Morta l'URSS Comunista ora l'Europa è la nuova URSS NAzista

Ovviamente non è vero che è andata male solo l'Italia. Il tasso di crescita medio del PIL di tutta l'Eurozona è di poco superiore all'1% annuo (sostanzialmente stagnante quindi), quello dell'Unione Europa dell'1,5%.
La produzione industriale è calata vistosamente in molti Paesi, non solo in Italia.
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ve lo immaginate quando la VdL riuscirà a derubare i 350 ml russi?
per l'Euro sarà finita!
meglio così... torneremo tutti alle nostre valute nazionali
 

Politologo tedesco: Un mondo senza Europa?​

Maurizio Blondet 5 Maggio 2024
DWN
La guerra in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente mettono a rischio la futura sopravvivenza dell’UE. Ora si trova a un bivio: o continuerà a essere strumentalizzato per le ambizioni degli Stati Uniti di diventare una potenza mondiale e, di conseguenza, scomparirà nell’insignificanza geopolitica. Oppure può riuscire a staccarsi dalla tutela americana e a rappresentare una posizione indipendente in un ordine mondiale sempre più multipolare.
MORITZ ENDERS

Commento DWN: Un mondo senza Europa?


Le bandiere dei paesi europei sventolano davanti al Parlamento europeo (foto: dpa).






Oltre 50 anni fa, l’allora consigliere per la sicurezza statunitense Henry Kissinger si recò in Cina in missione segreta. Ha preparato la visita del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon e quindi una svolta nella storia della geopolitica e della diplomazia: avvicinando gli Stati Uniti e la Cina, il grande rivale degli Stati Uniti, l’Unione Sovietica, sarebbe stato indebolito in termini di potere e geopolitica . In una partita di poker a tre giocatori vale la pena allearsi con uno dei due giocatori contro il terzo rimanente.
A quel tempo, gli Stati Uniti erano all’apice della loro potenza e l’ordine mondiale era generalmente più gestibile di quanto lo sia oggi. Essenzialmente si divideva in due campi, uno “capitalista” e uno “comunista”, e poi c’erano i cosiddetti stati non allineati in cui gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica gareggiavano per l’influenza, a volte sotto forma di guerre per procura. Il potere economico mondiale era concentrato negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, che dopo la seconda guerra mondiale avevano sperimentato un boom economico senza precedenti e potevano ora offrire ai propri cittadini generosi benefici sociali. L’appello civilizzatore dell’Occidente non è mai apparso così grande come in questo momento.

Oggi il mondo è diventato più confuso. L’Unione Sovietica è crollata e la Cina l’ha sostituita come il più grande rivale degli Stati Uniti. Tuttavia, il successore dell’Unione Sovietica, la Federazione Russa, non si è ritirato dal concerto delle grandi potenze. Ed è probabile che anche l’India si unisca a loro nel prossimo futuro. L’UE, invece, perde sempre più importanza rispetto agli altri centri di potere. Ciò ha da un lato ragioni economiche, ma dall’altro anche perché le posizioni dei suoi Stati membri difficilmente si discostano da quelle degli Stati Uniti.
Ma hanno abbandonato il principio della “ triangolazione ” di Kissinger. Invece di allearsi con il presunto più debole dei due avversari, come fecero nel 1971, gli Stati Uniti stanno ora cercando di mettere fuori gioco la Russia come fattore di potenza geopolitica, in modo che possa poi impiegare tutte le sue forze nel confronto con la Cina. Ed è esattamente così che stanno portando la Russia tra le braccia della Cina – e i paesi dell’UE, in particolare la Germania, in un dilemma. La nazione commerciale tedesca, essendo già stata privata della fornitura di petrolio e gas russi a basso costo, semplicemente non è riuscita a far fronte alle perdite legate alle sanzioni sul mercato cinese.

C’è anche il rischio di una guerra tra Israele e Iran in Medio Oriente. Se dovesse scoppiare davvero e se gli Stati Uniti e altri paesi occidentali partecipassero insieme a Israele, l’Iran potrebbe chiudere lo Stretto di Hormuz, attraverso il quale scorre tra il 20 e il 30% del commercio internazionale di petrolio. Le conseguenze per le economie occidentali sarebbero devastanti. Dopo l’Ucraina, per gli Usa e l’“Occidente” si profila un altro fiasco in Medio Oriente.

