Ma il 2016 è bisestile?

No e non ne ho l'intezione.

Se vogliono smentirmi che portino unicredit entro l'estate a 4,966.

Non accetto alcuna deroga.

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ROMA - Un super scudo da 150 miliardi per il nostro sistema bancario. Oggi pomeriggio la Commissione europea ha annunciato il via libera alla richiesta dell'Italia di poter utilizzare una consistente garanzia pubblica per sostenere, qualora se ne presentasse la necessità, il sistema creditizio. La portavoce della Commissione ha sottolineato che l'Italia ha chiesto la misura "per ragioni precauzionali" e "che non c'è l'aspettativa che emerga la necessità" di usare lo scudo.

La cifra di 150 miliardi, citata poche ore fa dal Wall Street Journal, viene confermata da fonti governative italiane. Si tratta di una cifra che rappresenta i tre quarti delle sofferenze lorde del sistema creditizio italiano e di conseguenza rappresenterebbe un vero e proprio scudo di ultima istanza di fronte a qualsiasi attacco speculativo. I titoli bancari hanno subito forti perdite in Borsa: Mps ha perso il 67% del suo valore dall'inizio del 2016, Unicredit il 60% e il comparto bancario nel suo complesso da inizio anno ha perso il 51,7%.

I 150 miliardi - che andrebbero a pesare sul debito e non sul deficit - serviranno come un tetto massima di garanzia a fronte di eventuali aumenti di capitale che saranno varati da qui a fine anno, dunque nei prossimi sei mesi, dalle banche italiane che hanno bisogno di ricapitalizzarsi a fronte di una svalutazione e ripulitura delle sofferenze. Il Tesoro, direttamente o attraverso la Cassa depositi e presiti, si farà dunque carico di sottoscrivere i titoli eventualmente inoptati costituendo una cintura di sicurezza. Il via libera della Commissione viene definito "un successo" in ambienti governativi dopo

il braccio di ferro tra il premier Renzi e la cancelliera Merkel degli ultimi giorni incentrato sulla richiesta dell'Italia di una interpretazione, all'interno delle regole Ue, che desse la possibilità di far fronte alla crisi delle banche italiane.
 
Il problema dei tedeschi è che preferiscono morire piuttosto che cambiare idea.

Deutsche Bank la vedo finita, piena di cianuro e bruciata con la benzina.

Se poi questo non avrà effetti nessuno lo sa.


IL PERICOLO NUMERO UNO È TEDESCO

Sorpresa: il pericolo numero uno per la stabilità del sistema finanziario non si trova nelle banche dei Paesi periferici dell'Eurozona, ma nel cuore del continente. E per la precisione, in una delle maggiori banche tedesche: Deutsche Bank. A lanciare l'allarme è il Fondo monetario Internazionale nel nel suo Financial Sector Assessment Program., spiegando che l'istituto - con un'esposizione ai derivati pari a circa quindici volte il Pil tedesco - risulta la maggiore fonte potenziale al mondo di shock esterni per il sistema finanziario.

La banca tedesca, che ieri ha fallito insieme a Santander gli stress test della Federal Reserve, è, secondo il Fmi, "il più rilevante contribuente netto ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza sistemica globale, seguita da Hsbc e Credit Suisse".
Secondo l'istituto di Washington, inoltre, il sistema bancario tedesco pone il maggior grado di rischi di contagio esterni in proporzione ai rischi interni (seguono Francia, Regno Unito e Usa).

Il Fmi sottolinea quindi che "la rilevanza di Deutsche Bank sottolinea la necessità di un'intensa supervisione sulla gestione del rischio e di un monitoraggio sull'esposizione transfrontaliera, così come della capacità delle banche di rilevanza sistemica di elaborare nuove procedure di risoluzione". "La Germania", si legge ancora nel documento, "ha bisogno di studiare se i suoi piani di risoluzione delle banche sono applicabili, dal punto di vista, ad esempio, della tempestiva valutazione delle attività da trasferire, dell'accesso continuo alle infrastrutture dei mercati finanziari e dalla possibilità delle autorità di assicurare controlli su una banca con tempi di risoluzione di pochi giorni, con l'imposizione, se necessario, di una moratoria".

A rendere vulnerabile l'istituto teutonico è la colossale esposizione a derivati, stimata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali come superiore a 50 mila miliardi di dollari, una cifra pari a duemila volte la capitalizzazione di mercato dell'istituto. Secondo la Bri, inoltre, Deutsche Bank e Morgan Stanley contano da sole per il 20% dell'esposizione globale a derivati. "Immaginate di acquistare una casa per duemila dollari con garanzie per un dollaro", chiosò il 'Financial Times' in un articolo dello scorso febbraio.


Financial Sector Assessment Program
 
IL PERICOLO NUMERO UNO È TEDESCO

Sorpresa: il pericolo numero uno per la stabilità del sistema finanziario non si trova nelle banche dei Paesi periferici dell'Eurozona, ma nel cuore del continente. E per la precisione, in una delle maggiori banche tedesche: Deutsche Bank. A lanciare l'allarme è il Fondo monetario Internazionale nel nel suo Financial Sector Assessment Program., spiegando che l'istituto - con un'esposizione ai derivati pari a circa quindici volte il Pil tedesco - risulta la maggiore fonte potenziale al mondo di shock esterni per il sistema finanziario.

La banca tedesca, che ieri ha fallito insieme a Santander gli stress test della Federal Reserve, è, secondo il Fmi, "il più rilevante contribuente netto ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza sistemica globale, seguita da Hsbc e Credit Suisse".
Secondo l'istituto di Washington, inoltre, il sistema bancario tedesco pone il maggior grado di rischi di contagio esterni in proporzione ai rischi interni (seguono Francia, Regno Unito e Usa).

Il Fmi sottolinea quindi che "la rilevanza di Deutsche Bank sottolinea la necessità di un'intensa supervisione sulla gestione del rischio e di un monitoraggio sull'esposizione transfrontaliera, così come della capacità delle banche di rilevanza sistemica di elaborare nuove procedure di risoluzione". "La Germania", si legge ancora nel documento, "ha bisogno di studiare se i suoi piani di risoluzione delle banche sono applicabili, dal punto di vista, ad esempio, della tempestiva valutazione delle attività da trasferire, dell'accesso continuo alle infrastrutture dei mercati finanziari e dalla possibilità delle autorità di assicurare controlli su una banca con tempi di risoluzione di pochi giorni, con l'imposizione, se necessario, di una moratoria".

A rendere vulnerabile l'istituto teutonico è la colossale esposizione a derivati, stimata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali come superiore a 50 mila miliardi di dollari, una cifra pari a duemila volte la capitalizzazione di mercato dell'istituto. Secondo la Bri, inoltre, Deutsche Bank e Morgan Stanley contano da sole per il 20% dell'esposizione globale a derivati. "Immaginate di acquistare una casa per duemila dollari con garanzie per un dollaro", chiosò il 'Financial Times' in un articolo dello scorso febbraio.


Financial Sector Assessment Program

Lo quoto e ne evidenzio alcuni passi.

Penso che basti.
 
Questo per dire l'assoluta ininfluenza della politica, intesa come strutturazione del potere che deriva dalle istituzioni, democratiche o non democratiche che siano, nel regolare i processi sociali.

E' questo che io vedo senza futuro.
Se non si tolgono di mezzo queste assurdità qualsiasi altra cosa non avrà senso.

Non c'è Cristo che tenga.
 

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