Monte Paschi SI (BMPS) MORELLI Mps e massoneria

ALTRE OMBRE SUL MONTEPASCHI - SONO QUELLE DI MASSIMO MUCCHETTI, SENATORE PD: ''PERCHE’ MPS PARLA SOLO CON JPMORGAN E NON ANCHE CON PASSERA? GLI AMERICANI HANNO UN’ESCLUSIVA? PERCHE’ IL GOVERNO NON VIENE IN PARLAMENTO A SPIEGARE? - TANTO GLI INVESTITORI RESTERANNO FERMI FINO AL REFERENDUM''


altre ombre sul montepaschi - sono quelle di massimo mucchetti, senatore del pd

L’intervento di Massimo Mucchetti (www.massimomucchetti.it )




Arriva. A questo punto della triste storia del Monte dei Paschi ecco la domanda delle cento pistole: perché il consiglio di amministrazione della banca senese si limita al forno di JP Morgan e non lo mette in concorrenza con l’altro forno proposto da Corrado Passera?

La questione è curiosa, ove si consideri che JP Morgan passa per la salvatrice della patria ormai dal 6 luglio, e cioè da quando il suo capo Jamie Dimon disse a Matteo Renzi che mai avrebbe lasciato fallire MPS per l’inezia di 5 miliardi. Se abbandonato, MPS avrebbe trascinato nel gorgo il sistema bancario e dunque l’Italia. Giammai. Il premier gli prestò fede, ma dopo tre mesi la grande banca americana ha ancora firmato nessun accordo vincolante. E ovviamente non ha firmato nemmeno il partner italiano dell’operazione, e cioè Mediobanca.

Tanto incaponirsi su JP Morgan, rappresentata in Italia dall’ex ministro del Tesoro, Vittorio Grilli, induce a chiedersi se il consiglio di MPS possa o non possa ascoltare l’ex ministro dello Sviluppo economico che, nella sua vita precedente, vanta i successi del Banco Posta e di Intesa Sanpaolo?

Di solito i consigli esplorano le alternative. Se non lo fanno, lo devono spiegare…In questo caso, sorge il dubbio che a Dimon sia stata concessa l’esclusiva. Se fosse, il consiglio dovrebbe chiarire quando, come e a quali condizioni. Oppure l’esclusiva e’ stata concessa de facto dall’azionista di riferimento di MPS, e cioè dal Tesoro? O forse ancora da palazzo Chigi?

Al mercato MPS ha presentato un piano targato JP Morgan che non è stato realizzato. E ora cambia il vertice, su richiesta della stessa JP Morgan (non di Mediobanca), e cambia pure il “suo” piano, ma tenendone ben fermi i costi sensazionali.

Il 29 luglio il consiglio aveva annunciato la svalutazione dei crediti deteriorati e la cessione di tutti quelli in sofferenza. La conseguente perdita di 5 miliardi sarebbe stata ripiantata con un equivalente aumento di capitale da offrire in opzione ai soci. Il soggetto deputato all’acquisto delle sofferenze, finora misterioso, dovrebbe pagare subito MPS. Poiché si finanzia emettendo obbligazioni, quel soggetto avrà bisogno di un prestito ponte che verrà rimborsato con l’incasso delle obbligazioni. Ma lo schema non decolla. La scusa ufficiale è il referendum. Palazzo Chigi lo ha presentato come un’ordalia tra la luce e le tenebre. Gli investitori, pertanto, resteranno alla finestra fino al 4 dicembre. Naturalmente, l’argomento non depone a favore della saggezza del governo, che non dovrebbe mai presentate il proprio Paese sull’orlo di un precipizio.

Anche perché, se vincesse il No, dal 5 dicembre sarebbe Renzi per primo a gettare acqua sul fuoco e a invocare il ritorno al business as usual… La verità è che, alla faccia della grandeur di JP Morgan, 5 miliardi non sono noccioline. Il consorzio bancario internazionale di garanzia non si forma. E il ritardo rischia di infilare MPS nell’ingorgo delle ricapitalizzazioni dei colossi Deutsche Bank, Unicredit e Caixa.

