MI PIACE IL MARE D'INVERNO. LUI CI METTE LE ONDE, IO CI METTO I PENSIERI.

Cirio guida la rivolta dei Comuni: “Sì agli spostamenti per Natale”

Il presidente scrive a Conte: senza ricongiungimenti troppi piemontesi passeranno le feste in solitudine
 
“Usando la pandemia Covid-19 come giustificazione,

i funzionari governativi di Georgia, Michigan e Wisconsin e Pennsylvania,

hanno usurpato l’autorità dei loro legislatori e hanno rivisto in maniera incostituzionale l’elezione nel loro stato”

riporta la denuncia di Paxton.

L’elezione “ha subito irregolarità significative e incostituzionali negli Stati citati”, afferma la denuncia del Procuratore.

Se dovesse avere ragione il Procuratore generale del Texas,
la quota dei grandi elettori per il dem Biden passerebbe dagli attuali 306 a 244 (-62), sotto i 270 necessari per la vittoria.

“Quest’ultima causa intentata dal Texas direttamente alla Corte Suprema degli Stati Uniti,
poco prima della mezzanotte di ieri sera, contro diversi altri stati per aver violato la Costituzione americana
nel modo in cui hanno cambiato le regole elettorali, potrebbe essere quella giusta”.
 
E ricordatevi che i fondi verranno ripartiti su 7 ANNI = 30 miliardi per anno.

Meno di una nostra manovra nazionale, che però ci consentirebbe di destinare i fondi

a quello che serve a noi - ITALIA - e non "condizionati" come saranno quelli EU



Sedetevi a un tavolo e provate a sviscerare le soluzioni migliori per rilanciare un'economia depressa da anni
e resa ancor più stagnante dall'emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia.

Sapendo di avere a disposizione un gruzzolo di miliardi che l'Unione europea è disposta a prestarvi (non a regalarvi!),
probabilmente vi verrà in mente una sfilza di misure volte a far ripartire l'intero sistema.




Tagliando drasticamente la pressione fiscale, per esempio, in modo da rilanciare i consumi non appena il Paese si sarà messo alle spalle il lockdown.

Bruxelles, però, non vuole.

Preferisce progetti infrastruttural
i.

E quindi servono misure a sostegno delle piccole e medie imprese e del comparto industriale affinché possano investire,
allargarsi ed evitare la raffica di licenziamenti che si teme inizieranno a fioccare non appena a marzo il governo toglierà il blocco.

Come sostenerle, però?

Servono le grandi opere per colmare immediatamente il vuoto infrastrutturale, che vincola troppi imprenditori,
e la digitalizzazione per metterci alla pari con il resto del mondo.

E poi sarebbe importante investire nel turismo, nella ricerca, nella tecnologia.

Insomma, costruire il futuro.

Facile, no?

Non per il governo.


Quando il premier Giuseppe Conte e il resto del governo si sono trovati per spartire la "torta" da oltre 196 miliardi
non è stato affatto facile mettere d'accordo le litigiose anime che affollano la maggioranza.

E così, nelle 125 pagine di direzioni e progetti che spiegano all'Unione europea
come il governo ha intenzione di spendere i soldi del Recovery Fund, si sono addensate nebbie paludari.



Per il presidente del Consiglio è un libro dei sogni, una visione "chiara, condivisa e coraggiosa per il futuro del Paese";

per gli italiani, invece, sarà un libro degli incubi.


La bozza del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è stata presentata in una delle giornata più convulse dell'esecutivo,
iniziata con le fibrillazioni renziane e grilline e conclusasi con il tampone positivo del ministro e la sospensione del Consiglio dei ministri.


Va subito detto che la quadra politica non c'è.

on l'hanno ancora trovata e, se dovessero andare avanti così, rischiano di non trovarla affatto.

Il testo, però, c'è.

E nero su bianco ci sono pure gli obiettivi e le riforme su cui i giallorossi vogliono puntare per rilanciare l'economia del Paese.


