MA LE LENTICCHIE CHE HO MANGIATO A CAPODANNO, ESATTAMENTE QUANDO INIZIANO A FARE EFFETTO?

L’avvocato del diavolo ha una caratteristica su tutte, il suo aspetto: è insignificante.

«Così, nessuno mi vede mai arrivare», dice Al Pacino, nel film, rimproverando l’allievo Keanu Reeves per la sua vanesia esuberanza giovanile.

Che tipo di diavolo serve, per imbrogliare l’Italia?

Prima di tutto dev’essere, appunto, insignificante: anonimo, grigio, sbiadito, meglio ancora se incerto nell’eloquio e quasi incespicante.

Democristiano nell’indole, un po’ di sinistra nell’apparenza e un po’ para-grillino nella circostanza,
se il vento gonfia le vele effimere di quel movimento, a sua volta perfetto per illudere e poi fatalmente tradire,
abbandonando i fedeli (come sempre fa, ogni demonietto che si rispetti).

Ma esiste, il diavolo?

A parte i satanisti, a crederci – secondo Mauro Biglino – sono solo i credenti che hanno sempre letto male la Bibbia,
o non l’hanno proprio letta mai: altrimenti saprebbero che il Satàn ebraico è solo un “pubblico ministero” in carne e ossa,
un essere umano prescelto a turno, ogni volta diverso, per dirimere contese civilissime, alla luce del sole.

Allora è il male, il diavolo?

Nemmeno alla consistenza del male crede la prima religione comparsa sulla Terra, quella di Zoroastro:
il male è solo distanza dalla luce, che non può mai essere inghiottita dalle tenebre (è il Sole, semmai, a mangiarsi il buio).
L’ombra non ha vita propria, è solo momentanea lontananza.

Però serve, il diavolo, eccome.

Serve da sempre: a mettere paura.

E infatti è proprio la paura, oggi, a paralizzare l’Italia.
 
Un tempo era una telefonata ad allungare la vita, come diceva un noto spot pubblicitario della fine degli Anni Ottanta.

Oggi il virus, un’occasione unica per il governo di tirare a campare il più possibile facendo leva sullo stato d’eccezione permanente.

L’ultima trovata di Conte è infatti inserita, stando ad una bozza che circola in queste ore, nel cosiddetto “Decreto Rilancio”,
un decreto-legge che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei ministri: il prolungamento di altri sei mesi dello “stato di emergenza”.

La prima dichiarazione dello stato di emergenza” risale al 31 gennaio 2020, della durata di sei mesi, quindi con scadenza al 31 luglio 2020.

All’epoca il governo lo fece senza passare dal Parlamento, con una delibera del Consiglio dei ministri pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio 2020.

Legittimo, ma se ne accorsero in pochi, tant’è che quegli stessi virologi che oggi diffondono il panico all’epoca dissero che il virus in Italia non circolava.

Poi sappiamo bene cosa è successo.

In questo stato – cosiddetto d’emergenza – il governo ha potuto salvaguardare la sua sopravvivenza perché,
tanto la maggioranza quanto le opposizioni, si sono sentite inibite dal creare una crisi di governo.

C’è il virus, e grazie al virus è stato possibile alimentare il panico sociale.

Ora Conte potrebbe riprovarci inserendo la proroga dello “stato di emergenza” all’interno di un decreto-legge, il “Decreto Rilancio”.

In tal caso la continuazione dello stato emergenziale al 31 gennaio 2021 entrerebbe in vigore subito dopo la pubblicazione del decreto-legge sulla Gazzetta Ufficiale.

Il Parlamento sarà chiamato a convertirlo in legge entro i successivi sessanta giorni,
ma nel caso qualcuno alzasse la testa e volesse evitare la proroga, è facile che il governo metta la fiducia sul decreto.

Chi si assumerà la responsabilità, soprattutto nella maggioranza, a non votare la fiducia al “Decreto Rilancio”
che conterrà – oltre alla proroga dello stato emergenziale – gli aiuti economici a famiglie e imprese?