MARCO MORELLI

Parte così la ridda teleguidata delle voci in attesa che il 24 ottobre il nuovo amministratore delegato, Marco Morelli, scopra le carte. Morelli era stato sponsorizzato dal Giglio magico per Unicredit, ma il consiglio della multinazionale bancaria italiana gli preferì il francese Mustier. Ora, a Siena, sembra giocare in squadra con JP Morgan, per la quale un tempo aveva lavorato. Secondo le voci prevalenti, la ricapitalizzazione resterebbe pari a 5 miliardi, ma verrebbe effettuata in parte con un aumento di capitale e in parte con la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni.



Nella nuova versione dell’aumento sparirebbe il diritto di opzione. Perché? Per guadagnare tempo, si dice. E poi,visto che MPS vale meno di 600 milioni, che diritto ci sarà mai? In verità, a certe condizioni, i diritti possono valere qualcosa, e in ogni caso ci si chiede se la totale rinuncia ai diritti non implichi un danno erariale per il Tesoro. E non ci si venga a dire che il Tesoro ha solo il 4% perché con questa partecipazione ha il potere di licenziare Viola e assumere Morelli.



Quanto alla conversione delle subordinate, in prima battuta sarebbe volontaria, poi si vedrà. Certo è che i fondi avvoltoio le hanno appena comprate a 70 e guadagnerebbero bene anche con la conversione a 90, mentre i risparmiatori cassettisti, che le avevano prese a 100, materializzerebbero una perdita che potrebbe essere recuperata solo dal rimbalzo delle quotazioni azionarie.



jamie dimon jp morgan

Due parole sui costi by JP Morgan. Le commissioni per l’aumento di capitale da 5 miliardi peserebbero per 230 milioni. La progettazione e la costruzione del veicolo che compra le sofferenze ne prenderebbe altri 45. Il prestito ponte di 5 miliardi, studiato per 18 mesi ma che, essendo ottimisti, riteniamo verrà usato per soli 6 mesi, assorbirebbe altri 150 milioni tra interessi e commissione upfront. Le banche finanziatrici avranno come garanzia l’intero ammontare delle sofferenze, e cioè 9,2 miliardi, perciò al momento svalutabili fino al 18% del valore facciale. Attenzione dunque alle clausole, perché alle banche finanziatrici converrebbe l’insolvenza del veicolo….



Poi vengono gli interessi sulle obbligazioni senior (60 milioni l’anno), quelli sulle mezzanine riservate al fondo Atlante (100 milioni l’anno), le commissioni per il recupero dei crediti (altri 100 milioni l’anno). Se consideriamo che il lungo periodo di recupero potrà essere equivalente a 5 annualità, ecco che il giro di soldi tra commissioni e interessi si aggira sugli 1,7 miliardi. Cifre che oggi possono essere solo suggestive, ovvio. Ma insomma, se quest’operazione nel primo anno costa più di quanto vale oggi in Borsa la terza banca italiana, qualcosa da capire ancora resta. O no?



protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 6

Veniamo così alle voci sulla proposta alternativa. Passera coprirebbe il buco di 5 miliardi con un aumento di capitale di 2,5 miliardi riservato a 4-5 fondi di chiara fama, dai quali avrebbe ottenuto via libera. Per questo non ci sarebbe più bisogno dell’avallo di Ubs. A questo intervento dei nuovi soci di riferimento si aggiungerebbe un altro miliardo di aumento riservato in opzione agli attuali azionisti. Il resto verrebbe dalla rinuncia ai dividendi per due o tre anni.



Passera, si sostiene, non toccherebbe le obbligazioni subordinate. I risparmiatori continuerebbero a percepire gli interessi e sarebbero pienamente rimborsati alla scadenza. Ma soprattutto Passera non cederebbe le sofferenze a prezzo vile a un veicolo messo su da JP Morgan ma a un veicolo formato con personale MPS, le cui azioni sarebbero date ai soci MPS. La banca deconsoliderebbe le sofferenze, ma l’upside resterebbe in famiglia.

consob opa sts hitachi



Ora, queste voci provenienti dall’uno e dall’altro forno sono vere o false? Di certo influenzano il mercato, e dunque, mentre mi chiedo che cosa vigili la Vigilanza Unica, mi aspetterei che la CONSOB facesse chiarezza. Ma soprattutto mi aspetterei che il governo si assumesse le sue responsabilità. Magari in Parlamento. Chiarendo che, se tutto andasse male, si potrebbe sempre nazionalizzare in via temporanea utilizzando la clausola esimente dal bail in. Ma di questo parleremo un’altra volta.
 