Le linee guida sono quattro e così si spartiscono la "torta" :

La fetta più ingorda va alla svolta green: 74,3 miliardi di euro per "la rivoluzione verde e la transizione ecologica".

Altri 48,7 miliardi andranno, invece, alla digitalizzazione e all'innovazione
.

Poi le briciole:

solo 27,7 miliardi per le infrastrutture: 7 = 4 miliardi per anno.

e 19,2 miliardi per l'istruzione e la ricerca = : 7 = 2.7 miliardi per anno


Poi le buffonate :

17,1 miliardi di euro andranno alla parità di genere.

E la Sanità?

Appena 9 miliardi di euro : 7 = 1.2 miliardi per anno, dopo che ne hanno tagliati almeno 30 di miliardi.


"Mi auguro sia un errore", ha commentato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ospite di Coffee Break su La7.


"In questi anni - ha ricordato - sono stati tagliati 38 miliardi su posti letto e personale sanitario:
è evidente che quelle risorse non saranno sufficienti".


Lo schema del Pnrr fa, invece, pensare l'esatto contrario.

"Il piano del Recovery fund svela il nuovo inganno", ha commentato il senatore di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso.
"È già tutto deciso, solo i grillini fanno finta di non sapere".


Al netto delle polemiche sul Mes, la fragilità del Pnrr sta tutta nella spartizione delle risorse.

Come mai in un Paese come l'Italia, che ha intere regioni che si reggono unicamente sul turismo,
ha deciso di stanziare appena 3,1 miliardi su questo campo?

Perché si è voluto investire così tanto per la rivoluzione verde e appena 23,6 miliardi per l'alta velocità e la manutenzione delle strade?

Al potenziamento della didattica andranno poco più di 10 miliardi, alla ricerca appena 9,1.

Perché all'interno della macro-area "Parità di genere, coesione sociale e territoriale" per le politiche del lavoro sono stati stanziati appena 3,2 miliardi
mentre per la parità di genere 4,2?


E la pressione fiscale?

Anche qui briciole: il Pnrr punta, infatti, a intervenire solo a favore dei lavoratori (dipendenti e autonomi) che guadagnano tra i 40 e i 60mila euro l'anno.


Poca roba, e persino dubbia dal momento che, in più di un'occasione, il Commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni
ha messo in chiaro che i fondi del recovery fund non devono essere usati per "una generica riduzione delle tasse".


A pesare maggioramente sul futuro del Pnrr, ancor prima della suddivisione delle risorse, è la struttura che dovrebbe deciderne la spartizione.


Il Comitato esecutivo sarà composto :

dal premier,

dal ministro dell'Economia (Roberto Gualtieri)

e dal ministro dello Sviluppo economico (Stefano Patuanelli).


Al trio si affiancheranno :

il ministro degli Affari europei (Enzo Amendola)

e il ministro degli Esteri (Luigi Di Maio) che dovranno interfacciarsi con la Commissione europea.


Sotto di loro un esercito di trecento tecnici, una task force non richiesta dall'Unione europea

"La scelta su come organizzarsi è solo nelle mani del governo italiano", ha spiegato la portavoce Marta Wieczorek
che rischia di diventare ancora più potente del governo stesso.
 
Ahahahah


Questo sarebbe stato veramente l’anno giusto per recarsi davanti alla Scala e lanciare uova a iosa.

Se solo ci fosse stato un pubblico cui tirarle.

Invece siccome c’è la pandemia, che tutti i cervelli si porta via,

qualcuno ha pensato bene di allestire uno spettacolo a metà tra il propagandistico anti (o sotto sotto “filo”?) pandemia

per Giuseppe Conte e Rocco Casalino, il politically correct del #metoo e un teche teche tè di spezzoni d’opera.


Una cosa “da menaje”, come si direbbe nella Capitale.

Meglio allora, per una volta, persino il Teatro dell’Opera di Roma che almeno sabato ha trasmesso via Radio Tre Rai
un onesto Barbiere di Siviglia senza inventarsi idiozie e, soprattutto, senza strizzare l’occhio al Governo.