D’altro canto, sembra che la diplomazia cinese operi con una lungimiranza molto maggiore di quella americana. I cinesi hanno avuto un ruolo nel riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran . E questo potrebbe aver cambiato gli equilibri di potere in Medio Oriente, con l’Arabia Saudita che ora abbandona il suo ruolo di potenziale alleato di Israele. In questo contesto, gli Stati Uniti difficilmente possono permettersi di essere coinvolti in una guerra in Medio Oriente. Piuttosto, verrebbe chiesto loro di usare il loro peso diplomatico per raggiungere una pace sostenibile nella regione, anche nel loro stesso interesse. Altrimenti rischiano di estendere eccessivamente il loro potere.
Perché quello che stiamo vivendo oggi è una graduale erosione dell’influenza statunitense, che non può affermarsi né in Ucraina né in Medio Oriente. Cina e Russia, d’altro canto, hanno lavorato sempre più strettamente insieme dopo il colpo di stato sul Maidan di Kiev nel 2014 e stanno ora formando un blocco che gli Stati Uniti non possono più smembrare. Ora è importante affrontare queste realtà. Invece di prepararsi a uno scontro apparentemente inevitabile con Cina e Russia, è tempo che i paesi occidentali ammettano che un ordine mondiale multipolare non può più essere fermato.
E se i paesi dell’Unione europea contribuiranno a plasmarlo in uno spirito di cooperazione e non di confronto, saranno soprattutto loro a trarne vantaggio. Se non lo fanno, continueranno a lasciarsi imbrigliare sul carro degli Stati Uniti, se addirittura permetteranno che venga loro imposto un “ decoupling ”, cioè una separazione delle loro economie da quella cinese, probabilmente collassare economicamente, diventare ancora più dipendenti dagli Stati Uniti e perdere così ogni possibilità di affermare il proprio posto nel mondo.

Avranno quindi i paesi dell’UE il coraggio di emanciparsi dal dominio americano? Si dice che il sempre astuto Henry Kissinger abbia detto: “È pericoloso essere nemico dell’America, ma mortale essere amico dell’America. Queste parole potrebbero aiutare a rispondere a questa domanda”.
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UE: a che punto l’austerità ci ha fatto (de)crescere

Maurizio Blondet 10 Maggio 2024

Trent’anni di austerità imposti alla UE da Berlino e dai “frugali” del Nord suoi subalterni culturali hanno fatto arretrare i paesi dell’Unione – Germania compresa – su tutti i settori tecnologici strategici. Risparmiare come ha voluto la Mekel, non fare deficit, tagliare le spese ha penalizzato la Ricerca e Sviluppo in Europa, e persino a un rimpicciolimento delle menti, a una mancanza di ambizione delle mentalità e culturale che l’imprenditore Arnaud Bertrand denuncia in questo pezzo: “sono francese, e da … Leggi tutto
 

Orban a Xi: Oggi l’UE vuole la guerra”​



Cosa ha detto Orban nel salutare XI:
*Signore e signori, la visita del Presidente è stata particolarmente necessaria in un momento in cui la guerra infuria nel nostro vicinato e il mondo si chiede se continuare questa guerra o impegnarsi per la pace. La nostra voce, la voce dell’Ungheria, è una voce solitaria in Europa. L’Europa oggi è dalla parte della guerra, con l’unica eccezione dell’Ungheria, che chiede un cessate il fuoco immediato e negoziati di pace, e sostiene tutti gli sforzi internazionali verso la pace, compresa l’iniziativa di pace cinese presentata dal presidente Xi Jinping. Noi ungheresi siamo convinti che non ci sia soluzione a questo conflitto, a questa guerra, sul campo di battaglia. Sul campo di battaglia c’è solo morte e distruzione. Siamo convinti che la soluzione sia al tavolo dei negoziati, attraverso il cessate il fuoco e i colloqui di pace.”
“Ora viviamo in un ordine mondiale multipolare e uno dei pilastri di questo nuovo ordine mondiale è la Repubblica popolare cinese. Il paese che ora sta definendo il corso dell’economia mondiale e della politica mondiale. L’Ungheria ha sempre avuto rapporti amichevoli con la Cina, basati su solide basi politiche. Abbiamo sempre creduto nella politica della Cina unica. Ci siamo sempre basati sul rispetto reciproco. Abbiamo sempre visto la Cina come un paese amico, e in effetti la ruota della storia non ha mai girato in modo tale da mettere i due paesi in disaccordo. La cooperazione sino-ungherese è una storia di lunghi decenni di amicizia ininterrotta.

 

OPINIONI

Pietro Paganini: «Così l’Europa vuole cambiare la nostra dieta»​


Al DiariodelWeb.it l’appello dell’analista e divulgatore Pietro Paganini: «Stop alla dittatura alimentare imposta per ideologia e interessi commerciali»