Cronaca

NOTIZIA SHOCK ! MONTE DEI PASCHI DI SIENA, UNO SCANDALO A SPESE DEI CITTADINI!
settembre 25, 2016, 8:26 am 1.4k Visualizzazioni

07-2.png

Siamo qui per rendere pubblico il lavoro della prima Commissione d’inchiesta nella storia istituita sul più grande scandalo finanziario d’Europa, uno scandalo che è avvenuto qui in Toscana e riguarda la più antica banca del mondo: il Monte dei Paschi di Siena.
Uno scandalo pagato come sempre dai cittadini, dai piccoli risparmiatori, dai lavoratori e dipendenti dell’istituto, dalle piccole imprese e famiglie a cui è stato ridotto il credito, da tutta la comunità toscana e italiana che è stata privata di una ricchezza di circa 50 miliardi di euro.
Questa Commissione nasce nel luglio 2015 per volere del Movimento 5 Stelle ed è stata istituita con il sostegno delle forze di opposizione. La nostra Commissione ha iniziato i lavori il 9 settembre 2015, abbiamo effettuato 22 sedute, l’ultima il 28 luglio scorso, nel corso delle quali 31 persone informate sui fatti sono state audite dai commissari. Abbiamo ricevuto risposta scritta alle nostre domande da 3 convocati, tra i quali l’attuale governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il finanziere Davide Serra. Purtroppo hanno rifiutato di comparire gli ex ministri Grilli, Saccomanni e Tremonti, Vegas di Consob e l’attuale presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Alle testimonianze rese dai protagonisti della vicenda, la Commissione ha unito anche la lettura dei principali volumi editi sul caso, di numerosi articoli di stampa e di centinaia di autorevoli documenti. Alcuni di questi ci sono pervenuti dalle 5 Procure della Repubblica impegnate nell’accertamento o in procedimenti già attivi sullo scandalo Monte dei Paschi: Procure di Siena, Firenze, Trani, Roma e Milano.

Perché è nata la commissione?

Il disastro del Monte dei Paschi di Siena rappresenta un punto di non ritorno dell’intero sistema bancario. Quanto avvenuto non è successo per caso e se ben compreso potrebbe dare una grande lezione dalla quale ripartire. Questa Commissione d’inchiesta, coi limiti dei suoi poteri conferiti, si è posta l’obiettivo di raccogliere un quadro conoscitivo aggiornato su quanto accaduto, tentare di identificare le responsabilità politiche e definire alcune proposte di indirizzo.

La commissione ha accertato:

– gravi responsabilità della politica nel gestire le risorse e il patrimonio della fondazione e della banca più antica del mondo
– gravi intrecci di poteri forti non democraticamente rappresentativi che hanno causato danni economici ai risparmiatori e minato la stabilità dell’erogazione del credito alle imprese.
gravi responsabilità degli organismi di controllo (banca d’italia, consob, ministero del tesoro, bce)

Alcuni numeri

– 1472. Anno di nascita del Monte dei Paschi di Siena, oggi ha 544 anni.
– 50 miliardi. Valore perso dalla privatizzazione MPS, dal 1995 ad oggi.
– 47 miliardi. Crediti deteriorati lordi MPS
– 56,7%. Percentuale delle sofferenze nette relativa ad attività oltre 1 milione di euro, quindi operazioni effettuate da gruppi o enti di grandi dimensioni
– 99,73%. Diminuzione del valore delle azioni MPS dal 26 luglio 2006 al 26 luglio 2016, Il titolo è sceso in 10 anni del 99,73%.
– 550 milioni. Attuale patrimonio della Fondazione MPS (nel 2008 era 5,7 Miliardi) circa – 90% in 8 anni.
– 9,25 miliardi. Prezzo che MPS pagò a Banco Santader per comprare Antonveneta, a sua volta acquistata pochi mesi prima da ABN Amro per 5,7 miliardi (plusvalenza per Banco Santader di 3,5 miliardi)
– 18 miliardi. Costo complessivo dell’operazione ANTONVENETA (prezzo + debito contratto con ABN Ambro), operazione approvata da Banca d’Italia (governatore Mario Draghi) il 17 marzo 2008 “valutando adeguatezza patrimoniale e sostenibilità finanziaria” senza due diligence.
– 1,6 miliardi. Ottenuti da MPS tramite obbligazione (bond) “Upper Tier 2” scadenza 2018 per contribuire al pagamento di Antonveneta: le obbligazioni furono fatte con tagli minimi da 1000 euro per renderle accessibili ai piccoli risparmiatori
– 40.000 piccoli risparmiatori hanno comprato questi bond creati per il problema “Antonveneta”.
– 8.000. Numero esuberi indicati nel Piano di Risanamento del Monte dei Paschi di Siena, entro il 2017 (1030 sono già stati esternalizzati nella Fruendo srl – oggetto di centinaia di cause intentate dai dipendenti )
– 550 milioni. Valore attuale di MPS in borsa al 21 settembre 2016 (0,19 cent ad azione)
– 8 miliardi. Ultimi due aumenti di capitale bruciati dal mercato (2013-2015)