Sta di fatto che, insieme agli stanziamenti economici, passerà anche la proroga dello “stato di emergenza”.


Dal punto di vista politico tutto questo ha un significato preciso: la sopravvivenza del governo Conte e della maggioranza giallo-rossa.

Almeno per altri sei mesi.

Ma a gennaio 2021 il Paese sarà in pieno inverno, questo virus, un altro virus, una alluvione, l’invasione di locuste, qualche emergenza riusciranno a trovarla.

E allora Conte prorogherà lo stato emergenziale di altri sei mesi, fino al 31 luglio 2021,
guarda caso quando scatterà il semestre bianco e le Camere non potranno essere sciolte prima dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica,
nel gennaio-febbraio 2022.

Con al Colle un Capo dello Stato eletto dalla quarta votazione in avanti dall’attuale maggioranza giallo-rossa,
l’ex avvocato del popolo si sarà garantita la permanenza a Palazzo Chigi fino alla scadenza naturale della Legislatura, il 2023.

Il presidente del consiglio è scaltro.

Lo diciamo da tempo

. In questo lasso di tempo potrebbe dar vita ad un suo partito di Centro
(la vecchia Dc di cui siamo stati i primi a parlare su questo giornale qualche mese fa)
e fare da collettore di voti nello stesso bacino elettorale di Renzi.

Se il senatore di Firenze lascerà al governo via libera sulla proroga dello “stato di emergenza”, si lascerà mangiare da Conte.

Godendo, come ora è risultato del tutto evidente, del sostegno di Grillo,
Conte potrebbe anche aspirare a diventare lui il capo politico del Movimento 5 stelle.

Questo è il disegno segreto di Grillo, che appunto spera nella prosecuzione dello stato di emergenza
per realizzare il suo piano in autunno o inverno, quando verrà eletto il successore di Di Maio,
che non sarà Di Battista ma forse proprio Conte.

Dal punto di vista delle opposizioni Salvini deve fare tutto il possibile per impedire la proroga dello stato di emergenza,
se non vuole uscire completamente logorato dalla fase emergenziale.

L’urgenza sulla quale Conte ha poggiato l’intera “Fase1”, con tutti i Dpcm adottati,
non era la letalità del virus ma la mancanza di respiratori polmonari e di posti letto sufficienti in terapia intensiva.

Oggi la situazione è parecchio diversa
: ci sono più del doppio dei respiratori e dei posti letto del passato,
e se la maggioranza desse il via libera al Mes (ed è molto probabile che succeda),
con i 36 miliardi previsti si potrebbero costruire tutte le apparecchiature ospedaliere sufficienti per evitare nuovi lockdown.

Insomma, non ci sono ragioni che giustifichino il prolungamento dell’emergenza.

È chiaro che la proroga è solo un tentativo del governo di continuare a campare facendo leva sulla paura del virus.

Questo è un governo che prima si è retto sulla paura nei confronti di Salvini e ora sulla paura del virus.

Nessun diritto di riunione o di assembramento sino a gennaio del 2021?

Non è sufficiente occupare le aule parlamentari per due giorni e due notti e dire delle cose bellissime.

Bisogna fare qualcosa.

La democrazia è in quarantena, non è tollerabile che entri in terapia intensiva.
 
Il tentativo del governo – che presto diverrà realtà – di prorogare lo “stato di emergenza” fino al 2021,
ha certamente l’obiettivo di tirare a campare nella conservazione del potere.

Al posto della politica trova spazio il confuso ma razionale terrore della tecnoscienza,
la paura generata dalla persistente situazione di emergenza.

Il virus è potere.

Non lo hanno ancora capito solo gli stolti e i tifosi.

Ma gli effetti del perenne stato emergenziale tendono anche ad un altro obiettivo: il “mutamento antropologico”.

L’Uomo sociale della civiltà millenaria potrebbe scomparire; al suo posto l’Uomo tecnologico.

Non la tecnologia a servizio dell’Uomo, che sarebbe senza dubbio una grande conquista,
bensì l’Uomo non più Uomo ma soggetto complementare alla macchina, fino alla sua totale sottomissione funzionale.