I temi dell’agricoltura e dell’alimentazione stanno conquistando una posizione sempre più centrale nel dibattito della campagna elettorale per le prossime elezioni europee. Sugli indirizzi dell’industria alimentare, ma anche sulle scelte di che cosa i cittadini debbano mettere nei loro piatti, Bruxelles è intervenuta a gamba tesa in questi anni, tanto da sollevare non poche polemiche in particolare da parte del centrodestra, che sulla carne sintetica, sulla farina d’insetti e sul famigerato Nutriscore hanno riservato non poche levate di scudi. Al DiariodelWeb.it ne parla Pietro Paganini, analista e divulgatore economico e geopolitico, che a questi argomenti ha dedicato il suo libro «iFood. Come sottrarsi all’ideologia alimentare?», edito da Guerini.
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Se usate Internet da più di un paio d’anni potreste aver notato che prima era molto più “libero”. In questo contesto ciò significa che c'era meno censura e regole meno stringenti riguardo alle violazioni del diritto d'autore su social media come YouTube e Facebook (e di conseguenza una gamma più ampia di contenuti), i motori di ricerca erano soliti mostrare risultati da siti web più piccoli, c’erano meno “fact-checker” e c’erano (nel bene e nel male) linee guida meno rigorose per una condotta accettabile. Negli ultimi dieci anni la struttura e l'ambiente di Internet hanno subito cambiamenti radicali. Ciò è accaduto in molte aree, tuttavia questo articolo si concentrerà specificamente sui cambiamenti nei social media e nei motori di ricerca.
 

Agamben: sulla UE come Impostura​

Maurizio Blondet 22 Maggio 2024
Un altro magistrale affondo del filosofo:
È probabile che ben pochi fra coloro che si apprestano a votare per le elezioni europee si siano interrogati sul significato politico del loro gesto. Poiché sono chiamati a eleggere un non meglio definito «parlamento europeo», essi possono credere più o meno in buona fede di star facendo qualcosa che corrisponde all’elezione dei parlamenti dei paesi di cui sono cittadini.
È bene subito chiarire che le cose non stanno assolutamente così. Quando si parla oggi di Europa, il grande rimosso è innanzitutto la stessa realtà politica e giuridica dell’Unione europea. Che si tratti di una vera e propria rimozione, risulta dal fatto che si evita in tutti i modi di portare alla coscienza una verità tanto imbarazzante quanto evidente.
Mi riferisco al fatto che dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste: quella che chiamiamo «Unione europea» è tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale . Il trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, che ha dato la sua forma attuale all’Unione europea, è l’estrema sanzione dell’identità europea come mero accordo intergovernativo fra Stati.
Consapevoli del fatto che parlare di una democrazia rispetto all’Europa non aveva pertanto senso, i funzionari dell’Unione europea hanno cercato di colmare questo deficit democratico stilando il progetto di una cosiddetta costituzione europea.
È significativo che il testo che va sotto questo nome, elaborato da commissioni di burocrati senza alcun fondamento popolare e approvato da una conferenza intergovernativa nel 2004, quando è stato sottoposto al voto popolare, come in Francia e in Olanda nel 2005, è stato clamorosamente rifiutato.
Di fronte al fallimento dell’approvazione popolare, che di fatto rendeva nulla la sedicente costituzione, il progetto fu tacitamente – e forse bisognerebbe dire vergognosamente – abbandonato e sostituito da un nuovo trattato internazionale, il cosiddetto Trattato di Lisbona del 2007. Va da sé che, dal punto di vista giuridico, questo documento non è una costituzione, ma è ancora una volta un accordo tra governi, la cui sola consistenza riguarda il diritto internazionale e che ci si è pertanto guardati dal sottoporre all’approvazione popolare.

Non sorprende, pertanto, che il cosiddetto parlamento europeo che si tratta di eleggere non sia, in verità, un parlamento, perché esso manca del potere di proporre leggi, che è interamente nelle mani della Commissione europea.
Qualche anno prima il problema della costituzione europea aveva dato del resto luogo a un dibattito fra un giurista tedesco di cui nessuno poteva mettere in dubbio la competenza, Dieter Grimm, e Jürgen Habermas, che, come la maggior parte di coloro che si definiscono filosofi, era del tutto privo di una cultura giuridica.
Contro Habermas, che pensava di poter fondare in ultima analisi la costituzione sull’opinione pubblica, Dieter Grimm ebbe buon gioco nel sostenere l’improponibilità di una costituzione per la semplice ragione che un popolo europeo non esisteva e pertanto qualcosa come un potere costituente mancava di ogni possibile fondamento.
Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa.
Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità. È allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria. La sola parvenza di unità si raggiunge quando l’Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare. L’Unione europea agisce oggi come una succursale della NATO (la quale NATO è a sua volta un accordo militare fra stati).
Per questo, riprendendo non troppo ironicamente la formula che Marx usava per il comunismo, si potrebbe dire che l’idea di un potere costituente europeo è lo spettro che si aggira oggi per l’Europa e che nessuno osa oggi evocare. Eppure solo un tale potere costituente potrebbe restituire legittimità e realtà alle istituzioni europee, che – se impostore è secondo i dizionari «chi impone ad altri di credere cose aliene dal vero e operare secondo quella credulità» – sono allo stato attuale nient’altro che un’impostura.

Un’altra idea dell’Europa sarà possibile solo quando avremo sgombrato il campo da questa impostura. Per dirla senza infingimenti né riserve: se vogliamo pensare veramente un’Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l’Unione europea –, o quanto meno, essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà.
20 maggio 2024​

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Giorgio Agamben, Europa o l’impostura - Quodlibet
 

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