DUE RELAZIONI: NOI VS PD

La Commissione ha prodotto due relazioni, la nostra (approvata anche da Lega Nord e Sì Toscana) e quella del PD che comunque si è astenuto nel voto sulla prima, facendola approvare anch’essa a maggioranza.

I Punti di divisione principali sono legati:

– Ruolo della “senesità”: per il PD le colpe principali ricadono sulla classe dirigente senese e sul “provincialismo” di MPS. Per noi la classe dirigente senese ha delle responsabilità ma non le principali.
– Ricostruzione dei fatti principali: il PD ha annacquato tutta la ricostruzione storica, rifiutandosi di scrivere nero su bianco il ruolo di politica, massoneria e opus Dei nell’acquisizione sventurata di Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. Per loro è tutta una “spy story” buona per la cinematografia. Peccato trovi conferma in atti, testimonianze e di recente persino le dichiarazioni dell’ex Presidente di MPS, Alessandro Profumo
– Continuità / Discontinuità col passato: Per noi tutto è uguale, è cambiata solo l’area del PD che comanda (oggi i renziani prima l’area ex DS). Lo dimostra l’ingenerenza del governo Renzi per svendere la banca a JP Morgan
– Proposte e soluzioni: il PD non ha imparato la lezione e propone ingredienti nuovi alle stesse ricette. Noi invece vogliamo la tutela del risparmio e dei cittadini con una nazionalizzazione tramite Cassa Depositi e Prestiti.
 
Il ragionamento conclusivo e dirimente è sempre lo stesso, indipendentemente da quel che continua ad uscire in merito alle varie banche.

Se hai capito tardi che tutto consisteva in una truffa che serviva a espropriare, ma ci hai messo poco, attaccati un'orecchino in modo di non scordare mai più con che LADRI E TRUFFATORI hai a che fare.

Se invece sei uno troppo sicuro di te, che ha mediato fino a essere esposto TROPPO, son azzi.


Hai voglia.... prolungando per mesi gli step di prezzo quanto ti fanno mediare inutilmente...

VALE PER TUTTI I TITOLI.
DILATANDO IL TEMPO BASATO SU UN PREZZO FAN CADERE NEL TRANELLO ANCHE I PIÙ SCAFATI.



Ma ricordate, se INVESTITORI un minimo scafati si coalizzano, a questi gli si ROMPE IL CULO e gli si IMPEDISCE di fottere molto in futuro.


SIAMO IN GUERRA NOI INVESTITORI. :ciao:
 
Ultima modifica:
Pubblicato il: 03/10/2016 20:58
La riunione al ministero dell'Economia con i vertici del sistema bancario "è stata definita d'urgenza dai media", ma in realtà "non è d'urgenza, è per fare il punto informale con Bankitalia e i principali istituti". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan interviene, in videoconferenza, a Milano a poche ore dall'incontro per fare il punto sulla crisi del sistema bancario e discutere della vendita delle good bank.

Il ministro Padoan, nel suo intervento a Milano, affronta anche il tema relativo all'aumento di capitale della Banca Monte dei Paschi di Siena. "C'è da parte del management di banca Mps la messa a punto, in collaborazione con operatori finanziari molto qualificati, di un piano complesso che finirà con un aumento di capitale da 5 miliardi che verrà offerto al mercato e, sono sicuro, avrà successo".