Non più dunque l’Uomo al centro ma l’Uomo come strumento complementare.

Non avremo di fronte a noi il robot “Caterina” che da macchina si fa essere umano, coi propri sentimenti,
ma l’Uomo che si fa macchina: senza sentimenti, senza discernimento, senza Libertà.

Sì inizia con il distanziamento sociale, lo smart working, la didattica a distanza, i processi telematici,
le Università online, la digitalizzazione di tutti i servizi e così via.

Se per un tempo limitato, il tempo dell’ “emergenza”, il mutamento non è definitivo e come tale diventa accettabile.

Ma se l’ “emergenza” è perenne
, a tempo indeterminato, anche il mutamento diventa una realtà definitiva,
ma senza i necessari passaggi propedeutici finisce per assumere le vesti – e la sostanza – di una violenta imposizione.


Sì è sempre detto che l’Uomo sia un animale sociale, e che attorno a lui graviti il mondo.

Vero fino a ieri.

Domani potrebbe non essere più così.

Non è un “cambiamento”, una “sfida”, come tentano di farci credere,
ma un mutamento globale e generalizzato contro la stessa natura umana.

L’uomo privo di contatto, di ragione e di sentimento non è più Uomo, è macchina.

Ci diranno che da questo cambiamento dobbiamo coglierne le migliori opportunità.

E parecchi di noi saranno disposti (come si è già visto negli ultimi mesi) a rinunciare alla Libertà
per come l’avevamo conosciuta fino a poco tempo fa.

Saremo noi stessi a consentire la fine dell’Uomo, col nostro consenso e la nostra incapacità di comprendere la realtà.

Un po’ per pigrizia, un po’ per dannosa saccenza, ma soprattutto per faziosità e tifoseria.

L’Umanesimo del Petrarca sta per morire definitivamente.

Non so cosa ci sarà dopo; di certo sarà peggio. Molto peggio.
 
L’ultima asta di Titoli di stato BTP; decennali e trentennali, ha mostrato chiaramente
che qualcosa non sta funzionando nel sistema di collocamento.

L’asta è stata un incredibile successo, come dice lo stesso ministero…

asta-1.jpg


Un grande successo, con una enorme diversificazione degli investitori, il 74% esteri, ma a quali condizioni ?

Vediamo come sono andate le due aste , iniziando da quella trentennale:

asta-2.jpg



La domanda è stata 8 volte l’offerta, un’incredibile successo, eppure il rendimento è pari a 3 volte, quasi,
quello di un trentennale americano appena piazzato. Come mai ?

Come fa un’asta con una simile entità di domanda ad ottenere risultati così scarsi?

Vediamo il decennale:

asta-3.jpg


Il decennale viene a rendere molto di meno, 1,99% ma sempre 3 volte quello che rendono i titoli USa, (0,64%).

Anche in questo caso la domanda è stata 6 volte l’offerta, però qualcosa non funziona.

Qualcuno, all’interno del Tesoro, sta lavorando più per il sistema bancario , o meglio per gli investitori internazionali, più che per l’Italia.

Con questi rendimenti è ovvio che ci sia un numero così alto di investitori ,
tanto più che l’euro sembra aver raggiunto un picco nei confronti del dollaro.

Appare chiaro come il sole che il nostro sistema d’aste, checché ne dicano gli espertoni di Via XX Settembre,
funziona a favore dei nemici dell’Italia, non dell’Italia stessa, e la causa può essere identificata in due punti:


  • la lista troppo limitata degli istituti di credito autorizzati ad operare.
  • Appare curioso che, con il 74% di acquirenti esteri ,non vi sia una lotta per iscriversi all’elenco degli operatori autorizzati.

  • il sistema ad asta marginale, che non spinge verso una competizione nella gara d’asta, ma un accordo.
  • Dato che l’ultimo aggiudicatario, quello con il prezzo più alto, lo fissa per tutti,
  • c’è un interesse a mettersi d’accordo perchè quello “Giusto” sia l’ultimo….
I risultati si vedono, e li pagano tutti gli italiani. Il correttivo sarebbe semplice:
un decreto in cui si cambiano le modalità di asta, ma, chissà come mai, son tutti contrari , al ministero, a farlo.

