gualti
Forumer storico
quello che ha scritto LUPIN e' molto chiaroarianna ha scritto:Gualti, quello è quando l'OI sale ma ilp rezzo rimane invariato.
Invece quando il prezzo scende e l'OI sale è perchè vengono aperte posizioni short.
Ciao
ma dato che non ci conosciamo ti faccio un esempio
SPMIB
tu non hai nessun contratto io nemmeno
tu decididi di entrare adesso a 31850 long con 100 contratti
io decidido di entrare adesso a 31850 short con 100 contratti
abbiamo fatto salire di 100 l'O.I.
dopo 1 ora sale a 31950
tu li vendi e io te li ricompro
l'O.I. e risceso di 100
tu
io
ciao
Particolare rilevanza nell'analisi di un titolo, assume la dinamica dei volumi scambiati. La maggiorparte dei mercati, fatta eccezione per quello dei cambi che non è regolamentato, mette a disposizione degli analisti oltre alla variabile dei prezzi anche quella dei volumi scambiati.
L'analisi dei volumi scambiati, soprattutto per quanto concerne il livello e la dinamica evolutiva degli stessi, si rivela determinante al fine di poter correttamente individuare e "catalogare" l'avvenuta rottura di importanti livelli di supporto o di resistenza sia statici che dinamici. Difatti, se tali "rotture rialziste o ribassiste" saranno accompagnate da volumi in crescita, il segnale generato risulterà particolarmente affidabile, viceversa, qualora i volumi non crescano, molto probabilmente ci troveremo di fronte al classico "falso segnale" (bull trap-trappola per tori o bear trap-trappola per orsi).
In generale quindi otterremo una importante conferma del movimento in atto solo nel caso in cui potremo stabilire una netta concordanza tra volumi e andamento dei prezzi.
In un potenziale trend rialzista noteremo volumi in aumento parallelamente al crescere dei prezzi, viceversa, in un trend ribassista i volumi asseconderanno la discesa dei prezzi aumentando progressivamente.
L'analisi dei volumi scambiati risulta particolarmente efficace nel permetterci di individuare eventuali segnali di debolezza di un trend in atto. Difatti, uno dei primi segnali di debolezza di un eventuale trend rialzista o ribassista scatterà nel momento in cui osserveremo una diminuzione dei volumi scambiati: in pratica, se i volumi non seguono adeguatamente l'andamento dei prezzi, ciò significherà una minore partecipazione del pubblico all'evoluzione del trend attuale e comporterà, per i più accorti, un automatica chiusura dell'operazione eventualmente posta in essere.
E' altrettanto evidente che l'inversione di un trend, ad esempio il passaggio da un trend ribassista ad uno rialzista non potrà avvenire senza un adeguato supporto dei volumi. Per evitare di incorrere in falsi segnali, sarà bene verificare che l'eventuale rottura della trendline ribassista, con conseguente inversione e partenza di un nuovo movimento rialzista avvenga con un considerevole aumento dei volumi scambiati, altrimenti il rischio di trovarsi i presenza di un falso segnale risulterà molto elevato. Mentre, infatti, i prezzi possono scendere anche per la semplice " assenza dei compratori", è impossibile che riescano a risalire - se non momentaneamente - in assenza di un adeguato numero di compratori.
In pratica, anche i grafici sembrano risentire della "legge di gravità": si può scendere per inerzia - ed accade molto spesso - ma per salire occorre una forte spinta, tale da compensare abbondantemente e superare la pressione in vendita che dominava precedentemente sul mercato.
I volumi risultano determinanti nell'identificare le fasi di congestione dei mercati: solitamente risultano abbastanza contenuti anche durante eventuali fasi laterali, in cui il mercato dimostra chiaramente di non avere la "forza" (ossia i volumi) per uscire dal canale laterale che sta percorrendo. Anche in questo caso, la fine della fase di congestione, sarà contraddistinta dalla presenza di volumi molto elevati, che, come sempre, confermano l'inizio di una nuova fase direzionale.
Quanto alle fasi cosiddette di " congestione", sono definite di " accumulazione" quando precedono la continuazione/formazione di un nuovo trend rialzista, mentre sono dette di " distribuzione" quando precedono la continuazione/formazione di un nuovo trend ribassista.
Particolare rilevanza, assume l'open interest. Coloro che operano sui futures e sui derivati in generale, prestano infatti particolare attenzione al numero di contratti aperti, il cosiddetto open interest: anche in questo caso, l'interpretazione di tale indicatore non differisce di molto da quella dei volumi.
In pratica, un trend rialzista di un qualsiasi contratto derivato risulterà sostenuto da livelli crescenti di open interest, a conferma della partecipazione degli operatori al movimento in atto e, conseguentemente delle potenzialità che possa proseguire ulteriormente garantendo ulteriori margini di guadagno. Viceversa, un livello basso di open interest rappresenterà un inequivocabile segnale di disinteresse e scarsa partecipazione al movimento in atto, con conseguente rischio molto elevato di imminente correzione del trend.
In conclusione, i volumi (e l'open interest) rappresentano una componente fondamentale ed imprescindibile per ogni operatore finanziario e, meglio di tanti complessi ed inutilmente complicati indicatori, ci forniscono un chiaro segnale circa la bontà del movimento in atto.