Se a questo servilismo si riduce la cultura e segnatamente l’opera, allora non venga poi a chiedere sussidi.

Si continui piuttosto a “prostituire” – come ha fatto il giorno di Sant’Ambrogio – all’angolo della strada.

Farà più soldi.
 
A me risulta che nel caso in cui un "positivo" infranga la regola, viene avviato un procedimento penale.


Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, esegue il tampone

e, invece di mettersi in isolamento in attesa del risultato,

si presenta in Consiglio dei ministri.



Si trova lì quando la avvertono che il suo tampone al Covid-19 è risultato positivo.


Stiamo parlando della stessa Lamorgese che ha deciso di mettere in campo 70mila uomini e donne delle Forze dell’ordine,

droni e videocamere per far rispettare ai cittadini “le regole”?



Ci sarebbe da ridere, ma purtroppo viene da piangere.
 
Una vera e propria infornata Capitale.

Nomine a Cinque Stelle nella Roma guidata da Virginia Raggi.

Succede nella Città eterna, dove tra qualche mese i cittadini saranno chiamati alle urne.

Otto assunzioni tutti in una mandata.


“Ennesima umiliazione per i dipendenti capitolini”.

“Roma Capitale è una agenzia di collocamento”.


Nel gruppo dei nuovi arrivi troviamo nello staff di Katia Ziantoni, attivista e assessore comunale ai Rifiuti,
l’approdo di Dario Tamburrano, ex eurodeputato grillino, che avrà il compito di fornire il proprio supporto
in relazione al Piano d’Azione per l’energia sostenibile e il clima.

Anche Laura Fiorini, assessore all’Ambiente, ha altri innesti.

Nuova pedina, poi, pure per Daniele Frongia, assessore allo Sport,
alla ricerca di una figura capace di tenere le relazioni con Enti, Federazioni, Municipi, Commissioni.

Il tutto con lo scopo di veicolare risultati raggiunti e iniziative intraprese.


Una situazione, questa, che ha mandato su tutte le furie Francesco Figliomeni. L’esponente è sbottato.

“umiliazione per i dipendenti capitolini e per le tasche dei romani,
costretti a continui esborsi di danaro per sostenere gli “amici degli amici”
di cui parlava la Raggi quando era all’opposizione.
È particolarmente inaccettabile il fatto che queste prebende
spesso vengano erogate a persone senza alcuna competenza specifica
rispetto al ruolo che vanno a ricoprire e spesso, come è accaduto in questi anni,
sono un contentino per gente trombata alle elezioni
oppure un posizionamento in posti strategici per la prossima campagna elettorale.
Somme che, invece, potrebbero servire per offrire maggiori servizi alle persone con disabilità
o ai possessori di partite Iva o altre categorie di cittadini che si trovano alla fame
mentre la famosa tavola dei grillini è ben apparecchiata con succulente pietanze
pagate con le tasse che i romani si trovano sempre più alte.

Temiamo che in quest’ultima fase del mandato della Raggi
possano aumentare ulteriormente queste assunzioni di consulenti esterni".



“Ed io pago!” come diceva il buon Totò”.
 
a.jpg
 
Avevo pensato di mettermi pure un dito in ....
Invece che dare questi "consigli" si preoccupassero di CURARE A CASA I PRIMI SINTOMI
della malattia, per evitare aggravamenti e ricoveri in terapia intensiva.
Troppo facile, perchè Vi accorgereste che la malattia è CURABILE ed addio ai lauti guadagni.



Il Natale sta ormai arrivando e Giovanni Di Perri, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Torino,
ha elargito alcuni consigli per coloro che proprio non vogliono rinunciare al pranzo con i parenti.



La regola principale e unica sarebbe di evitare ogni riunione, ma se non si ha intenzione di farlo,
almeno si possono seguire delle regole perché avvengano in sicurezza.

“Primo consiglio: non fate niente.

Secondo: evitate il pranzo seduti a tavola.