Domani ci sarà un’altra asta…….. vedremo come va…
 
È stata uno specie di errore di persona.

Attendevamo Silvia ed è comparsa Aisha in divisa jihadista.

Quando la ex Silvia Romano, ora Aisha, appena scesa dall’aereo di stato in provenienza da Mogadiscio,
è apparsa sugli schermi televisivi avvolta da capo a piedi in una svolazzante tunica verde,
la scena all’aeroporto di Ciampino è improvvisamente diventata grottesca.

Quella tunica verde non è infatti un semplice abito tradizionale delle donne somale, come molti hanno pensato,
ma è una divisa islamista obbligatoria imposta con la violenza alle donne somale dai terroristi delle milizie jihadiste di Al-Shabaab
come simbolo di sottomissione e di oppressione.

Quella tunica chiamata con derisione e terrore dalle donne somale laiche “tenda verde”,
rendeva improvvisamente comica e grottesca la sceneggiata mediatica organizzata
con decine di telecamere dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio,
accorsi, sgomitando tra loro, per impossessarsi di uno spot pubblicitario in proprio favore,
che si rivelava invece uno spot per i jihadisti, come hanno dimostrato poi
gli innumerevoli messaggi euforici di “vittoria” postati sui siti dell’islam fondamentalista.


Le prime dichiarazioni della ragazza sono sembrate confermare l’avvenuta sua radicalizzazione:
non ha speso, infatti, una sola parola per biasimare i suoi rapitori che la hanno rapita 18 mesi fa.

Ha anzi tenuto a sottolineare che la hanno “trattata bene”, che non le hanno usato violenza
e che le avevano garantito la vita a patto che non cercasse di fuggire (che gentili!).

Ha aggiunto di essere in perfetta salute fisica e mentale.

Ha poi lasciato intendere di essersi sposata con uno di loro: “non mi sono sposata contro la mia volontà”,
ha infatti tenuto a dire senza che nessuno glielo avesse chiesto.

E ha poi aggiunto di essersi “liberamente convertita” all’Islam dopo avere letto il Corano.

Già ma il punto è: a quale Islam si è convertita?

Per chi sa come deve avvenire una conversione, cioè recitando la formula rituale (la shahada) in presenza di alcuni testimoni,
non vi sono molte speranze che non sia quello violento anti-occidentale di quei fondamentalisti e sanguinari terroristi che la tenevano prigioniera.

Insomma ci sono forti indizi che la ex cooperante italiana Silvia che attendevamo è diventata ora una musulmana radicale Aisha.

È ovvio che qui non entriamo nel merito delle dinamiche psicologiche di una ragazza tenuta prigioniera per 18 mesi
nelle mani di uomini che esercitavano su di lei un potere assoluto.

Più che la sua responsabilità e volontà certamente condizionata, viene in discussione la responsabilità
di una squinternata ed irresponsabile Onlus “Milele” di Fano che circa due anni fa
la ha inviata in una zona ritenuta “sensibile” cioè a rischio dalla Farnesina.

Ma la sua tunica verde e le sue parole generano comunque riflessioni e domande inaggirabili.

Se infatti non era Silvia, ma la radicalizzata Aisha la giovane donna che i nostri servizi segreti hanno prelevato in Somalia
e condotto in Italia su un aereo di Stato, ciò vuol dire che non era più una prigioniera e che non c’è stata alcuna “liberazione”.

Lei non era più, infatti, la ex prigioniera Silvia, ma la “sorella” nell’Islam Aisha,
e quel che più conta sorella nell’Islam radicale, a cui nessuno poteva più torcere un capello.

Tranne il marito, che come è sembrata ammettere la ragazza ha sposato liberamente e a cui deve – secondo i dettati dell’Islam radicale un’obbedienza cieca.