Sull'operazione i cui dettagli sono ancora da definire, "non c'è nessun ruolo intromissivo da parte del governo", assicura. "Il Tesoro è il primo azionista di Mps, ma utilizza la sua posizione, in modo molto soft, di vigile attenzione a ciò che la banca sta facendo".
 
Cronaca

NOTIZIA SHOCK ! MONTE DEI PASCHI DI SIENA, UNO SCANDALO A SPESE DEI CITTADINI!
settembre 25, 2016, 8:26 am 1.4k Visualizzazioni

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Siamo qui per rendere pubblico il lavoro della prima Commissione d’inchiesta nella storia istituita sul più grande scandalo finanziario d’Europa, uno scandalo che è avvenuto qui in Toscana e riguarda la più antica banca del mondo: il Monte dei Paschi di Siena.
Uno scandalo pagato come sempre dai cittadini, dai piccoli risparmiatori, dai lavoratori e dipendenti dell’istituto, dalle piccole imprese e famiglie a cui è stato ridotto il credito, da tutta la comunità toscana e italiana che è stata privata di una ricchezza di circa 50 miliardi di euro.
Questa Commissione nasce nel luglio 2015 per volere del Movimento 5 Stelle ed è stata istituita con il sostegno delle forze di opposizione. La nostra Commissione ha iniziato i lavori il 9 settembre 2015, abbiamo effettuato 22 sedute, l’ultima il 28 luglio scorso, nel corso delle quali 31 persone informate sui fatti sono state audite dai commissari. Abbiamo ricevuto risposta scritta alle nostre domande da 3 convocati, tra i quali l’attuale governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il finanziere Davide Serra. Purtroppo hanno rifiutato di comparire gli ex ministri Grilli, Saccomanni e Tremonti, Vegas di Consob e l’attuale presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Alle testimonianze rese dai protagonisti della vicenda, la Commissione ha unito anche la lettura dei principali volumi editi sul caso, di numerosi articoli di stampa e di centinaia di autorevoli documenti. Alcuni di questi ci sono pervenuti dalle 5 Procure della Repubblica impegnate nell’accertamento o in procedimenti già attivi sullo scandalo Monte dei Paschi: Procure di Siena, Firenze, Trani, Roma e Milano.

Perché è nata la commissione?

Il disastro del Monte dei Paschi di Siena rappresenta un punto di non ritorno dell’intero sistema bancario. Quanto avvenuto non è successo per caso e se ben compreso potrebbe dare una grande lezione dalla quale ripartire. Questa Commissione d’inchiesta, coi limiti dei suoi poteri conferiti, si è posta l’obiettivo di raccogliere un quadro conoscitivo aggiornato su quanto accaduto, tentare di identificare le responsabilità politiche e definire alcune proposte di indirizzo.

La commissione ha accertato:

– gravi responsabilità della politica nel gestire le risorse e il patrimonio della fondazione e della banca più antica del mondo
– gravi intrecci di poteri forti non democraticamente rappresentativi che hanno causato danni economici ai risparmiatori e minato la stabilità dell’erogazione del credito alle imprese.
gravi responsabilità degli organismi di controllo (banca d’italia, consob, ministero del tesoro, bce)

Alcuni numeri

– 1472. Anno di nascita del Monte dei Paschi di Siena, oggi ha 544 anni.
– 50 miliardi. Valore perso dalla privatizzazione MPS, dal 1995 ad oggi.
– 47 miliardi. Crediti deteriorati lordi MPS
– 56,7%. Percentuale delle sofferenze nette relativa ad attività oltre 1 milione di euro, quindi operazioni effettuate da gruppi o enti di grandi dimensioni
– 99,73%. Diminuzione del valore delle azioni MPS dal 26 luglio 2006 al 26 luglio 2016, Il titolo è sceso in 10 anni del 99,73%.
– 550 milioni. Attuale patrimonio della Fondazione MPS (nel 2008 era 5,7 Miliardi) circa – 90% in 8 anni.
– 9,25 miliardi. Prezzo che MPS pagò a Banco Santader per comprare Antonveneta, a sua volta acquistata pochi mesi prima da ABN Amro per 5,7 miliardi (plusvalenza per Banco Santader di 3,5 miliardi)
– 18 miliardi. Costo complessivo dell’operazione ANTONVENETA (prezzo + debito contratto con ABN Ambro), operazione approvata da Banca d’Italia (governatore Mario Draghi) il 17 marzo 2008 “valutando adeguatezza patrimoniale e sostenibilità finanziaria” senza due diligence.
– 1,6 miliardi. Ottenuti da MPS tramite obbligazione (bond) “Upper Tier 2” scadenza 2018 per contribuire al pagamento di Antonveneta: le obbligazioni furono fatte con tagli minimi da 1000 euro per renderle accessibili ai piccoli risparmiatori
– 40.000 piccoli risparmiatori hanno comprato questi bond creati per il problema “Antonveneta”.
– 8.000. Numero esuberi indicati nel Piano di Risanamento del Monte dei Paschi di Siena, entro il 2017 (1030 sono già stati esternalizzati nella Fruendo srl – oggetto di centinaia di cause intentate dai dipendenti )
– 550 milioni. Valore attuale di MPS in borsa al 21 settembre 2016 (0,19 cent ad azione)
– 8 miliardi. Ultimi due aumenti di capitale bruciati dal mercato (2013-2015)


