100 l'O.I.
dopo 1 ora sale a 31950 :-D
tu li vendi e io te li ricompro

l'O.I. e risceso di 100
tu :-D
io :sad:

ciao

mi pare un esempio errato ...... dove dici "dopo 1 ora ecc "

Se durante la giornata compri e vendi l'o.i se ne impippa
quel che contano sono le operazioni portate in overnight
...mi pare :uhm:
 
Fernando'S ha scritto:
mi pare un esempio errato ...... dove dici "dopo 1 ora ecc "

Se durante la giornata compri e vendi l'o.i se ne impippa
quel che contano sono le operazioni portate in overnight
...mi pare :uhm:

è un esempio giusto invece :)


sul fib dove l'OI (per chi può ) è in real time si noterà anche questo movimento dull'OI. per il dax e le opzioni, invece, il cui OI si può sapere solo a fine giornata vale solo il close .


hai però ragione che seguire uno strumento come L'OI è meglio farlo a fine giornata. ma anche nell'intraday può dare indicazioni.
 
x fernandos, terra terra

l'open interest del fib è una questione di qualità. Metti che tu sia un istituzionale a contatto con altri istituzionali e che volete andare up. Aprite allora molti fib (al rialzo). Si ma come , chi vi fa da controparte, prendendo il fib dall'altra parte? Per "convincerli" dovete aumentare il prezzo del fib. Ecco che i prezzi prendono a salire insieme al numero dei fib (al rialzo) che volete aprire.

L'op è quindi un indice di qualità del movimeto in atto. Un movimento up/down è tanto più serio (forte) e quindi può proseguire quanto più forte è la posta (n di fib aperti) in gioco. ovviamente per questo ed altro (opz livelli ecc ecc) ti consiglio di leggerti con calma lupin approfittando della calma di qlc weend. Ciao
 
arseniolupin ha scritto:
sul fib dove l'OI (per chi può ) è in real time si noterà anche questo movimento dull'OI. per il dax e le opzioni, invece, il cui OI si può sapere solo a fine giornata vale solo il close .

hai però ragione che seguire uno strumento come L'OI è meglio farlo a fine giornata. ma anche nell'intraday può dare indicazioni.

ok :)
 
aldiladellaldiqua ha scritto:
x fernandos, terra terra

l'open interest del fib è una questione di qualità. Metti che tu sia un istituzionale a contatto con altri istituzionali e che volete andare up. Aprite allora molti fib (al rialzo). Si ma come , chi vi fa da controparte, prendendo il fib dall'altra parte? Per "convincerli" dovete aumentare il prezzo del fib. Ecco che i prezzi prendono a salire insieme al numero dei fib (al rialzo) che volete aprire.

L'op è quindi un indice di qualità del movimeto in atto. Un movimento up/down è tanto più serio (forte) e quindi può proseguire quanto più forte è la posta (n di fib aperti) in gioco. ovviamente per questo ed altro (opz livelli ecc ecc) ti consiglio di leggerti con calma lupin approfittando della calma di qlc weend. Ciao

mi piace la definizione " indice di qualità" del trend
anche per i volumi è così ......un aumento dei volumi è indice della forza ( qualità) del trend
grazie :)
 
Lupin, questa è la lezioncina che ci postasti tu e che tengo ben cara :)

"Vi riporto l'interpretazione classica:

Da uno studio coordinato con il Prezzo si ottengono le seguenti considerazioni operative:
A) Se i Prezzi (p) e Open interesi (o.i.) sono crescenti significa Acquisti di operatori rialzisti. Mercato impostato al rialzo.
B) Se p e o.i. sono decrescenti significa Vendite da parte di operatori rialzisti. Il mercato sta perdendo la sua connotazione rialzista.
C) Se il p è crescente e l'o.i. invariato significa che il mercato è impostato decisamente al rialzo. Acquisti sia di rialzisti che di ribassisti.
(cioè i rialzisti acquistano per aprire long e i ribassisti acquistano per chiudere short, ndr)
D) Se il p è crescente e l'o.i. decrescente significa acquisti da parte di operatori ribassisti. Il mercato sta perdendo la sua connotazione ribassista.
E) Se il p decresce e l'o.i. cresce significa vendite da parte di operatori ribassisti, mercato impostato al ribasso.
F) Se il p decresce e l'o.i. invariato significa vendite da parte di operatori sia ribassisti che rialzisti. Mercato impostato decisamente al ribasso.
(in questo caso i ribassisti vendono per aprire short, i rialzisti vendono per chiudere long, ndr)
G) Se il p è invariato e l'o.i. incrementato significa contemporanea entrata sul mercato di operatori sia rialzisti che ribassisti. Mercato incerto.
H) Se il p e l'o.i.sono invariati significa Mercato piatto. Scarsa operatività, scarse aspettative.
I) Se il p è invariato e l'o.i. si riduce significa acquisti di operatori ribassisti e vendite da parte di rialzisti (quindi gli operatori chiudono le proprie posizioni, ndr). Mercato incerto.
Infine combinando l'esame dei prezzi, dei volumi e dell'"open interest" è possibile stabilire che:
- se il movimento dei prezzi è orientato al rialzo o al ribasso ed è accompagnato da volumi e "open interest" in aumento, la tendenza in atto è da considerare "ben assestata ed afidabile".
- se il movimento dei prezzi è orientato al rialzo o al ribasso ed è accompagnato da volumi ed "open interest" in diminuzione, la tendenza in atto è da considerare "in indebolimento e quindi prelude ad inversione del trend".


Ora, alla voce E) c'è il caso di cui parlavamo prima. In effetti bisogna che da qualcuno quel contratto io lo prenda, perchè non lo materializzo dal nulla. Ma se lo prendo da un altro che ne apre uno in acquisto, il prezzo non rimane invariato?
:ops: :ops: :ops:
Sono confusa.
 
[quote="
anche per i volumi è così ......un aumento dei volumi è indice della forza ( qualità) del trend
grazie :)[/quote]



si, infatti dovrebbe essere così :)
 

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