Ciò potrebbe significare che i nostri servizi – e cioè i contribuenti italiani – hanno pagato una somma notevole
(secondo alcune fonti fino a quattro milioni di euro) per liberare una persona non più prigioniera,
liberamente convertita e sposata, che viveva senza pericolo alcuno in un ambiente cultural religioso di sua scelta.

I servizi hanno, anzi, probabilmente portato in Italia una potenziale nemica culturale (e potenzialmente non solo culturale) dell’Italia e degli italiani.

Inoltre il fatto che Aisha abbia detto in un primo momento (ma poi non ha voluto confermare)
di voler “tornare in Somalia” (si badi non in Kenya, dove è stata rapita, ma in Somalia dove si è convertita e probabilmente sposata) è molto significativo:
ciò potrebbe significare che è venuta in Italia – a spese dello stato italiano, accolta in pompa magna e con squilli di trombe e ridondanza di campane a festa
(che un musulmano fondamentalista detesta), sostanzialmente per poter vedere i genitori per poi ricongiungersi in Somalia con il marito
e con i suoi ex rapitori e novelli fratelli in una fede religiosa che è eminentemente politica e violentemente anti-occidentale.


E godere con loro del riscatto pagato dagli italiani, che comunque saranno usati per fini di terrore.

Un’altra conseguenza del fatto che Silvia abbia cambiato il suo nome in Aisha in un contesto islamista fondamentalista è di carattere civile.

Quell’Islam, infatti, non riconosce le nazioni, ma solo la “umma” (comunità islamica) universale.

E’ quindi lecito presumere che Aisha non si senta più nemmeno italiana.

Qualcuno dei giornalisti che la incontreranno dovrebbero chiederglielo.

La sorpresa è quasi garantita.

Se – come sembra – restano pochi dubbi, ma solo una speranza che la ragazza non si sia radicalizzata, c’è da porsi una domanda di fondo.

I servizi di intelligence italiani non sapevano?

A quanto sembra non si sono nemmeno posti il problema.

Non sapremo mai come si è arrivati davvero alla svolta finale, alla mediazione dei servizi turchi che ha reso marginale
–quello di grotteschi ufficiali pagatori per la “liberazione” di una persona ormai libera e felice e forse di una islamista radicale – quello dei servizi italiani.

Ma le figure comiche e grottesche sono quelle di Conte e Di Maio (con mascherina tricolore)
che si erano tenuti reciprocamente all’oscuro della trattativa finale
e avevano sgomitato per potere primeggiare in un clamoroso spot pubblicitario all’Islam radicale.
 
Ultima modifica:
All’inizio del suo pontificato, Papa Benedetto XVI disse
“Pregate per me, perché io non fugga per paura davanti ai lupi”.

Oggi il lupo più feroce sembra esser proprio colui che ha preso il suo posto,
del quale Ida Magli disse: «Vi faccio una profezia, papa Francesco distruggerà la Chiesa».

BENEDETTO XIV ha spiegato chi siano i lupi:

«La vera minaccia per la Chiesa risiede nella dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche,
contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo. Similmente stanno le cose per l’aborto
e la produzione di esseri umani in laboratorio. La società moderna sta formulando una fede anticristica,
cui non ci si può opporre senza essere puniti con la scomunica sociale».

IDA MAGLI:

«Si può vivere senza simboli, senza segni di appartenenza di nessun genere?
I governanti sanno bene che per far diventare “uguali” i cittadini europei bisogna cancellare
i più importanti fattori di differenza: il cattolicesimo è il più importante».

La scorsa settimana papa Francesco in persona ha telefonato a un ragazzo autistico che vive a Caravaggio,
nella provincia di Bergamo, un tempo religiosissima, dove la fede non è stata ancora cancellata.

Andrea segue in TV la messa del papa tutte le mattine e gli scrive per rimproverarlo:
non dovrebbe dire “scambiatevi un segno di pace”, dato che è vietato toccarsi per via del virus.

Così il papa gli telefona, e la famiglia emozionatissima per tanto onore filma l’evento e lo mette on-line.
«Siamo tutti qui che tremiamo» dice la mamma di Andrea.