DUE RELAZIONI: NOI VS PD

La Commissione ha prodotto due relazioni, la nostra (approvata anche da Lega Nord e Sì Toscana) e quella del PD che comunque si è astenuto nel voto sulla prima, facendola approvare anch’essa a maggioranza.

I Punti di divisione principali sono legati:

– Ruolo della “senesità”: per il PD le colpe principali ricadono sulla classe dirigente senese e sul “provincialismo” di MPS. Per noi la classe dirigente senese ha delle responsabilità ma non le principali.
– Ricostruzione dei fatti principali: il PD ha annacquato tutta la ricostruzione storica, rifiutandosi di scrivere nero su bianco il ruolo di politica, massoneria e opus Dei nell’acquisizione sventurata di Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. Per loro è tutta una “spy story” buona per la cinematografia. Peccato trovi conferma in atti, testimonianze e di recente persino le dichiarazioni dell’ex Presidente di MPS, Alessandro Profumo
– Continuità / Discontinuità col passato: Per noi tutto è uguale, è cambiata solo l’area del PD che comanda (oggi i renziani prima l’area ex DS). Lo dimostra l’ingenerenza del governo Renzi per svendere la banca a JP Morgan
– Proposte e soluzioni: il PD non ha imparato la lezione e propone ingredienti nuovi alle stesse ricette. Noi invece vogliamo la tutela del risparmio e dei cittadini con una nazionalizzazione tramite Cassa Depositi e Prestiti.

dite a sta gente di leggere meno romanzi e leggersi invece lo statuto di Cassa Depositi e Prestiti , prima di scrivere capzate

cmq il problema di MPS sono stati Alexandria e Santorini , nn certo l'acquisizione di una banca come Antonveneta a 8 mld ...e sul tema dei due "derivati" mi pare vi siano aperti processi dove MPS è parte lesa , o sbaglio ? ? ?
 
se lo spieghi pure ame
te ne sarei grata

mandami un messaggio privato e cerca di essere semplice :rolleyes: rispetta il nick

Io riesco a ragionare solo in modo semplice e diretto.

La mediata in perdita può essere indotta facilmente, creando aspettative.

I NUMERI individuano questo sistema applicato in varie occasioni e diversi titoli.

I movimenti o fibrillazioni non avvengono in modo casuale e inducono all'errore.


Anche solo in termini LOGICI, se così non fosse, come attirerebbero nuovi polli da spennare ???
 
I NUMERI se ne fottono se diverse news causano gli stessi movimenti.

I NUMERI individuano e scovano questi movimenti, li confrontano e portano in evidenza certi comportamenti dei prezzi in modo distaccato e freddo.

Ciò non toglie, che possono solo metterti sul chivalà, mettendo in evidenza porcherie di ogni.

Ma nulla possono contro le infinite variabili che altri manovrano.

Tra le più importanti sicuramente vi sono:

IL TEMPO
LA VOLA
I RANGE DI PREZZO
I GAP
L'ALTERNANZA.

E infine, ovvio che potedo monitorare entrate e uscite, hanno vantaggi inenarrabili rispetto l'investitore.

Tra l'altro, da anni tali comportamenti, premiano chi genera indotto. Entra-esce spesso.

Chissà perché ???
 

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