Terzo: se proprio ci tenete datevi delle regole”


Insomma, in vista di incontri con i parenti è meglio seguire dei consigli per non incorrere in brutte sorprese.

Festeggiare il Natale si può, ma con qualche accortezza e in modo diverso rispetto agli anni passati.


L’importante, secondo il professore, è non sedersi vicini alla stessa tavola

ed evitare situazioni che portino a togliere la mascherina.



Quindi, se si vuole mangiare e brindare con gli altri è preferibile farlo tramite una diretta sul web.

Qualcuno però non vorrà certo rinunciare al pranzo vero e proprio, ed è bene ricordare di preservare le categorie a rischio, anziani compresi.


Come sottolineato da Di Perri,
“l'ideale sarebbe limitare l'evento a persone che già convivono o si sono frequentate di recente,
con un limite di posti a tavola, il numero più basso possibile, ed escludendo i parenti oltre 65:
se gli vogliamo davvero bene questo è l'anno di lasciarli tranquilli”.

Se invece anche i nonni parteciperanno al pranzo, sarebbe opportuno sottoporsi a un tampone rapido
comprato in farmacia da fare magari la vigilia di Natale. Giusto per avere una garanzia in più.


Fondamentale invece che tutti coloro che saranno presenti
“stiano attenti nella settimana precedente a non frequentare altre persone se non per motivi urgenti.
Purtroppo le feste sono il momento in cui si rischia di cedere a qualche tentazione tra auguri e regali,
ma in nome del pranzo di Natale si può giustificare qualche sacrificio”.

Se possibile, sarebbe meglio raggiungere l’abitazione a bordo della propria vettura, dando passaggi solo alle persone conviventi.

Il distanziamento e le mascherine, la più indicata sarebbe la Ffp2, devono essere sempre mantenuti.

I padroni di casa dovrebbero tenere due finestre aperte, per permettere il cambio d’aria.



Se l’idea è quella di sedersi a tavola, i commensali dovrebbero avere accanto le persone conviventi o che frequentano di più.

Meglio preparare le pietanze in cucina, così da non creare passaggi di piatti

e una sola persona dovrebbe essere indicata per versare da bere a tutti.

Di Perri ha tenuto però a precisare che tutti questi consigli vanno bene, ma che


“la gran parte dei contagi avviene tramite il respiro, per cui finestre e mascherine sono i punti fondamentali da osservare.

Sarebbe importante per esempio togliere la Ffp2 solo per mangiare, in particolare gli ultra 65enni, e rimetterla nell'attesa tra le varie portate”.


Prestare attenzione anche quando si entra o si esce da una stanza, in modo da evitare di creare assembramenti.

Magari non baciamoci durante lo scambio di auguri e regali, a questo proposito è consigliato avere a portata di mano un gel disinfettante.


Se tutte queste regole non vi spaventano incontratevi, con molta attenzione.

 
In principio doveva essere un boccone amaro, indigeribile e da respingere con tutte le forze.

Una buona fetta degli esponenti 5 stalle, presto rinominati “i ribelli”, era pronta a issare barricate
e muovere pericolose guerre intestine a costo di respingere il Meccanismo europeo di stabilità.

Invece, ecco il sì alla riforma del mes decisa all’ultimo Eurogruppo,
con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, pronto a rassicurare gli animi degli alleati di maggioranza.



Gualtieri ha provato a spiegare che il via libera alla riforma del Mes non significa automaticamente un suo utilizzo, visto che “la riforma è cosa distinta dalla scelta se usare o meno il Mes sanitario” e che “su questo esistono posizioni diverse nel Parlamento e nella stessa maggioranza,
e ogni decisione dovrà essere condivisa dall’intera maggioranza e approvata dal Parlamento”.

Il tentativo di Gualtieri di calmare le acque è fallito miseramente, visto che la diffidenza tra le fila grilline è aumentata.

Però, se non altro, ribelli a parte il M5s non dovrebbe opporsi alla riforma.


Dunque: crisi di governo scongiurata.

Almeno per il momento.
 

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