Il papa spiega al ragazzo che il “segno di pace” è diventato «un piccolo salutino con la testa»
e conclude dicendo: «vi mando la benedizione e la papalina, pregate per me».

Quando la madre lo ringrazia dicendo
«Santità, lei non ha bisogno di preghiere perché è già un santo» l’incredibile risposta è:

«Ma Dio mio, non me lo dica due volte, forse ci ritroveremo nell’inferno».

Una frase inaudita – inconcepibile in bocca a un pontefice! – e scoppia un putiferio, molti parlano di Anticristo.

Non potendo negare l’evidenza del video che circola in rete, i media allineati cercano di minimizzare.

Secondo il Corriere della Sera è solo un’infelice battuta scaramantica (chissà, forse Francesco faceva le corna di nascosto, come il presidente Leone).

Per l’AGI è invece un segno di modestia, e l’analisi pseudo-teologica (excusatio manifesta)
elenca i papi simoniaci che Dante mette all’inferno, come se fossero tutti corrotti al pari dei politici.

La verità è un’altra, molto più triste, e si avvicina molto alla previsione di Ida Magli.

La famiglia bergamasca è composta da veri santi, che l’inferno ce l’hanno in casa tutti i giorni
e portano la loro croce con dignità, con l’aiuto di una fede che è rimasta quella di una volta.

Quella fede e quella tragedia sono state sfruttate e strumentalizzate in modo disgustoso,
senza scrupoli e con una totale mancanza di rispetto e di pietà per loro.

La telefonata del papa (quello che ha definito ‘postina’ la Madonna di Medjugorie)
è semplicemente un’operazione di marketing:
un bello spot a favore del “distanziamento sociale” (e la chiusura delle chiese).


Manderà al ragazzo la papalina come se fosse un cappellino da baseball, magari con scritto “Francesco Fan Club”.

Un “vero” papa avrebbe inviato a un ragazzo così devoto un rosario, un messale, un Vangelo, veri simboli della fede.

In seconda battuta, la telefonata è uno spot in favore delle messe virtuali,
visto che le Chiese sono state chiuse, negando ai fedeli il conforto della fede in un momento difficile e tragico come questo.

“Smart working” da casa anche per i sacerdoti, tanto non c’è differenza fra Messa reale e messa virtuale in streaming su Youtube,
dove i preti «invece di guardare a Dio guardano in camera».

E infatti persino l’Atto di affidamento alla Madonna di Caravaggio è stato trasmesso in differita,
ingannando i fedeli che pensavano di pregare in diretta.


Credevano di accontentare anche papa BENEDETTO XVI, che ha detto:

«È quindi più che naturale avere paura di questa forza spirituale dell’Anticristo
e ci vuole davvero l’aiuto della preghiera di un’intera diocesi e della Chiesa universale per opporvi resistenza».

Perché i supermercati sono aperti e le chiese no?

I cristiani non possono stare in dodici in una chiesa dove c’è posto per trecento, nemmeno con la mascherina
.

Il papa non ha detto una parola in difesa del sacerdote ‘sovversivo’ che ha subito
l’inaudita e blasfema interruzione della Messa da parte dei Carabinieri.

Con tante belle multe ai presenti, affinché il popolo non si faccia venire strane idee
.

I musulmani invece possono pregare nelle loro moschee abusive stando uno addosso all’altro senza alcun controllo.

Nei paesi musulmani le donazioni alimentari vengono negate ai cristiani o agli indù, così con l’aiuto del virus si fa anche un po’ di pulizia etnica.

Come al solito nessuno parla dei cristiani perseguitati, tantomeno papa Francesco.


In una recente intervista, Monsignor Carlo Maria Viganò – che giustamente non ha grande stima di questo papa –
ha detto che per legge nessuna autorità può interferire nella celebrazione della Santa Messa
e nell’amministrazione dei Sacramenti, augurandosi che finisca
«questo indecoroso delirio d’onnipotenza dell’Autorità civile non solo dinanzi a Dio e alla Sua Chiesa, ma anche nei confronti dei fedeli e dei cittadini».


