[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Asparago bianco
[/FONT][FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif](Sujata Bhatt – India)[/FONT]
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Chi parla mai delle forti correnti
che scorrono nelle gambe, nei seni
di una donna incinta
al quarto mese?[/FONT]
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È giovane, è la sua prima volta
è snella e la nausea è passata.
La pancia comincia a farsi tonda
i seni prudono tutto il giorno,[/FONT]
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ed è sorpresa che quello che vuole
è lui di nuovo dentro di lei.
Oh vieni come un cavallo, vorrebbe dire,
muoviti come un cane, un lupo,
diventa un poppante cucciolo di leone.[/FONT]
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Vieni qui, e qui, e qui,
ma nuota veloce e non ti fermare.[/FONT]
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Chi parla mai del verde utero noce di cocco
i muscoli scoscesi, una profonda risacca
e il verde latte di cocco che sigilla
il suo pozzo, però scorre e la bagna
al suo tocco più lieve?[/FONT]
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Chi capisce la logica
dietro questo desiderio?
Chi parla della montante marea
che risveglia
il suo sangue che lentamente ingrossa?
E la fame[/FONT]
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cruda ossessione che nasce
dalla forma dell’asparago:
bianco per mancanza di sole e venato di ombre porporine,
ne compra tre chili
di quelli grossi, più spessi di qualunque dito,
ne accarezza le teste seriche
alcune allegramente incappucciate...
perfino l’odore la fa eccitare.[/FONT]