Le chiese sono aperte solo per i funerali, quindi in stretto collegamento coi cimiteri e la morte:
‘servono’ solo per i morti, che notoriamente non possono parlare.

Non devono ‘servire’ per i vivi: niente Messe, matrimoni o battesimi, perché simbolicamente sono legati alla Vita.

Sono pericolosi assembramenti, i vivi si potrebbero ‘contagiare’!

E soprattutto potrebbero ‘parlare’, e non parlerebbero bene né di questo papa né del governo di cui è complice e sodale.

Diffonderebbero un virus terribile e contagioso: quello del dissenso!

Anche Monsignor Viganò ha parlato di dissenso:

«Non è questa la sede per esprimere le mie riserve sulla cosiddetta “pandemia”:
credo che scienziati autorevoli abbiano saputo dimostrare quello che veramente accade,
e quello che viceversa si fa credere alle masse, attraverso un controllo capillare dell’informazione
che non esita a ricorrere alla censura per mettere a tacere le voci di dissenso.


Mi pare tuttavia evidente che il Covid-19 abbia fornito un’ottima occasione – voluta o meno, lo sapremo presto –
per imporre alla popolazione una limitazione della libertà che non ha nulla di democratico, né tantomeno di buono».


Particolarmente significativo dal punto di vista antropologico un filmato che gira sul web:
mostra un signore con mascherina che entra nel supermercato, si bagna le mani col liquido igienizzante
e poi... si fa il segno della croce e si genuflette come se stesse entrando in chiesa.

Simbolicamente si inginocchia davanti all’unico dio dell’unione europea: il Mercato.

Cosa che fa anche la Chiesa con la fede “low cost” di cui parla DIEGO FUSARO:

«La Chiesa sceglie di diventare un “brand” commerciale, di scendere nel mercato, e di ridefinirsi come fede ‘low cost’,
disponibile per tutti ad un prezzo basso. La linea attuale della Chiesa è quella di una totale dissacrazione
e di una supina accettazione della civiltà dei consumi».


Basta guardare la pagina Facebook di Vatimecum, l’unico “sito autorizzato” per i pellegrini durante il Giubileo della Misericordia,
altra operazione di puro marketing per lucrare sui fedeli.

Monsignor Viganò ha pronunciato parole chiarissime sulla ‘carità pelosa’:

«Invece di tutelare la sovranità e la libertà della Chiesa, il Cardinale Parolin (Segretario di Stato)
ha vergognosamente scelto di schierarsi a fianco dell’amico avvocato.
Nemmeno gli interessi economici del cosiddetto volontariato cattolico potrebbero giustificare una tale opzione.

Mi riferisco alla scandalosa spartizione dei fondi pubblici destinati all’ospitalità degli immigrati clandestini,
di cui papa Bergoglio e la CEI sono in gran parte beneficiari e, allo stesso tempo, strenui promotori.

Non dimentichiamo che i fondi derivanti dall’8×1000 vanno riducendosi sempre più,
confermando l’allontanamento dei fedeli italiani da una Chiesa che pare non aver altro scopo
se non quello di favorire la sostituzione etnica fortissimamente voluta dall’élite globalista.
Temo che questo trend si confermerà nei prossimi mesi, in risposta al silenzio dei Vescovi».


Dei fedeli non importa a nessuno: che papa è questo, che Chiesa è questa?

Quel che conta è celebrare il ritorno di Silvia Romano che ha subito dato il buon esempio:
«Mi sono convertita all’Islam» – fruttando 4 milioni di euro ai terroristi che l’hanno rapita.
La sua tunica verde islamica è segno della sua sottomissione,
proprio come le mascherine mostrano la nostra sottomissione al “pensiero unico virale”.
 
Sgarbi scatenato contro il governo che, per ora, ascolta solo degli scienziati superficiali e spesso pasticcioni ed incapaci,
che una volta dicono una cosa , un’altra volta un’altra, e ci impongono delle sanzioni assurde
che poi neanche i poliziotti stessi spesso non se la sentono di applicare, o applicano controvoglia.

Le autocertificazioni poi sono assurde ed inutili, un’imposizione burocratica per riaffermare qualcosa di ovvio:
che una persona si prende la responsabilità delle proprie parole e delle proprie dichiarazioni.

Un po’ di brutale sincerità in un mix di dichiarazioni in parlamento di Sgarbi.

 
Stiamo andando a grandi passi verso una dittatura sanitaria planetaria?

Sembra eccessivo?

Inizio col rilanciare un ottimo video del blog Dentro la Notizia che unisce parecchi “puntini” definendo un punto di vista che svela risvolti terrificanti.

“SEMBRA UN VIRUS DIFFUSO AD ARTE PER IMPORRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE”


Sembrano tesi complottistiche ma se si ragiona a mente fredda e senza farsi “intortare” dalla propaganda a reti unificate,
oltre che stampa unificata, CI SONO UN SACCO DI COSE CHE NON “TORNANO”.

In particolare la reazione sproporzionata dei governi mondiali e
IN PARTICOLARE DEL GOVERNO ITALIANO AD UN VIRUS CHE IN REALTA’ E’ REALMENTE PERICOLOSO
SOLO PER CHI HA GIA’ PRECISE PATOLOGIE PREGRESSE, COME DA DATI ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’:

Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all'infezione da SARS-CoV-2 in Italia

IN PARTICOLARE FOCALIZZATE IL PUNTO

3. Patologie preesistenti


Penso che non ci sia molto da aggiungere.

IL coronavirus accelera la dipartita delle persone già messe male, come fa ogni anno l’influenza normale:
è accaduto anche a mio suocero 92 enne l’anno scorso…. messo malissimo…… viveva solo grazie a trasfusioni continue…..
“viveva” non è esatto meglio dire agonizzava da un anno e mezzo, ha preso l’influenza ed è morto di edema polmonare….Punto.

In sostanza ha smesso di soffrire!

Ogni anno muoiono oltre 50.000 persone di malattie polmonari ma non c’è mai stata una reazione
come per questo Coronavirus annunciato 5 anni fa da Bill “filantropo” Gates con una “preveggenza” incredibile…….!!

La vera “sorpresa” spaventosa viene dalla Tanzania, dove il Presidente della Tanzania, CHE E’ LAUREATO IN CHIMICA….
Ha fatto uno scherzetto ai laboratori dell’O.M.S. (finanziato e etero – diretto dalla mega fondazione di Bill Gates)
e i risultati sono stati ASSOLUTAMENTE INCREDIBILI e MOSTRUOSI!

Le parole del CHIMICO PRESIDENTE DELLA TANZANIA SONO PESANTI COME PIETRE!


“L’O.M.S. STA FACENDO QUALCOSA DI GRAVE”.

QUINDI …. MA COSA ANALIZZANO QUESTI TAMPONI?
COSA RILEVANO QUESTI TAMPONI?
SIAMO SICURI CHE NON CI SIA QUALCOSA CHE NON VA IN QUESTI TAMPONI?

SAREBBE IL CASO DI INDAGARE A FONDO A LIVELLO SCIENTIFICO!

Visto il video di apertura provate ad attivare il cervello RAGIONANDO DA SOLI E NON COME PUPAZZI TELECOMANDATI.

Galileo Galilei ha fondato la scienza moderna dicendo:

“MI PIACE RAGIONARE E NON CREDERE”

Mentre ora siamo in piena INQUISIZIONE DA CORONAVIRUS
E STIAMO SCIVOLANDO IN UN NUOVO TERRIFICANTE MEDIOEVO TECNOLOGICO.
 
2. Dati demografici
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (mediana 81, range 0-100, Range InterQuartile - IQR 74-87).

Le donne sono 10.936 (39,1%).

L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di quasi 20 anni
rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 81 anni – pazienti con infezione 62 anni).

La figura mostra il numero dei decessi per fascia di età.

Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 – uomini 79).
Numero di decessi per fascia di età

www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
 

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